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Autore: syila    07/04/2017    11 recensioni
“Io pensavo che voi sapeste sempre qual è la cosa giusta da fare”
“Siamo Immortali, non divini! Tu poi hai messo in crisi anche quelle poche certezze accumulate negli anni, perciò, se ti chiedi il motivo per cui evito di usare i miei doni su di te è perché...”
“Perché?” Yuuri sgranò gli occhi e trattenne il fiato, il suo tono accusatorio non lasciava presagire niente di buono.
“Perché ti amo Glupyy, ti amo troppo”
“Oh, Victor” da quel momento Yuuri decise d'infischiarsene delle regole di Sergej, socchiuse le palpebre e lo fissò a lungo prima di afferrarlo per il bavero del giaccone attirandolo a sé per baciarlo.
“Avrei dovuto farlo mesi fa quando mi hai offerto quel passaggio” e approfittando dello stupore suscitato dalla sua dichiarazione cominciò a liberarlo dalla sciarpa e dai primi bottoni.
Genere: Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Otabek Altin, Victor Nikiforov, Yakov Feltsman, Yuri Plisetsky, Yuuri Katsuki
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Il Sole a Mezzanotte'
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NB: Chi volesse rileggere il primo tomo o, arrivando in corsa, vuole capire da quale parte dell'universo sono piovuti questi due soggetti, può farlo qui: Filo di Lama (clikkate e vogliatemi bene ^^)
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«Un giorno tu ti sveglierai e vedrai una bella giornata.
Ci sarà il sole, e tutto sarà nuovo, cambiato, limpido.
Quello che prima ti sembrava impossibile diventerà semplice, normale.
Non ci credi?
Io sono sicuro.
E presto.
Anche domani».


Fëdor Dostoevskij, “Le notti bianche”

Sotto di lui la città di Pietroburgo appariva splendida e vetrificata nei suoi venticinque gradi sotto zero.
Il Primo giorno dell'Anno era una di quelle rare occasioni in cui gli elementi avevano concesso una tregua al tumultuoso cielo invernale e il sole, basso sull'orizzonte nel pomeriggio inoltrato, pennellava d'oro e porpora tetti e palazzi.
A Yuuri bastò spostarsi di alcuni passi per cambiare completamente scenario: davanti a lui si aprì l'infinito del mare solcato da lente navi che ne fendevano lo scintillio dirigendosi verso l'orizzonte.
Quando Victor gli aveva parlato della sua casa in città aveva immaginato una dimora da “vampiri” magari un palazzo antico o appartamento nella parte storica, invece lo aveva sorpreso ancora una volta con quell'attico nel nuovissimo complesso residenziale del Lakhta Center, di cui la Oktha Tower era la struttura più alta, innovativa e ambiziosa.
Un investimento immobiliare di Yakov, gli aveva riferito col suo tono leggero e divertito; lui aveva messo i soldi e Victor il buon gusto, optando per la magnifica vista sulla baia.
Quello che Yakov ignorava però, l'allievo lo rivelò a Yuuri in confidenza dopo essersi gustato la sua espressione meravigliata davanti alle finestre a tutta parete: aveva scelto quel panorama perché sapeva quanto a lui piacesse il mare e doveva essere la prima cosa che avrebbe visto al suo risveglio ogni mattina.
Tuttavia, gli spiegò ancora, l'attico era rimasto incompleto fino al suo arrivo: se tendeva i sensi durante il riposo diurno percepiva quanto in realtà fosse vuoto e silenzioso; a quella casa mancava un cuore e grazie a lui, alla sua dolce, rassicurante presenza adesso lo aveva.
L'idea di Victor che dormiva, parole sue, come un bambino da quando abitavano insieme lo faceva arrossire e sorridere senza un perché; e anche ora, mentre pensava alla persona addormentata all'altro capo del corridoio al settantesimo piano, la sua tazza di te era ferma a mezz'aria e dal petto gli saliva un sospiro di gioia.
Tra un paio d'ore al massimo si sarebbe svegliato e lo avrebbe raggiunto per... Continuare i festeggiamenti del Nuovo Anno come aveva detto strizzandogli l'occhio prima di lasciarlo dormire.
Perché abitare con un vampiro implicava adattarsi ai suoi ritmi ribaltati di sonno-veglia e all'inizio Yuuri aveva tentato coraggiosamente di tenere gli occhi aperti fino all'alba, salvo poi crollare fulminato dalla stanchezza attorno all'una o alle due di notte.

