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Autore: Yuki002    19/04/2017    3 recensioni
[Soulmate!AU] [Victuri]
Sin da quando era piccolo Yuuri non aveva mai visto i colori: per lui il mondo era tinto solo di bianco e nero. Ma quando vide per la prima volta in Tv Victor, il mondo si tinse: come un pittore, lui stava iniziando a tingere il bianco della sua tela.
Buona lettura^^
Questa OS è nata grazie ad un prompt che mi è stato lasciato durante il drabble event del 12-14/4 nel gruppo Facebook "We are out for the prompt"
Genere: Romantico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Victor Nikiforov, Yuuri Katsuki
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Prompt: Dal momento in cui lo ha visto per la prima volta in tv, Yuri ha avuto la certezza che Victor fosse la sua anima gemella. Ma quando poi lo incontra per la prima volta e Victor non lo riconosce neppure come un altro pattinatore inizia a dubitare che sia così.


 
COME UN PITTORE


 


Sin da quando era piccolo Yuuri non aveva mai visto i colori: per lui il mondo era tinto solo di bianco e nero. La famiglia Katsuki non ne aveva mai parlato con un medico, per paura che trattenessero il ragazzo all'interno di strutture di ricerca e altra roba. 
Per questo, per tutta la sua vita Yuuri rimase sempre avvolto dal freddo di Hasetsu e delle sue terme. Fatta eccezione per quel momento...

Quando era riuscito a convincere i suoi genitori, anni addietro, ad andare a studiare pattinaggio a Detroit per poi competere al Grand Prix non poteva considerarsi più felice.
Finalmente aveva la possibilità di confrontarsi con lui, con Victor Nikiforov la "Leggenda vivente" 
Quell'uomo rappresentava la sua speranza, la sua luce alla fine del tunnel: anni fa, quando ancora era un ragazzino, vide per la prima volta l'esibizione di Victor. Nello stesso momento in cui Mari cambiò il canale per connettersi alla competizione, fu travolto da mille emozioni e sensazioni. Le sue orecchie danzavano a ritmo con la musica classica in Tv, le mani picchiettavano il ritmo sul tavolo, cercando, ogni tanto di mimare i movimenti fluidi di quelle di Victor oltre il grande schermo. I suoi occhi...
I suoi occhi vedevano, vedevano tutto: d'improvviso il mondo si tinse, come un tela bianca al quale vengono lanciate pennellate di colore. Riusciva ad esaminare minuziosamente il costume di Victor, carpendo ogni singolo colore che la luce creava.

"È proprio un bel costume... Mi piace quel rosso sotto la gonna" indicò col dito lo schermo "Ha veramente dei begli occhi, così azzurri..."

"Eh?" Minako e Mari rimasero interdette, quando il piccolo fece quel commento "Yuuri, vedi i colori?"

Quel giorno il corvino vide il mondo prendere vita, tutto era un esplosione di colori, come un pittore che non dipingeva da troppo tempo e che aveva un irrefrenabile voglia di tingere la tela con qualsiasi colore avesse in possesso.
Ma quella festa color arcobaleno, finì presto una volta che Yuuri spense la Tv e andò a letto. Il giorno dopo tutto ritornò normale, tutto si spense e tutto perse vita: il tunnel era ancora lungo e la luce era ancora lontana.
Ma il corvino non si perse d'animo, al contrario, iniziò a correre tutte le mattine e si allenò duramente sullo stesso sport del suo idolo: "Lo raggiungerò, arriverò da lui e gli farò capire quanto è importante per me lui"

Questo era il pensiero che lo spinse per anni ad andare avanti, fino alla finale del Grand Prix: era incredibile vedere di persona Victor. Ogni volta che lo guardava o posava anche solo per poco lo sguardo su di lui i colori entravano prepotentemente nei suoi occhi, scavandoli a fondo fino alla sua anima. Ma, appena distoglieva lo sguardo tutto scompariva e tutto ritornava a morire.
Non riusciva più a sopportare quel distacco così ingiusto, era diventato doloroso vedere il mondo in colore solo alla vista di Victor: Yuuri desiderava di più, desiderava che il russo entrasse a far parte della sua vita, che lo facesse impazzire con i suoi colori, che ogni momento della sua vita fosse costellato da pennellate e sfumature di colore...

"Mi scusi, ma noi ci conosciamo?" 

"Eh?" non era possibile, non poteva essere vero.

