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Autore: Kim NaNa    07/04/2017    5 recensioni
[http://it.wikipedia.org/wiki/Lee_Min-ho]
Isabel e Katrina sono due amiche e hanno un sogno: visitare la città di Seoul.
Dopo averlo a lungo sognato, dopo aver fantasticato per lunghissime ed interminabili ore, il destino ha giocato loro uno strano scherzo.
Inizia così la loro avventura, inizia così la storia che le porterà ad incontrare proprio Lui: LEE MIN HO.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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NdA: Care lettrici... dopo ben due anni torno ad aggiornare questa mia amatissima fanfiction e non immaginate l'emozione provata mentre scrivevo... scrivere e fantasticare su Lee Min Ho è sempre un gran piacere! :P
Spero che il capitolo vi piaccia e vi prometto di rimettermi presto all'opera!
Annyeongh!


Nanà-sshì




Incubi


Le gote arrossate, il cuore in tumulto e il fiato corto non accennavano ad abbandonare il corpo di Isabel.
«Neechan sei maledettamente fortunata!» Stesa al suo fianco, Katrina ascoltava le rivelazioni sconvolgenti della sua amica.
«È come se fossi finita dritta in Paradiso…» Mormorò Isabel con aria quasi sognante.
«Hey tu! Smettila di gongolare!» La punzecchiò Katrina. «Hai per caso salvato la Spagna in una vita precedente?» Risero entrambe e Katrina prese a fare il solletico a ‘Bel; era da molto tempo che non la vedeva così serena.
«Ora dormiamo, però … Domani devi assolutamente parlare con Victor e mettere in chiaro come stanno le cose. Sii sincera, digli che ami Min Ho e vedrai che capirà , certo non ne sara felice, ma continuare a prendersi gioco di lui è ingiusto e crudele.» A Katrina premeva troppo che le persone fossero leali ed oneste e cercava sempre di spingere Isabel a fare la cosa più giusta e corretta.
«Hai ragione, Eonni… hai sempre ragione!» Rispose Isabel, abbracciandola.
«Smettila subito di gongolare e dormi adesso.»

