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Autore: Heyale    23/04/2017    0 recensioni
A seguito delle armi nucleari che sono state usate nella Grande Guerra che ha scosso l'intero pianeta, le nuove generazioni nascono con delle mutazioni nei loro DNA: possono controllare i loro organismi e gli agenti esterni a loro piacimento. In questo nuovo e sconvolto mondo, la parte di ragazzi che non ha subìto cambiamenti non tollera questi individui e li rinchiude in istituti simili a prigioni. In questo contesto troviamo Siena Tanner, diciassettenne che, insieme al suo gruppo, rinuncia alla la sua libertà per la sorella incinta; e Levi Callaway, diciottenne in erba che non perdona i modificati e che nasconde molti segreti.
Prigioniera e supervisore, insieme ai rispettivi gruppi e rispettivi valori, affronteranno insieme un difficile percorso fatto di scontri per arrivare ad un risultato comune.
--
Dal capitolo 6:
"E allora?" sorride svogliatamente, rivolgendo poi gli occhi al soffitto. "Pensi di potermi aiutare?"
"Penso che aiutarmi a capire, per te, sarebbe un buon modo per convivere civilmente."
"Sono stufo di tutte queste tue psicostronzate." sbotta duramente. Da quanto stava trattenendo questo pensiero? "Vuoi la verità?"
Non dimostro di essere ferita dal suo commento e alzo la testa verso di lui. "Sarebbe ora."
Genere: Commedia, Science-fiction, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Sovrannaturale
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Interstellar cap.5
INTERSTELLAR
CHAPTER FIVE
"Patient"



"Una videocamera?"
"Una videocamera. Mai vista una?"
"Vista sì, ma non l'ho mai usata..."
"Bene, comincia adesso e trovati un passatempo, per l'amor di Dio!"

E' così che è iniziato tutto.
Io, Levi, Hunter e Celia siamo stati lasciati all'istituto Saint Guillaume perché la mia salute e quella del mio compagno non è ancora stabile, quindi Theodore, Marlene, Regan e Kalidas sono dovuti andare avanti per mappare la zona e vedere se c'erano tracce di Cherice. L'unica novità, a questo punto, è che sia io che Hunter abbiamo avuto la febbre a trentanove e sette costante e abbiamo delirato. La febbre che prendiamo noi non è uguale alla febbre che prendono tutti gli altri umani, direi che è peggio: non abbiamo male alla gola, o raffreddore, o i sintomi di una normale influenza. Il nostro periodo di malattia è un trauma perché agisce sul nostro DNA modificato e va ad agire sul cervello, facendoci dare di matto. Diciamo cose stupide, la maggior parte delle volte non riusciamo nemmeno a prestare attenzione a chi ci parla e dimentichiamo tutto da un momento all'altro, tanto che alla sera non sappiamo più dove siamo stati o con chi abbiamo parlato. E' per questo che Levi, tre giorni fa, mi ha prestato la sua videocamera. Mi ha detto di filmare ciò che mi sembrava più importante in modo da poterlo ricordare nel caso venisse dimenticato, e nel frattempo quindi di stare buona e fare un'attività che non nuocesse alla sua salute - di fatto l'altro ieri ho fatto finta di essere in moto con i suoi capelli come manubrio.
Questa situazione però ha sia lati positivi che negativi: partendo dai secondi, non posso parlare seriamente con Hunter della faccenda del sogno perché ogni volta che inizio il discorso finisco per parlare di caramelle al mou e di pinguini dell'Antartide. Non so come funzioni la mia mente in questi giorni, so solo che spero che nessuno ne faccia mai parola. Prendendo in cosiderazione i primi, però, Levi è più buono con me e porta più pazienza del solito, del resto sa che sostenere una discussione in questo momento non porterebbe a niente di buono, forse lo farebbe diventare ancora più isterico.
E' per questo motivo che oggi, primo giorno in cui la ragione sembra essermi tornata, ho deciso che rivedrò tutti i video che ho fatto durante questi tre giorni di cui non ricordo alcun particolare. Non so attualmente con chi ho parlato, cos'ho detto o fatto, cos'ho mangiato e dove ho dormito. Forse non sono nemmeno sicura di voler sapere quanti danni ho causato, ma dato che sono sicura di aver superato i limiti allora mi conviene assumermi le mie responsabilità.
