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Autore: yachan    08/04/2017    1 recensioni
In un mondo dove le persone sono capaci di dominare gli elementi della natura, si creano continui conflitti tra persone di diverso elemento. In un clima teso, dove le persone diffidano uno dell'altro e dove l'elemento che predomina su tutti è il fuoco, un gruppo di ragazzi si ribellerà a questo destino. Questo è il Team Luce.
Genere: Azione, Guerra, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ash, Brock, Gary, Misty, Un po' tutti | Coppie: Ash/Misty
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Anime
Capitoli:
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SINOPSI: Misty era la leader del famoso Team Luce che portava speranza alle persone. Eppure tra il suo recente rischio di perdere il dominio e l'ultima battaglia con il Team Magma, la portano a mettere in discussione il suo ruolo. E seduta in un ospedale a osservare i suoi compagni feriti, i rimorsi e l'angoscia le fanno prendere una decisione drastica che cambierà il destino del Team Luce.

 

BLUE BIRD ILLUSION

Cap. 37

La decisione di Misty, non l'accetto!”

 

C’erano delle cose che si chiedeva da un sacco di tempo… com’è che il leader del famoso Team Luce del passato era riuscito a mantenere unito il suo gruppo? Com’era riuscito a proteggere tutti e portare avanti la sua battaglia, senza farsi venire dei ripensamenti?
Quel giorno di anni fa, quando George le aveva raccontato la loro leggenda, lei aveva creduto realmente che solo provandoci, avrebbero potuto rendere realtà quel sogno. Già si vedeva in prima fila con al suo seguito una truppa di dominatori, a combattere e fargliela pagare al Signore del fuoco.
Non aveva idea di quanti ostacoli e pericoli avrebbe dovuto affrontare prima.
E ignara di cosa le avrebbe atteso, o anche se lo sapeva già, si era afferrata a quel sogno e lo aveva reso suo. Ogni giorno che un ostacolo le impediva di proseguire, il suo sogno la rendeva più ostinata. E in breve, il sogno divenne un ossessione per lei, una missione di vita.
Ma era davvero questo il suo sogno? Prima che la guerra arrivasse, prima che apprendesse sulla propria pelle il dolore… qual’era il suo sogno da bambina?
Non se lo ricordava più. Lo aveva probabilmente cancellato o nascosto in qualche parte profonda dei suoi ricordi. Perché quando aveva deciso di dedicare la sua vita a quell’obiettivo, aveva sacrificato la sua felicità, i suoi sogni di fanciulla.
Strinse più forte a sé il mantello. La tempesta di neve era come se la ricordava, così come il cielo nuvoloso e bianco.
Non aveva freddo, no, lei era una dominatrice dell’acqua. Il suo tremore era dovuto ad altro.
Alle sue spalle aveva lasciato le persone più importanti della sua vita, senza salutarli come dovuto o dare spiegazioni per il suo gesto. Era la seconda volta che lo faceva. La prima volta era quando aveva abbandonato la sua città.
Ed era ingiusto, lo sapeva. Ma sapeva anche, che se avesse rimandato ancora quella decisione, non avrebbe più avuto la forza di allontanarsi da loro.
Però era per il loro bene. Ci aveva pensato a lungo e gli ultimi fatti le avevano dato la spinta per attuare.
Doveva allontanarsi, doveva lasciarli andare… Il suo desiderio di confrontarsi con il Signore del fuoco, non doveva diventare per forza il loro unico obiettivo. Loro si erano uniti al suo team anche se avevano altri obiettivi e aspirazioni. Sarebbe stato ingiusto pretendere la loro dedizione solo per il suo egoismo. E doveva per forza andarci a sbattere con questa verità prima di accorgersene… che lei era ormai la causa della loro sofferenza.
Era triste, ma era ciò che andava fatto. Ora forse comprendeva ciò che aveva passato Ash quando aveva deciso di allontanarsi dal Team Luce.
Misty si fermò in un punto imprecisato di quella distesa bianca terra, ma sapeva già di essere arrivata a destinazione.
La missione di combattere il Signore del fuoco era solo sua e l’avrebbe portata a compimento da sola. Com’era giusto che fosse fin dall’inizio.

 

≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈

 

“Se n’è andata… andata”- si ripeté nella testa di Ash, mentre gli altri cercavano di capirci qualcosa di più. L’infermiera preferì lasciarli discutere tra di loro e se ne andò.

  • Che intendi dire Brock?- chiese May incredule- Misty non può essersene andata così! Senza dirci niente, per di più!

  • È così invece…- disse Brock, confuso quanto loro. Poi si decise a leggere la lettera.

