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Autore: Vale_q    18/04/2017    2 recensioni
Brevissimo spin-off di un racconto molto più complesso e lungo.
Lyon, spia al servizio dei consiglieri reali di Ardelia, viene incaricato di portare a termine un compito di estrema importanza per conto del re; re che ha infranto la legge, senza valutare attentamente le conseguenze delle sue azioni.
Toccherà a lui, quindi, porre rimedio, scegliendo se schierarsi dalla parte della legge o della sua coscienza.
Genere: Fantasy, Generale, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Lyon stava lottando con un raggio di sole che, penetrando attraverso l’ampia vetrata delle sue stanze, andava a riflettersi sulle sue palpebre, costringendolo ad abbandonare il riposo in virtù di un nuovo giorno.
E quando finalmente la ebbe vinta, l’uomo aprì gli occhi di scatto, gettando uno sguardo sull’ambiente.
Ammirava i giochi di colore che la luce creava durante le mattine soleggiate, e provava un senso di soddisfazione nello studiare le sue stanze: l’arredamento lussuoso, composto da mobilia in mogano, intarsiata dai più abili artigiani di Lieres; le sue camicie, di puro lino, tutte piegate negli appositi armadi. E il suo gioiello più prezioso, il suo fedele pugnale, riposto in una teca, proprio sullo scrittoio. E poi il letto: il più comodo letto sul quale la sua schiena avesse mai trovato riposo.
I giacigli di paglia delle caserme, il pane secco che riusciva a raccattare girando per le cucine, i suoi abiti scuciti o malandati, i bauli sdruciti o consumati dalle termiti; tutto questo era ormai solo un ricordo.
Quella notte, quell’evento avvenuto solo due anni prima, aveva fatto in modo che tutto fosse cambiato.
Il Consigliere Nestor, infatti, il giorno dopo, aveva informato il re del lavoro che Lyon aveva svolto: gli aveva riferito della totale segretezza dell’omicidio, del modo in cui Lyon aveva risolto la faccenda velocemente e di come tutti presto avrebbero dimenticato Lady Estella; e Re Sindel, forse per ricompensa o semplicemente per garantirsi il silenzio della spia in eterno, aveva concesso a Lyon molti privilegi; privilegi che non sarebbero spettati, normalmente, nemmeno al più facoltoso mercante di Ardelia.
E il giovane uomo, ovviamente, non si era certo tirato indietro quando il sovrano gli aveva concesso delle nuove stanze, una vita più tranquilla e la garanzia di avere la testa sul suo collo fino alla fine dei suoi giorni. In quel momento, gli era sembrato di scorgere un sorriso poco compiaciuto sul volto di Nestor; ma poco gli importava: aveva svolto il suo dovere e meritava una ricompensa.
O meglio, il re credeva lo avesse svolto. Ma anche questo, che il re credesse ad un’illusione o alla reale versione di ciò che era accaduto, si diceva Lyon, non era di certo un suo problema.
Quell’ottima sistemazione, però, non era stata l’unica buona nuova: quella notte, la stessa in cui Lady Estella era fuggita in cerca di una nuova vita, tornato a corte, Lyon aveva portato avanti il suo intento di dare un bacio ad Hélia.
Hélia che  si trovava lì, al suo fianco: Lyon poteva ammirarne il corpo, nudo, avvolto tra i lembi delle lenzuola; e poteva sfiorarlo, carezzarne i contorni, far scivolare un dito lungo la schiena della donna.
Il suo corpo aveva sempre desiderato Hélia, sin dal primo momento in cui l’aveva vista, quel giorno di molti anni prima, quando ella non era che da poco divenuta una donna. Si erano incrociati nelle stanze della regina: egli era stato convocato dalla sovrana, per la quale, gli aveva detto, avrebbe dovuto svolgere un importante incarico; ed Hélia era lì, intenta a preparare i sali che avrebbero ammorbidito la pelle della regina durante il suo bagno.
Lyon l’aveva osservata; due piccoli sguardi durante i quali aveva colto i movimenti più caratteristici di Hélia: il suo tormentare di continuo le ciocche ribelli, e le labbra arricciate ogni volta che svolgeva un compito senza particolare entusiasmo.