"Ohi."
Blocco il dito a mezz'aria, quasi trattenendo il fiato. Mi giro di scatto, chiedendomi chi abbia osato entrare nella mia stanza senza nemmeno bussare. La risposta, ovviamente, può essere solamente una.
"Ehi." ricambio, mettendomi seduta. "Non hai qualche animaletto da torturare?"
Il biondo ride, divertito, facendo saettare i suoi occhi nocciola sui miei: "Ho già dato, per oggi."
Ora, Kid Begum è l'unica persona che ricordo di questi tre giorni passati a fare e dimenticare nell'istante successivo. L'ho conosciuto il primo giorno di raffreddore, diciamo, quando la febbre stava lentamente venendo fuori: credo sia per questo che mi ricordo di lui, la mia testa era ancora abbastanza in assetto. A dirla tutta, è stato Levi a presentarmelo dato che sapeva che lui sarebbe stato impegnato e che, secondo il suo parere, avevo bisogno di qualcuno che badasse a me. Continuavo a chiedere di Ira, ma sembrava che fosse sparito nel nulla e che al suo posto avessero messo Kid. Quindi, tornando a noi, chi è Kid?
La prima volta che lo vidi, una settimana fa, fu mentre Levi mi stava riaccompagnando nella mia stanza dopo una serie di esami. Un ragazzo biondo gli andò a sbattere contro, correndo, e si girò subito verso di noi per scusarsi con un sorrisone.
"Ohi, scus--" poi si bloccò, fermando anche la corsa. "Levi?!" domandò, incredulo.
La mia prima impressione fu che avevo a che fare con un ragazzo nella media: aveva sicuramente la mia età, i capelli biondi erano lasciati crescere un po' troppo e gli occhi marroni erano decisamente allegri. La sua pelle era piuttosto chiara e faceva non poco contrasto con le iridi scure, per non parlare delle due piccole placche di matello che aveva alle orecchie: non avevo mai visto orecchini così, ma a lui stavano piuttosto bene. Non sembrava un tipo cattivo, ma per essere lì non poteva essere tutto rose e fiori come appariva.
"Da quanto tempo." il mio supervisore batté il pugno al biondino, sorridendo a sua volta. "Non eri a est con Jennifer?"
"Deve avertelo detto lei quando siete arrivati, Testa Vuota." il tono con cui il ragazzo nuovo chiamò Levi mi sorprese, non era di certo un tono che potevano permettersi in molti. "Ci hanno trasferiti perché dovevate arrivare voi. Ohi, è la tua ragazza?"
L'uso della sillaba 'ohi' cominciò a divertirmi già allora, notando come fosse un tic involontario del biondino. Levi, comunque, rispose alzando le spalle: "Ah già, devo essermene scordato. Comunque, capiti a fagiolo. Lei," mosse un passo di lato, indicandomi con un cenno della testa. "Si chiama Siena, è la mia protetta. Vorrei lasciartela in custodia, se hai un po' di tempo."
"Ne ho fin troppo." il biondo si rivolse poi verso di me, stringendomi la mano con un sorriso indecifrabile. "Piacere di conoscerti, Siena. Sono Kid."
Dopo il nostro primo incontro, non ricordo molto di lui. So che facemmo parecchie partite a carte, ma non ne portammo mai a termine nessuna a causa della mia scarsa concentrazione. Dopo questo, ho ricordi molto vaghi, tra cui anche un evento che penso di averlo voluto dimenticare spontaneamente. Non so se sia presente nei nastri, ma se è effettivamente registrato sarò ben felice di sapere cos'ho combinato e perché, in modo da chiedere scusa al diretto interessato, sperando ovviamente di non aver fatto nulla di imbarazzante. Ripeto che non ho idea di cosa mi aspetti, ma ho una gran brutta sensazione in merito a questo evento specifico, e ho come l'impressione che c'entri Levi.
"Come stai?" Kid si lascia cadere accanto a me sul mio letto, facendomi rimbalzare di conseguenza. Devo ammettere che è un ragazzo piuttosto invadente, ma al momento non è ancora meritevole degli insulti in stile Levi. Per quelli bisogna fare l'abbonamento.
