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Autore: LittleBlueMoon    17/04/2017    0 recensioni
Jonathan ha quasi ventitré anni, è un ragazzo come altri, appassionato di football, musica e sopratutto di ballo. Ballava da sempre anche se suo padre aveva faticato a capire che era quello che voleva fare davvero.
Ha tanti amici che probabilmente non lo avrebbero mai abbandonato anche se ultimamente lui cercava di farsi avanti, mostrando ai suoi compagni di avventura che finalmente anche lui ce la stava facendo.
Ma era notato poco, per quanto si sforzasse era sempre nell'ombra..
Riuscirà Jonathan a farsi notare dai suoi amici? O preferirà starsene in disparte a realizzare il suo sogno?
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Fare avanti e indietro tra New York e Chicago era stremante, stancante e toglieva un sacco di tempo a tutto ciò che c'era di importante.

Jonathan aveva perso ancora il supporto del padre, la madre era delusa dall'andamento scolastico del figlio e Jonathan era letteralmente disperato.

Aveva provato con tutto se stesso a studiare per passare gli esami all'università e pensò davvero di esserci riuscito.

Avrebbe scoperto i risultati in pochi giorni e se non era ancora a studiare era in palestra ad allenarsi.. in realtà era un modo per sfogare l'ansia, la rabbia e tutte quelle emozioni negative che si sentiva dentro in quel momento.

Aveva provato a parlare di questo con Joey.. ma lui non aveva risposto. Provò a chiamare anche Sam, il suo migliore amico del liceo.. ma anche lui non aveva risposto. Fu così anche con Katherine, Amber e Maggie.

Ancora una volta si era ritrovato da solo in un momento molto buio.

Quell'ora buca alla Roosvelt serviva per i club o per i gruppi di studio. Jonathan faceva parte di questo gruppo da ormai due anni e sicuramente ci sarebbe rimasto anche durante l'anno Senior.

Lui, Amber, Joey, Katherine, Maggie, Sam, Dijhon, Lucy, Heather e Christine.

Oh, Christine. Era innamorato perso di Christine, lei era di un anno più piccola e a lui andava bene, spesso la aiutava con gli argomenti che lui aveva già studiato.

Jonathan arrivò nella classe, salutò tutti i suoi amici e poi andò a sedersi di fianco a Sam.

-Ho preso un voto orribile a chimica, mio padre mi ucciderà!- disse Jonathan sbattendo la testa sul banco. Non ricevette una risposta così alzò la testa verso il ragazzo concentrato sul telefono, lo dovette chiamare un paio di volte prima che lui capisse che doveva smetterla di ignorarlo.

La risposta del ragazzo fu vaga e davvero davvero incomprensibile. Lo vide alzarsi e andare a parlare con Maggie, non se lo sarebbe mai aspettato da Sam e questo gli fece male, molto male. Rimase in disparte per un paio di minuti fino a quando Joey non si avvicinò a lui per una pacca sulla spalla come saluto e poi si allontanò ancora.

Provò più volte a farsi notare ma ormai era tardi, avrebbero dovuto incominciare a fare quello per cui erano davvero li: Gruppo di studio.

Non venne considerato per tutta l'ora, Christine non era venuta a scuola e lui se ne stava da solo per i corridoi, facendo finta di niente.

Ora Jonathan era nel suo appartamento affacciato alla finestra della piccola camera dove per distrarsi si era messo a contare le gocce che cadevano sul vetro perdendo più volte il conto quindi dovette ricominciare.

Si alzò in piedi sbuffando pensando che così non poteva continuare, andò nel salotto, spostò il tavolino e con un po' di fatica anche il divano. Accese lo stereo e cominciò a ballare.

Se un giorno, durante un'intervista, qualcuno gli avesse chiesto “Cosa fai quando hai bisogno di sfogarti?” probabilmente la risposta sarebbe stata “Faccio un po' di casino a spostare i mobili e poi inizio a fare quello che più amo fare: ballare.”

Jonathan vedeva la danza come un'amica fedele su cui appoggiarsi, su cui volteggiare e creare vere e proprie storie con le varie coreografie che gli venivano al momento.

Jonathan studiava per diventare un coreografo e non avrebbe voluto fare altrimenti, le coreografie erano storie raccontate con i movimenti del corpo, ecco cosa significavano per lui e niente, niente, poteva fargli cambiare idea. Magari un giorno avrebbe raccontato la sua di storia con una coreografia, avrebbe girato il mondo e avrebbe raccontato la storie delle persone che in quel viaggio avrebbe conosciuto.

Per Jonathan girare il mondo sarebbe stato un sogno che si realizza, non esiste tanta gente che può vantarsi di una cosa simile anche se lo fanno ma quello è solo per attirare attenzione. Alla gente piace l'avventura ma preferiscono guardarla nei film piuttosto che viverla. Jonathan no, Jonathan voleva essere l'avventura, voleva che fosse la sua vita a diventare l'avventura, non voleva guardarla in televisione, che gusto ci sarebbe stato? Rimanere spaparanzato sul divano mentre i personaggi di un film fanno quello che tu non hai il coraggio di fare.

Jonathan avrebbe spaccato il mondo, sarebbe arrivato fino alla cima più alta se necessario ma avrebbe realizzato il suo sogno, avrebbe raggiunto tutti i suoi obbiettivi e avrebbe mandato a quel paese tutta la gente che diceva che non ci sarebbe riuscito.

“Al diavolo certe persone!”

Ballando si ricordò di ciò che aveva detto qualche tempo prima ai suoi amici: “Non avete idea di cosa si provi a sbattersi a destra e sinistra e avere tutti quanti, inclusi i vostri migliori amici che ti ignorano.”

Glie lo avrebbe detto ancora, lo avrebbe ripetuto tutto il tempo, lo avrebbe gridato, urlato talmente tante volte da perdere la voce. Che amici erano quelli che pensavano solo a loro stessi? Che non gli importava se un fratello, se un compagno rimaneva indietro?

Doveva farcela da solo, Jonathan non poteva contare più su di nessuno e non lo avrebbe fatto. Avrebbe vinto, sarebbe arrivato fino alla fine da solo. Aveva un sogno e doveva raggiungerlo.

   
 
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