Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
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Autore: John Spangler    23/04/2017    4 recensioni
Alla fine della Ribellione di Robert, Stannis Baratheon salpò verso Roccia del Drago con l'incarico di eliminare gli ultimi Targaryen. Ma prima che lui arrivasse, questi riuscirono a scappare. Ma cosa sarebbe successo se fosse arrivato un pò prima? Scopritelo leggendo questa storia, un AU in cui Daenerys Targaryen è cresciuta sotto la protezione di Stannis Baratheon, e dove suo fratello Viserys è diventato un Guardiano della Notte.
Genere: Angst, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Traduzione, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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NOTA: Questa storia non è mia. E' stata scritta da silverandviolet, che mi ha permesso di tradurla in italiano. Ecco un link alla versione originale: https://www.fanfiction.net/s/11218946/1/What-the-Storm-Brings

 

E ora, due parole sulla storia. Come anticipato nel sommario, si tratta di un AU in cui Stannis riesce ad arrivare a Roccia del Drago un po' prima. Questo provocherà dei cambiamenti che avranno ripercussioni su tutto Westeros. La storia ha otto capitoli, e verrà aggiornata con cadenza settimanale, o bisettimanale, a seconda dei miei impegni. C'è anche un seguito in lavorazione, e naturalmente tradurrò anche quello.

 

E con questo è tutto. Vi lascio alla lettura, e spero che sarete così gentili da lasciare un commento. Ci rivediamo col prossimo capitolo, che sarà un POV di Jon Arryn. Ciao ciao!

 

 

Quel che porta la tempesta

 

Capitolo 1: Stannis

 

Roccia del Drago era una fortezza antica, costruita grazie alle arti perdute di Valyria sulla bocca dell'elusivo vulcano Monte del Drago. Le sue stesse torri erano a forma di drago, figure di una pietra così nera che si diceva che gli antichi valyriani l'avessero presa direttamente dall'inferno. Stannis non prestava fede a queste dicerie; dopo tutto, non prestava fede a nulla che avesse a che fare con gli dei, ma anche lui doveva ammettere che erano spaventose da guardare. Non era mai stato lì, ma ricordava di aver sentito da bambino sua nonna che gliene parlava. Rhaelle Baratheon, nata Targaryen, aveva vissuto per molte lune nel castello della sua famiglia. Stannis non riuscì ad allontanare i ricordi di lei mentre giungeva in vista dei cancelli.

 

- Occupati della genia del drago.- gli aveva detto Robert tra un calice e l'altro.- La madre di quel figlio di puttana di Rhaegar, e quel miserabile di suo figlio. Sei mio fratello: salpa per Roccia del Drago e poni fine a questa guerra.-

 

E' così facile per te, fratello? Ordinare la morte di una donna di cui nostro padre parlava con affetto? si chiese Stannis. E' così facile per te, rendermi un assassino di consanguinei?

 

Ser Jaime Lannister si era occupato del Re Folle, infrangendo i suoi voti e gettando via qualunque frammento di onore avesse un tempo posseduto. Gli uomini di Lord Tywin si erano occupati della Principessa Elia e dei suoi figli. Ora era il turno di Stannis. Occupati della genia del drago, aveva detto Robert. Nessun vero uomo avrebbe fatto del male a donne e innocenti, questo lo sapeva, ma ora suo fratello era il re. Il suo dovere era verso il suo re, e Stannis Baratheon faceva sempre il suo dovere.

 

Le guardie avevano consegnato il castello. Era una notte tempestosa, ed era chiaro che non avevano voglia di combattere contro dei veterani che li superavano in gran numero. Stannis ricordò un'altra notte tempestosa di tanti anni prima e quasi rabbrividì. Cosa avresti fatto al mio posto, Padre? Il tuo sangue o il tuo signore? Ho fatto la scelta giusta?

 

Proprio come allora, stanotte un genitore stava per morire, per ordine se non per mano di un re.

 

Sto facendo la cosa giusta, Madre? pensà inutilmente, come se potesse ricevere una risposta. Stannis si rimproverò mentalmente quando si accorse di colpo che aveva di nuovo pensato ai suoi genitori. Stupido, stupido. Non possono rispondere.