"Ricordo cos'ho mangiato a colazione." rispondo, sorridendo sollevata. "Non è magnifico?"
"Ohi, grandioso." il biondo posa il suo sguardo sulla telecamera, perplesso. "Hai ancora bisogno di quella?"
Scuoto la testa: "No, ma devo vedere i danni che ho combinato."
"Non so se ti convenga." Kid fa un sorrisetto nervoso, grattandosi la testa.
"E invece lo faccio apposta per rendermi conto di cos'ho detto o fatto...ho una strana sensazione nei confronti di Levi."
Kid si esibisce in una risatina poco convinta: "Diciamo che non avere il controllo sulla tua mente ha fatto sì che venissero fuori cose inaspettate, ecco."
"Merda." fisso l'oggetto tra le mie mani, chiedendomi cosa ci troverò dentro. "Hai voglia di stare con me mentre rivedo i nastri? Se devo chiederti qualcosa, insomma..."
Il biondo annuisce, mettendosi comodo: "Ti servirà una spalla su cui piangere, diciamocela netta. Non so quanto ti piacerà quello che vedrai."
Ridacchio sconsolata, facendo poi partire il primo video. Spero di non trovare niente di compromettente, anche se non so perché ho la decisa sensazione che sarà proprio così. Apriti cielo.
"Tutti i commenti e domande alla fine?" mi chiede prima che io possa premere il pulsante di avvio.
"Sì, tutto alla fine." non ne sono molto convinta, ma forse è meglio così. "Se no perdiamo tempo, no?"
"Giusto."

Primo giorno, registrazione #1
Camera mia, davanti a me c'è Hunter che, guardandomi con gli occhi da pazzo, sorride inquietantemente.
"Sembri un omicida isterico, Hunt. Peggio di Levi."
"E tu assomigli ad un tonno pinnegialle."
"E perché?"
"Perché di sì." Hunter si lascia cadere all'indietro, sbattendo sonoramente la testa contro il muro. "Oh. Ahia."
"Come sta Theodore?"
"Come faccio a saperlo, Genio? Ho appena sbattuto la testa."
"Questo l'ho visto."
"HO APPENA SBATTUTO LA TESTA!" grida, portandosi le mani sul viso. "Ho appena sbattuto la testa, ho appena sbattuto la testa, ho appena sbattuto la testa..."
"Ho capito, cazzo!" scoppio a ridere anche se avrei dovuto probabilmente piangere per la situazione disperata. "Hai appena sbattuto la testa."
"No, ho appena sbattuto le uova."
"Hunter?"
"Le uova." ripete, sorridendo convinto. "Le uova. Le uova per la torta. Le uova."
"Le uova." ribadisco, girando la telecamera verso di me e inquadrando quindi il mio viso. "Le uova."

Primo giorno, registrazione #2
Siamo nella mensa del Saint Guillaume, io sto filmando qualsiasi cosa mi passi a tiro. Sono in un tavolo abbastanza piccolo, seduti accanto a me ci sono Levi, Hunter, Celia e Kid. Sul mio piatto c'è una strana minestra di fagioli, ma la cosa buffa è che io ho sempre odiato i fagioli.
"Non hai fame?" Levi mi spinge leggermente con la spalla, tanto che l'inquadratura trema per qualche secondo. "Dovresti mangiare, magari ti rimetti prima."
"Non mi piacciono i fagioli." brontolo, inquadrando prima il mio piatto e poi nuovamente il mio supervisore dagli occhi celesti.
"E allora perché mai hai preso la zuppa di faglioli?"
"Beh...a me piacciono i fagioli, cosa credi?"
"Ma...hai appena detto di no." Levi sembra confuso, anche se comunque continua a guardarmi sorridendo. "Certo che non sembri nemmeno tu."
Mugugno qualcosa di incomprensibile, spostando poi la telecamera verso Kid: "A Kit invece piacciono i fagioli?"
"E' Kid, non Kit." il biondo guarda il suo piatto per qualche istante, confuso. "E poi questo è un uovo sodo, dove li vedi i fagioli?"
"Proprio lì." il mio dito spunta nell'inquadratura, intento ad indicare il suo piatto dove, effettivamente, non vedo tracce di fagioli. "Non li vedi?"