"Per caso è un fan: vuole fare una foto?"

"Non...Non mi riconosci?" 

'Cos'è uno scherzo? Non era forse Victor ad essere la mia anima gemella? Perché non mi riconosce neanche come pattinatore? Che sia la persona sbagliata, che ce ne sia più di una a farmi questo effetto?'
Ma nessun pensiero riusciva a coprire le lacrime che scesero sfrontate di fronte a tutti, ma in particolare, a lui...

"Neanche la mia esibizione? Neanche il fatto che abbiamo gareggiato sullo stesso ghiaccio?" si tolse gli occhiali, lasciando che gli occhi danzassero tra i colori nero e bianco e l'arcobaleno che Victor causava in lui. Sarebbe bastato solo un tocco, un abbraccio o un bacio per spezzare questa maledizione: stava iniziando a sentire la nausea salirgli in gola. Per questo trovò un posto dove sedersi, senza mai smettere di singhiozzare sconsolato.

"Non mi riconosci neanche, che speranza ho di..." si fermò giusto in tempo, accorgendosi di aver dato voce ai suoi pensieri. Victor gli porse gentilmente un fazzoletto e Yuuri non poté fare altro che accettare per sembrare cortese: "Mi dispiace, ma proprio non riesco a riconoscerla" mormorò mortificato: era rinomato tra i suoi coetanei per essere uno smemorato e infatti tra i competitori conosceva solo Chris, amico di vecchia data.

"Puoi darmi del tu, Victor" era raro che si rivolgesse a qualcuno, in modo così informale. Chissà perché, ma con il russo gli veniva normale. Nello stesso momento in cui fece per prendere il fazzoletto, le dita di Victor sfiorarono le sue scatenando una tempesta nella sua anima. Tremò leggermente, facendosi travolgere da quelle sensazioni nuove: riusciva a vedere più colori, più sfumature...
Era fantastico, vedere il mondo vivo lo faceva respirare. Ma era anche così dannatamente triste che quel momento durasse così poco e, che il suo interlocutore, non lo considerasse minimamente. Non sa quanto sarebbe riuscito a resistere.
Victor si sedette accanto a quel ragazzo che aveva attirato prima la sua attenzione per potergli parlare di una questione importante: ma non riusciva proprio a riconoscerlo e si sentiva in colpa per lui, del resto lo stava facendo soffrire. Eppure, perché tra tutte le persone, lui era l'unico che vedeva in bianco e nero? Da quando i suoi occhi si sono posati su quelli del giapponese, sentiva un bisogno irrefrenabile di colorarlo in tutti i modi possibili: si sentiva un pittore che si trovava di fronte alla sua tela bianca e non sapeva cosa disegnare. Magari un abbraccio gli sarebbe bastato, o forse un bacio...

Però, sa di per certo che toccandolo ha iniziato ad intravedere il colore degli occhi di quel ragazzo: marroni, come la terra che dava vita a delle piante bellissime. Perché lui era bellissimo, anche solo vederlo con quell'unico colore addosso lo faceva cadere nella fitta ragnatela dell'amore.
Decise di fare un esperimento: si avvicinò al suo viso e sollevò delicatamente il mento. Subito, il corvino ebbe un piccolo spasmo delle mani e Victor poté vedere l'immenso colore scuro che adornava i suoi capelli morbidi e lisci.

"Hai dei bei capelli, mi piace il loro colore..." disse sovrappensiero. Infatti, per tutta risposta ottenne un allontanamento della mano dal viso da parte del corvino. Ma non si rese conto, che aveva permesso a Victor di poter godere del suo bel viso rosa pallido. La voglia di andare oltre quel contatto era ai limiti ed era sicuro che sarebbe esploso di lì a poco.
Voleva toccarlo di nuovo, voleva sentire quella sensazione di completezza quando le sue dita pallide toccavano la pelle rosea del giapponese.

"Non riesco ancora a credere che tu non mi conosca..." mormorò, affranto. Borbottò qualcosa in una lingua che Victor non riuscì a comprendere. Questi si portò due dita alla base del naso, vicino agli occhi per potersi concentrare meglio: doveva ricordare, almeno il suo nome. Andiamo, sicuramente avrà notato il nome di un giapponese nella classifica, erano solo in 6 non poteva già essersi dimenticato. Poi, si ricordò...
Rammentò quell'unico nome colorato di bianco, in mezzo a tutti quelli blu scuro scritti sul tabellone: a come, la sola pronuncia mentale di quell'appellativo, gli muoveva ogni singolo organo del suo corpo ed ogni singolo nervo.