Il suo primo risveglio nella camera padronale era stato drammatico; trovarsi da solo in quel letto troppo grande, in un ambiente sconosciuto, dopo le rivelazioni sconcertanti della notte precedente lo aveva impaurito; Victor si era preso di nuovo gioco di lui?
Continuò a crederlo finché non vide un post-it appiccicato sul cuscino: “Ci vediamo più tardi”
Uno sul comodino: “Per tardi intendo appena tramonterà il sole”
Quello sulla sveglia: “Quindi verso le 16”
Sull'anta del guardaroba ne trovò altri tre: “La tua valigia arriverà attorno all'ora di pranzo”, “Prendi quello ciò che vuoi dall'armadio”, “PS. Se non prendi niente mi sentirò autorizzato a farti qualunque cosa!” accompagnato da una faccina sorridente.
A Yuuri bastò seguire la scia di bigliettini adesivi per accedere nell'ordine a: colazione “Il frigo è pieno!”, Tv al plasma a scomparsa “Se trovi anche il telecomando te ne sarò grato in eterno...”, e il modo di programmare il grande camino a parete “Così starai al calduccio, mio Sole”.
Quando andò in bagno per farsi la doccia ne scoprì un altro appiccicato sulla testa “Sapevo che lo avresti trovato per ultimo: ti amo, aspettami!” seguito da una marea di asterischi, ovvero di baci.
Il suo vampiro si teneva al passo coi tempi, usava perfino le emoticon!
Oh a proposito, il giovane giapponese aveva scoperto che il termine “vampiro” lo rendeva un po' insofferente; proprio a causa della pessima fama di cui godevano nell'immaginario collettivo tendeva a riferirsi a sé stesso come Immortale o Notturno.
Del resto a più di un mese di distanza continuava a conoscere pochissimo delle loro abitudini; ogni volta che provava ad accennare al discorso lui dirottava abilmente l'argomento forse per una sorta di pudore nei suoi confronti, o perché magari lo riteneva troppo impressionabile e voleva evitare di scendere nei particolari della sua vita di creatura notturna.

Un raggio di sole andò a posarsi sul gioiello all'anulare sinistro e lo fece brillare distraendolo dalle sue riflessioni; Yuuri abbassò lo sguardo e lo osservò: le circostanze per le quali l'anello si trovava al suo dito ora lo facevano sorridere, ma a pensarci bene quel giorno s'era preso un bello spavento.



Era successo una settimana dopo il suo arrivo, mentre tentava di capire come gestire la casa e le ondate di messaggi, mail, chat e telefonate che gli arrivavano in continuazione dalla famiglia, ma soprattutto dagli amici.
Phichit era un carissimo ragazzo, però non si teneva nemmeno un cecio in bocca, quindi la notizia del suo trasferimento in Russia era rimbalzata da un punto all'altro del globo e tutti pretendevano i dettagli e i retroscena.
Chris c'era andato a nozze coi pettegolezzi, lui puntava direttamente alle storie di letto col suo misterioso pigmalione che il thailandese giurava essere una specie di dio greco della bellezza.
Yuuri faceva il possibile per contenere i danni, ma era come un fuscello messo ad arginare uno tsunami.
Quella sera decise di averne avuto abbastanza, spense il computer e guardò l'orologio, s'erano fatte le cinque e stranamente Victor era in ritardo, perciò, sentendo scattare la serratura dell'ingresso, sorrise e si affrettò ad andargli incontro.
La sorpresa di trovarsi nell'anticamera una versione più bassa, larga e attempata del suo vampiro fu pari solo all'urlo di terrore nel realizzare che lo sconosciuto era entrato con un mazzo di chiavi regolamentari a casa loro.
In sette giorni aveva intravisto solo la domestica incaricata di occuparsi delle pulizie nell'attico; una persona tanto discreta e silenziosa da passare praticamente inosservata.
L'uomo di mezza età invece, dopo averlo esaminato con una lunga occhiata di disapprovazione cominciò a urlare in crescendo: “Maledizione, quell'idiota non ti ha detto niente vero?” e lo oltrepassò cominciando a scendere le scale che conducevano all'enorme open space della zona giorno senza smettere un attimo di sacramentare in un inglese lento e pesante, fortemente inquinato dall'accento russo.
“Dov'è? Dov'è quel lavativo! Victor! Vitya esci fuori!” seguito da un'irriferibile imprecazione nella sua lingua madre, di cui Yuuri fu felice di aver appreso solo i fondamentali.
“Victor deve ancora arrivare...” balbettò in un sussurro il nuovo inquilino bianco come un lenzuolo; una ipotesi si stava facendo strada nella sua testa; quell'uomo irascibile e prepotente poteva essere forse... “S-signor... Felstman?”