La risposta di Kid non arriva nitida alla telecamera in quando Levi la prende dalla mia mano e mi inquadra, parlando verso il microfono. "Gentili telespettatori, questa è Siena Tanner con la febbre alta. Continua a sparare cazzate da ieri sera e non distingue un uovo da un fagiolo. Guardatela bene negli occhi, non sembra leggermente fatta di sostante allucinogene? Se siete d'accordo con me chiamate il numero verde in sovraimpressione e verrete contattati--"
"Quanto sei stupido." Celia prende la telecamera dalle mani del castano, puntandola poi in modo da inquadrare sia me che lui. Nell'immagine che segue, io e Levi siamo praticamente attaccati dato che il tavolo è un po' troppo piccolo e stiamo entrambi ridendo. E' la prima volta che vedo me e lui insieme, e devo dire che mi fa uno strano effetto considerando che non abbiamo mai veramente riso insieme.
"Signori e signore," Celia parla al microfono, facendo il giro del tavolo. "Vi presento Hunter Newell, ragazzo-padre attualmente sotto l'effetto di strane droghe. Poi abbiamo Siena Tanner e Levi Callaway, una sottospecie di 'Romeo e Giulietta' dei poveri. Infine c'è Kid Begum, mister passato oscuro e mister sorrido-come-se-avessi-una-paralisi."
"Sta' un po' zitta!" Kid prende la telecamera, inquadrando Celia. "Ohi...ma come funziona? Ah, okay. Gentili affezionati del programma, per concludere lo show abbiamo Celia Curbstomp, piccola suddita del qui presente Levi Callaway. Celia Curbstomp bazzica di istituto in istituto alla ricerca di qualche gioia nella sua triste vita, ma a quanto pare non riesce a trovarne una. Per questa sera è tutto, vi aspettiamo con l'edizione di domani alla stessa ora."

Primo giorno, registrazione #3
Di nuovo sono in camera mia, ma dalla piccola finestra non filtra nemmeno un raggio di sole quindi ad occhio e croce dev'essere stata sera. La prima inquadratura è solo il mio letto, ma appena l'obbiettivo si alza un po' noto che la mia maglietta è stropicciata sul cuscino. Di conseguenza io dovrei essere nuda o semi-nuda, no?
"Ho quasi finito."
La voce che sento dietro di me mi fa rabbrividire. Perché Levi ha quasi finito? Perché io non ho la maglietta? I miei sospetti si fanno sempre più inquietanti finché non vedo una siringa spuntare nell'inquadratura, e finalmente riesco a calmarmi.
"Speriamo che faccia effetto." sospira, tornando davanti a me e quindi visibile alla telecamera. "Sono anche un buon medico, non credi, Fuggitiva?"
"Nah." borbotto, parlando troppo forte sul microfono. "E' il tuo dovere, Topo."
Levi ridacchia appena, cercando di prendere la telecamera: "Ancora con questa storia? Il mio dovere è quello di su-per-vi-sio-nar-ti. Okay? Non di farti da babysitter."
"Sì, sì..." faccio zoom a caso sul suo viso, vedendo come un'espressione divertita si faccia strada insieme al suo sorriso spontaneo.
"Non è meglio che tu ti rivesta, Siena? Non per dire, ma non fa proprio caldo. L'iniezione te l'ho fatta ormai."
Dal movimento dell'inquadratura intuisco di aver alzato le spalle, agguantando poi la maglietta e appoggiando poi la telecammera per i pochi secondi necessari a rivestirmi.
"Fatto!" esclamo, lanciandomi poi addosso a Levi che, prontamente, mi afferra prima che la mia fronte possa collidere con la sua.
"Ehi, vacci piano, Drogata." borbotta, comunque ridacchiando. "Certo che una febbre così...non avevo mai assistito ad una cosa del genere."
"Hai gli occhi proprio azzurri."
"Ma dai?" più io vado giù su di lui, più è costretto ad affondare i gomiti nel materasso per non perdere stabilità. E' probabilmente la situazione più imbarazzante che io abbia mai provocato. "Complimenti per essertene accorta adesso."
"Sei cattivo." brontolo, tirandomi finalmente su e rimettendomi seduta. "Io ti faccio un complimento e tu nemmeno mi ringrazi..."
