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Autore: Heartspowl    08/04/2017    2 recensioni
". Si era attaccata al rancore per tutto quel tempo, alla persona sbagliata, e probabilmente solo perché non era riuscita ad uccidere con le proprie mani il vero responsabile di tutto: Deidara.
Si passò il palmo di una mano sugli occhi, senza emettere alcun suono, sotto lo sguardo preoccupato dell'interlocutrice."
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Sakura Haruno
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
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PREMESSA:
Questa One è uscita di getto, ed è un regalino per la dolcissima
usotsuki_pierrot, dato che il suo compleanno si avvicina a grandi passi <3 
Devo un po' farmi perdonare per esser stata assente in passato, e questo è il primo regalino che le faccio :3
Un po' in anticipo perché è una curiosona (??) xD
La mia OC Kaguya e la sua bellissima Yami hanno un rapporto un po' difficile. Questa storiella tratta un po' nel dettaglio la cosa, con la comparsa di un'altra mia oc, Kuji, che è apparsa anche in una stupenda ff scritta da usotsuki, "
as warm as your last smile" <3 
Spero vi piaccia!

Please, forgive me.


"Ti dico che è guarita, Kaguya. Perché continui a portarti dietro questo risentimento? Ti logora dentro e ti farà sempre e solo del male. Devi superarla sta cosa."
Gli occhi verdi della Haruno scrutarono l'amica, da dietro alla scrivania in legno del suo ufficio. Non ignorarono lo sguardo deluso e malinconico della Uzumaki, che scese fino ad incontrare il pavimento e restò lì, specchiandosi su quelle piastrelle turchesi lucide e luminose.
"Ha fatto tanti errori in passato, era giovane. Come lo siamo state noi. Aveva un sacco di problemi psicologici ed è andata nel lato oscuro della vita. Come ha fatto Sasuke. Perché a lui non ricrimini nulla e a lei non riesci a perdonarla? Pure lui entrò nell'Akatsuki per un certo periodo, ti ricordo."
Kaguya si morse il labbro, mimando silenziosamente un 'dattebaye...', che Sakura interpretò giustamente come un genuino dispiacere della ragazza dai capelli arancioni. Sospirò, non ricevendo alcuna risposta. 
"Vedi, Sakura" 
La moglie di Kakashi decise di rompere il silenzio che le pesava addosso come in macigno, 
"Sasuke non si è fidanzato con il medesimo ragazzo che uccise i miei genitori."
La Dottoressa poggiò il peso della propria testa su una mano, tamburellando con le dita sul mento.
"Te l'ho già detto. Era nel suo lato oscuro, non ragionava. Stava diventando di legno, diamine, Kaguya-san! Si è sposata con Gaara-sama e ora sta bene. Ti prego, dalle una possibilità. "

Le parole di Sakura risuonarono per ore nella mente di Kaguya. Pure in quel momento, mentre era intenta a preparare da mangiare per la cena che sarebbe stata consumata da lì ad un paio d'ore, tagliava le verdure macchinalmente, con lentezza, per un inconscio meccanismo di autodifesa che le evitava di tagliarsi un dito.
Ti prego, dalle una possibilità.

Si sentiva tremendamente stupida. In quanto sorella maggiore, avrebbe dovuto essere un esempio per Kuji. E invece, paradossalmente, era stata quest'ultima a dirle che non provava alcun risentimento verso Yami, perché non aveva colpe. Lei, il vero frutto dell'amore tra Akasuna no Minako ed Akasuna no Kotarou, era quella che diceva alla sorella adottiva di non prendersela. Si era accontentata della morte dei membri dell'Akatsuki, era pure felice che Yami fosse viva, tanto che andava a trovarla e ci chiacchierava beatamente.

E lei, invece.

Lei stava in piedi, immobile, davanti al banco della cucina.
Fermò il coltello, rendendosi conto che stava riducendo in minuscoli pezzettini quella povera carota che sembrava esser diventata la sua pallina antistress, e si guardò attorno goffamente, per assicurarsi che nessuno avesse visto quella ignobile scena.
Un sospiro di sollievo fuoriscì dalla sua bocca, quando si ricordò che Kakashi si trovava con Gai ed Iruka, ed i bambini erano ancora a scuola. Mise da parte la verdura spezzettata e si lavò le mani. 

Il peso al petto che l'accompagnava dalla discussione con Sakura non l'aveva abbandonata. Si era tristemente resa conto che la sua mente si rifiutava di assimilare le cose belle che Yami aveva fatto. 
Quando pensava a lei, ricordava solo le solite brutte cose, accadute anni prima; 
Deidara che lanciava la bomba sul suo villaggio, la discussione che l'azzurrina ebbe con Kuji il giorno in cui Sasori morì (questa poteva solo immaginarla, ma le era rimasta impressa), le volte che si incrociarono brevemente e il giorno in cui tentarono di ucciderla. In tutte le scene che la sua mentre riproduceva, Yami portava la divisa dell'Akatsuki e difendeva a spada tratta quel gruppo di assassini, definendoli "la sua famiglia".
Ma aveva mai pensato alla famiglia di Kaguya, quando stava in quell'associazione? 
L'Uzumaki scosse la testa, in pieno combattimento con sé stessa. Non stava facendo altro che montar rabbia.
Doveva pensare alle cose belle fatte da Yami e, possibilmente, cercare di capirne in dolore. Doveva smetterla di essere così egoista e pensare solo al proprio.
Doveva prendere esempio da Kuji.
Necessitò di una boccata d'aria e decise incamminarsi verso il mercato a comprare eventualmente qualcosa per la cena.

