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Autore: Kodamy    07/06/2009    4 recensioni
La tua curiosità deve avere qualcosa che non va. Deve esser stata deviata, in qualche modo: un mucchio di carne bruciata ed annerita e di capelli disordinati non dovrebbe essere così disgustosamente interessante, neppure se quel mucchio era stato un tuo compagno soltanto fino a qualche ora fa.
( ancora non riesci spiegarti come fa Lavi a continuare a parlare come se niente fosse )
Genere: Dark, Suspence, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Allen Walker, Yu Kanda
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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E ancora non riesci spiegarti come fa Lavi a continuare a parlare come se niente fosse

{paranoia}

 

 

E ancora non riesci spiegarti come fa Lavi a continuare a parlare come se niente fosse.
Come fa Marie a starsene semplicemente lì, un po’ ascoltando Lavi e un po’ sonnecchiando distrattamente con la testa poggiata contro la ruvida corteccia del vecchio albero mezzo squarciato.

Ti domandi distrattamente se anche Lenalee riuscirebbe a dormire, se non fosse già svenuta.

 

Non sai darti una risposta.
Sei preoccupato – sì, anche per Kanda, perché c’è un limite ai vostri litigi d’asilo, no? – ma qui nessuno fa niente. 
Ti senti orribilmente fuori luogo. A disagio. In ansia. 

Si comportano tutti in maniera così distorta, oggi. Irreale.

 

La cosa ti disturba. Vorresti sonnecchiare anche tu, ma la cosa ti disturba.

 

La curiosità dei bambini è macabra, e purtroppo la tua non è mai diventata adulta. I tuoi occhi si soffermano distrattamente sulla carne bruciata e consumata del corpo – vivo? beh, di respirare respira. Dio, si muove anche e bestemmia? non si capisce bene, ma sembra… Dio, bestemmia proprio te e… - ed annerita e si vede il muscolo teso e il bianco dell’osso. La tua curiosità, dopo aver passato anni a vedere roba disgustosa come migliaia di anime ridotte a brandelli, deve aver qualcosa che non va.

 

Deve esser stata deviata, in qualche modo. Non c’è proprio storia. Un mucchio di carne bruciata ed annerita e di capelli disordinati non dovrebbe essere così disgustosamente interessante, neppure se quel mucchio era stato un tuo compagno soltanto fino a qualche ora fa.

 

C’è puzza di bruciato, lì intorno. Di carne bruciata, ma non l’arrosto che fa Jerry e che riempie il refettorio di quel buon odore che ti stuzzica l’appetito. No. Puzza. Ti disturba anche quella. Tossisci un paio di volte, portando la mano davanti alle labbra. Per un attimo, gli occhi del corpo bruciato più in là guizzano verso di te – ah, decisamente vivo, se ti guarda, ma alla fine sei semplicemente impazzito no? non c’è storia, che facciano così, non Lavi, non Marie – e un globo oculare dalla palpebra bruciata ti guarda, con la stessa, medesima freddezza d’acciaio che avrebbe anche con la palpebra. Lo sai, non è come se non ti abbia mai guardato prima d’ora.

La palpebra è probabilmente superflua.

No che non lo è – ragioni – se lo fosse non esisterebbe e non potresti chiudere gli occhi, e decidere di non vedere quello che non vuoi vedere. Sciocco.

C’è risentimento in quell’occhio che ti fissa. Sembra voler dire ‘cosa cazzo hai da guardare, mammoletta? appena posso muovermi ti scuoio con le unghie e do la tua pelle in pasto ai gatti randagi. e la carne che se la portino pure via le mosche mentre va in decomposizione!’.
Molto eloquente, come sguardo. Ma in fondo è sempre così, con Kanda.

Lui e le parole non vanno d’accordo, quindi gli occhi sono l’unica chiave d’interpretazione.

 

Continua a fissarti, quell’occhio che sembra troppo grande piantato lì per caso nell’intimo cimitero di carne bruciata. Deglutisci e finisci per scostare lo sguardo. Lavi scoppia a ridere sguaiatamente poco più in là – davvero poco, siete così vicini eppure lui riesce a continuare a ridere come se niente fosse, mano sulla schiena di Lenalee mentre l’altra gesticola quel suo pattern ormai completamente abituale – e Marie mormora qualcosa di risposta.

 

Kanda sembra voler accennare un movimento che sembra invece una sorta di convulsione, e vedi i muscoli sotto la pelle bruciata contrarsi in uno spasmo, e il volto gli ricade in avanti, oscurato da qualche ciocca di capelli scuri-non-tanto-lisci  e secchi e morti nel fuoco di poco prima.

