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Autore: tyene_sand    18/04/2017    3 recensioni
“Una porzione di yakisoba, per favore” disse Ryou accompagnato da una voce di donna.
“Purtroppo è rimasta una sola porzione, dovrete decidere chi la riceve”, rispose l’uomo con un sorriso, “A meno che non vogliate dividerli.”
Ryou era quasi sicuro di essere stato l’ultimo della fila; invece si rese conto con sorpresa che accanto a lui stava una ragazza, ansante come dopo una lunga corsa.

Mini-raccolta di one-shots dedicata al pairing Ryou/Retasu, aventi come filo rosso alcuni piatti della cucina giapponese.
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Retasu Midorikawa/Lory, Ryo Shirogane/Ryan
Note: Raccolta, What if? | Avvertimenti: nessuno
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I. Yakisoba ~
[Meeting you after a long, long time]
 
 
    Con gli anni, Ryou Shirogane aveva sviluppato una certa affezione per la cucina giapponese. Complici soprattutto la cucina di Kei e la propria inettitudine ai fornelli, per parecchio tempo si era semplicemente lasciato viziare dall’amico a suon di manicaretti, imparando ad apprezzare quella che in fin dei conti costituiva una parte importante delle sue eterogenee radici.
    L’unico problema in tutto ciò, rifletteva Ryou mentre si trovava in fila davanti a un baracchino in cui si preparavano piatti tradizionali, era che Kei non poteva certo prendersi cura di lui per tutta la vita – anche se forse una parte di entrambi l’avrebbe voluto. Da quando aveva deciso di andare a vivere da solo alcuni anni prima, ogni giorno si era trovato di fronte alla responsabilità di procacciarsi del cibo. In seguito a diversi disastrosi tentativi di preparare piatti di livello elementare, aveva ritenuto molto più saggio nonché sicuro per il condominio devolvere una parte dei propri averi a diversi esercizi commerciali. Gli ci era voluto poco per individuare i suoi locali preferiti nel quartiere e il minuscolo baracchino di Yoichi era uno di quelli.
    Quella sera di aprile l’aria era particolarmente frizzante, carica di quei profumi che la primavera porta con sé; malgrado la lunga coda, dunque, l’attesa non era poi così snervante. Dopotutto la cucina di Yoichi, come quella di Kei, era molto apprezzata.
    Quasi senza accorgersene era finalmente arrivato di fronte all’uomo, che aspettava il suo ordine.
“Una porzione di yakisoba, per favore” disse Ryou accompagnato da una voce di donna.
“Purtroppo è rimasta una sola porzione, dovrete decidere chi la riceve”, rispose l’uomo con un sorriso, “A meno che non vogliate dividerli.”
Ryou era quasi sicuro di essere stato l’ultimo della fila; invece si rese conto con sorpresa che accanto a lui stava una ragazza, ansante come dopo una lunga corsa.
 
    Le ci volle un momento in più del solito per accorgersi che il ragazzo accanto a lei era chi lei credeva. Anche lui dava l’impressione di averci messo parecchio per riconoscerla, ma era più che giustificato. Erano passati quasi dieci anni e lei, almeno fisicamente, era cambiata così tanto…
“Retasu? Retasu Midorikawa?”
“Proprio io.” Arrossì. “Mi fa molto piacere rivederti, Shirogane-san.” Divenne ancora più rossa.
 
    Ci volle tutta la forza di persuasione del ragazzo per convincere Retasu a non rinunciare alla propria cena.  La signorina viene molto spesso a trovarmi, aveva detto Yoichi con orgoglio, ma ordina sempre e solo yakisoba.
Si sedettero su una panchina nei pressi del baracchino, Retasu con in mano la scatoletta con gli yakisoba, Ryou con degli yakitori.
“Shirogane-san, sei sicuro di non volerne nemmeno un po’?”
“Stai tranquilla, per una volta non morirò certo di fame.”
 