Si levò piano l’alba di quel nuovo giorno, tingendo il cielo oscuro prima di un tenue azzurro e poi di un rosa pallido, incontrando un timido sole che avrebbe riscaldato quella fredda mattina di novembre.
Avvolta in un morbido plaid, Isabel se ne stava rannicchiata contro la grande finestra della sua stanza, sorseggiando una tazza di caffellatte caldo. Non aveva dormito molto durante la notte, era troppo felice per riuscire a cedere al sonno.
«Cosa ci fai sveglia a quest’ora?» Sussurrò Katrina con la voce assonnata. Si mise seduta sul letto e sgranchì le braccia sbadigliando.
«Perché non torni a letto?»
Isabel le rivolse un sorriso raggiante e saltó sul letto, facendo sobbalzare l’amica che rise.
«Non sono riuscita a chiudere occhio, Eonnie… Sono troppo felice! Ti rendi conto? Io e Lee Min Ho… l’ho sognato così tanto a lungo che non riesco a crederci!»
«Senti signorina TuttaFelicità invece di tormentare i comuni mortali come me con i tuoi idilli d’amore, che ne dici se andiamo a fare colazione? Muoio di fame!»
«Corro! Tanto caffé e biscotti per la mia Eonnie!» Isabel raggiunse il telefono e ordinó la colazione.
Qualche ora dopo, con indosso una camicetta di seta nera e un pantalone a coste verde scuro con una cintura dorata per ornamento, Isabel mostrava i primi segni di nervosismo.
«Penserà che sono una grandissima stronza.» Camminava su e giù per la stanza.
«Certo… lo sei, ma diciamo che sei stata una stronza a causa della tua vigliaccheria, cosa che lui sa bene, perché Victor sa che a te piace Lee Min Ho. Un uomo sa sempre quando non è l’oggetto dei desideri della propria donna…» Proprio mentre Katrina cercava di calmare i nervi della sua amica, Victor bussò alla porta della loro camera.
Entrò con una rivista nella tasca posteriore dei jeans e Isabel non poté fare a meno di constatare quanto attraente e sexy fosse anche Victor. Il pullover nero scolpiva le sue spalle larghe e il jeans chiaro slanciava le sue gambe lunghe e muscolose. I capelli ramati e spettinati ricadevano selvaggiamente sulla fronte illuminata dai suoi magnetici occhi verdi e la mascella volitiva, coperta da una leggera barba incolta, mostrava il suo solito sorriso da schianto.
«Ciao ragazze! Avete dormito bene? E tu ‘Bel, come ti senti oggi?»
Quasi aveva dimenticato di avergli mentito per uscire con Lee Min Ho. Deglutì a fatica, rispondendogli che si era trattata solo di una brutta emicrania e che grazie ad un antidolorifico si sentiva molto meglio.
«Sono davvero felice di sentirlo, così possiamo andare in giro per negozi o fare quel che volete.» Mise un braccio attorno alle spalle di Isabel e le sfiorò i capelli con un bacio. «Ah! Quasi dimenticavo! Avete visto questo?» Tirò fuori la rivista dalla tasca. «Il vostro amico Lee Min Ho è finalmente uscito allo scoperto. A quanto pare la sua vera fidanzata è Suzy delle Miss A. I loro manager hanno rilasciato un comunicato stampa qualche giorno fa, i due si frequentano da circa un anno e hanno pensato di ufficializzare la loro relazione. Tzè… e faceva il cretino con voi… tipico comportamento da Idol…»
Isabel impallidì , la vista le si fece offuscata per le grosse lacrime che minacciavano di rigarle il volto. Katrina strappó la rivista dalle mani di Victor, sfogliandola nervosamente. ‘Bel cercò i suoi occhi, implorandola di dirle che era tutto falso, che Victor si era sbagliato e che quello era solo un brutto incubo, ma lo sguardo furente di Katrina le fece tremare la terra sotto i piedi. Le lacrime cominciarono a correre giù senza freni e un singhiozzo disperato la costrinse a coprirsi il viso con le mani.
«Ma cosa diavolo sta succedendo? Perché piangi ‘Bel?» Cercava di scoprire il viso della ragazza che, intanto, piangeva disperata.
«Mi dispiace… Mi dispiace, Victor… ma io, ma io…» I singhiozzi la interrompevano di continuo.
«Di cosa ti dispiace? Insomma, qualcuno vuole farmi capire che sta succedendo?» Si passò una mano tra i capelli, era d’un tratto teso.
«Io sono… Io sono… innamorata… di quell’idiota… di Lee Mi…» Non riuscì a terminare la frase Isabel, il dolore che provava in quel momento e la totale delusione sembrava le stessero squarciando il petto.
«Maledizione!» Victor mollò un calcio al muro, stringendo i pugni più che poté.. «Avevo capito ci fosse dell’interesse da parte tua, ma non credevo fossi innamorata di lui…» Sentirla piangere lo rendeva ancor più nervoso ed agitato. «Per favore, calmati, non piangere… anzi, spiegami questa reazione… Non ti ha certamente promesso amore eterno...?»