Ragazzi, quando leggerete questa lettera io sarò lontana. Ho preferito farvelo sapere così, perché non avevo il coraggio di farlo di persona. Sì, temo di essere una codarda.
Mi scuso di essermi comportata così con voi, ma era la cosa giusta da fare.
In questo tempo che vi ho visti ricoverati in ospedale, ho avuto modo di rifletterci. No anzi, ci avevo pensato già da prima, da quando il mio dominio cominciava a darmi problemi.
Vi ho mentito quando vi ho detto che stavo bene, la verità è che stavo perdendo il mio dominio. La tecnica del ghiaccio aveva influito più di quanto credessi sul mio dominio. Ivy l’aveva capito subito e mi aveva avvertito del pericolo. Brock ha cercato di farmi ragionare. Ma io non li ho voluti ascoltare. Ho trascinato voi senza dirvi niente e mettendovi in pericolo.
Troppo tardi mi sono resa conto del mio sbaglio. Non sono la persona adatta per mandare avanti questo team, non sono la leader che meritereste di avere. La mia testardaggine mi ha portato a ferire Melody, ad attaccare Anabel e dire cattiverie a Ash, a deludere tutti voi. Sono errori di cui non mi potrò perdonare mai.
E se sarei rimasta ancora con voi, avrei finito per farne di più.
Quando io e George abbiamo creato il Team Luce, non credevo che mi sarei affezionata a qualcuno. Ero solo una ragazzina capace solo di odiare e alla ricerca di vendetta.
Ma poi ho conosciuto voi e mi avete cambiato. Siete diventati ciò per cui lottavo, il vero motivo per cui volevo raggiungere il Signore del Fuoco.
È per questo… per quello che siete stati per me in tutto questo tempo, che ho preso la decisione di andarmene. Il Team Luce non ha bisogno di una leader come me. E voi avete bisogno di una persona che possa guidarvi, senza mettervi in pericolo.
Anabel ha dato dimostrazione di sapersela cavare meglio di me come leader, e se lei prendesse le redini del gruppo io mi sentirei più tranquilla.
Con questo non voglio dire che abbandonerò i nostri ideali. Io continuerò a lottare per conto mio da lontano, com’era giusto che fosse fin dall’inizio. Le promesse che vi ho fatto, le manterrò.
Ma io vi ho obbligato ad avere i miei stessi obiettivi con la scusa del team e io ho la responsabilità di lasciarvi andare. Ciò che deciderete di fare da adesso in poi, spetta solo a voi la scelta.
E anche se le nostre strade si dividono ora, voglio augurarvi ogni bene possibile.
Misty”

  • Che storia è questa!- May sbatté un pugno sul muro con rabbia- Ogni bene possibile? Ma con chi crede di parlare!

  • May, calmati- disse Dawn agitata- Non ti sei ancora recuperata.

  • Ma come pensi che possa calmarmi!- esclamò contro di lei- Non hai sentito cosa ha detto Misty? Ci ha lasciati, ha abbandonato i suoi compagni!- Dawn chinò la testa triste.

  • Ti sbagli, lei non vi ha abbandonato- intervenne Anabel- Ha preso solo la decisione più giusta.

  • Con che diritto! Non siamo dei burattini! Prima di farlo avrebbe dovuto parlarcene.

  • Brock… Misty aveva perso il suo dominio?- chiese Ash d’improvviso rivolgendosi al castano. L'altro annuì con espressione colpevole- Tu lo sapevi?

  • Lo sospettavo e ne avevo parlato con la professoressa Ivy. È per questo che avevo insistito ad andare a Cristal City. Speravo che almeno lei l'avrebbe fatta ragionare.

Ash abbassò lo sguardo. Perché non si era accorto di niente?

  • Perché non ci hai detto niente?- chiese Dawn.

  • Misty non voleva che vi preoccupaste. E non voleva neanche ammettere di aver un problema.

  • Non la capisco, poteva dircelo che il suo dominio faceva cilecca- disse May incredule- L’avremmo aiutata noi.

  • Non era così facile. Misty è molto orgogliosa del suo dominio- spiegò Brock- Perderlo, voleva dire per lei essere inutile- sospirò- Ora mi rendo conto, che avrei dovuto fare qualcosa di più. Conoscendo Misty, avrei dovuto capirlo che per lei era molto importante.

  • Dobbiamo andare da lei- disse Dawn, guardando il gruppetto- Dobbiamo impedirle di abbandonare il gruppo. Però nessuno di loro si mosse.

  • E per quale motivo?- fece May risentita- Non hai sentito? Lei non ha bisogno di noi, vuole fare tutto da sola!

  • Però…- Dawn guardò Brock in cerca di un suo appoggio. Di solito era lui il primo a calmare gli animi, però il castano sembrò assorto nei suoi pensieri- Brock, dì qualcosa!- lo supplicò.

  • … credo che la cosa migliore sia rimanere qui e recuperare le forze- sentenziò serio- Misty ha fatto la sua scelta e ci ha lasciati liberi di poter decidere cosa fare da adesso in poi. E io non mi muoverò da qui finché Melody non si sarà ripresa- concluse e lasciò la stanza.