"5 zucchine, grazie."
Al suono della voce che pronunciò queste parole, Kaguya ebbe un leggero sussulto e si girò verso la fonte. 
Yami, con un sacchetto sottobraccio, stava comprando del cibo nella bancarella affianco.
Sorrideva, come faceva molto spesso da quando era uscita dalla terapia di Sakura e da quando aveva stabilito un rapporto materno coi bimbi dell'ospedale.
Sorrideva, come quando le legava i capelli, pochi anni prima al suo matrimonio, mentre si preparava per dire il fatidico "sì" a Kakashi Hatake.
Aguzzò le orecchie, chiedendosi cosa ci faceva la moglie del Kazekage a Konoha. Udì l'anziana fruttivendola chiederle se volesse pure dei pomodori, e l'azzurra negò, ringraziando gentilmente, e dicendo che ne aveva già... e che le zucchine sarebbero piaciute molto ai bambini dell'ospedale.
Kaguya si lasciò sfuggire un sospiro, sentendosi, ancora una volta, tremendamente stupida. Si girò verso la ragazza, incrociando il suo sguardo, dato che quest'ultima l'aveva notata.
La Sabaku le sorrise, ma non fece in tempo a proferir parola che l'Uzumaki le rivolse parola.
"Che ne dici di andare a mangiarci un paio di Dango, Yami?"

Le donne poggiarono la loro spesa ai piedi del tavolo, ed ordinano in fretta.
Si percepiva un'aria tesa nel locale, causata proprio da loro; ci fu un attimo di silenzio, Yami cominciò a giocherellare coi propri capelli e il gesto non passò inosservato all'arancione.
"Ami sempre i capelli, vero?"
"Già. Perché li hai tagliati, Kaguya-san? Erano stupendi, te li invidiavano tutti, me compresa."
Kaguya rise imbarazzata, socchiudendo gli occhi ed arrossendo leggermente a quell'improvviso complimento. Come poteva invidiarli? Proprio lei, che li aveva sempre avuti chilometrici, anche più dei suoi.
"Quando ho avuto Takashi mi son resa conto che erano davvero d'impiccio, e ho risolto alla radice. Magari quando i ragazzi saranno grandi li lascerò ricrescere."
Yami annuì, comprensiva. Addentò un dango appena le fu servito, e abbassò lo sguardo.
"Sai Kaguya-san... mi dispiace. "
Gli occhi azzurri della moglie dell'Hokage si spalancarono, esprimendo tutto lo sconcerto che la donna provava.
"Per quello che è successo ai vostri genitori, tuoi e di Kuji... è atroce. Ma io ero totalmente fuori di me e non ci ho dato il giusto peso. Come hai potuto vedere, ho dovuto essere ammazzata dall'uomo che amavo per salvarmi... ma ora sono qui. E mi dispiace."
Yami si strofinò le mani, in un chiaro segno di nervosismo. Si teneva dentro queste parole da anni, ma aveva sempre avuto paura che l'Uzumaki non le accettasse; lo aveva percepito per la freddezza della ragazza durante il matrimonio, la comprensibile paura di farsi toccare troppo e la debole, ma presente voglia di darle fiducia facendosi sistemare i capelli. Da lì in poi, non avevano fatto molti passi avanti, se non ricambiare dei freddi saluti o uscire ogni tanto in gruppo con le altre neo mamme. 
Ma aveva compreso la necessità della sorella di Naruto di mettere un fine a tutto ciò, nel preciso istante in cui l'aveva invitata a sedersi ad un tavolo con lei, faccia a faccia.
Kaguya la guardò, gli occhi spalancati e lucidi. Li socchiuse, trattenendo le lacrime, e strinse un pugno. 
"Sono così scema..."
Abbassò la testa, coprendosi il volto con le mani. Aveva solo bisogno di quelle parole. Aveva solo bisogno di sentire le scuse di Yami uscire dalla sua bocca. Si era attaccata al rancore per tutto quel tempo, alla persona sbagliata, e probabilmente solo perché non era riuscita ad uccidere con le proprie mani il vero responsabile di tutto: Deidara. 
Si passò il palmo di una mano sugli occhi, senza emettere alcun suono, sotto lo sguardo preoccupato dell'interlocutrice. 
"Scusami, Yami-san ... sono veramente ignobile. Me la sono presa con te tutto questo tempo... pur sapendo dentro di me che non avevi colpe e che, anzi, avevi bisogno di aiuto. Ti ho, senza volerlo, usata come capro espiatorio per il mio bisogno di vendetta che non sono riuscita ad espiare." 
Una lacrima scese impavida sulla sua guancia, all'esatto centro delle tre cicatrici identiche a quelle del fratello, in completo contrasto con l'amaro sorriso che sfoggiava. 
Yami si alzò e si mise in piedi affianco alla sua sedia, per poi allargare le braccia verso di lei. 
L'Uzumaki rise imbarazzata, presa alla sprovvista; aveva sempre cercato di esser la più matura, ma la stavano tutti battendo miserabilmente. Si asciugò gli occhi e si alzò, abbracciandola, sotto gli occhi incuriositi dei presenti, che sapevano bene quanto il rapporto fra le due fosse sempre stato difficile.
Yami la strinse a sé e sorrise, felice di vedere che finalmente erano entrambe pronte a darsi una possibilità.
"Eh, Kaguya-san"
"Mh?"
"Fatti ricrescere i capelli."
  
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