Isabel lo guardó dritto negli occhi. «Ha detto… ha detto di… amarmi…» Un altro lungo singhiozzo la sconquassò .
Katrina corse ad abbracciarla, porgendole un fazzoletto.
«Isabel, per favore, calmati.» Le accarezzò piano i capelli, cercando un metodo veloce per sotterrare quel bugiardo di Lee Min Ho.
«Non vuoi avere una spiegazione da parte sua? Non vuoi chiedergli perché ti abbia mentito così spudoratamente?»
Isabel parve in trance. Con il volto rigato dalle lacrime prese la rivista di gossip di Victor e guardó le foto dell’articolo. Quattro pagine dedicate al famoso attore coreano Lee Min Ho e alla bellissima cantante K-pop Suzy. Isabel li vide fotografati mentre entravano in un hotel, all’uscita di un club, mentre giocavano a golf, mentre parlavano naso contro naso. Non riusciva a credere ai suoi occhi. Le aveva mentito su tutto.
«Allora?» Katrina interruppe la sua scia di pensieri. «Vuoi chiamarlo? Vuoi andare da lui? Io lo vorrei tanto… solo per prenderlo a calci, sia chiaro!»
«Vorrei spaccargli la faccia anche io… maledetto buffone…» Esordì Victor, accarezzando la schiena di Isabel.
«Nessuno di noi farà niente.» Isabel tiró su col naso, asciugandosi gli occhi. «Torniamo a casa, Kat.»
«A casa?» Urló spiazzata Katrina.
«A casa, a Madrid. Questo sogno si é appena trasformato in un incubo. É giunta l’ora che io mi svegli.»
Victor si avvicinò a Isabel, anche lui sconvolto dalle parole della ragazza.
«E io? Non ti importa proprio nulla di me?»
Isabel si vergognò del comportamento che aveva avuto con lui e lo guardò negli occhi, cercando di parlargli in tutta sincerità .
«Mi dispiace, Vic… Sono stata molto ingiusta con te. Ho cercato di innamorarmi di te, ma tu sai che le cose non vanno così, non ci si innamora a comando delle persone. Io ti voglio bene, ma oltre questo non posso darti di più …»
Victor abbassò lo sguardo, si sentiva ferito, ma Isabel aveva ragione, l’amore è irrazionale.
«Ora, se non ti dispiace, vorrei restare da sola e organizzarmi con Katrina per rientrare in Spagna.» Gli si avvicinò quasi in punta di piedi, lasciandogli un casto bacio sulla guancia. «È stato bello conoscerti.»
Stava finendo tutto così . Senza proferire parola, Victor lasciò la camera delle ragazze, richiudendo la porta alle sue spalle.
Isabel si accasció sul pavimento e riprese a piangere.
«Per l’amor di Dio, Isabel!» Sbottò Katrina. «Smettila di piangere! Prendi quel dannato telefono e chiama Min Ho.»
Presa da un improvviso moto di stizza, Isabel scattò in piedi.
«NO! Le hai viste quelle foto. Cosa c’è da equivocare? Come puoi smentire i loro manager? E cosa accidenti dovrei dirgli? Scusami brutto stronzo, volevo solo sapere se hai giocato con me in tutto questo periodo? Ho smesso di farmi prendere in giro da lui. Non voglio sentire la sua voce che racconta chissa quali balle, e un attore, ricordi? Recitare gli viene quasi spontaneo. Voglio solo tornarmene a casa e dimenticarmi di tutto questo…» Si affrettò a recuperare le valige sistemate sotto il letto e prese a riempirle.
«Sei ferita, delusa, arrabbiata, amareggiata, umiliata, lo capisco. Ma non puoi fuggire e far finta che non sia mai accaduto niente tra di voi. Ammettendo sia vero che abbia giocato con te, devi essere forte e accettare che lui ti dica la verità. Se scappi in Spagna senza neanche parlargli i sensi di colpa ti divoreranno.»
La cara e sempre saggia Katrina aveva ragione, come suo solito, e Isabel rifletté sulle sue parole.
«Mi verrà da piangere non appena lo vedrò … mi conosco…» Mormorò , mordendosi il labbro inferiore.
«Non importa. Mostrare la tua vulnerabilita ti renderà ancor più forte.»
Isabel raggiunse l’amica rifugiandosi nell’abbraccio che le stava offrendo e la strinse fortissimo.
«Tu sarai al mio fianco, vero?» le chiese.
«Io sarò nei paraggi. È una cosa vostra, troppo personale per restarti così vicina. Ma sarai sotto il mio radar di controllo e se vedrò che per te è troppo verrò a portarti via.» Le schioccò un bacio sulla guancia e l’abbracciò ancora.
«Grazie, Eonnie… Sei sempre la mia spalla.»
«A che servirebbero altrimenti gli amici?!» Le strizzò l’occhio e riprese. «Ora scrivi un sms a Lee Min Ho e se non ha impegni lo raggiungiamo a Seuol.»
Isabel trasalì e afferrò, con le mani incerte, lo smartphone.

