Anime & Manga > Il grande sogno di Maya
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Autore: Ma_ma san    06/04/2017    3 recensioni
"..Ecco, ora mi sveglierò e scoprirò che è stato tutto un sogno. Finalmente tutti i miei sforzi, le mie lacrime, i miei dubbi sono spariti in un attimo...."
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Masumi Hayami, Maya Kitajima
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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                                                                      Cap. 1
Guardatemi, sono Masumi Ayami, presidente della Daito Art Production, uomo senza scrupoli e affarista nato. Già, proprio uguale a mio padre. Sono stato tra i primi ad arrivare nel grande salone delle feste, addobbato e tirato a lucido per questa serata speciale, che tutti attendevano. Che io attendevo. Tra poco saprò se la vincitrice della sfida per la Dea Scarlatta, sarà la mia ragazzina oppure no. Io sono sicuro che sarà scelta lei, perché alla prova fatta per gli addetti ai lavori, la sua interpretazione mi ha catturato l’anima e mi ha fatto innamorare ancora di più di lei.                                                                                                                                                                         Una voce mi chiamò e riemersi dall’oblio, mentre Shiori si strinse al mio braccio e mi chiese di andarle a prendere da bere. Sono venuto a vedere il mio grande amore con lei, la donna che mio padre vuole che sposi, per puro interesse economico, ma io non la amo. Shiori è una bella donna ed è gentile, ma non potrà mai avere il mio cuore, perché già appartiene alla mia ragazzina, la mia Maya.                                                                                                               Poi un brusio attirò la mia attenzione. E la vidi. Maya entrò nella grande sala e tutti le si fecero intorno per complimentarsi e porgerle gli auguri ed io che avrei voluto correrle incontro per abbracciarla e baciarla, dovetti resistere alla tentazione. Credo che Shiori si sia accorta del mio sguardo fisso su di lei.
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Sono qui davanti, ma non ho il coraggio di entrare. Ho il cuore a mille, la respirazione accelerata e la gola secca! Credo che tra poco mi verrà un infarto!                                            “Maya respira, lenta e regolare. Cerca di calmarti, non ti mangiano mica….per quello c’è il buffet”!                                                                                                                                      Guardai scioccata Rei per la sua battuta, poi fece la linguaccia e mi tornò il sorriso. Ora ero più tranquilla e, avvicinandomi al portone d’ingresso, un uomo vestito come un pinguino, aprì l’uscio con un inchino e divenni rossa per la vergogna. Era la terza volta che entravo in quel salone. La prima fu quando vinsi il premio come migliore attrice non protagonista per Ellen Keller, e la seconda per il premio come migliore attrice protagonista per Lande Dimenticate. Che emozione ricordare, e quanto tempo era passato. Una folla di persone, che non conoscevo, si era avvicinata, mi faceva i complimenti e mi augurava la vittoria. Spostando lo sguardo vidi proprio lui, Masumi Ayami. Perché dev’essere sempre così bello e perfetto? Mi attirava a sé come una calamita, ma dovevo resistere, perché non potrebbe mai esserci niente tra di noi: io non sono nessuno e lui è così importante e al suo fianco c’è una donna bella ed elegante come Shiori Takamya. “Cuore mio, rallenta la tua corsa, non potrai mai raggiungere il suo”.
“TOC…TOC, c’è nessuno? Pianeta terra chiama Maya. Ehi, ti ricordi di noi?” Mi scrollai dal torpore di quel lunghissimo istante, quando vidi intorno a me i sorrisi di alcuni attori con cui lavorai in passato in alcuni spettacoli, e di cui serbavo un bellissimo ricordo. “Scusatemi tutti, sono proprio maleducata, ma sono agitata e non capisco più nulla!!”. “Stai tranquilla, ti capiamo benissimo; dopotutto non capita tutti i giorni la possibilità di essere scelti come candidati per lo spettacolo del secolo” e le risate mi circondarono, come un abbraccio affettuoso.                                                                                                                                      Era arrivato il momento, finalmente. Tutti gli sguardi seguirono una figura maestosa e fiera, che attraversò il salone e salì sul palco, dove la luce di un riflettore la illuminò. La signora Tsukikaje osservò tutti in silenzio, soffermandosi su Ayumi e su di me, finché il fruscio del microfono preparò tutti gli ospiti in attesa, al fatidico annuncio.
