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Autore: Tamiko    18/04/2017    0 recensioni
La newyorchese Eve Chomsky a seguito del divorzio dei suoi è costretta a seguire la madre nell'anonima cittadina di Woodville. Qui si scontrerà inevitabilmente con una realtà fin troppo provinciale per una cosmopolita come lei, ma non solo, grazie alla vicinanza dei coetanei Max, Isabelle, Eric, Poppy Rose e Dawn, avrà modo di scoprire le sue radici piuttosto grottesche ...
Genere: Fantasy, Mistero, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yuri
Note: Lemon | Avvertimenti: Triangolo
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LA PERSONA CHE STAVAMO CERCANDO

Il lento ticchettio dell'orologio non accennava a darsi una mossa: non erano passati dieci minuti dall'inizio della lezione, eppure gli era sembrato fosse passata un'eternità. Quella lingua acida della signorina Gosgrove spiegava e tracciava sulla lavagna roba indecifrabile. Sbuffò, rassegnato all'idea di restare bloccato tra quelle quattro mura per un'ora intera, ma qualcosa attirò la sua attenzione: fuori dalla finestra la vide, Crizia. In realtà non era quello il suo nome ma con quei capelli lunghi e scuri, gli occhi verdi e il pallore latteo della pelle, gli ricordava terribilmente la giovane duchessa che popolava i suoi sogni.
A poco più di una settimana dal suo arrivo era conosciuta come Eve Chomsky, una newyorchese che si era trasferita da quelle parti da poco. Mike non aveva ancora avuto l'occasione di scambiarci parola anche se non aspettava altro, un po' perché lo incuriosiva quella straordinaria somiglianza e un po' anche perché la ragazza era molto carina, e la cosa non gli dispiaceva affatto. L'unica cosa era che stava sempre insieme al gruppetto di Isabelle Perez, la sfigatella che prendeva sempre in giro, e quindi le sue chance con lei erano pari a ... zero! E poi comunque non doveva essere così diversa dalla Perez, visto che frequentava certa gente, per cui, pensò, non ne valeva la pena.
Distolse lo sguardo appena in tempo, la ragazza si era girata verso di lui. 
<< Signor Harris! >> Strillò la Gosgrove, facendolo sobbalzare dal posto come un ladro colto con le mani nel sacco. << Vuole continuare lei? >>
" No brutta stronza, solo a stare vicino a te e alla tua alitosi mi si ammoscia " Non contenta del suo silenzio la donna lo incalzò a risponderle. 
<< Allora? >> 
<< Non mi sento molto bene >> Fece, e chiese di andare in infermeria per filarsela senza troppe domande.
Il corridoio era deserto. Non era abituato a una vista del genere, c'era sempre qualcuno con cui scambiare parola. Si incamminò lentamente, fischiettando e sfiorando distrattamente la di armadietti della sua destra, ripensando a Crizia e alla ragazza nuova.
Quegli occhi, quella sua aria imbronciata ... era un broncio adorabile quello - rifletté, ricordandosi dei momenti in cui Crizia assumeva l'atteggiamento di una bambina viziata nonostante i quattordici anni. Era in età da marito, secondo la concezione dell'epoca dei suoi sogni. Aveva avuto modo di conoscerla proprio nella sua dimensione onirica sebbene egli non fosse mai presente e quindi non le aveva mai parlato direttamente; era più come se guardasse da dietro a uno specchio, ogni volta sempre la stessa scena. Vestizione, il rimprovero di Silvia, una forca che le trapassa le vesti e la carne. 
Eppure era come se avesse vissuto con lei, come se ci fossero stati tanti altri momenti della vita di quella giovanissima duchessa impressi da qualche parte nei suoi ricordi. Sapeva delle cose, ne ricordava altre, ma che si presentavano nella sua testa come cocci di un'opera che aspettava solo di essere ricomposta.
Una lampadina si accese nella sua testa ... ma certo! Sapeva cosa fare: girò i tacchi e si diresse in fondo al corridoio, dove sapeva di trovare chi stava cercando. Si fermò di fronte alla porta che riportava il suo nome a caratteri cubitali, e bussò insistentemente.
<< Avanti Mike, entra pure >>.
*
<< Ebbene, sei arrivata >> La voce austera di Odette risuonò come una melodia classica per tutta la grande sala. La donna non si era nemmeno composta, sapeva benissimo chi fosse l'appena arrivato, anzi arrivata.
<< Scusa il ritardo Ode, la lezione si è prolungata più del dovuto >> Si scusò con le migliori maniere Isabelle, poggiando un grosso libro sulla scrivania dove sedeva la donna. Non correvano alcun pericolo, erano sole: nessuno a quell'ora ci andava in biblioteca, il cartello riportava a caratteri cubitali l'accesso vietato dopo le tre e mezzo, e cioè da un'ora.