 

La triste regina del Re Folle, e il suo giovane figlio. Occupati della genia del drago, echeggiò nella sua mente la forte voce di suo fratello.

 

Il vento soffiava forte sul Tamburo di Pietra di Roccia del Drago mentre lui entrava. Alcuni dei cavalieri del posto si inchinarono, ma lui non se ne curò. Codardi e leccapiedi, tutti loro. C'era un solo uomo che gli interessava: Ser Willem Darry, il castellano e un tempo maestro d'armi della Fortezza Rossa. Era stato lui a negoziare la resa.

 

- Dove sono?- chiese all'attempato cavaliere delle Terre dei Fiumi. L'uomo socchiuse gli occhi e aggrottò la fronte.

 

- Fate attenzione a come parlate a proposito delle Loro Grazie, mio signore. E' stato solo per ordine della Regina se ho acconsentito a incontrarvi.- disse.- Fosse stato per me, avremmo portato lo scontro sulle navi dell'Usurpatore.-

 

Era un lealista, allora. Come se i vostri uomini avrebbero acconsentito a combattere nel corso di una tempesta, ser, Stannis desiderò dire cinicamente. Ma questo non era il momento per simili cose, e ancora una volta il senso di colpa si fece largo dentro di lui. E' stato su suo ordine se ho acconsentito a incontrarvi, aveva detto Ser Willem. La Regina Madre era ancora viva, e gli aveva permesso di entrare nel castello. Occupati della genia del drago, erano state le parole di Robert. Se ne sarebbe andato da Roccia del Drago con il sangue di una moltitudine sulle sue mani.

 

Stannis digrignò i denti.- Conducetemi fino a Sua Grazia, allora, ser.- disse alla fine. Non sarebbe stato facile.

 

Il castello era tetro all'interno così come all'esterno. Le sue pareti esibivano arazzi appartenenti all'epoca in cui Valyria ancora prosperava oltre il Mare Stretto. Era stato l'avamposto più a occidente della Fortezza fino al Disastro. Il primo lord Targaryen di Roccia del Drago, Aenar, aveva portato qui la sua famiglia prima che i fuochi distruggessero la loro casa. L'ironia non sfuggì a Stannis. Rhaella Targaryen aveva portato qui la sua famiglia prima che i Lannister prendessero la sua casa. Sembrava proprio che Roccia del Drago fosse un approdo per esiliati.

 

Le grida di una donna lo distolsero dai suoi pensieri. Agonia, disperazione, dolore...sembravano tutti fondersi nelle pareti del Tamburo di Pietra. Davanti a lui, Ser Willem Darry si irrigidì. Mentre le grida si facevano più vicine, Stannis capì quanto fosse grave la situazione. La Regina Rhaella, pensò. E' la Regina Rhaella che grida.

 

Il che significava che le voci erano vere, ammise Stannis con riluttanza. Delle spie avevano riferito che la regina poteva essere incinta, e l'unica altra volta in cui ricordava di aver sentito grida così terribili provenire da una donna era quando la lady sua madre aveva partorito Renly. Stava per nascere un bambino. Occupati della genia del drago, sentì Robert dire nella sua mente.

 

Ser Willem entrò nella stanza per primo, Stannis lo seguì e vide una donna sul letto, i capelli argentei scompigliati e il viso contorto dall'agonia. Attorno a Rhaella Targaryen si era formata una pozza di sangue. Si ricordò come un tempo lei fosse stata l'immagine della bellezza, serenità e regalità. Ora aveva l'aspetto di qualunque altra donna che avesse partorito. Stressata, sofferente. Sola, anche.

 

Era una bambina quella che la levatrice stava porgendo attentamente alla madre, le sue grida acute e fragorose come la tempesta all'esterno. L'ultima bambina a portare il nome Targaryen, se Robert fosse riuscito nel suo intento. Piccoli capelli argentei decoravano la sua testa, e Stannis non aveva dubbi che i suoi occhi fossero di un indaco scuro.