 

Rantolo che si spegne subito. Lavi continua a chiacchierare come se nulla fosse. Come se Kanda non stesse lì a morire.
Come se Kanda non stesse lì e forse non c’è, pensi. Forse è un’illusione.

Road.

Forse stai sognando, e Road spunterà fuori dal nulla con la sua voce di zucchero e le sue parole di fiele.

Road spunterà e darà un senso al tutto, pensi, e lo ripensi, e lo ripeti e lo mormori a bassa voce per convincerti, ma poi c’è un altro rantolo da parte di Kanda, e Marie questa volta si gira verso di lui. No, non lo vedi solo tu.
Forse Road ha capito che hai capito?

 

Kanda tossisce, e l’intero corpo è scosso da un fremito. Le dita sembrano voler contrarsi ma non ci riescono. Una nuova bestemmia – ma è più chiara, ora, la capisci, e ti scuote un pochino, perché la Madonna è la Santa Vergine e non se ne parla in quel modo, è semplicemente sbagliato – ma Marie scosta lo sguardo e risponde a Lavi.

 

Sorridendo.

 

Rimani ancora una volta lì, e le tue dita si stringono sul tessuto dell’uniforme. Road… Road verrà e…

 

“Insomma!” sbotti, alla fine, perché francamente hai l’orrida sensazione che il tuo cervello stia per rompersi, e hai paura che qualcuno – un Quattordicesimo a caso, tipo – possa approfittarne fin troppo volentieri. “Ne ho abbastanza!”

 

Marie e Lavi si voltano a guardarti  - le labbra dell’austriaco sono serrate, ma Lavi batte ciglio. Solito Lavi.


”Uh. Allen stai bene, sì?” domanda, come se fossi tu quello di cui c’è da preoccuparsi.
Ti limiti a ricambiare il suo sguardo, stranito – ma Lavi si limita a battere di nuovo ciglio, ritratto dell’innocenza. I tuoi occhi altalenano fra lui e Kanda – il cui volto è ancora coperto da massa di capelli, ma respira e rantola ancora– e deglutisci.

 

No. No, stai cadendo nella trappola di Road. Non c’è verso che qualcuno sia ancora vivo dopo un colpo del genere.
E’ probabilmente bruciato vivo. Prima. Sì. E chi viene bruciato vivo solitamente muore, ecco.

Si tratta di semplice logica. Fin qui ci arrivi. Pura, semplice logica.
Lavi e Kanda sono amici, nonostante tutto. E Marie e Kanda sono compagni. Non si comporterebbero mai così, loro. Ecco, sì, questa è Road che vuole un po’ giocare con le bambole, ma che rimane sempre infantilmente ignorante della fenomenologia delle relazioni interpersonali, o qualcosa del genere.

 

La tua mente sta vagando ancora e il tuo cervello minaccia di rompersi ancora una volta sotto lo sforzo di mantenere il pensiero in carreggiata, e poi, diamine. Se Kanda non è vivo, è morto. La cosa sembra colpirti all’improvviso con tutto il peso possibile.

 

Scuoti il capo, arricci il naso e ti lasci sfuggire un piccolo grido – piccolo, appena nato – di frustrazione. Non sai quand’è iniziato il sogno di Road. Non lo sai. Non puoi giudicare, devi sospendere il giudizio. Devi. Sospendere.
O, perlomeno, fare finta che non ti interessi. Non arrabbiarti. Non. Perdere. Controllo.

 

“Allen?” sta mormorando Lavi, capo appena chino d’un lato. Il volto di Marie è in ombra, ma sembra si sia definitivamente addormentato.

 

Non rispondi, massaggiandoti le tempie. Una, due volte. Tre.

Dopo un po’ perdi il conto, ma hai ancora addosso quell’orribile disagio che ti fa venire i brividi e ti fa pensare ‘è terribilmente sbagliato e storto e mi fa venire voglia di vomitare’ perché si vede che i sorrisi di Lavi ogni tanto sono un po’ troppo plateali e falsi, ma non fino a questo punto. E ti viene da pensare ‘ ma se anche io o Lenalee o Bookman morissimo Lavi farebbe…?’ e smetti di pensare, perché è una cosa stupida e perché questo non è reale.

 

“Dovresti dormire, Allen,” dice Lavi, voltandosi e stiracchiandosi e sdraiandosi accanto a Lenalee.

 

Ti accorgi che per tutta la durata del vostro piccolo ‘scambio di idee’, il respiro frammentato e liquido di Kanda non si è fermato neanche per un attimo.

 

Dormire.

 

Che cosa crudele, Road.

Decidi di aspettare, invece.