"Yuuri...Katsuki?" picchiettò l'indice sulle labbra, in modo innocente. Non era molto sicuro, ma quel nome lo scuoteva ancora da dentro, io che era una prova ben più che eloquente. Ma aveva bisogno dell'affermazione del corvino. Questi, infatti, alzò lentamente il capo facendosi travolgere di nuovo da quel manto di colori. Le lacrime presero di nuovo il via, solcando le guance da poco asciutte.

"Ti ricordi..." il tono di voce si alternava ai singhiozzi, rompendola "Dio, ti ricordi..." fece un lungo respiro, prima di lasciarsi completamente andare ad un pianto misto alla felicità.
Di certo le lacrime stavano marcando quel viso contratto dalla tristezza, ma nulla toglieva dalla sua faccia quel sorriso largo e sincero che aveva.

" Grazie, ti ricordi..."
L'albino non poté fare altro, se non soddisfare quell'istinto che aveva represso fino ad ora: toccarlo di nuovo. Poggiò la mano sulla testa, beandosi della sensazione delle dita farsi strada in quell'abisso oscuro. Yuuri tremò lievemente, ma non si ribellò: anche lui voleva scoprire di più su questo mondo pazzo di colori.
La mano scese lenta sul collo e si fermò lì per molto tempo. Victor aveva bisogno di assimilare pian piano tutti quei colori che gli accecavano la vista: la giacca blu, la sciarpa marrone, i pantaloni scuri così come le scarpe. Quegli occhi, che non si stancava mai di rimirare: ogni volta, parevano cambiare colore, infatti adesso avevano assunto un colorito che ricordava l'ambra.

"Era facile da ricordare" scherzò, passando la mano sulla sua guancia "Del resto, era l'unico nome scritto in bianco" d'istinto avvicinò il viso a quello di Yuuri, prima che la sua espressione sorpresa non lo facesse destare.

"Eh? Victor..." congiunse le mani sperando di ricevere la risposta che si aspettava: se fosse stato come pensava, avrebbe ricevuto la certezza che Victor era quello giusto. Era a conoscenza della sua particolarità e di quale effetto facesse all'anima gemella: se il russo lo aveva visto in bianco e nero per tutto questo tempo, compreso il suo nome sul tabellone, allora non ci sarebbero più stati dubbi.
Per questo, decise di avvicinare di colpo il viso di Victor al suo permettendo ai loro respiri di fondersi.

"Sono sempre stato incolore per te?" soffiò la domanda sulle labbra dell'albino, come se volesse trasmettere i suoi sentimenti attraverso quel respiro.
Il russo non capì più nulla, dal momento in cui udì la domanda che gli era stata posta. Dimenticò tutto, di dove erano, del pattinaggio, della carriera: conosceva una sola parola...

"Sì..." fece altrettanto con la sua risposta, soffiando sopra le labbra del corvino "Ti ho sempre visto privo di colori" fece di nuovo scorrere le mani tra i capelli, poggiando la fronte contro quella della sua anima gemella. 
Impossibile trattenere le lacrime, che adesso rigavano il volto di entrambi.

"Ma adesso va tutto bene, Yuuri" fece per avvicinarsi per un'ultima volta, come per avvertire "Sei la persona più colorata che io abbia mai conosciuto..."
L'esplosione di colori che seguì dopo, fu stordente per entrambi: sentire le loro labbra unite era una sensazione impagabile.
Non sarebbero più stati soli. Adesso, potevano vedere il mondo prendere vita. Insieme.
Come un pittore e il suo pennello.


Note dell'autrice
E riciao! Questo pomeriggio non avevo nulla da fare (compiti, pulire casa...) e mi sono data alla pazza gioia con efp XD
3 storie in un giorno, devo essere pazza T T
Comunque, il drabble event mi ha fatto provare un sacco di nuove: AU che non avevo mai trattato, coppie nuove, mi ha fatto riscoprire il mio immenso amore verso la Ereri (del resto, è la mia OTP in assoluto *-*)...
Per quanto riguarda Yuuri on Ice, questa è la penultima fanfiction che mi è stata richiesta su Facebook. Le altre saranno in altri fandom!
Detto questo, spero che questa OS vi sia piaciuta!
Yuki

 
   
 
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