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Guarda come sta tremando. Vorrei poter essere invisibile per starle accanto senza che se ne accorga. Mi detesta a tal punto che forse, questa volta, non si limiterebbe solamente a mordermi una mano! Sorrisi all’idea di una sua improbabile violenza. Maya era sicuramente la persona più buona, gentile e generosa che io avessi mai conosciuto. Alcune volte mi ricordava mia madre. La vidi tormentarsi le mani, era preoccupata ed ero sicuro che avrebbe voluto che tutta quest’ansia passasse velocemente. Il mio cuore sussultò ogni volta che vidi il suo viso, che mi specchiai nei suoi bellissimi occhi e dimenticai di essere un uomo spregevole e tornai ad essere una persona con un po’ di umanità, da donare a qualcuno di speciale, qualcuno come la mia ragazzina.                                                                                                                                    Le luci del salone non mi aiutarono subito a notare quanto fosse magnifica stasera. Vidi che apprezzò il mio dono e feci bene a sceglierlo, va bene con l’aiuto di Mizuky, la mia segretaria. Il vestito le stava d’incanto, sembrava stato fatto apposta per lei. Era bellissima, sembrava proprio la Dea Scarlatta, la mia Dea. “Sono un codardo, mi nascondo dietro al misterioso donatore, perché ho paura che mi rifiuterebbe se sapesse chi sia in realtà oppure che potrebbe accettarmi. Ma sto solo sognando; non posso dimenticare tutte le volte che l’ho trattata male e certamente lei non l’ha fatto”. Amore infelice. Preferirei morire piuttosto che essere odiato da lei.    “Maya”… quel nome sfuggito dalle mie labbra, per fortuna Shiori non lo sentì.                                                                                                                                                        La signora Tsukikaje stava salendo sul palco. “Finalmente ci siamo”. Senza volerlo le mie mani si contrassero e si chiusero in un pugno. Non riuscii a rilassarmi. Voltai il mio sguardo verso di lei e mi sembrò, per un  istante, che mi sorridesse, ma dovevano essere solo le luci a fare strani scherzi.
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Ecco, ora mi sveglierò e scoprirò che è stato tutto un sogno. Finalmente tutti i miei sforzi, le mie lacrime, i miei dubbi, sono spariti in un attimo sentendo pronunciare il mio nome quale nuova interprete della Dea Scarlatta! Sto volando su di una soffice nuvola e mi sembra di guardare tutti dall’alto, quando sentii un forte dolore alla spalla destra e riemersi dall’estasi di quel momento accorgendomi che Rei, la mia più cara amica, quasi un a sorella maggiore per me, mi aveva appena dato una pacca sulla spalla! Tipico di Rei, un vero maschiaccio, ma con un cuore grande e caldo come il sole.                                                                                          Ora che ero “sveglia”, la vidi fissarmi con i suoi dolcissimi occhi. “Ehi Maya ce l’hai fatta! Non startene li imbambolata, guarda che ti aspettano sul palco”. “Vai, presto!” le fece eco Sakurakoji. Un po’ incerta nei miei passi, mi avvicinai alla scaletta che portava sul palco camminando a testa bassa, vergognandomi come quando combinavo guai da bambina. Finalmente ero arrivata vicino alla sensei, che mi sorrideva come mai l’avevo vista in tutti questi anni, perché sapeva che anche il sogno suo e di Ichiren sarebbe vissuto ancora per mano mia! Non sapevo cosa dirle e, come una sciocca iniziai a piangere, perché era fortissima l’emozione che provavo e tutta la stanchezza accumulata in questi mesi si fece sentire, ma non m’importava! Ce l’avevo fatta. “Hai visto mamma, ho raggiunto il mio obiettivo, spero di averti resa fiera di me e che mi stia guardando da lassù…”.                                                                      