L'intruso infine sembrò ricordarsi di lui, tornò sui suoi passi e lo raggiunse nel punto esatto in cui lo aveva lasciato sulle scale, di nuovo lo squadrò in maniera ostile (forse non gli piaceva il fatto che fosse ancora in pigiama o magari era quel cuscino a forma di onigiri brandito da Yuuri a mo' di scudo ad infastidirlo) e sbottò “Puoi anche chiamarmi Yakov! Ma niente san, kun, dono, chan o altre diavolerie di nomignoli giapponesi! Di giapponese basti e avanzi tu qui dentro!”
“P-perchè? Cosa le hanno fatto di male i miei connazionali?”
Yuuri purtroppo aveva ancora il suo potere speciale di aprire bocca senza contare fino a dieci e se Victor adorava questa caratteristica, magari il burbero personaggio no. Al solito però lo capì solo quando il danno era fatto.
“E me lo chiedi? Avete combinato un casino nel Pacifico durante la Seconda Guerra Mondiale!”
Oddiosantissimo, si era dimenticato che quei due avevano passato la guerra!
“M-ma sono trascorsi quasi ottant'anni” gli fece timidamente notare “Io non ero nato e nemmeno i miei genitori”
“Dettagli!” sbraitò l'altro facendolo sobbalzare, poi gli andò più vicino e iniziò a pungolargli la spalla con l'indice “Stammi bene a sentire bellezza, non fingerò che tu mi piaccia, tuttavia per qualche astrusa ragione piaci al mio Vitya quindi faremo così: ti terrò sotto controllo e scoprirò cosa ti rende tanto speciale ai suoi occhi, dovessi strapparti la pelle di dosso e sezionare ogni singolo muscolo, cartilagine e osso del tuo asiatico corpicino, siamo intesi?”
“Assolutamente...”
Pausa.
Sorriso diplomatico e conciliante.
Victor dove ti sei cacciato?
“Posso offrirle da bere, mentre aspettiamo Victor?”
Altra pausa.
Sul serio ho appena offerto da bere a un vampiro?
E se questo mi prende in parola e mi usa come apericena?
Il suo sorriso si piegò in una smorfia tragica.
Yakov invece esalò un lungo sospiro rassegnato.
Forse cominciava a intuire, perché l'imbranato dagli occhi a mandorla piacesse tanto al suo Vitya.
“Nel congelatore dovrebbe esserci una bottiglia di Yamskaya. I bicchieri li trovi nel pensile in alto vicino al frigorifero” Yuuri trotterellò a recuperare il necessario, ben felice di mettere più spazio possibile tra lui e l'ingombrante ospite, il quale, nel frattempo, aveva ripreso con le sue contumelie “Ovviamente quell'idiota si ben guardato dallo spiegarti che *noi* all'occorrenza possiamo mangiare e bere! Sant'Iddio cos'altro non sai?”
“Fa-facciamo prima ad elencare le cose che so...”