Ciao, ho bisogno di parlarti.
È molto importante. Sei impegnato nel pomeriggio?
Posso raggiungerti a Seoul.
Dimmi solo dove e quando.
‘Bel


Fissò l’sms per alcuni minuti, poi chiuse gli occhi, inspirò e schiacciò il tasto di invio.
Un quarto d’ora più tardi sopraggiunse la risposta:

Che succede? Stai bene?
Io sono alle prese con uno spot pubblicitario, ma ho mezz’ora libera. Passo a prenderti in stazione con il mio SUV, possiamo parlare lì, se ti va. Purtroppo un’uscita pubblica sarebbe troppo complicata da gestire.
Fammi sapere con quale treno arrivi e l’ora.
Ti aspetterò fuori.
Baci.
M.


A Isabel vennero gli occhi lucidi, ma ricacciò il magone che spingeva di venir fuori respirando con estrema calma.
«Lo vedi? Continua a prendersi gioco di me.» Sottolineò, rileggendo ancora e ancora l’sms.
«Non saltare a conclusioni affrettate, prima parla con lui.»
Tre quarti d’ora dopo erano salite sul primo treno diretto a Seoul, mano nella mano e con i cuori gonfi di aspettative, speranze, ma anche disillusioni.
Avevano mandato un sms a Victor per avvertirlo della decisione presa e lui sembrò d’accordo; occorreva un chiarimento prima di sparire dall’altra parte del mondo.
Quando giunsero alla stazione, alle 17.55, a Isabel vennero le gambe molli.
«Non ce la faccio, Eonnie. Con quale faccia mi presento da lui dopo aver letto l’articolo?»
Katrina prese a spingerla verso l’uscita.
«Smettila di piagnucolare. Hai bisogno di conoscere la verità e solo lui puó dirti come stanno realmente le cose.»
Quasi controvoglia Isabel lasciò la stazione ferroviaria e, col cuore in gola, si mise a cercare il Suv nero di Lee Min Ho. Lo vide e qualche istante dopo il Suv prese ad usare gli abbaglianti.
Era lui.
Katrina strinse le mani dell’amica e la incoraggio .
«Fa’ un bel respiro profondo. Stai tranquilla, qualunque cosa accadrà puoi sempre contare su di me.»
Isabel aveva lo stomaco contrito dall’ansia. Stava per rivedere quello che credeva essere il “suo” Lee Min Ho, ma che aveva appena scoperto essere di qualcun’altra.
Quando fu vicina all’auto, vide lo sportello posteriore spalancarsi e una mano farle cenno di salire.
Deglutì cercando il massimo auto controllo e salì .
Appoggiato al finestrino, con un cappotto nero con il collo alto, due occhi sorridenti e un sorriso smagliante, c’era lui: la più grande delusione della sua vita.
«Ciao» Bisbigliò Isabel, cercando di non incontrare lo sguardo del coreano.
«Ciao» Rispose lui, dischiudendo le labbra e un attimo dopo ricoprì la poca distanza che c’era tra loro, baciando con passione Isabel.
Sconvolta e spiazzata da quel bacio, cercò di divincolarsi da lui e lo guardò negli occhi con aria triste.
«Wae?» Chiese lui.
«Perché dovrei chiederlo io, non credi?»
Lui le sorrise di rimando, accarezzandole una guancia.
«Bogoshipoyo. È stato così bello stare insieme ieri sera…»
Le lacrime cominciavano a pizzicare i grandi occhi color caffé di Isabel. Non riusciva a giustificare il comportamento di Lee Min Ho e decise di mettere subito in chiaro le cose. Estrasse la rivista dalla borsa, cercò l’articolo e lo sventolò sotto il naso di Min Ho.
«Deve essere divertente per te… prenderti gioco in questo modo dei miei sentimenti…»
Il coreano impallidì e passo frettolosamente una mano sui capelli, scoprendo la fronte.
«Chamggan»(*)
«Keunyang!(*’) Adesso smettila di mentirmi, Min Ho-sshì … sono dichiarazioni dei vostri manager… tu… tu mi hai preso solo in giro…» Si morse le labbra per impedirsi di cedere alle lacrime.
«Avresti dovuto dirmelo dall’inizio, essere onesto… lo avrei apprezzato di più… ma la colpa è solo mia, sapevo di non dovermi fare stupide illusioni, invece… che cretina!» Isabel si schiaffeggiò piano la fronte, sorridendo ironica.
«Non è come pensi… cioè... insomma…» Min Ho cercò la mano di Isabel, ma lei la ritrasse.
«Non credevo arrivassi fino a questo punto, davvero… Pensavo fossi diverso… e continui a mentirmi…» Ingoiò il magone e respiró lentamente. Doveva scappare via da quella macchina, da lui, dalla Korea, da quel sentimento che la stava solo ferendo.