    Non appena aprì la scatola, l’odore dei noodles andò a riempirle le narici. Gli yakisoba erano un piatto semplice, facile da preparare, ma non per questo meno capace di donare gioia a chi li mangiava. Retasu aveva scoperto Yoichi qualche mese prima, quando si era trasferita in quel quartiere. Di norma non amava mangiare sempre fuori casa, ma quando tornava tardi dal lavoro o si accorgeva troppo tardi di avere il frigo vuoto, quel piatto così veloce, cucinato da mani esperte, era una vera salvezza per lo stomaco oltre che una gratificazione per l’anima. Stanca, accantonò ogni pensiero e si lasciò andare alle proprie sensazioni gustative. Quelle semplici verdure – cavolo, carote, funghi Shiitake, cipollotto – riuscivano a creare un’armonia perfetta con la salsa; la carne di maiale pareva sciogliersi in bocca… Dopo il primo paio di bocconi, Retasu pareva essersi quasi dimenticata della presenza di Ryou accanto a lei.
 
    Vederla mangiare quel piatto genuino con quell’espressione così appagata sul volto gli provocava un inspiegabile senso di calore nel petto, constatò Shirogane, che aveva appena finito di attaccare i suoi spiedini. Era possibile sentirsi appagati a propria volta semplicemente guardando qualcuno mangiare?
“Dal tuo silenzio deduco che Yoichi abbia dato il meglio di sé, stasera.”
L’affermazione sembrò riscuotere la ragazza dal suo stato di trance.
“Perdonami, Shirogane-san, non volevo ignorarti. Sono solo molto stanca.”
“Non devi scusarti. È bello avere qualcuno che mi fa compagnia, una volta tanto, specialmente se mangia così di gusto.”
Lei si pulì la bocca con un fazzolettino di carta. “Che strano, non avrei pensato che tu mangiassi spesso da solo.”
    Ryou non rispose a quell’implicazione, limitandosi a guardare da un’altra parte. Si era levato un venticello fresco, che portava con sé il profumo dei ciliegi in fiore. Una ciocca di lunghi capelli verdi, sospinta dal vento, gli sfiorò il viso. Odorava di mare, pensò, ammesso che il mare possa avere un odore preciso.
 
    In quel momento più che mai, Ryou le apparve circondato da un’aura di malinconia. Forse anche lui apprezzava la solitudine, si disse la ragazza. Forse anche a lui, a volte, quella stessa solitudine pesava sulle spalle come un macigno. Inconsciamente scosse la testa. Quelle erano solo supposizioni. Non si vedevano da tantissimo tempo, non poteva sapere nulla sulla persona che era diventato. L’unica cosa che sapeva con certezza era che il cuore sembrava esserle balzato in gola non appena l’aveva rivisto. Era veramente un miracolo che fosse riuscita a mantenere un atteggiamento normale per tutto quel tempo, in particolare trovandoselo così vicino, mentre chiacchieravano come se nulla fosse. Le tornò in mente una torta di fragole di molti anni prima, quando si era inaspettatamente trovata a prendere l’iniziativa. Un po’ come stava per fare ora, pensò, prendendo un profondo respiro.
“Stasera sono così buoni che mi dispiacerebbe molto se non ne assaggiassi almeno un po’, Shirogane-san”, gli disse, porgendogli scatola e bacchette.
 
    Il profumo degli yakisoba era doppiamente invitante, quella sera, Retasu aveva ragione. Shirogane ne prese un grosso boccone, stavolta guardandola fisso negli occhi. Gli parve che lei fosse arrossita di nuovo, mentre tratteneva il respiro, in attesa di un suo responso.
Chissà quante cose le erano successe, in tutti quegli anni. Raramente Ryou si interessava delle vite degli altri, ma la storia della sua l’avrebbe ascoltata volentieri, in quel momento, mentre il sapore di quegli ingredienti così ben amalgamati gli esplodeva sulla lingua, costringendolo ad emettere un mugolio di soddisfazione.
“Ti avverto, se non me li togli di mano adesso sarò costretto a finirli!”
“Beh, magari potremmo trovare un compromesso: potremmo davvero dividerci quelli che rimangono, come suggeriva Yoichi.”
“Vedo che non hai perso la tua indole diplomatica. Mi sembra un ottimo compromesso.”
 