 

 

E’ Road, probabilmente, ad essersi addormentata. Aspetti, e aspetti, ma la notte diventa sempre più buia e più silenziosa, cucita con i respiri tranquilli di Lenalee, di Lavi e di Marie, e quelli un po’ meno tranquilli di Kanda, che tuttavia non rantola più e non bestemmia più, ma soltanto nell’inspirare sembra abbandonarsi di tanto in tanto ad un suono che assomiglia terribilmente ad un gemito. Non si è ancora mosso di un millimetro, da quando la testa ha perso il sostegno della corteccia.

 

Ti stringi appena un po’ di più, richiamando le ginocchia al petto e poggiandovi su il mento. Freddo. Non provi neanche più a non fissare più quello spettacolo macabro. Le palpebre pesanti minacciano di chiudersi, traditrici.

Un soldato non dorme sul campo di battaglia – ma non si può neanche dire propriamente che tu sia sveglio. Guardi il vuoto sopra la spalla sconnessa di Kanda, senza vederlo davvero.

 

Qualche movimento convulso sfugge alla tua attenzione – e quando ti accorgi che te lo sei perso, finisci per saltare sul posto e sbattere la testa contro la corteccia a cui sei poggiato.

 

Il braccio. Kanda sta cercando di piegare il braccio, di avvicinare una mano bruciata all’altrettanto bruciata spalla opposta. I denti li digrigna talmente tanto, che li senti fin da lì.

Se non fosse Kanda, e se non fossi così convinto che al di fuori di questo sogno Kanda sia morto – cerchi di convincerti che non ne sei affatto convinto per evitare eventuali crolli, ma la cosa non è molto efficace - forse ti metteresti a ridere. E’ ridicolo vedere Kanda ridotto a quell’ammasso patetico di rantoli e gemiti.

Road ha davvero un pessimo senso dell’umorismo, pensi.

 

Mentre cerca di rialzare il volto e lo sguardo con piccoli movimenti rigidi e quasi spasmodici, lo guardi come un bambino guarda una tartaruga capovolta che cerca di raddrizzarsi agitando invano le zampe a mezz’aria.

Lo guardi e fai finta che la cosa non ti tocchi. “Ne ho abbastanza,” ripeti, ragionevolmente.

 

Ma a Road non piaceva giocare col cibo prima di mangiarlo? E’ ridicolo.

 

I movimenti di Kanda, di fronte a te, sembrano arrestarsi nell’udire la tua voce. Riprende, con un rantolo contrariato e quello che sembra effettivamente uno schiocco di lingua, quasi il vecchio caro ‘tsk!’ e quasi arrivi a sentirne la mancanza.

 

E’ riuscito a far ricadere il volto d’un lato, ora, e riesci a vederne in parte i lineamenti bruciati di nero e la cornea bianca-bianchissima che comincia ad irritarsi per mancanza della palpebra. Iniettata di sangue.

Sembra doloroso.

La linea delle labbra – anche se metà labbra sembra mancare all’appello – è piegata all’ingiù, un piccolo squarcio. La pupilla torna a fissarti, mentre la mano torna a cercare disperatamente di muoversi.

 

La storia sta diventando vecchia. Chiudi gli occhi, nascondendo il viso fra le mani rovinate dalla battaglia di poche ore prima – non se ne sono andate le tue ferite, nel sogno. Sei dolorante anche tu. 
“A che gioco stai giocando?” domandi, stanco. Che esca fuori. Che esca fuori, una buona volta. Non puoi combattere ciò che non vedi. “Cosa vuoi da me?”
E persino il tono della tua voce sembra ragionevole, in quel mondo di semplice e pura isteria. Nascondi ancora il viso, per paura di non trovare Road quando riaprirai gli occhi.

Trovi il coraggio, e li riapri.

 

Road non c’è.

 

In compenso, Kanda ti guarda con quell’occhio spalancato e la pupilla ristretta. Labbra ancora piegate all’ingiù.

Sembra sofferente. Sembra combattere contro qualcosa, con quello sguardo.

 

Sbatti di proposito a testa contro la corteccia, cercando di svegliarti con la forza. Quello che ricavi è solo una notevole fitta che va ad aggiungersi al tuo mal di testa.

 

“’ashi.”

 

Più che una voce sembra un raschiare di unghie contro la pietra, pertanto ci metti un po’ ad accorgerti della sua esistenza. Kanda.

Lo osservi mentre quel sussurro roco si rompe in colpi di tosse secchi e stranamente muti, quasi mancasse loro l’aria. Quell’occhio ti guarda, quasi si aspettasse qualcosa – ma c’è quella scintilla tipica di Kanda che sembra quasi dire ‘non è che lo voglio davvero, ma è Komui che mi costringe’ – e tu finisci per battere ciglio e pensare di nuovo.