«Grazie per essere inciampato nella mia vita, Lee Min Ho. Sei stato davvero un sogno realizzato. Ora è tempo che mi svegli e di tornare alla mia vita…»
Si guardava le mani posate sul grembo, Isabel, mentre pronunciava le sue parole d’addio.
«Lei… lei era prima di te, ‘Bel…» Mormorò lui, accarezzandole una guancia.
Il contatto fece vacillare l’ostentata sicurezza di Isabel e le lacrime represse comparvero sul viso.
Lo guardò negli occhi e gli sorrise. «Lei è bellissima. L’adoro. E poi insieme siete splendidi… una coppia meravigliosa. Spero possiate essere tanto felici e… » le lacrime copiose la costrinsero a fermarsi.
«Kumawo, Oppa…» osò dire e gli posò un bacio sulle labbra, quelle labbra che non avrebbe mai più sfiorato. Cercò di imprimere sulla pelle, nel cuore e nella mente, la sensazione di calore e sicurezza che riusciva a trasmettergli quel ragazzo e si staccó da lui lentamente, senza sollevare lo sguardo. Lee Min Ho le asciugò le lacrime e con entrambi i pollici e cercò di parlare, ma Isabel lo zittì con un dito sulla bocca. Smise di piangere, sistemò i capelli e gli rivolse un ultimo sorriso.
«Annyeongh, Lee Min Ho.» Un inchino veloce e scese dall’auto senza mai voltarsi indietro, mentre le lacrime scendevano senza alcun freno.
Sentì il rumore dello sportello aprirsi e chiudersi e la sua voce che invocava il suo nome.
Ti prego, lasciami andare. Pensò Isabel, camminando in fretta, ma ben presto sentì la sua presa stretta sul suo braccio.
«Kaji ma. (*’’)» la implorò.
Lei non si mosse, così fu Min Ho a fronteggiarla e solo allora vide lo stato in cui era la ragazza. La strinse al petto più forte che poté .
«Mianè… Cheongmal mianhaeyo…»
Isabel non poteva sopportare altro. Si divincolò dall’abbraccio e corse il più lontano possibile da lui.
Era finito, era tutto finito.
Doveva scappare via dal quell’incubo e provare a dimenticare Lee Min Ho.
Dimenticare Lee Min Ho, il suo principe coreano… come avrebbe mai potuto farlo?
Mentre correva vide Katrina andare verso di lei, così, non appena l’amica le fu di fronte, le afferrò una mano spingendola all’interno della stazione.
«Aspetta un momento!» Katrina si fermò, arrestando la convulsa corsa di Isabel. «Sei in uno stato pietoso! Cosa diamine e successo in quella dannata auto?» Porse un fazzoletto all’amica che si asciugò frettolosamente il naso.
«Mi ha detto che lei… che lei c’era prima di me… è tutto finito, Eonnie. Gli ho detto addio. Andiamo via, ti prego…» Si guardò intorno con aria sospetta; non sapeva se sperare di vederlo nascosto in un angolo o se teletrasportarsi all’istante su di un’altra galassia.
«Sei proprio sicura di voler tornare a casa… a Madrid?» Insisté Katrina, non sapendo bene cosa fare.
Isabel parve pensarci, ma il suo fermo arrivó poco dopo.
«Se resto qui sarà più difficile dimenticarlo. Ci saranno posti, luoghi e profumi che mi ricorderanno di lui, per non parlare della tv, dei giornali, delle notizie in rete… sarebbe troppo per me dover affrontare tutto quello…»
Era quello che Isabel desiderava in quel momento, glielo si leggeva chiaramente in viso.
«Bene, se è questo ciò che vuoi, d’accordo, ma devi sapere una cosa…»
Gli occhi rossi e gonfi di Isabel la fissarono.
«Victor…» Cominció Katrina. «Victor ha deciso di venire con noi in Spagna. Ha fatto il biglietto con me…»
Isabel sembrò sconvolta e sorpresa dalla notizia. «Ma come? Perché? Mi sono comportata così male con lui…»
Katrina le sorrise. «Sei la solita scema. Non vuole lasciarti andare. Ha capito quanto sei innamorata di Min Ho, ma vuole restarti accanto comunque…»
Gli occhi di Isabel si riempirono nuovamente di lacrime.
Come avrebbe voluto fosse stato Lee Min Ho a seguirla.
L’abbraccio di Katrina la distolse da quel pensiero triste.
«Andiamo. Victor è in aeroporto che ci aspetta. A quel poverino è toccato portar via anche le nostre valige. Mi ha chiesto se nella tua ci fossero pietre e cemento.» Risero tenendosi per mano, ma in quel mentre arrivó un sms sullo smartphone di ‘Bel.