E quando la regina aveva ordinato alla giovane ragazza di scortarlo dall’altra parte del castello, Lyon non aveva perso tempo, dandole a parlare e tentando un approccio.
E vederla lì, vicino a lui, assonnata, mentre si rigirava fra le coperte mostrandogli il viso ed i seni, non poteva che strappargli un sorriso.
Tutto quell’insieme di situazioni contribuiva a creare il buon umore con cui, ultimamente, si alzava dal letto.
E così era anche quella mattina: abbandonate le coperte, versò dell’acqua nella bacinella; l’acqua gli rinfrescò il viso e l’animo. Ebbe come un sentore che la giornata fosse davvero cominciata nel verso giusto.
Quella sensazione, tuttavia, cominciò a scemare quando, la quiete di quel mattino, accompagnata fino a quel momento solo dal cinguettare dei passeri, si trasformò nel giro di pochi minuti in una grande confusione e mischia di voci: esse si rincorrevano nei corridoi, si alternavano a passi svelti, pesanti, a risate e… pianti.
Nell’accorgersene, Lyon prestò più attenzione a ciò che stava accadendo; e più i minuti passavano, più i rumori divenivano insistenti, tanto che all’uomo sembrò che tutte quelle persone si trovassero lì nella sua stanza.
Persino Hélia si destò dal suo pesante sonno per chiedere a Lyon cosa stesse accadendo o, quanto meno, cosa provocasse tutto quel baccano. Me egli, sfornito di una risposta che potesse soddisfarla, si limitò a sollevare le spalle.
Poi i suoi occhi caddero sulla cassapanca, dove aveva riposto la camicia indossata il giorno prima. Con un gesto veloce la indossò e poi si avviò alla porta.
Come la ebbe aperta, il vociare lo investì ancora più forte: i suoi occhi guizzarono a destra e sinistra, tra le file di serve e l’incedere di lord. Vide lady e paggi andare avanti e dietro, portare con loro pergamene, ceste di cibo, drappi di seta e tessuti di ogni genere. Vide serve procedere in tutta fretta, affaccendarsi per arrivare il prima possibile all’ala opposta del castello.
Tutta quella frenesia non poteva che nascondere una spiegazione molto importante. Qualcosa doveva essere accaduto pochi minuti prima o durante la notte.
Lyon decise di risolverne il mistero domandandolo alla prima anima che avesse scorto; e colse l’occasione quando una serva, dall’aria leggermente assente, gli sfilò davanti. Egli la chiamò e lei accolse la sua voce con un inchino.
“Mio signore,” accennò timida.
“Dimmi, cos’è questo andare e venire? Servi, lady e lord non fanno altro che percorrere senza sosta questi corridoi…”
“Oh, non sapete? Sua Maestà la regina ha dato alla luce una bambina! È accaduto poco fa!”
Lyon si sentì uno sciocco: da giorni non si parlava che dell’imminente nascita del futuro principe; avrebbe dovuto immaginarlo che la causa di tutta quella confusione fosse il tanto atteso evento.
La sua mente si soffermò per alcuni istanti sul fatto che fosse nata una femmina. E, pensò, che Re Sindel non ne fosse pienamente soddisfatto.
“Dicono sia bella come la regina sua madre, mio signore. Il re ha ordinato di dare inizio ai festeggiamenti,” spiegò in un sorriso la ragazza. Il capo era rivolto verso il resto del via vai, e a Lyon non sfuggì questo particolare.
“Ti ringrazio per la gentile risposta. Ora puoi andare,” la congedò velocemente.
La donna risolse il saluto con un cenno del capo e sfilò via velocemente tra il fruscio delle vesti.
Lyon era sul punto di rientrare nella stanza: doveva conciarsi bene per l’occasione e rendere omaggio al re.
In quello stesso istante, però, si levò una voce di uomo, più forte di tutto il frastuono creato dalle altre persone.
“È nata! La principessa Estella è nata!”  






Siamo giunti alla conclusione di questo breve spin-off, nato quasi per caso l'anno scorso, mentre ripensavo ad alcune caratteristiche del background di alcuni personaggi.
Mi sento soltanto di ringraziare vivamente tutti coloro che hanno seguito,commentato e atteso, soprattutto, un anno intero per vederla completata! :D
   
 
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