Le luci dei flash dei fotografi mi abbagliavano e tutti si aspettavano che dicessi qualcosa, mentre la signora Tsukikaje mi fece cenno di avvicinarmi al microfono. E proprio in quel momento lo rividi. I suoi occhi mi fissavano. Avevo evitato di guardarlo da quando ero entrata nel salone, cercando con ogni scusa possibile di staccare il mio sguardo da lui, perché mi faceva troppo male vedere lei avvinghiata al suo braccio, anche se stranamente non ne sembrava troppo contento. Ma dovevo smetterla di fissarlo o ci sarei cascata di nuovo! Dal pubblico una voce mi ridestò gridandomi: “Forza Maya, ti vogliamo bene”.. ma emozionata com’ero non riuscii a capire da dove provenisse. Non sapevo cosa dire, avevo le guance ancora più rosse, ma presi un grande respiro e ascoltai la mia voce rimbombare nella sala, mentre Ayumi, la mia eterna rivale, mi stringeva la mano per darmi coraggio. “Vorrei ringraziare tutti quelli che mi hanno sostenuta ed incoraggiata anche in periodi bui, in cui credevo di non farcela e l’ unica soluzione mi sembrava quella di mollare tutto, ma per mia fortuna le persone che mi vogliono bene, e che considero la mia famiglia, non hanno mai permesso che mi arrendessi. Sono arrivata alle porte di questo importante traguardo grazie a loro e mi impegnerò al massimo per non deludere nessuno”.                                                            Tutti i presenti iniziarono ad applaudire e dovetti fermarmi un attimo prima di riprendere il mio discorso. “In genere non sono una chiacchierona, quindi dopo i dovuti ringraziamenti, vorrei rendervi partecipi della mia decisione riguardo l’ assegnazione dei diritti della nuova rappresentazione della Dea Scarlatta”. Un silenzio irreale aveva riempito la sala. “Ho deciso di concedere all’Associazione Nazionale di Teatro i diritti dell’opera e di affidare la regia al signor Kuronuma, il quale sceglierà il resto del cast, la location e i costumi. Grazie a tutti”.             Una grande ovazione arrivò dai presenti che, gridando a gran voce il mio nome, si rallegrarono per la scelta appena fatta….tutti o quasi tutti almeno. Mentre scendevo dal palco, notai i volti irritati del signor Onodera e del signor Eysuke Ayami. Non si aspettavano un simile finale o forse si, ma non mi interessava, perché ero troppo felice e di certo non avrei permesso a gente come quella di rovinarmi la serata!
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Passeggiando per il grande salone, passai davanti ad una vetrata e la mia immagine ancora mi stupiva. Ricordo questa mattina quando tutto è iniziato, da una sveglia che suonò troppo presto.                                                                                                                                          “Maya svegliati, dai che la colazione è pronta!”. Come sempre Rei non ammette ritardi, soprattutto oggi che è il giorno in cui si deciderà il mio futuro. Finalmente saprò se la nuova Dea Scarlatta sarò io oppure Ayumi. Mi scossi da questo pensiero e andai in bagno a lavarmi il viso, quando suonarono alla porta. Era il signor Hijiri, che mi faceva gli auguri per stasera e mi consegnava un grande mazzo di rose scarlatte ed un pacco con un  fiocco dello stesso colore. “Grazie signor Hijiri e ringrazi anche il mio misterioso donatore per tutti i suoi doni e le attenzioni che mi riserva”. Prima di andarsene mi consegnò anche una piccola busta. Corsi immediatamente in camera mia a leggerla, ero emozionata…”Signor Ayami, Masumi, amore mio vorrei poter stare con te, abbracciarti, accoccolarmi protetta dalle tue forti braccia, ma so che presto sarai di un‘ altra e potrò vivere solo di questi bellissimi ricordi, perché solo questo mi rimarrà di te”. E una lacrima scese, bagnando il foglio bianco.                                          