Dove pensi di andare senza di me?

Era di Min Ho. Katrina strappó il cellulare dalle mani dell’amica, infilandoselo in tasca; poi prese il suo e rispose personalmente a quel messaggio.

Smettila di fare il cretino! Se ami Isabel corri subito all’aeroporto di Incheon; lei deve sapere se l’ami davvero, se tieni a lei, se sei disposto a lasciar andare quella Suzy per il bene del vostro amore… la tua carriera non si eclisserà, il tuo talento di attore resta.
Fa’ presto, Victor sta seguendo Isabel a Madrid per non lasciarla andare.
Kat.


Non era sicura di quel che faceva, ma premette il tasto invio sperando che il coreano avesse la reazione che supponeva avrebbe avuto.
Gli aveva scritto deliberatamente di Victor e, se aveva imparato a conoscerlo almeno un po’, sapeva che non avrebbe potuto lasciar andare la sua amica in quel modo.
Circa un’ora e mezza dopo, mentre le ragazze e Victor aspettavano l’apertura del check-in, Katrina vide qualcuno aggirarsi circospetto tra i viaggiatori. Aveva un cappello nero calcato sulla fronte, grandi occhiali scuri e una grossa sciarpa beige coprirgli il volto fino al naso.
Non poteva essere che lui, ma per sincerarsene gli scrisse un sms e, fingendo di sgranchirsi le braccia fece un gesto con la mano. Un istante dopo le arrivò un sms:

Falla venire vicino alla toilette.

Katrina storse il naso. Voleva parlare con la sua amica vicino alle toilette? Ma che gli diceva il cervello?
Lui sembrò leggerle nel pensiero e un istante dopo le scrisse:

C’è meno gente.

Katrina riflettè. In effetti l’aeroporto era gremito di gente come sempre, lui si era catapultato lì senza sicurezza, ne manager, i fans l’avrebbero assalito e, probabilmente, se avessero inteso della relazione tra lui e Isabel, qualche fan scatenata avrebbe potuto avere reazioni eccessive come quelle lette sui social.
Assentì con la testa in direzione del coreano che si allontanó subito.
«’Bel devo andare in bagno, vieni con me?»
«Certo, Eonnie.» Sorrise a Katrina, avvisando Victor.
Arrivate vicino alle toilette, quando Katrina riconobbe Lee Min Ho finse di aver dimenticato la borsa, volutamente lasciata sulla sedia, e chiese all’amica di aspettarla lì .
Quando Isabel fu sola il coreano le andò incontro, le afferrò la mano e la portò nella stanza degli oggetti smarriti.
«Cosa cavolo ci fai tu qui?» Urlò Isabel, divincolandosi.
«Cosa cavolo ci fai TU qui?» Esclamò lui di rimando, passandosi nervosamente una mano tra i capelli.
«Io me ne torno a casa! Voglio dimenticarmi di te, di Seoul, della Korea. Voglio dimenticare tutto e far finta che mai niente sia accaduto!» Isabel lo guardò dritto negli occhi, il cuore pronto ad esploderle dal petto. Fece qualche passo e cercò la porta per andar via, ma lui la raggiunse e con veemenza la spinse contro il muro appoggiandosi di peso con il suo corpo muscoloso.
«Kaji ma…» Mormorò.
I loro respiri si confusero e Isabel tremò e posò le mani sul torace di Min Ho, cercando di respingerlo.
«Lasciami andare, per favore… Ho detto che voglio dimenticar…» Non terminò la frase, il coreano si impossessò prepotentemente della sua bocca, si liberò dalle mani di lei e intrecciò le dita in quelle della ragazza, allargandole le braccia e spingendole contro la parete.
Imprigionata da quel bacio travolgente, Isabel si lasciò andare rispondendo al bacio, lasciando che la lingua di lui la esplorasse e che il loro cuori impazzissero all’unisono.
«Tu sei mia…» Bisbigliò lui, contro la sua bocca, con il respiro che le solleticava il naso. «Non importa dove tu vada, tu sei mia e io verró a prenderti!»


Note:
  • Chamggan: Aspetta
  • Keunyang: basta
  • Kaji ma: non andare
   
 
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