 

… Ricordi il rapporto di Lavi. Road Kamelot è capace di prendere l’aspetto di chiunque ella desideri, nei sogni.

 

“’oyashi,” gratta di nuovo quella voce rotta e un po’ usurata. Riesci quasi ad immaginare la scena, allora. Riesci quasi a vederti mentre ti avvicini per aiutarlo, e riesci quasi a vedere il volto bruciato di Kanda che si allarga in quell’orribile ghigno che hai già visto su Road mentre si rigenera e prende il tuo collo e ridiventa Road mentre avvicina le sue labbra alle tue e…

 

Trattieni il respiro, fissando quell’occhio di Kanda che ti fissa a sua volta, e ti stringi un po’ di più. Non ti muovi. Il respiro di Kanda invece si fa appena più affannato – più carico di qualcosa, emozione? Road si sta chiedendo perché non funzioni? sembra un respiro arrabbiato, sembra… - e lo… la osservi mentre stringi i denti.

 

E’ Road. Deve essere Road.

 

E di nuovo, parte quel piccolo fiume di bestemmie, quando la mano cerca di raggiungere di nuovo la spalla.

 

“… cosa c’è, Bakanda?” senti la tua voce domandare, risentita, ancor prima che tu abbia deciso di stare al gioco della piccola Lolita. E finisci per morderti la lingua, ma ormai è troppo tardi. Non ti muovi.

 

E nello sguardo bruciato del giapponese c’è frustrazione e dolore, quando le dita inermi ricadono sull’erba umida. Il tutto condito da una lieve nota di umiliazione – sì, è sempre stato facile leggere negli occhi di Kanda.

 

Road è una Noah davvero competente, pensi.

 

Lo studi mentre non risponde, cercando una qualsiasi crepa nell’illusione. Ma non ne vedi alcuna. Lo sguardo perennemente spalancato di Kanda si posa per un attimo su Lenalee, in un angolino della sua visuale – e puoi vedere chiaramente il muscolo dell’occhio tendersi – e poi guarda te e si aspetta che tu capisca, e persino ridotto a quel modo riesce a sembrare supponente.

 

Anche come illusione è irritante.

 

E rieccolo, a bestemmiare a denti stretti e ben scoperti sulla sinistra dal pezzo di labbra completamente consumato. Rantolo. Gemito.

 

“Se non mi dici cosa vuoi, non posso aiutarti,” cerchi di trarla in trappola. Di farle commettere un errore, di mantenere l’illusione che tu lei stia credendo. A provare il punto, fai perno sulla mano non-ferita, e ti rialzi in piedi. Lo sguardo sbilenco di Kanda segue i tuoi movimenti, e sembra pieno di biasimo. Movimento impercettibile, e lo sguardo rovinato è nascosto nuovamente da una coltre di capelli bruciati.

 

’enda,” mormora, allora, espressione nascosta. Batti ciglio. Poi pensi che deve essere difficile dire una labiale senza labbra, e probabilmente quello che Kanda-Road vuole è una ‘benda’.

Road è ingenua. Kanda non chiede di essere medicato. Neppure se rischia di morire. L’orgoglio di quel tipo è più grande della nuova sede dell’Ordine, dopotutto.

 

“Ahn,” mormori tuttavia, e cerchi di pensare a come attaccarla, a come liberarti di lei mentre sei nel suo territorio. Ti avvicini di un altro passo. E un altro ancora. Guardingo. “Non credo ci siano, qui. Di solito è-”

 

“-’amicia,” sbotta di rantolo l’altro, troppo veementemente, finendo per prorompere ancora una volta in quegli spettrali colpi di tosse senz’aria. Il corpo ne viene brutalmente scosso, e anche la tosse alla fine sfocia in respiro affannato e bagnato di dolore.

Ti si stringe un po’ il cuore, e ci vuole un po’ a convincerti che non è reale.

 

“Dubito di poter fasciare tutte le ustioni con quel che rimane della tua camicia,” e forse dovresti sembrare più interessato e più preoccupato e più sensibile, perché non c’è verso che Road creda che tu ci sia cascato in pieno, se continui a parlare come se stessi parlando del fottutissimo tempo.

 

Kanda continua a non guardarti, ma c’è qualcosa di sentito nel suo respiro. Sembra quasi, ancora una volta, arrabbiato. Nella lingua di Kanda, sembrava quasi umiliazione. “Lo—“ colpi di tosse, ancora “ – occhio,” riesce a concludere a stento, e di nuovo la testa ciondola in direzione di Lenalee, e le labbra visibili sono piegate all’ingiù in una piccola smorfia serrata.

 

Lenalee.

 

Lenalee è ancora svenuta.