 

L'ex regina teneva stretta sua figlia, sorridendo al fagotto tra le sue braccia e sussurrando: - Daenerys. Daenerys. Daenerys, nata nella tempesta.-

 

Daenerys Targaryen. Solo una dei bambini di cui si sarebbe occupato oggi.

 

- La principessa della pace.- mormorò Ser Willem Darry dietro di lui. Infatti, la prima Daenerys Targaryen aveva siglato la pace tra Dorne e il resto del reame anni prima. Gli dei si stavano facendo beffe di lui, riconobbe Stannis. Occupati della genia del drago, aveva ordinato Robert. Anche questa Daenerys Targaryen sarebbe stata una sorta di principessa della pace, dando inizio a una nuova era per il Trono di Spade.

 

Non per la prima volta, si chiese come avrebbe reagito l'amico di suo fratello, Ned Stark, se avesse saputo cosa aveva ordinato Robert. Il signore del nord aveva protestato aspramente per la morte di Elia Martell e i suoi figli. Cosa avrebbe detto se avesse saputo di Rhaella Targaryen e i suoi figli?

 

La donna si accorse dello sguardo di lui, e strabuzzò gli occhi. Vi era meraviglia, sorpresa, e Stannis si accigliò. La Regina Madre fece per alzarsi dal letto, ma la sua salute non glielo permise.

 

- E' meglio che riposiate adesso, Vostra Grazia.- disse timidamente la levatrice. Rhaella Targaryen scosse la testa, lo sguardo ancora fisso su di lui.

 

- Steffon.- sussurrò. Oh, pensò Stannis. Pensa che io sia Padre. Sentì il disagio e l'esitazione dentro di sè.

 

- Non sono Steffon, Vostra Grazia.- rispose rigidamente, ma Rhaella non lo sentì. Lo stava guardando in un modo strano, sinistro.

 

- Steffon.- ripetè la Regina Madre.- Oh, cugino, mi avevano detto che eri sotto assedio, ma sapevo...sapevo che qualcuno sarebbe venuto, e tu l'hai fatto.-

 

Sentì un nodo formarglisi in gola. Nessuno ha mai detto che somiglio a Padre. Stannis si voltò verso Ser Willem, che lo stava guardando storto. Stava mormorando qualcosa di stranamente simile a "andate da lei". Senza parole di fronte a una donna delirante, si sentiva parecchio fuori posto e confuso. Allora, Ser Willem parlò più forte.- Andate da lei.- lo spronò, con un'occhiata assassina.

 

Stannis lo fece.

 

- Il mio nome è Stannis.- disse alla regina.- Stannis Baratheon. Il secondo figlio di Lord Steffon.-

 

Lei scosse la testa, girandosi di nuovo verso la bambina tra le sue braccia. Cullando gentilmente la piccola Daenerys Targaryen, disse: - Baratheon...Baratheon...certo, il figlio di mia zia Rhaelle...mio cugino Steffon...-

 

La donna stava iniziando ad irritarlo. Proprio non riusciva a capire che lui era Stannis, non Steffon? Si guardò disperatamente attorno. Che ci faceva in quella stanza? Avrebbe dovuto cercare il ragazzo, il figlio del Re Folle. Che ci faceva lì con una donna impazzita e la sua figlioletta?

 

La regina tornò a fissarlo, il volto carico di disperazione, preoccupazione e paura.- Steffon.- disse. Stannis si sentì impotente.- Steffon, devi proteggerla. Promettimelo, caro cugino. Proteggila...e sii gentile con lei, sì. La mia Daenerys. Mia figlia.-

 

Non si era mai sentito così fuori dalla realtà. Proteggerla da chi, Vostra Grazia? Ancora ricordava quando lui e Robert avevano accompagnato il loro padre ad Approdo del Re. "Oh, Stannis, sei il figlio del mio caro cugino, devi chiamarmi zia Rhaella, ovviamente", gli aveva sorriso. Zia Rhaella, ti ricordi di me? Lo sai cos'è successo fuori da queste mura? Lo sai perchè sono qui, chi mi ha mandato?

 

All'esterno il tuono crepitò. Occupati della genia del drago.