<< Non ti ha visto nessuno, vero? >> Domandò la donna, zuccherando il suo thé nero. Isabelle annuì tranquillamente, e prese posto dall'altro capo della scrivania. Era un pezzo di antiquariato, in legno e con degli intarsi di un marrone più caldo. Un oggetto di buon gusto, come il resto della biblioteca che Odette in persona aveva curato, nonostante gli irrisori fondi della scuola, dandole quel tocco un po' vintage che piaceva particolarmente alla ragazza.
<< E le altre sanno che dovranno sbrigarsi domattina? Oggi siete arrivate appena in tempo per le lezioni, sapete bene che vi voglio qui sessanta minuti prima per lavorare bene >> Fece l'anziana tra le due, senza perdere il controllo nemmeno nella voce. 
<< Sì ... >> Rispose la giovane, mordicchiandosi un angolo del labbro inferiore, << è solo che abbiamo una nuova amica, e non è facile per noi venire qui >> Giustificò lei e le altre mentre apriva il grosso libro che aveva portato con sé, sperando che la vista di quel grosso volume distogliesse la donna dai suoi rimproveri.
Seppur alla soglia dell'ottantina, era ben lontana dall'immaginario della vecchietta consumata dagli anni: conservava un aspetto favoloso, era estremamente affascinante e le sue ragazze nutrivano, in segreto, di diventare proprio come lei quando avrebbero raggiunto anche loro i suoi anni. Avvenente più di un mucchio di ragazzine del liceo di Woodville e non solo, non era il tipo che si lasciava impressionare con poco, guardava con sufficienza chiunque (e perfino lo stesso preside Wilson) e pretendeva il massimo dalle sue allieve. Nella comunità era conosciuta come la bibliotecaria della Woodville High School, ma dietro agli stravaganti vestiti e alle perle quella donna celava ben altro.
<< Com'è possibile che non ci riesca? >> Si lamentò Isabelle all'ennesimo vano tentativo di un incantesimo. 
<< Forse non hai recitato la formula correttamente, o avrai sbagliato qualcosa con gli ingredienti >> Commentò severa Odette ma la ragazza per tutta risposta sbuffò, non convinta dalle sue parole.
<< Stronzate. La mia cantina conosce perfettamente quella stupida formula, Ego te fun... >> Si azzittì bruscamente al cenno della donna, che non sembrava soddisfatta.
<< Non accetto un linguaggio del genere qui dentro, signorina. Vedo chiaramente che pronunci bene le parole, ma hai un tono impuro e questo è il tuo problema >> Sentenziò, e alzandosi si avvicinò a lei. Isabelle bofonchiò un << mi dispiace >>, sentendosi addosso lo sguardo severo della donna che intanto aveva letto l'interrogativo che aveva formulato nei suoi pensieri.
<< Devi avere un tono convinto, scandire le parole con certezza: concentrati su quelle parole, pronunciale senza pensare ad altro. Non otterrai risultati avendo la testa altrove >> Senza dire nulla, l'allieva annuì con la testa. Si prese un attimo e respirò profondamente, concentrandosi appieno sull'incantesimo senza visualizzare altro tra le pareti della mente.
<< Eg- >> Ma venne interrotta dal rumore della porta, qualcuno era entrato. La faccia di Odette era ... sorpresa, stranamente meravigliata. Si girò per per vedere anche lei chi fosse entrato: la scuola era chiusa da un pezzo, a quell'ora nessuno poteva essere ancora in giro.
Un uomo vestito di tutto punto, filiforme e dai capelli bianchi e raccolti in una coda di cavallo bassa. Portava come sempre gli occhiali scuri e l'andatura era l'andatura era la solita, lenta e distinta. Isabelle lo riconobbe subito.
<< Signor Schmidt? >> Disse, ma la sua sembrava più un'esclamazione di sorpresa che una domanda, ma venne comunque ignorata dall'uomo.
<< Friedrich, cosa ti porta da queste parti? >> Chiese Odette. Lo aveva chiamato per nome, osservò la ragazza: la bibliotecaria si era sempre rivolta a chiunque con la massima formalità, era quasi strano sentirla dare del tu al distintissimo signor Schmidt, il suo insegnante di storia. L'uomo era severo almeno quanto lo era Odette.
<< Sono venuto a parlarti dei ragazzi, loro sono pronti >> Rispose pacatamente, il che confuse ancora di più Isabelle.
" Pronti per cosa, per un test? E' venuto qui a quest'ora per parlare di uno stupido test?? " Si chiese fra sé. No, doveva esserci dell'altro. Ma non capiva cosa. Forse i due avevano una relazione ... Per un attimo si sentì di troppo, ma nessuno dei due più anziani aveva rivolto l'attenzione a lei.
<< Bene, bene. Molto bene >> Commentò Odette, rivolta all'uomo. Isabella poté anche dire che era soddisfatta da quella notizia criptica.
<< Oh, e c'è dell'altro >> Continuò il signor Scmidt. << Penso che abbiamo trovato la persona che cercavamo >>.
<< Oh Cielo Fritz! Parli sul serio? >>

ANGOLO AUTORE
Di chi starà parlando il signor Scmidt? Oh, nell'attesa del prossimo capitolo, ecco chi ho scelto come interpreti di Odette Norwood e Friedrich SchmidtCarmen Dell'Orefice e Karl Lagerfeld!

   
 
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