 

Lo è rimasta da quando Kanda si è buttato davanti a lei per ripararla dal fuoco di quell’Akuma, pensi. Svenuta dallo shock. Sulla tua retina è ancora ben stampata l’immagine di Kanda avvolto dalle fiamme, e Lenalee che semplicemente sta lì. Dietro di lui. Per terra. Sotto shock. E Kanda, ripeteva. Kanda, Kanda, ha iniziato a gridarlo, poi.

 

Forse era già l’illusione di Road. Non pensi Kanda sia capace di sacrificarsi così.

 

Kanda aspetta. Ora ti guarda di nuovo, spettrale e mostruoso, dal basso. C’è qualcosa di terribilmente onesto e risentito, in quello sguardo scuro privo di schermi. Quell’occhio scoperto è orribile. Ti fa venire la nausea. Rischi di vomitargli addosso da un momento all’altro – ma trattieni i conati. Road potrebbe arrabbiarsi.

 

Devi solo avvicinarti ancora un po’. Ti ha dato una scusa per toccarlo. No, toccarla.

Hai una scusa per toccarla e attaccare.

 

“Solo l’occhio? Che senso ha?” come se qualcosa avesse un senso, qui “Non puoi chiuderlo, e la camicia è piena di cenere. Si infetterà.” La tua voce è debole, e cauta. Ma fa il suo lavoro, seppur con un po’ troppa fiacca. E tuttavia ti avvicini e, arrivato di fronte a lui, l’olezzo di pelle e carne bruciata ti soffoca. Non riesci a nasconderlo, e Kanda scosta lo sguardo e piega appena di più le labbra.

 

Ancora una volta, lo sguardo di prima. Quello fin troppo conosciuto del ‘lo faccio solo perché devo proprio’. Così Kanda. Sembra quasi vero. E ti accovacci di fronte a lui, trattenendo quasi il respiro, chinandoti su di lui, sul lembo mezzo bruciato di quel che rimane della camicia chiara, che scopre il ventre e l’altra pelle bruciata del torso. Senti meglio il suo respiro affannato. Annaspante, sembra gli manchi l’aria. Afferri il lembo, forte, con le dita.

 

Una scusa per toccarla. Per attaccarla. Ora…

 

… la coda dell’occhio coglie un lieve movimento della mano bruciata – sollevata, si è sollevata sta per…? – e l’afferri senza troppe cerimonie, forzandola a piegare il braccio e puntandolo contro la corteccia rovinata su cui la schiena dello pseudoKanda poggia. Con l’altra mano, invece, ti premuri di piantare bene nel terreno l’altra mano bruciata, che era rimasta inerte. Il cuore ti batte talmente veloce che hai paura possa fermarsi, ma hai il coltello dalla parte del manico, ora. … puoi avere il coltello dalla parte del manico, quando sei nel suo mondo? Puoi? E’ possibile?

Deve esserlo. Non ti piace qui.

 

“Cosa vuoi da me?” ripeti, poco più d’un sibilo appena soffocato, appena rotto. Hai i nervi a pezzi.

 

Lo pseudo-Kanda-Road smette di respirare – ed una contrazione istintiva dei muscoli lo costringe a risollevare lo sguardo. Per un attimo, in quegli occhi liquidi e iniettati di sangue vi è solo shock. E poi, dalle labbra ustionate sfugge un lamento talmente vivido che sembra bucare il cuore, dritto-dritto, come quello di una Banshee. Lo sguardo stesso dello pseudo-Kanda sembra diventare meno nitido, mentre i lineamenti si distorcono come una maschera di cera messa sul fuoco.

 

Ti aspetti da un momento all’altro di vederlo deformarsi nel ghigno di Road. In un viso più tondo e paffuto, con occhi più grandi e più vispi e pelle liscia e sana, e capelli più corti e polsi più sottili e…

 

… non avviene niente di tutto questo. Il volto di Kanda si chiude in quella smorfia di dolore e si nasconde sotto la coltre di capelli. Le gambe bruciate cercano di muoversi – cerca di colpirti? – ma non si muovono quanto basta. E alla fine, risulta solo un patetico divincolarsi di verme sull’esca. Lo senti bestemmiare con una voce più rotta di prima.

 

E non succede niente.

 

Non sai quando hai smesso di respirare, ma ti manca l’aria. Lasci andare i due polsi inermi, e quello che avevi sollevato per ragionevole autodifesa ricade sull’erba tra le radici, come qualcosa di terribilmente morto.

 

Kanda continua a non muoversi e a respirare male. Tu ti slanci all’indietro e finisci per cadere seduto per terra. A tentoni, cerchi di mettere distanza fra te  e… Kanda. Che non può essere Kanda, perché chiunque, chiunque sarebbe morto così, ma non sei neanche più tanto sicuro che sia Road, e la cosa finisce per romperti davvero il cervello.