 

- Promettimelo, Steffon.- gemette Rhaella Targaryen, alternando lo sguardo circospetto tra Daenerys e la levatrice che la teneva in braccio.- Proteggila, e anche il mio Viserys. Oh Ser Willem, dov'è il mio ragazzo? Deve vedere sua sorella, ovviamente.-

 

Stannis guardò l'anziano cavaliere farfugliare e scusarsi, per poi lanciargli un'occhiata di avvertimento. Lo sa, pensò Stannis. Sa perchè sono qui. Sa cosa sto per fare.

 

- Non le resta molto tempo.- gli disse la levatrice, come se avesse dovuto significare qualcosa. Per lui, significava soltanto un Targaryen in meno di cui occuparsi.

 

Ricordava un'altra donna, dai capelli d'argento e gli occhi viola. Nonna, si chiese, sai cosa mi è stato detto di fare? Fuori, la tempesta infuriava. Cosa avresti fatto al mio posto, Padre?

 

- Promettimelo, Steffon.- insistette la Regina Madre.- Proteggili, ti prego...-

 

Proteggerli da chi? Me stesso? Mio fratello, il nuovo re?

 

Quando poi arrivò il ragazzo, le lacrime agli occhi, Stannis si sentì ancora di più a disagio. Non dovrei essere qui.

 

- Viserys.- disse Rhaella Targaryen.- Figlio mio, ecco tua sorella. Daenerys.-

 

La levatrice incoraggiò il ragazzo e lui si fece avanti, muovendo gentilmente la mano verso la bambina. Stannis ricordò di aver fatto così un tempo, quando sua madre aveva partorito Renly. Dall'altro lato della regina, vide Ser Willem rabbuiarsi per la sua confusione. Disapprovazione. Disgusto. Sdegno.

 

- Dovrai essere un buon fratello per lei.- disse la Regina Rhaella a suo figlio. Il ragazzo stava piangendo.

 

- Madre! No! Devi restare! Non puoi lasciarci soli! No, Madre!-

 

Ho mai pianto così? pensò Stannis. Ho pianto così quando la Orgoglio dei Venti è affondata e i miei genitori hanno perso la vita?

 

Non lo ricordava. Era rimasto a fissare la scena che aveva davanti, mormorando le preghiere che gli aveva insegnato il Septon. Aveva invocato il Padre, la Madre, il Fabbro, la Vecchia, la Vergine, il Guerriero, lo Sconosciuto. Gli aveva chiesto di risparmiare i suoi genitori. Ma così essi non avevano fatto, e Steffon e Cassana Baratheon erano affondati con il resto della nave.

 

Dopo di ciò non aveva più pregato. Nè pianto.

 

Stannis fu riportato alla realtà dalla voce pressante della cugina di suo padre.- Cugino, devi proteggerli. Viserys, e mia figlia. Daenerys. Li proteggerai, vero? Non lasciare che gli sia fatto del male. Promettimelo, caro cugino. Promettimelo.-

 

Non sono tuo cugino, avrebbe voluto dire Stannis. Sono suo figlio. Non sono Steffon, sono Stannis.

 

La donna stava perdendo troppo sangue. La sua fine era vicina. Il suo sguardo cadde sui bambini, la neonata Daenerys, e Viserys, di sette anni. I figli del Re Folle, sussurrò una voce stranamente simile a quella di Robert. I tuoi cugini, disse un'altra. Occupati della genia del drago, ricordò. La madre di quel figlio di puttana di Rhaegar, e quel miserabile di suo figlio.

 

Occupati di loro, non uccidili. Probabilmente per Robert era lo stesso. Stannis pensò a suo padre mentre parlava alla donna che aveva ora davanti, ricordando quando da bambini scorrazzavano per la corte di Re Aegon V. Devi chiamarmi zia Rhaella, aveva detto durante il regno di suo marito. Ora suo marito era morto, e il primogenito di suo cugino sedeva sul trono.

 

Lo sai che cosa mi hai chiesto di fare, Robert? chiese all'immagine di suo fratello che aveva in testa.

