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Autore: _happy_04    18/04/2017    2 recensioni
[Ep. 143]
Dopo aver perso il suo duello con Yuma, perdendo così tutti i Numeri e vivendo anche lui una "pseudo-morte", Ryoga raggiunge tutti coloro che hanno subito il suo stesso destino. E ci sarà una persona in particolare, che smuoverà il suo animo...
---dal testo---
A Ryoga si mozzò il fiato. Non lontano da lui, di spalle, c’era una figura con una lunga veste bianca bordata d’oro e una folta chioma rossiccia.
Thomas.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Ryoga/Shark, Thomas Arclight/ Four
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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​Promise


Ryoga era morto, di questo era abbastanza sicuro.
Il suo corpo si era dissolto, aveva sentito il cuore che smetteva di battergli nel petto, e la sua vista su un disperato Yuma si era cancellata, un po’ per volta.
L’unica cosa di cui non era troppo sicuro era dove stesse andando. Di norma, i morti si dividevano tra Mondo Astrale e Mondo Bariano, ma con tutto ciò che era successo a quei due mondi… Beh, aveva l’impressione che non sarebbe stato così facile.
Ad un certo punto, sentì il suo corpo ricomporsi – se così si poteva dire. Riprese a vedere, e, a giudicare dalle persone che c’erano intorno a lui, c’erano tutti coloro che erano morti in quel periodo e che aspettavano di essere smistati nel proprio posto.
Notò che c’erano, in lontananza, Tokonosuke, Tetsuo… E poi…
A Ryoga si mozzò il fiato. Non lontano da lui, di spalle, c’era una figura con una lunga veste bianca bordata d’oro e una folta chioma rossiccia.
Thomas.
La cosa ironica era che la persona che lo aveva ucciso senza alcuna pietà adesso era la stessa che lo fissava, senza sapere cosa fare, quasi dimenticandosi anche la propria identità.
Quando quel momento ritornava alla memoria di Ryoga – ovvero ogni dannato istante in quegli ultimi giorni – sentiva qualcosa attanagliargli dolorosamente lo stomaco. Non aveva mai provato quella sensazione. Ma faceva male.
Continuava a chiedersi come aveva potuto fare ciò. Avrebbe potuto almeno rivolgergli un’ultima parola, un ultimo sorriso, prima di osservarlo ridursi in una scintillante polvere rossa e volare via nel vento.
E invece no.
Lo aveva fissato, impassibile, quasi in silenzio, quasi non gliene importasse nulla. E, per questo, si sentiva un mostro dentro.
La cosa peggiore era che si era dovuto tenere tutto sigillato. Era pur sempre il leader dei Bariani, il Re Nasch. Non poteva mostrare segni di debolezza davanti al suo gruppo.
In conclusione, adesso si sentiva come se nella sua gola si raccogliessero tutte le lacrime che aveva trattenuto fino a quel momento e che gli impedivano di respirare bene.
Finché, improvvisamente, arrivò ad un punto in cui non riusciva più a trattenere la bomba che gli stava per scoppiare dentro.
Corse e strinse da dietro le braccia intorno al torace di Thomas, affondando il viso nella sua spalla. Emanava un odore come di qualcosa che brucia, ma era gradevole, e solleticava dolcemente l’olfatto di Ryoga. In pochi secondi, a questo si aggiunse l’odore di lacrime. Quelle lacrime salate che Ryoga stava lasciando andare, che non riusciva più a frenare. Quelle lacrime che aveva tenuto dentro troppo a lungo e che non aveva avuto il coraggio di mostrare ad altri.
Indubbiamente, Thomas si era accorto del crudele ragazzino, nonché suo assassino, che gli si era attaccato alla schiena. Fu quello che fece dopo che lasciò Ryoga decisamente senza parole.
