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Autore: InsaneMonkey    08/04/2017    2 recensioni
Occhi rossi simbolo di ferocia.
Genere: Dark, Horror, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Momoka
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Correva rapidamente, affondando le scarpe nel denso strato di neve.
La paura che provava stava aumentando sempre più, cristallizzando qualsiasi traccia di positività.
Mentre badava a non inciampare durante quella folle fuga disperata, sentiva il respiro farsi irregolare, affannato, il cuore martellare all'impazzata al centro del petto, come se fosse sul punto di scoppiare, e brividi malevoli gelarle il sangue che pulsava nelle vene.
Il sussurro dispettoso del vento l'accerchiava, fino a penetrare tra gli indumenti leggeri e pungerle le ossa con prepotenza.
L'oscurità contribuiva ad impedirle un buon orientamento all'interno del fitto bosco: celava rami di alberi dalle forme sinistre, ma anche arcani, demoni; solo le stelle, spettatrici silenziose della tetra serata, parzialmente coperte dalle nuvole corvine, tentavano di illuminare il cielo seppur debolmente.

Sebbene stesse fuggendo, era ormai giunta a concepire che quell'incubo l'avrebbe tormentata ancora a lungo. Forse non aveva nemmeno senso cercare di scappare, pensare che un miracolo l'avrebbe potuta trarre in salvo da quel groviglio intricato di terrore e smarrimento; forse il suo destino era già stato scritto.
Dopotutto, anche i suoi amici più stretti erano stati condannati ad esalare il loro ultimo respiro a causa di quella stessa situazione spaventosa di cui sarebbe stato impossibile perdere il ricordo, per quanta discordia mista a sgomento avesse seminato senza tregua.
Sentiva la speranza venire a mancare ad ogni passo che compiva, in quel susseguirsi di immagini confuse. Cosa avrebbe dovuto fare?

In lontananza si udivano grida umane colme di angoscia, che annunciavano l'arrivo dei figli delle tenebre, venuti per portare disgrazie e mali.
Erano creature ignote all'uomo, etichettate come spietate e assetate d'odio, le cui zanne traboccanti di sangue erano talmente aguzze da perforare e dilaniare membra e organi, da marchiare in eterno l'animo umano.
Avevano sembianze canine, ma erano più grandi e senza dubbio capaci solo di procurare dannazione, di uccidere, di cancellare ogni tinta di serenità.
Nessuno era stato in grado di stabilire da quale pianeta fossero arrivati o se magari fossero saliti nel regno dei vivi dall'oltretomba: avevano un pelo così folto e nero da dare l'idea che fossero fatti di tenebra pura, occhi rossi simbolo di ferocia e il loro verso presagiva morte imminente.
Presto le loro urla demoniache si unirono alla mescolanza di suoni e Momoka piombò nell'orrore della sua esistenza, divenuta un'amara voragine dopo che il freddo abbraccio del sonno perpetuo aveva avidamente stretto tra le tante vittime anche il suo adorato Fuyuki, secondo il volere di una sorte ingiusta.
Lacrime silenziose cominciarono a scenderle lungo il volto minuto, al rammentare i sorrisi del suo amato che ancora custodiva gelosamente nel cuore, mentre avvertiva i tremendi latrati avvicinarsi infuriando con veemenza - un manto di neve scarlatta a segnare il passaggio di quei mostri.

Ad un tratto successe quello che mai sarebbe dovuto avvenire: cadde, forse inciampando, forse scivolando sullo strato di ghiaccio, forse perché sfinita a causa dello sforzo fisico eccessivo.
Cadde e cozzò il ginocchio destro sulla coltre bianca.
Cadde ed emise un gemito, mediante il quale liberò parte del dolore pungente percepito all'impatto con il suolo.
Si chiedeva mentalmente per quale ragione si fosse cimentata in quella pazza impresa, senza sapersi però dare una risposta concreta: era sola, indifesa, abbandonata da tutti, come un fantasma evanescente destinato all'oblio.
Tuttavia se fosse tornata a casa avrebbe potuto rischiare di essere colta da un agguato fatale teso da quegli stessi demoni: non le pareva ragionevole voltarsi e ripercorrere la strada fatta fino a quel momento al contrario.
Provava una fitta lancinante, avendo sbattuto un punto sensibile conseguì che le difficoltà a rialzarsi furono troppe, anche per via della mancanza di energia.
Si adagiò quindi a terra, incapace di reagire.
Distese le braccia in avanti, mentre giaceva, sicura che le sue forze stessero svanendo negli acquitrini del nulla.
Dinanzi all'orrida miscela di terrore, sangue e odio che si profilava ancora nitida nella sua mente e che aveva ormai reciso anche il più piccolo ed effimero germoglio di spensieratezza, si sentiva vulnerabile, insignificante.
Chiuse per un attimo, per un minuto o forse per un'ora gli occhi, auspicando che quei brutti ricordi e quelle immagini raccapriccianti potessero sbiadire al più presto, mentre nuove lacrime minacciavano di zampillare.

Non era però consapevole che due occhi vermigli e maligni la stessero osservando di nascosto...






















~ Magico Regno dei Kinder Pinguì ~

Da amante dell'horror, ripropongo una vecchia storia che avevo intenzione di modificare leggermente, nella speranza che continui a piacere.
Il prossimo aggiornamento non tarderà ad arrivare.

Un bacio❤

InsaneMonkey🌺






   
 
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