Quando Victor arrivò li trovò attestati alle estremità opposte del divano; il suo mentore scuro in volto come quella volta in cui al Campionato Juniores aveva fatto di testa sua infilando un quadruplo nel programma libero nonostante il regolamento e Yuuri, beh! Yuuri era un fagotto di nervi appallottolato nell'angolo.
“Ohi-ohi hai finito di spaventare il mio Sole?” esordì allegro a mo di rimprovero scoperchiando il vaso di Pandora.
“Non sarebbe così terrorizzato se tu ti fossi preso la briga di istruirlo un po' su come funziona il nostro ambiente!” sbraitò causando un nuovo sussulto al giapponese, al quale l'idea di stare in mezzo alla discussione tra due vampiri arrideva quanto farsi togliere l'appendicite senza anestesia.
“Lo stai facendo ancora, vedi?” constatò Victor incrociando le braccia.
Seguì l'ennesima invettiva da parte del suo interlocutore “Ti sei perfino dimenticato di dirgli che abito qui anche io, oltre ad avere una copia delle chiavi del tuo appartamento nel caso dovesse succedere qualcosa!”
Victor guardò il suo amato“Davvero non te l'ho detto?” lui fece un minuscolo cenno di diniego.
“Ohi-ohi! Ecco la cosa importante che dovevo riferirti!” trillò causando un versamento di bile nel dispotico mentore.
“Irresponsabile! Ecco cosa sei!”
“Oh Yakov io contavo su di te!”
“E io contavo che portarlo qui ti avrebbe reso un po' più assennato!”
Più Yuuri li vedeva discutere, più la discussione tendeva a somigliare ad un litigo tra padre e figlio piuttosto che ad un confronto tra predatori.
“Oh radost’ moya, finalmente sorridi!” esclamò Victor disinteressandosi dell'interlocutore per portare tutta la sua attenzione sul giovane giapponese “Ti svelo un segreto: quando Yakov strilla troppo c'è solo una cosa da fare perché smetta... Abbracciarlo!” sorrise e gli fece l'occhiolino del tutto incurante che Yakov fosse a due passi da lui.



Fine prima parte



† La voce della coscienza †

E alla fine eccomi qui come promesso col primo capitolo della nuova avventura del nostro Vampiro innamorato e del suo dolcissimo Kastudon!
Come potrebbe essere la convivenza tra una creatura notturna e un giovane umano?
Questo è sostanzialmente questo il filo conduttore del racconto, che vedrà entrare in scena alcuni personaggi di cui ho solo accennato nella prima parte e faranno la loro ricomparsa un paio di vecchie conoscenze pronte a turbare una già precaria "pace domestica".
A complicare il tutto aggiungeteci che il nostro vampiro fa Nikiforov di cognome, mentre l'umano è un certo Kastuki Yuuri e avrete servita la ricetta per alcuni esilaranti episodi ai confini della realtà! :)
Di nuovo grazie a chi mi ha accompagnato e supportato nella prima parte, spero di ritrovarvi qui insieme a chiunque voglia aggregarsi al folle viaggio che ho iniziato circa tre mesi fa, siete i benvenuti! *o*.
Un ringraziamento speciale come sempre a Syl, la mia metà letteraria a cui propino regolarmente dosi massicce di Victuuri e a Old Fashioned, il quale, coraggioso e sprezzante del pericolo Fluffoso sempre in agguato, vigila costantemente che la mia scrittura non deragli nel "grammaticalmente, logicamente e sintatticamente" scorretto! *o*


Precisazioni sparse:
Il grandioso complesso residenziale in cui Yuuri convive insieme a Victor, il Lakhta Center esiste davvero e il suo completamento è previsto entro il 2018, proprio nel periodo in cui ho ambientato la vicenda.
Per chi non lo sapesse l'onigiri è la classica polpetta giapponese di riso a forma triangolare decorata con l'alga, ebbene si Yuuri un cuscino a forma di polpetta, vi ricorda niente? ^^
L'anello di cui si accenna e di cui seguiremo le vicende nel prossimo capitolo è questo:

   
 
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