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Autore: Machi16    06/04/2017    0 recensioni
L' ultimo addio fu dato in fretta, sul ciglio di una banchina polverosa come due estranei.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Leonard Snart, Mick Rory
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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La saracinesca del magazzino si aprì lentamente emettendo un cigolio sordo e fastidioso lasciando però spazio alla vista di una città addormentata in quella notte buia di addii frettolosi e forzati.
Non un filo di vento osava intromettersi tra i due interlocutori che non si guardavano più con fare complice e fraterno, il filo che li legava sembrava essersi spezzato lasciando spazio solo alle circostanze del caso.

«Perché mi hai portato qui?»

Il volto di leonard Snart era stanco, stufo di quell’ assurda situazione di tira e molla che si era creata tra lui e quello che un tempo definiva il suo partner, il suo migliore amico, suo fratello. Ora non lo riconosceva più seppur il suo viso avesse gli stessi tratti e i suoi modi fossero bruschi e sempliciotti come erano sempre stati, come se li ricordava prima che le Legion of Doom lo reclutasse per quell’ assurda
missione.

«Perché è questo il tuo posto, è da qui che ti hanno preso! Devo cancellarti la memoria Leonard…»

Nella sua voce non vi era più affetto, devozione o quel poco di calore che sarebbe bastato per far sentire Captain Cold meno colpevole, si sentiva confuso da quando aveva intrapreso quel viaggio spazio temporale come se stare in bilico tra la sua predetta morte e il suo desiderio di vanificarla premesse tra le pareti del suo cervello annebbiando i suoi pensieri, il che era strano ed inusuale per lui, per la persona che credeva di essere. Quando Demian Darhk gli raccontò il futuro si mise a ridere di fronte al suo rammollimento ingiustificato, era davvero possibile cambiare così tanto?
Gli disse che lo avrebbero chiamato eroe ma che, i titoli, quando si è morti non valgono un bel nulla ma, infondo, non era un suo problema perché la parola eroe non era nel suo curriculum.

«Cancellarmi la memoria, Mick?»

Più si guardavano e meno si capivano come se i loro destini da sempre così legati avessero subito una lesione inguaribile. Heat Wave sembrava non appartenere più alla cerchia dei criminali, aveva rinnegato quella vita per abbracciare il sentiero del coraggio e dei nobili gesti anche se, fino a poco prima, aveva cambiato lato della battaglia senza indugiare mentre ora non stava esitando nemmeno un momento a rimuovere quei strani e confusi ricordi dalla mente dell’ amico.
Uno sguardo tradì ancora una volta Snart che inconsciamente tornò a giocare con l’ anello che portava sull’ indice destro, era il pegno di un’ amicizia che non esisteva più e un monito per ricordarsi che le cose andavano sempre pianificate con cura ma quel momento non lo aveva previsto e inconsciamente sarebbe voluto scappare a gambe levate da quel posto ma era pietrificato dalla paura.

«Quindi mi lasceresti morire…»

Il silenzio calò a metà tra un sospiro e l’ altro mentre le parole morivano in gola e una confessione fu strozzata sul nascere perché la verità era una e semplice: Leonard Snart aveva paura di morire.
Il solo motivo per il quale aveva accettato di farsi estrarre dal suo tempo era quello di evitare il suo sacrificio e  di impedire al se stesso del futuro di compiere quell’ estremo gesto per salvare una squadre che non era la sua squadra. L’ unico team che conosceva era sempre stato composto da due persone.

«Mi hai salvato la vita Leonard…»

Quella frase piovve su di lui bagnandolo di una consapevolezza che non aveva, di una conoscenza che gli era stata negata, ora tutto aveva un senso, ora forse avrebbe accettato di andarsene o forse no, forse ora toccava a Mick ricambiare il favore.

«Siamo partner, potremmo andarcene e basta»

In un gesto rapido e invisibile Mick Rory prelevò uno strano marchingegno dalla tasca e lo puntò in faccia all’ ex compagno, non ebbe pietà nell’ usarlo, non ebbe sensi di colpa nel lasciarlo lì, da solo, in balia di un futuro già scritto. Era cambiato, era incredibilmente cambiato.
D’ altro canto l’ ultima frase che Captain Cold udì fu quella che ritrovò nei suoi incubi notturni senza capire il perché, senza sapere da dove provenisse quello strano senso di vuoto nel suo petto.

«Io non ho un partner, io ho una squadra.»
  
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