"Non credevo fosse un complimento. Credevo, insomma...una constatazione."
"E invece no." dal movimento della telecamera credo di incrociare le braccia, tenendo comunque puntato Levi. "I miei sono marroni. Ce ne sono a migliaia di occhi come i miei, dovresti ritenerti fortunato."
"Ce ne sono migliaia anche di azzurri." ribatte, avvicinandosi a me di un poco. "I tuoi invece sono solo tuoi. Non ne ho mai visti così."
"Non hai mai visto occhi marroni?"
Se ne esce con una risatina, strappandomi dalle mani la videocamera e inquadrandomi velocemente prima di ridere e dire: "Questa è meglio se la spegni, adesso."

Secondo giorno, registrazione #4
"Io sono Sherlock Holmes e tu sei Watson. Okay?"
La scena si apre su un primo piano di Kid, sinceramente non riesco nemmeno a riconoscere l'ambiente circostante. In tutta la sua solita allegria, scuote la testa ridendo: "Non se ne parla. Devo solo farti da babysitter, non sono tenuto a giocare."
"Volevo farti solo qualche domanda."
I suoi occhi marroni puntano improvvisamente la telecamera: "E devi per forza filmare?"
"Levi mi ha detto che è meglio che io filmi qualche momento della giornata se non voglio svegliarmi domani in preda ad un'amnesia totale. Allora?"
"Ah, e va bene. Ma fa' una cosa indolore."
Posiziono meglio la telecamera, inquadrando anche un po' di sfondo (sembra essere una libreria, forse sono nella camera di Kid).
"Numero uno: quanti anni hai e quando sei nato?"
"Diciassette come te, sono nato il ventuno marzo."
"Numero due: nome completo."
"Kidden Tyler Begum."
Tentenno un po', aspettando qualche secondo prima di tornare alla carica: "Numero tre: come fai a conoscere Levi e da quanto siete amici?"
La domanda sembra spiazzarlo un attimo, facendo sparire il sorriso dal suo viso allegro: "Ci conosciamo da quando io ho tredici anni e lui quattordici, eravamo entrambi all'istituto sud e ci hanno messi nella stessa squadra insieme a Jennifer. Da cosa nasce cosa poi, e quindi siamo diventati effettivamente amici."
"Numero cinque: conosci Ira?"
Di nuovo, nel suo viso appare un'ombra di confusione: "Sì."
"Numero sei: cosa c'entra Jennifer, e quindi a questo punto cosa c'entri anche tu, con la storia di Ira e Levi?"
"Sai un po' troppe cose per essere solo la protetta di Levi." come previsto, Kid elude la domanda. "Perché vieni a chiedermi questo?"


Secondo giorno, registrazione #5
Non sono più all'interno dell'istituto, ora l'obbiettivo punta sul volto di Hunter e sugli alberi sullo sfondo. Di certo il Saint Guillaume è più bello dell'istituto di partenza, soprattutto poi se non ho la ragione necessaria per concepire che sono comunque in prigione anche se riesco a vedere la luce del sole.
"Cosa stiamo facendo, Siena?"
L'inquadratura scatta su Hunter, mentre la mia voce si fa sentire: "Che vuoi dire?"
"Siamo qui a fare nulla mentre Cherice è chissà dove."
"Non sai nemmeno quello che stai dicendo." ribatto, sbuffando sul microfono. "Saremmo solo stati inutili, là fuori. Questo è solo un momento di lucidità che ci salva."
"Mi manca Cherice." ammette, appoggiando la fronte sui palmi aperti delle sue mani. "Voglio sapere se mio figlio sta bene...insomma, gli piaceranno le caramelle al mou?"
"Probabilmente gli piaceranno di più i pinguini dell'Antartide."
"Dici? Forse hai ragione..."


Terzo giorno, registrazione #6
Non mi spiego il salto temporale così ampio, ma siamo già alla sera del terzo giorno di febbre (ovvero a ieri sera). Sebbene ci siano solo tredici o quattordici ore di differenza tra questo momento nel presente e il momento del video non riesco comunque a ricordare nulla di quello che è successo. L'inquadratura fissa e immobile della mia telecamera, però, è in qualche modo inquietante. Riesco a vedermi di spalle, di fronte a me apparentemente nessuno.