  • Ma cos’ha Brock?- chiese Dawn perplessa- Stiamo parlando di Misty, non è preoccupato per lei? Non avevamo una missione da compiere?

  • Perché te ne sorprendi?- disse May passandole vicino con espressione arrabbiata- Non ricordi che George ha fatto la stessa cosa con loro? Come credi che si senta Brock ora?

  • Anche Ash se n’era andato, ma poi è tornato- insistette Dawn, guardando il moro. Lui non aprì bocca.

  • È diverso!- esclamò May stringendo le braccia sui fianchi- Misty era la nostra leader ed è sempre stata lei a incoraggiarci ad andare avanti. E ora, è la prima che si tira indietro. Non la posso perdonare!- e se ne andò via sbattendo la porta.

  • Ma May…- disse Dawn esasperata- Perché si comportano così?- poi si voltò verso il moro- Ash tu… tu non credi che Misty ci abbia abbandonato per davvero, giusto? Lei non lo farebbe ai suoi amici…- ma il ragazzo non rispose e continuò a fissare le lenzuola del letto- Ma che vi prende, è bastato che Misty se ne andasse per cambiarvi!- gridò in lacrime e scappò via.

Il silenzio tornò nella stanza. Anabel che nel frattempo si era tenuta in disparte nelle loro discussioni, volse lo sguardo al moro.

  • Non dici niente?- chiese infine nell'improvviso silenzio della stanza.

  • … non credo di essere la persona adatta per dire qualcosa- rispose lui con voce mogia.

  • Perché non andavate d’accordo? O perché la pensi come gli altri?

  • Io…- strinse le mani nelle lenzuola. Ora comprendeva il perché, ora gli era chiaro cos'era accaduto e lo strano comportamento di Misty- Io sono il vero responsabile. Se Misty ha perso il dominio, se ha deciso di andarsene… è per colpa della mia presenza.

.

No! Ci ho provato, ma non riesco! Non riesco a dimenticare!
.

Misty aveva perso il suo dominio, perché non aveva accettato il suo perdono. Perché quella tecnica del ghiaccio aveva realmente cambiato i sentimenti della ragazza, non esteriormente ma molto in profondità. Ed era lui il responsabile, perché aveva tradito la sua fiducia. Ma perché non l’aveva capito subito cose le stesse accadendo? Perché non si era accorto della sofferenza che traspariva nelle parole di odio quando avevano discusso?

  • Ash…- Anabel lo guardò preoccupata e pensando a come consolarlo. Lui però si sdraiò e si voltò per non guardarla.

  • Scusami, vorrei riposare.

  • Va bene- non insistette e uscì dalla stanza. Sapeva che il ragazzo aveva bisogno di rifletterci su, così come gli altri ragazzi.

 

≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈

 

  • Ehilà… come va?- chiese il castano alla ragazza sdraiata su un letto.

La ragazza dai capelli castano scuro scosse un po’ la testa stancamente.

  • Come mi vedo?

  • Eh?

  • Intendo il viso, il mio aspetto…

  • Eh, suppongo… bene?- fece lui perplesso. Non si trovava certo nella sua migliore forma, ma era normale dopo la battaglia. Però non era il caso farglielo notare.

  • Sono sollevata… non avrei saputo come fare, se il mio aspetto fosse stato sfigurato. Ash non mi avrebbe più voluta.

Ritchie sospirò. Possibile che quella ragazza non pensasse che a quello? Si lasciò cadere sulla sedia lì affianco e la guardò. Si era svegliata da poco, sicuramente non si era ripresa del tutto, però gli urgeva premura farle delle domande.

  • Ascolta Giselle, ricordi chi ti ha sconfitta?

Lei lo guardò quasi sorpresa e stette in silenzio come riflettendo.

  • Quel dominatore della roccia- rispose, voltando lo sguardo altrove.

  • Sicura?- fece scettico- Ho visto che ti sei procurata delle ustioni…

  • Colpa mia, non sono stata attenta.

  • Mh…- la guardò, ma lei cercava di evitare di incrociare il suo sguardo- D’accordo- si alzò dalla sedia- Ma per un attimo mi è parso di vedere il disperato tentativo di una ragazza nel coprire il suo aguzzino. Però questo non è possibile, giusto? Perché tu me lo diresti… - si corresse- Be', lo diresti ad Ash, ma fa lo stesso. E in quel caso, mi occuperei personalmente di questa persona.

La ragazza lo afferrò per il polso, prima che lui se ne andasse.

  • Non lo fare- disse lei con gli occhi spalancati e spaventati- Non metterti contro di loro.

  • Giselle?

  • Non puoi fare niente, non possiamo fare niente. Le cose vanno così, non ci si può opporre.

  • Che dici!- esclamò voltandosi sbigottito- Allora è stato davvero Paul ad attaccarti!