La lettera conteneva poche righe, ma piene di affetto: “Gentile signorina Kitajima, le volevo fare un grande in bocca al lupo per la serata di oggi. Io sono sicuro che la vittoria sarà sua, perché seguendola da lungo tempo ho potuto apprezzare la sua professionalità e l’impegno che ha sempre messo in questo lavoro. Attendo con ansia di vederla alla prima in teatro. Con affetto il suo ammiratore”. Strinsi al cuore il biglietto, ma era qualcun altro che avrei voluto stringere a me. A volte mi sembrava strano guardare in faccia il signor Ayami, sapendo che è lui in realtà il mio ammiratore delle rose scarlatte e senza poter dire o fare niente. Certo, ogni tanto mi piacerebbe gridarglielo in faccia, giusto per vedere l’effetto che fa, ma poi penso che, se ancora non si è deciso a fare questo passo, avrà i suoi buoni motivi. Certamente io non l’ho aiutato molto a farsi avanti, visti i continui litigi e battibecchi che ci scambiamo da molto tempo. Quando scoprii la sua identità, dopo la mia interpretazione in “Lande dimenticate”, il nostro rapporto era arrivato ad un punto in cui provavo odio verso di lui. Con la morte di mia madre e il fatto di venire a conoscenza che l’aveva nascosta in una clinica senza dirmi nulla, mi fece detestare quell’uomo. Ma mi sbagliavo, perché compresi purtroppo solo in seguito, che l’aveva fatta curare, per quanto fosse stato possibile, e lo aveva fatto per me. Ora i miei sentimenti sono cambiati, ma lui ancora pensa che lo odi e, immagino, che abbia paura di farsi avanti e affrontare così un mio probabile, per lui, rifiuto della notizia della sua doppia identità. Spero che capisca al più presto che le cose sono cambiate e che sono innamorata di lui, purtroppo senza speranza.                                                                                                                       Ora però, non potevo rattristarmi; un nuovo giorno era cominciato e chissà che non portasse delle bellissime sorprese. Mi ricordai che c’era anche un pacco da aprire e, tornando in cucina, vidi Rei che gli girava intorno osservandolo come se contenesse una bomba! Quando mi vide mi urlò: “Sbrigati ad aprirlo, che muoio dalla curiosità”, poi addolcendo lo sguardo continuò: “Ti preeeeeegooo”, con occhi da gattino in difeso. Il che mi fece ridere di gusto e anche Rei rise con me.                                                                                                                                        Aprii il pacco e per poco non svenni. All’interno faceva bella mostra di sé un abito dello stesso colore delle mie rose. Lo tirai fuori ed era favoloso: il corpetto era stretto, senza maniche e aveva lo scollo a cuore; in vita aveva una fascia alta di una tonalità appena più chiara dell’abito e un fiocco dietro la schiena; la gonna era lunga e morbida e arrivava alle caviglie. Era tutto di raso ed era morbidissimo. Avevo paura che indosso a me non avrebbe fatto un bell’effetto! Rei mi porse una scatola più piccola, che era insieme e dentro trovai le scarpe. Erano un bellissimo paio di sandali, con un po’ di tacco e dei nastri per legarli intorno alla caviglia. Rimasi senza parole e mi diedi un pizzicotto, perché ero sicura di sognare ancora. Ma no, invece era tutto vero. Rei mi obbligò a provare tutto e restò di sasso quando mi vide e ora che mi guardavo allo specchio, non riconoscevo più la ragazzina riflessa, anzi la donna riflessa…ormai non ero più una ragazzina! Stranamente mi ritrovai a pensare “sono bella”, e detto da me suonava alquanto strano…..                                                                                                Col passare delle ore mi agitai sempre di più, perchè ricordavo cosa sarebbe successo quella sera ed ebbi paura. La mia amica mi rese bellissima truccandomi ed acconciando i capelli in  un chignon alto e alcuni boccoli morbidi che scendevano sulle tempie. Mi fece un fischio, come un maschiaccio e poi sorrise. “Maya sei un incanto” mi disse. In quel momento suonarono alla porta. Il signor Hijiri era venuto a prenderci per accompagnarci al salone delle feste, da parte del mio ammiratore, sempre premuroso. Stasera lui ci sarà, magari con lei, anzi certamente la futura signora Ayami sarà presente al suo fianco.                                                                    Una stretta al cuore mi ricordò il mio amore impossibile per Masumi e un velo di tristezza si impadronì della mia anima, ma non potevo farci niente.