"Non ti ho vista usare la telecamera, oggi."
Sono costretta a ricredermi, davanti a me appare lentamente Levi intento a rimettere a posto una siringa nel suo contenitore.
"E' in carica." mi difendo, indicando l'obbiettivo. "E' spenta da ieri sera."
"Sicura di averla spenta?"
Annuisco, ma ora mi sto chiedendo se era un bluff o se stavo dicendo la verità. A conti fatti non potevo nemmeno ricordarmi se fosse spenta o meno.
"Kid mi ha detto che gli hai fatto delle domande strane, ieri."
Immagino che la mia espressione si sia dipinta di un'aria chiaramente colpevole, mentre porto le mani dietro alla schiena: "Non me lo ricordo."
"Chiaramente." Levi sbuffa, appoggiando le mani sulle mie spalle. "Non ficcare il naso in affari che non ti riguardano, okay? E' meglio che tu resti all'oscuro di tutto ciò che mi riguarda. Anche se te lo dicessi adesso poi non lo ricorderesti, quindi lasciamo perdere e basta."
"E perché non me lo dici lo stesso?" brontolo, sbattendo il piede a terra. "Tu sai tutto di me. Perché io non posso sapere nulla?"
"Perché è meglio così." Levi distoglie lo sguardo dal mio, riportando le braccia lungo i fianchi. "Fidati di me. E' meglio così."
"Come posso convincerti?"
"Perché ti interessa tanto?"
Alzo le spalle, avvicinandomi a lui di qualche passo: "Perché di sì. Mi interessa e basta. Sembra che tutto, bene o male, sia collegato a te. Kid, Jennifer, perfino io...non ci capisco più niente e non sono nemmeno nelle condizioni di ricordare cosa mi dirai, perciò cos'hai da perdere?"
"Rischio che la tua memoria riprenda a funzionare correttamente nell'istante in cui io inizi a parlare." Levi mi guarda dall'alto al basso, sbuffando. "E' tardi. Perché non dormi un po'?"
"Non puoi fregarmi sempre, Levi!" sbotto, il mio tono di voce risulta decisamente teso sebbene tremante. "Voglio sentire cos'hai da dire!"
"No, Siena." come ha già fatto in passato, afferra le mie mani a mezz'aria, bloccandomi come una scema. "Non stavolta. Non posso parlare."
"E se ti dessi un motivo per farlo?"
"E cosa potresti fare, sentiamo? Come pensi di convincermi?"
"Così." approfitto delle sue mani già intrecciate alle mie per azzerare la distanza tra me e lui e far collidere le nostre labbra.
Cosa cazzo sto facendo?
Sto baciando Levi.
Così, per l'anima del cazzo, lo sto baciando.
Ma stiamo scherzando?
E' questo il brutto presentimento che avevo, lo sapevo che sarebbe successa una cosa del genere. Non ci posso credere. Non posso nemmeno descirvere le mie emozioni perché non mi ricordo effettivamente di aver mai fatto una cosa del genere, perciò spero solo di vedere Levi al più presto per scusarmi della mia mossa avventata. La cosa veramente buffa di questa registrazione è che non doveva essere fatta, solo che per puro caso o per mia volontà, non riesco a rcordare, ha effettivamente impresso tutto nel nastro. Io ho baciato Levi. E continuo a farlo da diversi secondi ormai. Le sue mani hanno allentato la presa sulle mie ma in compenso ora sono appoggiate sui miei fianchi, mentre i suoi occhi continuando a restare socchiusi probabilmente intenti a capire cosa diavolo mi stia prendendo. Se potessi vorrei sotterrarmi in questo momento. 
Quando ci stacchiamo, dopo quasi un minuto, i suoi occhi sembrano scrutare attentamente i miei: "E' questo il tuo modo di convincermi?"
Annuisco, mantenendo probabilmente un'espressione seria - di fatto non lo so, nell'inquadratura sono di spalle.
"E va bene, allora." Levi prende un respiro, sedendosi sul letto. "La telecamera è spenta e tu non ricordi niente, no?"
Mi siedo accanto a lui, rivolgendo il mio viso di fronte a me e quindi sono finalmente visibile alla videocamera. Devo ammettere che sto sorridendo come una stupida, ora: "Vuol dire che ti ho convinto?"