Giselle distolse lo sguardo nuovamente, restando comunque afferrata a lui.

  • Giselle, non mi sembra il caso di proteggerlo. Per cosa, poi? Non fa parte neanche ufficialmente del nostro gruppo. Devo parlarne con Gary, non può rimanere con noi Paul.

  • No!- lo strinse forte- Possibile che tu non lo capisca? Non puoi fare nulla. Gary acquisirà sempre più potere e se non faremo come vuole lui… be’, Paul è solo una minima parte della sua vendetta.

  • Che assurdità- fece Ritchie staccandosi da Giselle- Facciamo parte dello stesso team, a cosa gli converrebbe farci fuori subito?

Giselle chiuse gli occhi e si voltò dall’altra parte. Il castano la guardò preoccupato. Perché Giselle aveva così paura delle ritorsioni di Gary e Paul?

 

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May tirò un pugno al mobiletto di metallo. L’acqua che uscì automaticamente dal rubinetto, cominciò schizzare un po’ dappertutto. Subito dopo si pentì del suo gesto, ricordandosi che era convalescente. Si prese il braccio dolente e si costrinse a non urlare dal dolore.
Perché stava reagendo così? L’aveva così sconvolta la decisione di Misty?
No, c’era qualcos’altro. Non capiva cosa.
Lei e Misty non avevano avuto un rapporto così amichevole all’inizio. E non era certo perché una delle due fosse una dominatrice del fuoco. No, avevano solo caratteri… diciamo esuberanti.
Ricordava che il loro incontro era stato difficile. Si erano trovate a combattere non per un motivo specifico, ma solo perché era l’unico modo per interagire.
I giorni passati a vagare nei boschi, avevano reso May più selvaggia e testarda, per questo le parole erano superflue per lei. Ma combattere, sì, sentiva il sangue scorrere nelle sue vene e la forte adrenalina.
La stessa che vedeva in Misty, quando affrontava un nemico.
May aveva sempre da ridire nel modo di comandare di Misty. Non era fatta per eseguire degli ordini, ma era incuriosita dalla dominatrice dell’acqua. Il modo di combattere di Misty l’aveva affascinata, il suo coraggio e come si metteva in prima fila per lottare.
Non ricordava più quante volte erano venute alle mani, però tutte le volte terminava con delle scuse e un sorriso. Misty non sembrava serbarle rancore, in nessun caso. Qualsiasi altra persona, non avrebbe avuto la stessa pazienza con May. Ma era forse perché erano così irrequiete, che Misty riusciva a comprenderla meglio.
La Misty che aveva combattuto contro il Presidente a Cerulean City, dopo che si erano conosciute. La ragazza che per poco non moriva sotto gli attacchi di quella persona. La dominatrice che dimostrava più con i fatti che con le parole, la sua determinazione a sconfiggere il Signore del fuoco.
E ora, la stessa persona li aveva abbandonati. Come se scrivere due righe, potesse in qualche modo giustificare la sua fuga.
Si sentiva frustata, arrabbiata, delusa!
Arrabbiata perché quando il suo dominio aveva avuto problemi, Misty non si era confidata.
Delusa perché invece di affrontarli, aveva preferito evitarli.
Frustata perché non capiva cosa sarebbe stata della sua vita da lì in avanti, senza Misty.
Era solo una dominatrice della terra, che pretendeva di fare da sola? Avrebbe ripreso a frequentare i boschi e vivere come una selvaggia?
Non sarebbe stata la stessa cosa. Non ora, non dopo le esperienze vissute con i suoi compagni.
Sospirò e decise di ritornare nella sua stanza. Chiamò l’ascensore e quello di sinistra si aprì prima. Entrò e si chiusero le porte. Nello stesso istante l’ascensore di destra si aprì e uscì un ragazzo dai capelli verdi.
Lui proseguì, finché non si fermò davanti ad un abbeveratoio e guardò perplesso l’ammaccatura su un fianco. Chi era l’incivile che si divertiva a fare questi scherzi in un ospedale?

 

≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈

 

Dawn camminò con la testa china e le lacrime agli occhi. Non poteva credere che stesse accadendo per davvero. I suoi amici… il loro gruppo si stava dividendo.
E Misty che se n’era andata.
Non poteva crederci, non voleva. Pensava che il loro team sarebbe rimasto unito per sempre. Loro… loro erano il famoso Team Luce. C’era un sacco di persone che credevano in loro.
Come avrebbero potuto sconfiggere il Signore del fuoco, divisi?
Nel camminare assorta, non si accorse di una persona e la travolse.

  • Ahi!- esclamò una vocina.

  • Uhh…- Dawn si svegliò dai suoi pensieri e vide un bambino per terra- Oh, scusa!- lo aiutò ad alzarsi- Perdonami, avevo la testa tra le nuvole e non ti ho visto.

