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Autore: Liry_chan    11/04/2017    0 recensioni
Un’ombra. Questo era sembrato a Sanzo di percepire. Tese le orecchie. Niente rumori, eppure aveva un fine udito.
Il dolore, che esplose improvviso allo stomaco, gli mozzò il fiato e lo precipitò a terra. Un secondo fendente lo colpì alla nuca. Quello che seguì fu una pioggia di colpi. Non ne capiva la provenienza e quando riusciva a pararne qualcuno, subito veniva attaccato da un’altra parte.
Solo quando stava quasi per perdere i sensi, la vista appannata e il sapore metallico del sangue in bocca, l’invisibile aggressore si fermò.
«Prega bonzo. Prega per la tua vita o muori»
Genere: Azione, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Genjo Sanzo Hoshi, Son Goku, Ukoku Sanzo, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1
Risveglio

Un’ombra. Questo era sembrato a Sanzo di percepire. Tese le orecchie. Niente rumori, eppure aveva un fine udito.
Il dolore, che esplose improvviso allo stomaco, gli mozzò il fiato e lo precipitò a terra.
Un secondo fendente lo colpì alla nuca. Quello che seguì fu una pioggia di colpi. Non ne capiva la provenienza e quando riusciva a pararne qualcuno, subito veniva attaccato da un’altra parte.
Solo quando stava quasi per perdere i sensi, la vista appannata e il sapore metallico del sangue in bocca, l’invisibile aggressore si fermò.
«Prega bonzo. Prega per la tua vita o muori»

Tre mesi prima
«Cosa stai guardando?». La dottoressa si agitava sempre quando Ni Jianyi aveva quell’espressione assorta davanti allo schermo del pc.
«Sapevi che, secondo una leggenda, il Seiten Taisei sembra non sia l’unico Ashura ad essersi incarnato? Qui dice che in tempi antichissimi la terra generò un'altra entità, figlia del fuoco, così potente che gli dei furono costretti a sigillarla in una prigione di ghiaccio celeste. Pensa che figata sarebbe riuscire a trovarla…»
«Sei impazzito per caso? Che vorresti farci con un simile mostro? …credi che scongelarlo lo farà sentire in debito con te concedendoti il suo favore?» disse acida la dottoressa.
Ni rispose con un candido sorriso «Qualcosa del genere».
***
Tutt’intorno, un paesaggio lunare faceva da scenografia a quella desolazione sconfinata. Il monaco nero osservava la voragine gelata che si apriva ai suoi piedi. Pensò che il tempo impiegato per cercare quel posto fosse stato ben speso, anche se ora si presentava il problema di come riuscire a calarsi in quell’abisso. Se solo avesse potuto immaginare cosa lo aspettava sul fondo, avrebbe favorito del potere del sutra… invece gli toccava una discesa tra spuntoni di ghiaccio affilati come rasoi. Si alzò il vento e pesanti fiocchi di neve cominciarono a cadere. Ukoku si strinse nel mantello di lana e cominciò la calata.
Trascorsero diversi giorni di sfiancante e arduo cammino, prima che finalmente riuscisse a scorgere la sua meta. Lo spettacolo che si presentava agli occhi del monaco era impressionante. Un lago di cristallo luminescente si stendeva, per tutta la superficie, sul fondo del cratere. Pergamene con sacre scritture ne coprivano quasi ogni centimetro. Appoggiò una mano sulla lastra trasparente: era tiepida.
Ukoku diede inizio il rituale per risvegliare la creatura. Pronunciava lentamente le parole dell’antica formula, che aveva rinvenuto qualche settimana prima in un tempio altrettanto antico e remoto quanto lo era il luogo dove si trovava ora. Scovare il “fuoco eterno”, stilla di vita dell'ashura sepolto nel ghiaccio, era stato più arduo, ma non impossibile per il custode del Muten Kyomon.
Versò il liquido ardente, contenuto nell'ampolla, sul piano ai suoi piedi e da lì un'unica vampata di fiamme bluastre estinse i sigilli e la spessa placca che imprigionavano l’entità.
L’aura che sprigionò era immensa, terribile e bellissima. Un secondo dopo il monaco annaspava, in cerca d’aria, tra le spire mostruose di un enorme rettile. Ebbe la forza di evocare il potere del sutra e grazie ad esso riuscì a smaterializzarsi, libero dalla presa mortale.
«Nessuno respira ancora se io decido che deve morire. Per questo, e per avermi liberato, ti concedo di pronunciare le tue ultime parole, uomo degli dei. Quindi scegli con cura quello che dirai…»
Ukoku era al cospetto di un demone ancestrale. Dalla vita in giù strisciava sinuosamente su una coda di drago. La parte superiore era umana. Una donna, intuitiva, dai seni torniti, strizzati in un corsetto di pelle argentea finemente lavorata. Il volto era nascosto da una maschera di ossidiana dalle fattezze grottesche e una scomposta criniera, anch’essa color argento, scendeva lungo le spalle nude. Sulla mano destra portava un guanto d’acciaio nero lucente con unghie affilate in lame letali. La sua pelle, fino alla punta della coda, era di un candido bianco avorio. In nessuna parte del corpo però mostrava tatuaggi demoniaci.
Il monaco era eccitato e terrorizzato al tempo stesso, consapevole che le parole giuste avrebbero potuto salvargli la vita. Ma non seppe resistere. «Se mi dai dell’uomo degli dei mi offendi, dolcezza». Prima che l’altra potesse ribattere continuò «Si, si è vero... ho l’aspetto di un monaco ma ti assicuro che con le divinità non ho niente a che spartire… anzi, a dirla tutta proprio non le sopporto, con tutte le loro imposizioni, regole, restrizioni… sai che noia! Io, dolcezza, preferisco definirmi un fan del caos.» 
La coda della creatura frustava l’aria nervosamente.
Vita. O morte. Ukoku attese.
«Dimmi, allora, servo del caos… cosa cerchi da me? Non senza un motivo sei venuto a liberarmi dal ghiaccio eterno»
«Ehm… beccato! Come fan del caos già mi basterebbe veder precipitare il mondo in un’era di distruzione e tormento…»
«Distruzione e tormento?» ripeté la donna-drago. Il tono sembrava divertito e incredulo. «A voi omuncoli, trovandovi di fronte un essere mostruoso, l’unica cosa logica che viene da pensare è che sia unicamente di indole e natura mostruose. Siete penosamente banali. D’altro canto è riduttivo riferirmi solo agli esseri umani, visto che sono state delle cosiddette divinità a imprigionarmi per il medesimo motivo. Ciò non di meno… hai sprecato la tua occasione. Adesso devi morire»
La calma e la dolcezza con cui pronunciò queste parole gelarono Ukoku più dell’idea della morte stessa. «Aspetta un attimo» cercò di prendere tempo. «Ho dell’altro da dirti che potrebbe interessarti…»
«Non credo proprio»
«Neanche se riguardasse il fratellino di una certa rettilona?»
Fregata. Ukoku era certo di aver risvegliato della curiosità in lei.
«Ti ascolto» disse la creatura.
   
 
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