 

E non riesci più a pensare.

 

Nella notte silenziosa c’è soltanto il vostro respiro sconnesso ed agitato, e il frusciare della gonna di Lenalee che si solleva appena, mentre le sue gambe si muovono appena – sta riprendendo coscienza? Non riesci a pensare.

 

Forse Road… Lenalee… Ah. Nulla. Non riesci neanche a guardarla troppo a lungo, perché gli strani rumori che fa la voce di Kanda ti scuotono. Un poco. Come può scuotere un incubo. Lo fissi, inorridito, mentre quell’occhio scoperto si posa di nuovo su di te.

 

Non c’è rabbia o frustrazione.
C’è odio distillato, lì dentro.

 

“Non…” mormori, stringendo i fili d’erba dietro di te fra le dita. Ma è solo un esordio, perché francamente non hai nulla da dire. Per parlare dovresti pensare, almeno qualche pensiero di base. Al momento è al di fuori della tua capacità. Ricambi semplicemente lo sguardo rovente ed iniettato di sangue con uno scosso ed iniettato di sonno.

 

Quell’occhio è veramente orribile. Ed è proprio lì. C’è puzza di pelle e carne bruciata perché lì c’è pelle e carne bruciata. Può non essere un’illusione? Può non essere un sogno di Road? Quell’occhio è veramente orribile.

 

Ti risale la nausea. Non avresti mai fatto una cosa del genere, se tutto fosse stato reale. Dovresti preoccuparti per Kanda? Dovresti? Ma neanche con la capacità di guarigione di Kanda, un corpo bruciato al muscolo e all’osso semplicemente non può…

 

“… Kanda?”

 

La voce flebile di Lenalee vi fa trasalire entrambi. Nascondi istintivamente le mani, come un bambino colto in flagrante mentre sfoglia la rivista erotica del padre. Di scatto ti volti verso di lei, laddove Kanda evidentemente non può farlo – e si irrigidisce, e rimane immobile soffocando anche il respiro irregolare.

 

Lenalee è pallida, ma sveglia. Sollevata appena sui gomiti, che affondano nella terra. Sonnacchiosamente china il capo d’un lato, mentre strizza appena gli occhi cercando di distinguere i dettagli nella notte nuvolosa di luna calante.

 

Fortunatamente è buio. Da quella distanza il corpo di Kanda non dovrebbe sembrar messo troppo male – ma ci stai cascando, dannazione. Ci stai cascando di nuovo. Le mani ti tremano, mentre stringi un piccolo pugno di terra. Forse Road è Lenalee. Forse Road non esiste, stanotte. Forse non è un sogno di Road, ma semplicemente un tuo incubo.

 

Ti senti stordito. Stanco. Scosso. E ancora vagamente nel panico.

 

“Ne, Lenalee. Stai bene,” mormori, e cerchi di sorridere. Anche i muscoli del viso sembrano tremare, e ancora una volta sei grato per il buio. “Kanda sta dormendo,” menti, abbassando appena la voce, quasi a convalidare le tue stesse parole. “Va tutto bene. Hai preso una brutta botta, dovresti tornare a dormire.”

 

Lei cruccia appena le sopracciglia, andando a calcare l’ombra sulle cavità oculari. Non sembra convinta. Sembra pensierosa, invece, mentre chiude appena gli occhi e mormora qualcosa che non riesci a sentire. Fai per schiudere le labbra, ma non trovi la presenza di spirito di chiedere spiegazioni. Troppa tensione. Naturale che la corda finisca per spezzarsi.

 

Fortunatamente, Lenalee decide spontaneamente di chiarire.

 

“… il fuoco.” esclama, ed è poco più di una folgorazione sul posto. Spalanca gli occhi, sollevandosi seduta – ignara della gonna che risale lungo le cosce. “Kanda è…”

 

“Sta bene,” mormora una voce alle spalle di Lenalee, ed è la voce di Lavi, ed è la mano di Lavi che si posa sulla spalla di Lenalee per calmarla. Ed è Lavi che ti guarda, e guarda Kanda, e fa un piccolo cenno – e tu non capisci cosa diavolo stia succedendo, ma finisci per affrettarti a metterti sul campo visivo di Lenalee, precludendo il giapponese al suo sguardo.

 

Kanda sta ancora facendo finta di non esistere, alle tue spalle. Respiro appena percettibile.

 

Non una volta Lavi lo guarda. Proprio come prima. Ti fa male la testa, ma finisci lo stesso per annuire in direzione della tua compagna. “Ci siamo noi ad occuparci di lui, Lenalee,” mormori. Come te ne occupi bene tu non se ne occupa nessuno. “Riposa tranquilla.”