Con delicatezza, comunque senza staccarsi, il Campione si girò e strinse a sua volta Ryoga a sé, poggiandogli la testa sul proprio petto e tenendovi la mano sopra, accarezzando delicatamente i suoi capelli.
Il ragazzo spalancò gli occhi, senza parole. Come faceva a trattarlo così, dopo che lo aveva crudelmente ucciso in quel modo?
Tuttavia, si sentiva come se le dita di Thomas, scivolando sui suoi capelli, portassero con sé tutto ciò che non andava, facendo rimanere solo loro due. Perciò, che altro poteva fare, se non abbandonarsi alle sue braccia?
Dopo quelli che sarebbero potuti essere tranquillamente secondi come ore, la voce di Thomas risvegliò Ryoga da quello stato come di trance. «Sai, mi sento un po’ egoista. È da quando mi hai ucciso che aspettavo che morissi anche tu…»
Per un attimo, il sangue gli si gelò nelle vene (per così dire, visto che molto probabilmente di sangue in circolo dentro di lui non ce n’era già più).
«…per il semplice motivo che volevo rivederti di nuovo, Ryoga.»
Sbigottito per la terza volta negli ultimi cinque minuti, stavolta il ragazzo alzò lo sguardo sul sorriso leggermente sbilenco ma dannatamente meraviglioso di Thomas, rimanendo a fissare i suoi occhi viola brillanti come non mai.
A scoppio ritardato, si rese conto che il Campione gli aveva posato una mano sull’incavo tra la guancia e il collo, e stava delicatamente portando il suo viso verso le proprie labbra. Per un attimo, Ryoga si chiese cosa dovesse fare, ma poi decise di chiudere gli occhi e lasciarsi guidare da Thomas.
Le loro labbra si incontrarono a metà strada, e il ragazzo si sentì esplodere dentro mille emozioni. Aveva le farfalle nello stomaco, ma allo stesso tempo sentiva come il desiderio di non staccarsi mai. Percepiva le labbra di Thomas accarezzare le sue, il suo fiato che entrava prepotentemente nella sua bocca e gli penetrava nei polmoni, il suo odore così particolare che gli annebbiava tutti gli altri sensi. E gli piaceva. Cavolo, se gli piaceva. Non gli sarebbe dispiaciuto rimanere così per del tempo ancora, anche per sempre volendo.
Tuttavia, all’improvviso, tutto fu come attraversato da una scossa, e in molti cominciarono a sparire come polvere trasportata dal vento.
Ryoga e Thomas si staccarono, e il ragazzo notò con orrore che il Campione si stava trasformando in polvere scintillante come tanti altri.
«Sembra che sia successo qualcosa. Forse torneremo sulla Terra.» commentò, con molta calma, Thomas.
Ryoga continuava a fissarlo, sentendosi terribilmente impotente. «Come fai a esserne così sicuro? Non potremmo essere smistati tra Mondo Bariano e Mondo Astrale?»
In risposta, Thomas gli sorrise, tranquillo. «Anche se fosse, ti ritroverò in ogni caso. Ci rincontreremo, è una promessa.» Tese un indice verso di lui, con fare affabile. «Ci vediamo, Ryoga Kamishiro.»
E, con queste parole, la mano che il ragazzo stringeva disperatamente tra le proprie svanì, lasciandovi al suo posto una grande promessa.
Ryoga alzò lo sguardo al cielo, mentre sentiva che anche lui scompariva a poco a poco. «Quindi, è una promessa, Thomas.» Chiuse gli occhi. «Ci vediamo, Thomas Arclight.»

------------Angolo dell'autrice
Ciao a tutti!
​Sono nuova nel fandom, perciò mi presento: il mio nick è _happy_04, ma preferisco -Happy-.
​Questa è una fanfic su uno dei miei pairing preferiti in assoluto della serie, anche se per qualche motivo ci ho messo un po' a decidermi a pubblicarla.
​L'immagine che trovate sopra è, si potrebbe dire, il punto da cui tutto è cominciato.
​Visto che non credo di avere altro da dire, vi saluto e spero che la storia vi sia piaciuta!
Bacioni,
​-Happy-
   
 
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