 

Il ragazzo, la bambina e la donna sembravano tutti guardare verso di lui, aspettando la sua risposta. In un angolo, Ser Willem lo guardava storto, e la levatrice si agitava per l'impazienza.

 

Sono tuoi parenti, sibilò una voce nella sua testa. Devono morire, sibilò un'altra.

 

- Proteggili, cugino.- aveva detto Rhaella Targaryen.

 

- Promettimelo, cugino.- ripetè adesso.

 

Non sono tuo cugino, avrebbe voluto dire. Sono l'uomo che è stato inviato ad occuparsi di voi. Per salvaguardare la dinastia di mio fratello; per fare in modo che nessuno si raccolga dietro tuo figlio. Non sono Steffon. Non sono mio padre.

 

Ma non era nemmeno suo fratello.

 

Occupati della genia del drago, aveva detto Robert. Occupati di loro, non uccidili.

 

Non è in questo che consiste il dovere, si rimproverò. Trovare scappatoie.

 

Stannis poteva vedere sua madre ora, mentre parlava con la regina, entrambe con i loro figli neonati in braccio. Era stato una luna prima del loro viaggio verso le Città Libere. Renly Baratheon e Viserys Targaryen, cugini di secondo grado, e la Regina Rhaella aveva deciso che in futuro avrebbero potuto crescere insieme. Lady Cassana era stata un pò esitante. La corte era un posto pericoloso, soprattutto dopo Duskendale. Tuttavia, aveva sorriso e annuito. - Come i nostri mariti.- aveva detto.- Come i nostri mariti.- aveva annuito la regina.

 

Gli innocenti morivano sempre in una guerra, questo lo sapeva. Donne, bambini, tutti morivano quando il massacro imperversava nel reame. Era così che andava il mondo. Lo aveva imparato nel modo peggiore, rintanato dentro Capo Tempesta per quasi un anno, a morire di fame mentre gli uomini del Re Folle banchettavano fuori dalla fortezza. La popolazione del castello era calata gradualmente, ma lui non aveva mai pensato di arrendersi. Renly, piangendo, gli diceva di chiedere del cibo agli uomini all'esterno, ma Stannis non aveva mai nemmeno considerato la cosa. Robert gli aveva detto di difendere la loro casa, non di perderla. E aveva fatto proprio quello prima che il maledetto Ned Stark arrivasse a interrompere l'assedio.

 

- Steffon.- lo aveva però chiamato la Regina Rhaella. Cosa aveva sperato di ottenere entrando così nel castello?

 

Erano suoi parenti, lo sapeva. Erano minacce per il regno di suo fratello, e sapeva anche questo.

 

Ma la morte non è l'unico modo per eliminare una minaccia.

 

- Lo proteggerai, vero?- gli aveva chiesto un'altra donna tanto tempo fa. Sul molo, prima di salire su una nave. Renly era un bambino all'epoca, ma Stannis aveva fatto una promessa a sua madre.- Lo farò.- aveva detto con fermezza.- Lo farò.-

 

La donna morente, il bambino che piangeva, la bambina neonata. Non avevano mai avuto un ruolo nella guerra. Non avevano commesso alcun crimine; nessun rapimento e nessun omicidio.

 

Per cosa stanno morendo, allora? Per essere nati col cognome Targaryen? Per essere parenti di uomini folli?

 

Stannis pensò al contrabbandiere che aveva lasciato sulla sua nave, le cui falangi aveva mozzato per le sue attività illecite subito dopo averlo nominato cavaliere per aver salvato Capo Tempesta.- Sei un uomo crudele.- gli aveva detto sdegnato Robert dopo averlo saputo. Stannis aveva stretto i denti.- No, sono un uomo giusto.- aveva risposto.

 

Che razza di uomo giusto farebbe una cosa del genere?

 

Occupati della genia del drago, erano state le parole di Robert. Occupati di loro, non uccidili.

 

Lo sguardo di Rhaella Targaryen si incrociò col suo. Perdonami, fratello, pensò.

 

- Promettimelo, cugino.- gli aveva chiesto la donna. Sapeva cosa doveva fare.

 

- Lo prometto.- rispose Stannis.

  
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