 

“Ma…” protesta lei, volgendosi però verso Lavi che le sta appena premendo la spalla, quasi a spingerla sul giaciglio improvvisato – una scena che, in qualsiasi altro contesto, sarebbe apparsa terribilmente sbagliata. Lavi riesce a far sembrare il gesto amichevole e quasi scherzoso. Lavi è un piccolo mago, di queste cose.

 

“Suvvia, se ne sta occupando Allen. Per una volta che Yu e Allen stanno andando d’accordo~” trilla, e dal tono di voce semplicemente capisci che anche lui è stato svegliato dal grido di Kanda, poco prima. Abbassi appena lo sguardo. “Non sei contenta?”

 

Flebilmente, Lenalee continua a protestare. Alla fine è Marie ad intervenire, con la sua voce terribilmente calma.

“Riposa, Lenalee. O dovrai sentirlo lamentarsi sulla strada del ritorno su come ci rallenti con la tua stanchezza e il tuo sonno arretrato,” e sembra quasi una piccola barzelletta privata, perché Lenalee indugia in un sorriso divertito – prima di cancellarlo, sentendosi quasi colpevole di esserselo lasciato sfuggire.

 

Ti senti come se ti fossi perso qualcosa.

 

Ostinandosi a non guardare Kanda, anche Lavi si cala giù sdraiandosi accanto a Lenalee, portando la ragazza giù con sé con una grassa risata, che è tipicamente sua. “Dooooormi, dooooormi… mia Lenalee!~” gracchia, in una perfetta imitazione di Komurin versione ninna nanna.

 

Ti stordisce, la risata di Lenalee. Marie sembra guardare in vostra direzione – oltre te, verso Kanda. Espressione vagamente preoccupata gli adombra il viso, ma viene subito cancellata. Ti sorride, ed annuisce.

 

Le ultime risate si smorzano gradualmente, come una banda che si allontana piano.

 

“Kanda,” mormora Lenalee, poco più d’un sussurro. Quasi avesse sempre saputo che il giapponese stava facendo finta di non essere lì. “Grazie.”

 

Kanda non risponde. Capisci che, se rispondesse, finirebbe semplicemente per farla preoccupare con la sua voce che si rifiuta di funzionare bene. Ma Lenalee non aggiunge altro, voltandovi le spalle. Allora anche tu le volti a lei, per osservare Kanda e realizzare che, forse, è veramente Kanda.

 

“Bakanda,” esordisci, appena risentito. Quello che ricevi di risposta è poco più di un grugnito. Deglutisci. “… non era mia intenzione…” Ma alla fine non sai cosa dire. Perché ogni scusa sarebbe debole, e la verità – ‘a dire il vero sto cominciando a perdere la testa per colpa di una paranoia non diagnosticata ma in stadio abbastanza avanzato’ – non è propriamente bella da sentire.

 

O da dire. Ammettere.  O qualcosa del genere, la confusione non ti è passata.

 

“Mi dispia—“

 

“---‘enda,” reclama ancora una volta Kanda, e persino la voce così rovinata riesce a sembrare volitiva e autoritaria. Continua a non guardarti, ma probabilmente è troppo stanco e prova troppo dolore per trovare la forza di spirito di muoversi.

 

Le tue labbra si piegano appena all’ingiù. “Continuo a dirti che non ha senso.”

 

Lenalee,” offre lui, come unica spiegazione. Atono. Stanco. Roco. Cacofonico. E tu pensi che effettivamente quell’occhio orribile sarebbe veramente troppo per la ragazza, con quel contorno di ustioni così gravi.

 

“Ti preoccupi per lei, mh,” e lo dici semplicemente perché non può ucciderti, ora, e perché quel pezzo di Kanda che ti era sembrato uno sbaglio di Road, forse, esiste davvero.

 

’enda,” si limita a ribadire Kanda, caustico. S’irrigidisce appena quando ti avvicini, ma la cosa finisce lì. Strappi il pezzo di camicia, gli scosti appena il capo dal tronco dell’albero, per legare bene il tutto sull’occhio. Anche la parte di bocca che manca è abbastanza grottesca, ma per quella non si può fare molto.

 

Chissà in quanti modi sei riuscito ad umiliarlo, oggi. Senza neanche farlo apposta.
E pensare che tutte le volte che hai tentato di farlo di proposito, nelle vostre piccole faide private, non eri maimaimai riuscito nell’intento.

 

Sospiri, stringendo per bene il nodo. “E’ che Lavi e Marie…” commenti, facendo spallucce. Poi ti rendi conto che stai scaricando la colpa, ed è una cosa tipicamente poco “Allen”. E quindi rimani in silenzio, arricciando soltanto le labbra.

