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Autore: Fonissa    13/04/2017    1 recensioni
Passato quasi un anno dalla sconfitta di Gea, finalmente la serenità regna al Campo Mezzosangue.
Leo è riuscito a tornare insieme a Calypso.
Will e Nico stanno ufficialmente insieme.
Annabeth e Percy hanno finito il liceo.
Tutto sembra andare per il meglio, fino a quando una misteriosa ragazza non arriva al campo. Dai capelli e occhi blu, perennemente vestita di nero, acida, scontrosa e volgare, verrà riconosciuta a sorpresa di tutti come figlia di Apollo. Ma è davvero soltanto questo? O nasconde dei segreti? E come si comporteranno i semidei con lei?
ATTENZIONE!
Presenza di frasi e parole volgari.
Genere: Fantasy, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Nuovo personaggio, Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Incest
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La stazione era strapiena di persone che andavano da una parte o dall'altra, intente a fare gli ultimi acquisti o a correre per non perdere il treno. Dopo essere scesi dal treno, Xylia si avvicinò alla prima mappa a disposizione, cercando il punto che le aveva detto sua zia.
"Ecco, trovato. In un'ora di camminata dovremmo arrivarci. Ma io propongo di scroccare prima un pò di cibo, sto morendo di fame."
"In che senso scroccare?" le chiese Hazel, per niente rassicurata dalle parole di Xylia. Questa sì limitò a sorridere con fare innocente, mentre faceva segno agli altri di seguirla.
"Che intendi fare?" domandò Will, mentre la sorella li conduceva in una strada sconosciuta, come se stesse cercando qualcosa.
"Ah, trovato!" esclamò Xylia, ignorando le domande di Will, mentre raccoglieva una borsa malconcia posata vicino a uno di quei cassonetti dove ci si buttavano i vestiti vecchi da dare in beneficenza. Ci mise dentro qualche pietra, poi la tenne in mano come per pesarla. Poi raccolse qualche vestito esaminandolo con cura.
"Nico, togliti la giacca e mettiti questa, abbottonata -disse, lanciandogli una camicia di jeans- e anche questo, al contrario." disse poi, porgendogli un berretto.
"Si può sapere cosa vuoi fare?" rispose Nico, prendendo comunque i vestiti.
"Ho un piano, ma se ve lo dico adesso non accettereste mai. Fidatevi, l'ho già fatto altre volte. Dai, togliti la giacca, la terrò io nel mio zaino. Hazel, tu invece infila questa gonna sui jeans, e abbottonati questa camicetta. E Will, per te ci sono questa felpa e questi occhiali. Forza, non abbiamo tempo da perdere."
In tre ragazzi si guardarono, indecisi se dare fiducia o meno a quello strambo piano, ma alla fine la fame ebbe la meglio e iniziarono a vestirsi. Nel frattempo, Xylia guardava con disgusto una maglietta e un capello che aveva in mano, entrambi rosa confetto. Si riparò dagli sguardi dei passanti dietro il cassonetto, ma questo non le impedì di togliersi tranquillamente la maglia davanti agli altri tre, che subito si affrettarono a distogliere lo sguardo.
"Che c'è? È come un costume da bagno in fondo. In più, Hazel è femmina e voi due non mi sembrate tanto interessati al seno."
"Sbrigati a rivestirti." esclamò Will arrossendo, facendo ridere Xylia che indossò la maglia per poi nascondere i capelli blu sotto il cappello.
"Va bene, così può andare. Adesso venite, mi è sembrato di vedere un bar qui vicino."
Arrivati al bar, si sedettero comodamente a un tavolo fuori al locale. Ma mentre Xylia sembrava tranquilla e rilassata, gli altri tre erano abbastanza agitati essendo allo scuro dei piani della ragazza.
"Se vi rilassate andrà tutto bene -iniziò Xylia, posando la borsa sulle sue gambe- mi scusi, cameriere! Può portarci dei panini e un pò di coca?"