  • Me ne sono accorto- fece il bambino, sistemandosi i suoi grandi occhiali. Poi notò che la ragazza stava piangendo- Che hai?

  • Eh? Oh…- si asciugò le lacrime- Niente, niente.

  • Sono un bambino, ma certe cose le capisco anch’io- fece lui offeso- Soffri per qualcuno?

  • … più o meno.

  • Ne vuoi parlare? Forse posso aiutarti.

Dawn abbozzo un sorriso incerto. Come poteva un bambino aiutarla? Però il bambino sembrava fiducioso nelle sue parole, e lei non se la sentiva di essere scortese. Lui indicò un posto dove sedersi.

  • Ma sei solo?- chiese lei, accettando almeno di sedersi.

  • Il mio mentore è in giro e l’infermiera mi ha appena medicato.

  • Ti sei ferito?- chiese preoccupata. Per un momento temette che anche il bambino facesse parte del gruppo di viandanti, anche se non ricordava di averlo visto.

  • Niente di grave, non sono stato abbastanza prudente e mi sono ferito con una pianta velenosa. Per mia fortuna il mio mentore è un eccezionale dominatore della foglia- sorrise orgoglioso.

  • Oh.

  • Allora, si tratta di affari di cuore?- chiese il bambino cambiando discorso e muovendo le gambe- O qualcuno ti ha ferita?

  • Ecco…- lei abbassò lo sguardo e congiunse le mani incerta- I miei amici…

  • Litigato?- anticipò lui. La ragazza annuì a malincuore.

  • Abbiamo avuto dei contrasti in passato… ma questo è diverso. Ho paura che sia finita- raccontò. Non sapeva neanche perché ne stava parlando a un bambino appena incontrato, ma in quel momento forse aveva veramente bisogno di parlarne con qualcuno.

  • Avete almeno provato a chiarirvi?

  • È inutile- scosse la testa rassegnata- Non vogliono ascoltare. E in parte forse gli do ragione. Una nostra amica ha preso una decisione sbagliata, compromettendo ciò in cui credevamo.

  • Quindi siete arrabbiati con lei?

  • Sì… cioè no. Io non so neanche come devo sentirmi…- si toccò i lunghi capelli blu- Se n’è andata prima che potessi parlarle e provare a risolvere il problema insieme.

  • E a te va bene così? Intendo, lasciarla andare senza chiarire.

  • Cosa potrei fare altrimenti? Nessuno dei miei amici vuole farlo.

  • Quindi sei arrabbiata e ferita…

  • Credo di sì- ammise.

  • … e vorresti che quella persona tornasse indietro e ti desse delle risposte convincenti- Dawn annuì. Il bambino si sistemò gli occhiali- Perciò rimarrai lì a rimuginare, senza almeno tentare di comprendere? Se è tua amica, per lo meno dovresti tentare di…

La ragazza dai capelli blu lo fissò, come ricordandosi di un fatto. Quando George se n’era andato dal loro gruppo, Misty non aveva fatto esattamente la stessa cosa? Non aveva disperatamente cercato di raggiungerlo e riportarlo indietro? E lo stesso non aveva fatto con Ash? Non si era spinta fino in fondo per loro, incurante dei pericoli?

  • … raggiungerla- terminò la ragazza. E si alzò in piedi sorpresa. Perché per Misty era ovvia la risposta e per loro no?

Non era la stessa cosa che stava facendo con sua madre? Il giorno che i dominatori del fuoco erano entrati in casa e si erano portati via sua madre, si era salvata solo perché Kenny era venuto per portarla via. Da quel giorno non aveva desiderato fare esattamente la stessa cosa cercando sua madre? E con l’arrivo di Misty e gli altri, sapeva che era il momento di agire.

  • Già, raggiungerla- ripeté il bambino con un sorriso malinconico, ricordando forse qualcuno.

  • Sei saggio per essere solo un bambino- fece Dawn sorpresa e divertita.

  • Saggio, ma non forte- ammise scoraggiato.

  • Sì, ti capisco. Anche per me tutt’ora è difficile diventare forte. Però sai?- alzò lo sguardo e sorrise- Quando sto con i miei amici… mi sento davvero forte. Che sia questa la forza dell’amicizia?

  • Chissà- alzò le spalle l’altro.

  • Ma ora i miei amici vogliono dividersi, non posso permetterlo- lo guardò con convinzione- Grazie per la chiacchierata. Mi è stata utile.

  • Di niente- fece lui sistemandosi gli occhiali- Ti auguro buona fortuna.

  • Anche a te- e si allontanò.

Il bambino la seguì con lo sguardo mentre si allontanava.

  • Xam! Ehi Xam, non mi senti?

Il bambino si voltò e vide Drew chiamarlo.

  • Dove ti eri cacciato? Ti avevo detto di non andartene in giro.

  • Ho solo chiacchierato con una ragazza.