 

Porti lo sguardo su Lavi, che ha ancora una mano sulla schiena di Lenalee. Si è addormentato così, pensi.

 

“… siamo compagni. Eri in queste condizioni e invece, Lavi e Marie… pensavo fossimo compagni. Ma non sembravano per niente preoccupati.” E quella rabbia subliminale, che avevi soffocato convincendoti che fosse tutto un incubo della Noah del Sogno, torna a galla. Scosti lo sguardo, inspirando profondamente, e finendo per incontrare l’occhio sano di Kanda. Che batte ciglio. Decisamente non colpito da quelle parole. Nemmeno lontanamente sfiorato.

“Era tutto talmente surreale che, seriamente, perdonami se ho pensato potesse essere un’illusione di Road,” rimbecchi, sentendoti vagamente stupido, incrociando le gambe e chiudendo gli occhi.

 

Per un po’, Kanda rimane in silenzio. “’on muoio così,” esordisce infine. Talmente piano, che nonostante il silenzio tombale riesci a malapena a sentirlo. “Lavi sa.”

 

Poche parole. Ti fanno crucciare appena le sopracciglia, e scuoti il capo. Non è una scusa accettabile.

 

Lavi mamma chioccia… inso’ortabile,” borbotta. Piccolo ripensamento privo di fiato. Tipico.

“Nah. Penso che sia umiliante, piuttosto. Ne, Bakanda?” punzecchi, in nome della routine quotidiana. Il suo occhio buono si acciglia, e sembra aver voglia di dire qualcosa – cambia idea a metà strada, probabilmente decidendo che quel qualcosa è troppo lungo e non ha la forza di tirarlo fuori. O forse ha paura di umiliarsi il doppio, non riuscendo neppure a dire due frasi di seguito.

 

Non è divertente, così, pensi. Guardi le ustioni – e i vostri litigi sembrano davvero stupidi.

 

“Possono infettarsi,” osservi, distrattamente.

 

“… se… non muoio… non muoio,” replica lui. Un mero dato di fatto, detto con talmente tanta semplicità che non trovi la presenza di spirito di contraddirlo. Per quanto infantile possa esser stata la sua risposta. “… e ‘oi… Lenalee.”

 

Già, Lenalee. Ti volti a guardarla, crucciando appena le sopracciglia.
Vi dà ancora le spalle, ma la mano di Lavi è ancora lì, quasi non ci fosse nulla di male. Pensi.


Pensi a Lenalee che piange perché hai rischiato la vita.
A Lenalee che sorride scherzando con Lavi, a Lenalee colta in flagrante mentre ti guardava.
A Lenalee che domanda “quando pensi al mondo, cosa vedi?” e a Lenalee i cui compagni sono tutto il mondo che ha.

 

A Lenalee che rimane indietro sull’Arca, per assicurarsi che Kanda ritorni a casa.

 

’icordami di ucciderti,” mormora il giapponese, con poca convinzione, ed una voce talmente patetica che ti fa venire voglia di farti uccidere di proposito, soltanto per farlo contento. D’altronde, ti è sempre piaciuto credere che l’amore umanitario fosse una parte fondamentale di te stesso.

 

“Aha,” mugugni il tuo accordo, soltanto perché Kanda è così rovinato che sembra quasi addomesticato, e perché in fondo siete soldati, e la tua paranoia e la sua debolezza sono errori comprensibili, perché in fondo ti piace anche credere che sotto sotto oltre che soldati ed esorcisti siete ancora esseri umani.

E c’è silenzio. E buio.
E vento che comincia a soffiare appena, accatastando sempre più nuvole di fronte allo spicchio di luna. Ti lasci cadere sdraiato sulla terra morbida, e i fili d’erba ti solleticano le orecchie. Chiudi gli occhi, e provi a credere completamente a quello che ti ha detto.

 

Sei abbastanza stanco da farlo.

 

“… acqua,” graffia la voce di Kanda, poco meno di un ordine dalle labbra rovinate.

 

… addomesticato un corno. Fai finta di esserti addormentato, e Kanda torna a bestemmiare.
Di nuovo, a bassa voce. Qualcuno ride.

E’ la risata di Lavi che ti culla nel sonno, proprio come per Lenalee.

E l’ultima cosa che pensi è: ‘forse è soporifera’.

 

 

A/N: … non chiedetemi cos’ho scritto, seriamente. Gli esami di stato mi stanno friggendo il cervello. <3 Ma visto che non scrivo niente da una vita, condivido lo stesso – chiedendo scusa a Kanda, se lo tratto sempre male ç_ç”

  
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