 
    Singolare: anche Retasu abitava in quel quartiere, ma si era trasferita da poco, non appena aveva trovato lavoro. Incredibile, poi, che Ryou fosse anche lui tra i clienti fissi di Yoichi. Altrettanto straordinario si rivelò, poi, che entrambi avessero un debole per i suoi yakisoba.
    Non si accorsero subito di quanto fosse tardi, immersi com’erano in quella sensazione di pace che li avvolgeva come una bolla trasparente. Sarebbero rimasti lì ancora a lungo, godendosi i rispettivi silenzi, senza raccontarsi nulla – o forse raccontandosi tutto? – se non avessero visto Yoichi salutarli  ed andar via, dopo aver chiuso.
“Ti accompagno a casa”, disse Ryou alzandosi.
“Ma no, Shirogane-san, non c’è bisogno che ti scomodi, davvero, sono pochi metri”, replicò lei, agitando le mani davanti al volto.
‘Shirogane-san’ alzò gli occhi al cielo. “Ti accompagno.”
 
 
    È una scena che Shinichi, tassista da quasi vent’anni, ha visto centinaia di volte, lavorando di notte. Tale e quale gli si ripresenta davanti agli occhi questa sera, mentre se ne sta sotto a questo palazzo, in attesa di clienti. Lui accompagna lei a casa – a piedi, in questo caso –, lei armeggia con la borsa, non riesce a trovare le chiavi. Lui di solito aspetta, in attesa che lei magari lo inviti a salire. Ma questi due no, stanno a tre passi di distanza l’uno dall’altra, si salutano facendosi ‘ciao’ con la mano. All’improvviso, lei lo richiama. A Shinichi pare che usi una forma di cortesia. Chissà, magari lavorano insieme, magari sono amanti e non devono farsi scoprire. Si sporge un poco dal finestrino, per captare quello che si diranno.
Lei gli dice qualcosa sul chiamarla quando non vuole mangiare da solo. Almeno questo è quanto gli pare di sentire. Che strani, questi ragazzini di adesso, pensa tra sé. Non è riuscito a sentire la risposta di lui, ma adesso il ragazzo con quegli strani capelli biondi si sta allontanando – il tassista potrebbe giurare di avergli visto sul volto la stessa espressione di uno che è appena stato invitato a salire.
 
 
 
 
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   Non pensavo che avrei finito questa OS prima di un’altra a cui sto lavorando, ma l’ispirazione è così, non si può mai prevedere. Questa è la prima one-shot di una raccolta che ne comprenderà cinque in totale, tutte dedicate al pairing Ryou/Retasu e al tema della cucina giapponese. Tema della raccolta sarà anche l’evoluzione di un possibile rapporto tra i due personaggi in età adulta, a partire dall’incontro narrato qui.
 
Un paio di precisazioni linguistico-culinarie:
  • gli yakisoba sono spaghetti di grano saraceno saltati in padella con verdure e carne a scelta. È un piatto molto popolare dal momento che sono molto veloci da preparare;
  • gli yakitori invece sono spiedini di pollo grigliati nei quali, a quanto pare, si possono trovare tutte le parti possibili del pollo (Wikipedia docet).
 
Spero che questa storiella vi strappi un sorriso, vi metta un po’ nostalgia e vi faccia venire fame. (A me è venuta eccome, a forza di guardare video su come si preparano gli yakisoba e altre leccornie…) Come sempre, qualunque tipo di commento è benvenuto! 
  
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