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Ero ancora concentrata sulla mia immagine riflessa, che non mi accorsi di una presenza dietro di me e una voce che diceva: “Ragazzina stai sognando? Magari proprio me?” e sorrise sapendo di farmi innervosire. Riconobbi quella voce e un tuffo al cuore mi fece saltare un battito o due. Gli risposi a tono: “Nemmeno fra un milione di anni, e poi non ha una fidanzata a cui pensare?” e a quelle parole mi si chiuse la gola. Mi sembrava di non riuscire più a respirare. Prima che potesse parlare di nuovo, il signor Kuronuma si avvicinò per farmi ballare e, silenziosamente, lo ringraziai di avermi evitato l’ennesima figuraccia col signor Ayami. Lui ci guardò volteggiare e notai una tristezza nel suo sguardo che mi angosciava. “Chissà perché ha quella espressione”.                                                                                                                                 Il signor Kuronuma è un bravo ballerino, ma non è più giovane, come dice lui e cedette il passo a Yuu che mi fece mille complimenti. Ero imbarazzata perché sapevo cosa aveva provato per me, ma ci eravamo chiariti ed ora ero certa che fosse felice con Mai e lui stesso me lo confermò dicendomi che sarebbero andati a vivere insieme. “Yuu, ma è meraviglioso, sono felice per te e per Mai, che è una bravissima ragazza. Vi auguro tutta la felicità di questo mondo”. “Grazie Maya, auguro anche a te lo stesso”.                                                                                         Mentre rallentavamo abbassai gli occhi e mi chiese perché fossi così triste in un giorno di festa. “Yuu il mio è un amore impossibile e mi devo rassegnare”. Gli chiesi scusa e scappai da Rei per chiederle di portarmi a casa dicendo che ero stanca, ma non era vero; solo che non ce la facevo a vederlo insieme a lei. Rei era molto intuitiva e capì che la mia era solo una scusa, ma da amica speciale quale era, non mi fece domande e andammo via in taxi. Arrivate a casa mi preparò un po’ di tè e mi guardò fissa, mentre forse per la centesima volta, facevo girare il cucchiaino nella tazza.                                                                                                                    “Maya non puoi andare avanti così, parlami, se mi dici cos’hai forse posso aiutarti”. “Sei molto dolce, amica mia, ma non è niente; sono solo stanca per questa intensa giornata e anche preoccupata per le prove. Kuronuma è una bravissima persona, ma ogni tanto diventa uno schiavista”. Io e Rei ci guardammo negli occhi e scoppiammo a ridere. “Se lui ti sentisse, guai a te mia cara”.                                                                                                                                    L’indomani Kuronuma non si smentì e mi telefonò di buon’ora per avvisarmi che ci saremmo incontrati al teatro Eden per presentare il cast ed iniziare le prove. Ma non poteva aspettare un paio di giorni almeno? Non sarebbe il Kuronuma che conosco, altrimenti!
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Con la scusa di andare a parlare d’affari con un produttore, lasciai Shiori al suo drink e mi guardai intorno in cerca di Maya, ma non la trovai. Kuronuma mi disse che era stanca ed era tornata a casa e chiamai Hijiri per avere altre informazioni, ma non sapeva più di questo, solamente che aveva preso un taxi e mi chiese se doveva indagare di più. Io riflettei per un istante, ma dev’essere passato qualche minuto, perché Hijiri, dall’altro capo della cornetta, mi chiese se fossi ancora al telefono. Mi scusai con lui: “Grazie, ma non serve che indaghi oltre, solo che tu la protegga come farei io”. “Certamente signor Ayami, buona sera”.                Rimisi il telefono in tasca. Ora avevo voglia di andarmene anch’io, perché senza di lei qui vicino, mi sentivo davvero solo. “Ragazzina, dove sei?”. Mi avvicinai a Shiori e, con la scusa di un forte mal di testa, le chiesi di andarcene e acconsentì, anche se controvoglia.
  
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