  • Eh? Be’, lasciamo stare. Ti hanno curato?

  • Sì- annuì.

  • Bene, allora andiamocene. Non abbiamo niente da fare qui.

 

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Fallito… fallito… era così strana quella parola per uno come lui.
Stette lì a rimuginare, seduto su di una sedia e fissando la cartina del mondo appesa alla parete.
Fallito… lui non aveva mai fallito nelle sue missioni. Lui era Gary.
Era in questo stato da forse mezz’ora, quando qualcuno doveva essere entrato nello studio e si era posizionato davanti a lui.

  • Dobbiamo parlare- fece lui diretto.

  • Levati. Non ho tempo da perdere per parlare della vostra inettitudine- digrignò lui.

  • Paul deve andarsene dal nostro gruppo- fece l’altro senza ascoltarlo.

  • Mh?- lui alzò appena lo sguardo sul ragazzo che gli parlava.

  • Paul è una minaccia. Non solo per la missione, ma anche per noi. Ha attaccato Giselle, senza nessun motivo apparente.

  • Ah sì?- fece lui un po’ divertito- Sei così sorpreso? È il suo modo di fare, quando qualcuno gli è di ostacolo nella battaglia, se ne disfa. Nemico o alleato che sia.

  • E tu lo hai fatto venire con noi, sapendo ciò?! Perché non ci hai avvertito! Per Giselle poteva risultare fatale.

  • E allora?- disse lui scocciato- Peggio per lei. Forse è la volta buona che si svegli, o che levi le tende da qui. Non abbiamo bisogno di perdenti.

  • Giselle avrebbe potuto morire!- si avvicinò al viso di Gary- Qui non si tratta della tua lotta personale con Ash- Gary fece una smorfia- Siamo un team e puntiamo allo stesso obiettivo. Se ci facciamo la lotta tra di noi, non riusciremo neanche a sopravvivere. Come leader del gruppo, come minimo dovresti pensare all’incolumità dei componenti! La tua rivalità con Ash ti sta facendo perdere la testa!- esclamò Ritchie e si sorprese di se stesso. Mai avrebbe pensato di arrivare ad alzare la voce con Gary. Ma la situazione lo richiedeva.

Gary lo fissò inespressivo per qualche secondo, poi con un scatto lo afferrò per il collo e lo sbatté contro il muro.

  • Ti ho per caso chiesto il tuo parere?- disse Gary stringendo forte il collo del ragazzo- So quel che faccio e nel mio piano non c’è posto per frignoni.

  • G-Gary…- Ritchie deglutì a fatica cercando di divincolarsi. Gli occhi di Gary… era spaventoso quando si arrabbiava.

  • Ash avrà anche vinto una battaglia, ma è solo l’inizio di quello che gli farò- lo lasciò andare. Ritchie scivolò a terra, massaggiandosi il collo e respirando a fatica- Paul avrà anche metodi che a voi non piace, però è spietato come lo voglio io, e vi dovrete adattare a lui o finirete come Ash. Non andiamo a fare una scampagnata, andiamo a uccidere. Mettitelo bene in testa.

Ritchie lo guardò mentre stava osservando la cartina. Gary era conosciuto tra i più forti del Team Magma, in poco tempo aveva scalato di potere e dai resoconti delle sue missioni si diceva che non sopravviveva nessuno. Probabilmente, per raggiungere il suo scopo, anche lui si sarebbe sbarazzato dei suoi compagni… compagni, si potevano definire tali?
Ash, lui aveva protetto quella dominatrice dell’acqua quando erano sulla nave. E lo stesso aveva fatto lei con gli altri suoi compagni. Erano un team, per davvero.
.

Sei stremato come me, chi credi che verrà a soccorrerti? Non certo i tuoi compagni. Voi non conoscete il significato dell’amicizia.

.

Ripensò alle parole della ragazza dall’ultima battaglia e per qualche secondo, provò un poco di invidia. Quella ragazza, lei sì che era un leader. E forse ora capiva perché Ash aveva scelto di seguirla.

  • Che fai ancora lì?- fece Gary guardandolo dall'alto- Va a vedere se Giselle può combattere e preparatevi.

  • Hai un altro piano?- chiese Ritchie alzandosi in piedi, cercando di ignorare il fatto che poco prima avesse tentato di soffocarlo.

  • Sì, ma a voi non deve interessare. Già che ci sei, fai preparare anche Paul.

Ritchie fece una smorfia di disgusto. Avrebbe volentieri lasciato lì quella minaccia, ma non poteva contraddire un ordine di Gary, ora che stava guadagnando sempre più potere. Di questo passo… chi avrebbe fermato Gary? Tempo prima avrebbe detto che solo Ash ce l’avrebbe fatta, però lui non c’era più e non sarebbe tornato.
Sconfitto da quella constatazione, si ritirò dallo studio.