"Solo perché ci sono queste due condizioni." borbotta, rivolgendosi poi verso di me con un'aria vagamente stordita. "Allora, sei pronta? Ira è--"

Premo velocemente il pulsante di pausa, spegnendo la telecamera subito dopo. Sento il mio viso in fiamme, se non ci fosse Kid di fianco a me probabilmente farei un pensierino sulla finestra che dà proprio sul cortile. Un volo di otto piani dovrebbe bastare, no?
"L'hai...fermata?" la voce del biondo è confusa, anche se sembra essere contento di ciò che ho appena fatto.
"E' giusto così." rispondo, allontanando l'oggetto da me. "Levi credeva di dirmelo in modo che io oggi non ricordassi più nulla, ma vedendo questo nastro scoprirei tutto e lo ricorderei. Sarei solo una bugiarda se sapessi tutto e continuassi a negare, per non parlare del fatto che non riuscirei più a comportarmi normalmente sapendo che praticamente tu, Jennifer, Ira e Levi siete coinvolti in qualcosa di sicuramente più grande di me."
"Sei una ragazza saggia, e questo ti fa onore." Kid appoggia la guancia sul palmo della mano, guardandomi con un sorriso strano. "Per tutta questa faccenda noi dipendiamo da lui, perciò non possiamo dire niente. Non so perché te l'abbia detto, comunque...sapeva di correre un rischio."
"Non credevo che fossi coinvolto anche tu."
A dire la verità, la cosa un po' mi delude. Speravo finalmente di aver trovato una persona senza segreti, e invece scopro che anche Kid è legato alla storia di cui non so ancora niente. Non è colpa sua se è in mezzo, ma in qualche modo è come se sentissi di dover prendere le distanze da tutti quanti in questo momento per questo motivo. Sto solo facendo una gran confusione e non so più da dove iniziare a rimettere in ordine.
"Mi dispiace." i suoi occhi castani si rattristano appena. "Ma vedrai che man mano che lui vedrà in te una persona su cui fare fiducia, tutto si farà sempre più chiaro. Ne sono convinto."
"Io e lui non siamo, diciamo...amici per la pelle, ecco. Non andiamo molto d'accordo."
"Non ti saprei dire il nome di una singola persona che sia andata d'accordo con Levi fin da subito." Kid scoppia a ridere da solo, trascinando leggermente anche me. "Però sono sicuro che vada già un po' meglio dall'inizio. Insomma, se non l'hai notato sei stata tu a baciarlo."
Le mie orecchie sembrano andare a fuoco nel giro di qualche istante: "Non sapevo cosa stavo facendo!" mi difendo, notando come la mia voce diventi acuta quasi fino a far ridere.
"Se fossi in te andrei a chiarire il malinteso dato che sembri vagamente preoccupata."
"Hai ragione." afflitta, mi trascino in piedi e tiro un sospiro. Non so se vergognarmi di più per tutte le cazzate che ho sentito nei video o per l'ultima registrazione che ho visto. Spero solo di trovare Levi al più presto: ho fin troppe domande da porgli. "Lui, insomma...cosa ti ha detto in merito a ciò che ho fatto?"
"Premettendo che ci siamo visti di sfuggita questa mattina, non mi ha detto molto." anche Kid si alza in piedi, sgranchiedosi le gambe. "Mi ha solo raccontato a grandi linee quello che è successo ma non mi sembrava particolarmente scosso o imbarazzato. Sapeva meglio di chiunque altro la tua condizione momentanea."
"Che casino." sbatto la mano al muro, lasciando cadere la testa all'indietro. "Non ci sto capendo più niente."
"Benvenuta nel mondo."
Lancio un'occhiataccia ironica al biondino: "Ah-ha, che ridere. Facile parlare quando hai sempre vissuto qui in mezzo."
"Abbastanza facile. Anche se, ormai," mette un braccio attorno alle mie spalle, assumendo un tono quasi pauroso. "Dovresti aver capito che è meglio non etichettare le persone prima di averle conosciute."
"Sei inquietante quasi quanto Levi."
Se ne esce con un sorriso divertito, girandosi verso di me per farmi l'occhiolino: "Siamo fatti della stessa pasta, alla fine. Sono solo un po' più vivibile di lui."
  
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