Le ordinazioni ci misero un pò ad arrivare, a causa del gran numero di persone che si trovava a quell'ora al bar, ma i ragazzi mangiarono con voracità, dimenticandosi all'improvviso di quello strano travestimento e del fatto che erano senza soldi. Ad un certo punto, però, Xylia posò un quarto del suo panino sul tavolo, invitando con lo sguardo gli altri a fare lo stesso. Poi, mentre passava un cameriere, cacciò il telefono, esclamando:
"Ehy, dimmi tutto! Oh, sei qua fuori? Si, ti veniamo subito a prendere." poi si alzò, lasciando la borsa sulla sedia e facendo segno agli altri di seguirla.
"Al mio tre, iniziamo a correre verse destra. -sussurrò, mentre uscivano dal bar- uno...due...tre!"
Solo a quel punto gli altri capirono il piano di Xylia e iniziarono a correre più veloce possibile, con il cuore che gli batteva in gola. Ad un certo punto la figlia di Apollo li trascinò in un vicolo cieco e velocemente iniziò a liberarsi dei vestiti presi poco prima.
"Avresti dovuto dircelo!" esclamò Will, mentre si sfilava la felpa e buttava gli occhiali in un punto impreciso della strada.
"Non avreste mai accettato di scappare senza pagare il conto!"
"Non ci staranno cercando, ora?" chiese Hazel preoccupata.
"Lasciando la borsa pesante lì, all'inizio penseranno che siamo andati davvero incontro a qualcuno e che saremmo rientrati poco dopo, ho fatto anche in modo che un cameriere sentisse la finta chiamata. -prese il suo cellulare, osservando l'orario- tra un paio di minuti inizieranno a capire che non torneremo e cercheranno quattro ragazzi vestiti in modo strano. C'erano troppe persone, non si ricorderanno mai i nostri visi." rispose, porgendo la giaccia a Nico che la guardò di traverso, ricevendo una risatina da parte della ragazza.
“Tu sei pazza.”
“Lo prendo come un complimento. -Xylia si appoggiò al muro, a braccia incrociate- perché non ci riposiamo un po' prima di andare? La corsa a stomaco pieno mi ha stancato.”
“Non faremo meglio ad andare a prendere tuo fratello il prima possibile?” chiese Will, guardando la sorella con un sopracciglio alzato.
“Perché mai? Sono giorni che andiamo da un posto a un altro senza sosta, non sarà meglio rilassarci un po’? Prendere Xander potrebbe essere difficile.”
“Xylia, perché stai ritardando il più possibile l’incontro con Xander?”
Xylia riconobbe il tono con il quale stava parlando Will. Era quello che usava sempre quando era preoccupato per lei, ma non lo dava a vedere. Per la prima volta da molto tempo, la figlia di Apollo iniziò a sentire una strana sensazione dentro di sé, che bruciava spiacevolmente. La riconobbe solo dopo qualche secondo: era il senso di colpa. Spalancò gli occhi, lasciando andare le braccia lungo i fianchi. L’ultima volta che aveva avuto dei rimorsi così grandi era stato quando si era svegliata la mattina dopo quella notte, dopo che tutto si era irrimediabilmente rotto… scosse la testa, come per scacciare via quei pensieri. Will, Nico e Hazel la osservavano, preoccupati ma anche ansiosi di sapere la risposta. No, la loro ansia era nel sapere se avrebbe dato la risposta. Perché lei era così, imprevedibile e non affidabile.
“E’ meglio andare. Venite, vi accompagno dove si trova Xander.” E senza dire altro, si incamminò verso quella strada che ormai ricordava a memoria per quante volte, durante la notte precedente, era stata a vedere sulle mappe online. Camminarono per circa un’ora, quando all’improvviso Xylia si fermò, lo sguardo abbassato e le mani strette a pugno. Gli altri tre si guardarono intorno. Erano in una zona isolata, leggermente in altura rispetto al resto. Davanti a loro c’era un edificio di cinque piani fatto a U, completamente bianco e con poche finestre, tutte grigie e offuscate. Le piante che c’erano intorno sembravano non essere curate da anni. Un cartello li informava di cosa avveniva in quel luogo:
Ospedale Psichiatrico.
  
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