Rimase solo Gary a fissare la cartina. I pensieri di lui erano concentrata in quella fatidica battaglia.
Era convinto di avere la vittoria in mano, ma aveva fatto un passo falso. Non aveva calcolato la particolarità di Ash. E inevitabilmente l’aveva sconfitto.
Gary strappò con forza dalla parete la cartina e la bruciò.
No, Gary non faceva passi falsi. Tutto faceva parte di un grande piano. Di cui quel dominatore del fuoco e la dominatrice d'acqua ne facevano parte.
Sorrise malignamente.
La prossima volta che li avrebbe incontrati, avrebbe teso loro una trappola indimenticabile.

 

≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈

 

  • Salve- fece Brock entrando dentro la stanza. La signora lo salutò con un sorriso stanco.

  • Voi giovani siete instancabili. Invece di riposare, non fate che preoccuparvi del prossimo.

  • Anche lei- disse Brock e si sedette su una sedia- Non fa che vegliare sulla sua discepola.

  • Io…- fece per dire, ma poi si bloccò, come se ricordasse qualcosa di dispiacevole.

  • Qualche miglioramento?- chiese lui ignaro, concentrandosi sulla ragazza addormentata.

  • Calma piatta.

  • Mh…

  • Che faccia scura- constatò la donna- Non credo che c’entri solo la salute di Melody. Qualche problema?

  • No, non credo…- fece lui appoggiandosi allo schienale della sedia- Ho troppe domande per la testa e non riesco a trovare le risposte. Se solo…- fissò il soffitto assorto.

“Se solo Misty fosse qui…”
.

Nascondersi per tutta la vita e vedere giorno dopo giorno le persone che ami, scomparire uno dopo l’altro…no, questo non è vivere…è fuggire! Solo un codardo preferirebbe vivere così. Se è solo questa l’unica alternativa, preferisco morire da pazza, lottando in ciò che è giusto e non in quello che gli altri dicono che è giusto!
.

Quelle parole… fin dal loro primo incontro, Misty aveva lottato per quello in cui credeva. Non si era fermata, neanche a un passo dalla morte.
E d’improvviso aveva fatto un passo indietro.
Perché quella decisione improvvisa? Non ne aveva neanche parlato con lui. Pensava che… pensava che non sarebbe accaduto nuovamente, come con George.
O forse, era stato un duro colpo per lei. Troppo per resistere alla tensione. E aveva ceduto.

  • La vostra amica, la dominatrice dell’acqua, vi ha detto qualcosa?- chiese la donna d'improvviso.

  • Come?- lui uscì dai suoi pensieri, per guardarla- Misty ha raccontato qualcosa a lei?- chiese dubbioso.

  • No, uhm…- rettificò lei con sguardo impacciato e esitante.

  • Se sa qualcosa, per favore me lo dica- chiese lui ansioso- Ho bisogno di sapere…- sì, aveva bisogno di sapere. Non aveva idea di quale fossero state le sue ultime parole prima di andarsene. Forse avrebbe capito qualcosa in più…

Agatha sospirò allo sguardo supplicante del ragazzo e cedette.

  • Veniva spesso da Melody. E l'ultima volta abbiamo parlato… e discusso- dichiarò la donna e ricordò per sé quell’episodio.

.

  • Una lettera, eh?- disse una signora, mentre sollevò in aria i fiori, che venivano meticolosamente tagliati e sistemati all’interno del vaso d’acqua- Suppongo che contenga qualcosa di importante, se è riuscita a raggiungerti fin qua. Chissà, forse una lettera d’amore?

Misty che aveva lo sguardo fisso sulla lettera, all’arrivo della donna accartocciò la lettera e la gettò nel cestino con poco interesse.

  • No, niente del genere- rispose Misty vaga.

  • Oh, non c’è bisogno di nasconderlo, sai? Dopotutto siete delle ragazze, non mi stupirei che vi innamoraste. La mia Melody non ha fatto che parlare del principe azzurro fin dal primo giorno che l’ho conosciuta- guardò la ragazza distesa sul letto e sorrise malinconica- E ora guardala com’è cambiata.

  • Cambiata…- ripeté e si alzò in piedi, poi si avvicinò a passi lenti verso la donna- È ironico sentirlo dire dalla sua insegnante.

La donna la guardò sorpresa e sospettosa.

  • Melody è come una figlia per me- affermò offesa.

  • Figlia?- sorrise scettica- Un po’ strano come rapporto. Credevo che le madri ci tenessero al benessere delle figlie.

  • Ed è così. Io non farei niente che possa metterla in pericolo.

  • Ah sì… curioso- alzò lo sguardo riflessiva- Ero convinta che Melody avesse appreso quella tecnica dalla persona che più si fida.

Agatha diventò seria a quell’affermazione. Misty che ormai era davanti alla donna, l’afferrò per lo scialle attorno al collo.

