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Autore: Amy J    08/04/2017    0 recensioni
Gli umani furono sempre spaventati dalle diversità, e per questo motivo nacquero discriminazioni e conflitti. Ma una nuova minaccia incombe, una minaccia che gli umani non possono sconfiggere da soli. Così Luis, principe di Zarandarr, decide di chiedere aiuto a dei possibili alleati: gli elfi.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nihal era intento a inseguire la sua preda nel bel mezzo di un bosco, correva come una lepre superando gli ostacoli che gli si facevano davanti ma essa era molto più agile nonostante lui fu addestrato fin da bambino a dare la caccia alle creature dei boschi, ma mai aveva incontrato una creatura come quella. La chiamavano Ninfa, una creatura magica simile all'umano ma più esile, pallida e calva, aveva l'abilità di mimetizzarsi con la natura diventando parte di essa, era anche molto agile tra i rami e aveva una vista e un udito eccezionale grazie ai suoi grandi occhi neri e le sue lunghe orecchie, ed è grazie a queste doti che riuscì a scappare a Nihal. La Ninfa si nascose dietro un albero e si abbandonò come in un abbraccio diventando una cosa sola con esso. Nihal , perdendo di vista la creatura, perse l'orientamento e dalla stanchezza svení. Tra dolori e affanni si risvegliò con la vista ofuscata a causa della debolezza, ma notò subito che non si trovava più nel bosco ma in un vecchio capanno abitato e quindi tentò di mettersi in piedi per curiosare in giro. Libri, appunti, fiale, nemmeno un po' di cibo per riprendersi pensò, ma fuori dal capanno trovò una donna incappucciata con una veste bianca ed una fascia rossa legata alla vita e subito gli domandò il nome. Erin (era il suo nome) praticava l'alchimia e amava stare tra i boschi per studiarne le piante più esotiche, ma continuava a nascondersi il volto e a dire non più di qualche parola, allora Nihal iniziò a parlare della sua professione: uccidere le creature magiche. A quelle parole la giovane donna si alzò in piedi e impallidì dalla rabbia, le sue mani furono coperte da un manto di fuoco che si attizzava appena lei stringeva i pugni. Nihal iniziò ad aver paura, capì subito "cosa" aveva dinanzi, un elfo! Non aveva mai avuto un incontro ravvicinato con un elfo, dicevano erano spietati ma lui non ci credette fino a quel giorno. Forse le voci erano vere, forse suo padre (il capo dei cacciatori) non raccontava semplicemente storie per bambini, allora prese un bastone di legno pronto a difendersi ma Erin lo fermò con delle semplici parole: Non farmi del male. Nihal notò le lacrime della donna scorrere sulle sue morbide guance, posò il bastone e iniziò a rassicurarla, così Erin tolse il cappuccio e mostrò il suo volto candido. Era più giovane di quanto sembrasse, i suoi occhi erano grandi e scuri come la sua lunga chioma riccia e crespa, le labbra delicate e carnose nascondevano due canini appuntiti, ma la sua voce era dolce e delicata come il suo buon animo. Nihal ne fu affascinato e con cautela chiarirono le proprie intenzioni, nessuno voleva uccidere l'altro, in fondo Erin lo salvò quel giorno. I due rimasero davanti il fuoco per tutta la sera a parlare del più e del meno e , la mattina seguente, si promisero di rivedersi ogni 5 giorni in quel vecchio capanno, e così fú. Nihal tornava a far visita ad Erin ogni 5 giorni al Crepuscolo per imparare nuove cose l'un dall'altra finché divennero amici, poi qualcosa di più... Ma si sapeva che tra umani ed elfi c'erano solo conflitti, allora decisero di vivere insieme in un palazzo ai piedi del bosco a due giorni dal villaggio elfico Lilliha ( luogo di nascita di Erin) dove nessun umano avrebbe avuto il coraggio di avventurarsi. Passarono mesi, i due ebbero un figlio e Nihal dovette abbandonare i cacciatori per occuparsi della famiglia ma la notizia non fú accettata dal padre a cui Nihal diede fiducia ignoto delle conseguenze. Il padre lo minacciò e perseguitò al fine di scoprire il segreto del figlio al costo di addentrarsi nel bosco detto proibito (proibito perché abitato da creature magiche e pericolose). Dopo essersi scoperta la verità ne rimase sconvolto, impazzì, diede la colpa ad un lurido incantesimo fatto al figlio preoccupandosi della propria reputazione da cacciatore, allora diede l'ordine di bruciare il palazzo e rinchiudere Nihal nelle segrete fino alla sua "guarigione". Quella stessa sera Erin si svegliò in preda ad un incubo, sentì il pericolo e affacciò alla finestra, ciò che vide la allarmò. Un ondata di cacciatori con tanto di torcia, armi e corazza pronti a distruggere tutto e riprendersi Nihal che , in preda alla preoccupazione verso la propria famiglia, rassicurò Erin e allarmò chi viveva con loro (nonché la badante del piccolo Blake e il suo allenatore orco Greg). Nihal salutò con un lungo abbraccio Erin e Blake prima di chiudere a chiave la porta, in modo che non cercassero di salvarlo ma avessero soltanto una via di fuga verso il retro del palazzo. Ma nel mentre Erin cercava di scassinare la porta con un incantesimo il tentativo di Nihal di fermare il padre era inutile, purché continuava ad incolparlo di maleficio e stregoneria. Non appena iniziarono ad attizzare il fuoco Erin giunse sul luogo, ma subito gli fu scagliata una freccia contro che incrociò il petto di Nihal sopraggiunto davanti essa per difendere la sua amata. A quel punto Erin in preda alla disperazione prese Nihal tra le sue braccia e fissò lo sguardo egoistico di quel padre senza cuore ed emise un urlo così intenso da creare un manto di fuoco intorno a sé che continuò ad espandersi fino a bruciare ogni cosa, ogni persona presente, ogni urlo di disperazione. Non rimase più nulla se non un assordante silenzio ed una bambina ormai orfana rimasta lì a guardare la sua casa in fiamme da dietro un albero con le lacrime agli occhi. Ma l'orco e la sua cara amica elfa erano ancora lì, pronti a proteggerla , così la presero per mano e la portarono via da quel posto ormai perduto, e presto dimenticato.
   
 
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