  • Una tecnica che solo chi ha il “dono” può mettere in pratica, dico giusto?- Misty non sorrideva più, ma guardava minacciosa la donna- La chiaroveggenza, eh? E dimmi, sarebbe stato lo Spirito Allegro a dirti di mandare la tua allieva e figlia, nelle braccia del nemico??

  • Non sai di cosa stai parlando…- la donna non si fece intimorire dallo sguardo della ragazza- Melody è l’unica che può riportare la speranza tra i dominatori dell’aria. E quella tecnica è l’arma segreta per poter colpire il nemico nel suo punto debole.

  • Ma quale punto debole! Scrutare nei ricordi e pensieri del nemico, quello lo chiami dono!- esclamò Misty, stringendo più forte lo scialle- Melody non voleva imparare quella tecnica! E se lo ha fatto… se lo ha fatto…- ricordò le parole di Melody nel bagno.

è che questo incontro mi ha fatto pensare a molte cose… a delle decisioni che ho rimandato a lungo… Non voglio trovarmi impreparata per la guerra che si avvicina e non voglio scappare”

  • lo ha fatto per i suoi amici e la sua gente- concluse la donna. La ragazza la guardò storto.

  • Io non le avrei mai chiesto di farlo. Se solo avessi intuito in tempo cosa la stavi convincendo di fare…

  • Non l’ho obbligata. È stata una sua scelta. E Melody non è più una bambina, non ha bisogno di essere protetta. Prima o poi lo avrebbe fatto.

  • Ma non ora e non contro di loro! Ti ho vista quando l’hai convinta a usare la tecnica su un membro del Team Magma. Per te sarà stata anche la cosa giusta da fare, ma non avrei augurato a nessuno di guardare nel cuore putrido di quel ragazzo. Tu non hai idea di quello che avrà sofferto Melody!

  • In guerra c’è sempre un prezzo da pagare per avere la vittoria.

  • Quindi a te non sarebbe importato la sua morte, pur di ottenere la vittoria? Mi chiedo allora chi fosse quella donna che piangeva al capezzale di Melody. Non certo la persona che l’ha usata come uno strumento.

  • Tu non sei da meno- indicò la mano fasciata della ragazza- Cosa non faresti per ottenere la vittoria? Dici che sono stata io a convincerla a prendere quella decisione, ma forse non ti rendi conto che è anche per te che Melody ha fatto la sua scelta. Sapeva che qualcosa non andava in te e visto che tu non volevi confidarti con lei, Melody ha pensato che l’unico modo per risollevarti era aiutarti con i nemici.

  • C-come?- chiese lei disorientata.

  • Credi che non sappia niente di te? Non ho bisogno di utilizzare la chiaroveggenza, per vedere che sarà proprio la tua ostinazione a condurti in tomba- Misty socchiuse gli occhi e fece per dire qualcosa, ma si trattenne.

  • Melody deve ritrovare la sua gente, e basta- la lasciò andare in malo modo- Se verrò a sapere che in qualche modo la spingerai a fare un’altra volta un azione suicida, te la farò pagare molto cara.

  • Pensi di farmi paura, ragazzina?- Agatha la fissò con uno sguardo di sfida- Ho molta più esperienza di te.

  • Se fosse così forte, non utilizzerebbe una ragazzina per la sua guerra- la donna non seppe cosa replicare e Misty la lasciò stare- Melody diventerà un ottima dominatrice dell’aria, ne sono certa, perché lei vuole veramente bene alla sua gente, e non diventare solamente forte. Le ho promesso che avrebbe rincontrato la sua gente e quando questo avverrà, lei non dovrà più sforzarsi di essere ciò che le impongono.

Detto questo, la ragazza uscì dalla stanza, non prima di aver dato un ultima occhiata all’amica sdraiata sul letto.

.

  • … Discusso per cosa?- chiese Brock in attesa che continuasse, senza capire la frase lasciata in sospeso. La donna non entrò nei dettagli.

  • Non ha importanza. L’ho vista che leggeva una lettera e…

  • Una lettera?- chiese sempre Brock, incuriosito.

  • Non so, credo che le fosse stata data dall’infermiera. Era pensierosa quando la leggeva e ho immaginato che fosse importante. Ma lei l’ha semplicemente cestinata.

  • L’ha buttata…- il ragazzo si guardò intorno agitato, come preso da un dubbio. E la individuò. Accartocciata e in mezzo ad altri rifiuti del cestino, individuò una lettera che portava un sigillo a lui famigliare. Lo spiegazzò e ci diede una veloce lettura, nonostante qualche macchia qua e là nella carta. Si alzò di scatto e la donna si preoccupò.

  • Cattive notizie?

  • Scusi, devo assentarmi- e uscì di volata dalla stanza.

Ora gli era più chiaro. Ora sapeva perché Misty se n’era andata e dove.
Doveva parlarne con gli altri.

   
 
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