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Autore: missgenius    23/04/2017    1 recensioni
Raccolta di drabbles Sifki. Perché non importa dove o quando, chi si appartiene si ritroverà sempre.
LokixSif
OOC
Genere: Fluff, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Loki, Sif
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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A svegliarlo dal sonno leggero in cui era caduto dopo la conversazione notturna con Sif fu la mano leggera di sua madre.
"Loki, tesoro... "
Per un attimo ritornò a quando era piccolo e Frigga veniva a svegliarlo per andare a scuola.
Poi aprì gli occhi e si ritrovò in una camera d'ospedale e Sif distesa sul lettino. Gli eventi del giorno prima ritornarono prepotenti tra i suoi ricordi.
Si massaggiò la faccia, sotto il sorriso preoccupato di sua madre.
"Che ore sono? " sussurrò. Sif dormiva ancora e non aveva intenzione di svegliarla.
"Le nove...sono venuta per darti il cambio. Va a casa a farti una bella doccia e cambiarti. Riposa qualche ora. Sei molto provato anche tu."
Avrebbe voluto protestare, ma sapeva perfettamente che aveva ragione. Erano più di 24 ore che era seduto al capezzale di Sif e iniziava ad avvertire la stanchezza aggravata dalla mancanza di sonno. E sua madre era l'unica persona di cui si fidava ciecamente per lasciarla al suo posto a vegliare su di lei.
Si alzò dalla sedia sgranchendosi.
"Va bene, ma torno fra un paio d'ore. Chiamami appena si sveglia, o se dovesse succedere qualcosa."
Frigga annuì contenta che il figlio non avesse fatto storie.
"Sta tranquillo, ci penso io."


Loki entrò a casa e si diresse quasi ad occhi chiusi dentro la doccia. L'acqua calda sciolse la tensione accumulata sulle spalle e gli permise di riflettere su tutto quello che era successo.
Aspettavano un bambino!
Ancora non riusciva a crederci. A mente fredda la cosa non era poi così tanto inaspettata. Non era stato programmato, ma era pure vero che negli ultimi tempi non erano stati esattamente "attenti". Era una cosa rimasta nell'aria, un tacito consenso da entrambe le parti a provarci. Ed ora... Ora che esisteva... Il solo pensiero che forse non ce l'aveva fatta il suo piccolino... Doveva essere forte per Sif, ma lì, da solo, sotto la doccia si permise di essere debole e di lasciarsi andare a un pianto di sfogo per tutta la paura e l'ansia che aveva.

Quando si diresse in camera per vestirsi si meravigliò; la loro stanza era intatta per come l'avevano lasciata 48 ore prima. Per lui era cambiato un mondo. Sembrava una vita fa. Prese un borsone e raccolse le cose che supponeva potessero servire a Sif per quella lunga settimana. Nel cassetto della biancheria, sotto i completi intimi, trovò 3 test di gravidanza. Tutti e tre colorati di un'allegra stanghetta rosa. Li osservò col cuore in gola.
Voleva ridere e piangere nello stesso momento.
Lui padre.
Un figlio, una parte di sè combinata ad una parte di Sif. Qualcosa di meraviglioso e sconvolgente, di prezioso quanto fragile, qualcuno che avrebbe avuto bisogno di lui, per cui avrebbe dovuto essere un padre.
Sarebbero stati una famiglia, lui sarebbe stato un padre.
Una parola che non gli rimandava ricordi piacevoli.
Ma avrebbe potuto cambiare tutto. Lui o lei sarebbe stata il suo voltare pagina, chiudere definitivamente col passato. E Sif? Oddio, lei sì che sarebbe stata una madre meravigliosa. La sua donna, la sua metà, l'essere che più amava in questa terra, che trasportava un germoglio di vita.
Qualcosa di loro.

Qualcosa che avevano creato insieme.
Qualcosa di assolutamente bello e perfetto.
Si buttò sul letto ancora sfatto.
"Dio, ti prego, fa che sopravviva." mormorò al soffitto chiudendo gli occhi.

Entrò nel corridoio dell'ospedale e venne travolto da una cascata di urlanti ricci rossi.
"Ziooo!! Siamo venuti con la mamma e papi perché la zia si è fatta male e le stanno facendo passare la bua e io la volevo vedere tanto tanto, sai, così le portavo l'orso Bobi che lui mi fa passare sempre il male al pancino quando ho la bua, ma il dottore antipatico mi ha detto che sono troppo piccola per vedere la zia, ma io gli ho detto a lui che sono grande! Ho già così!" e mostrò orgogliosa 4 ditina paffute.
Loki non aveva capito un'acca del discorso della bambina, ma nondimeno era felice di vederla.
Poco più in là comparve suo padre.

"Clint."
"Ciao Loki." prese Alexis in braccio, che gli circondò subito il collo con Bobi al seguito.
Lo guardò, pensando se lui avrebbe avuto questa sensazione.
"Mi dispiace per Sif. Non posso credere che fino a due notti fa era a casa nostra e adesso... "
Loki annuì.
"Sì riprenderà, Loki. È forte."
"Sì, è solo che bisogna superare...l'impatto." mormorò stanco.
Clint si avvicinò e gli mise una mano sulla spalla. Non lo aveva mai visto così tanto stremato e svuotato. Ogni vecchio rancore svaporava nella pena che gli faceva. Anche lui aveva passato lo stesso calvario, quando per un pelo non aveva perso Natasha a Budapest in una sparatoria inaspettata. Ma in quel caso Nat non era ancora sua moglie e di certo non era incinta.
"Per adesso ci sono tua madre e Natasha con lei. Ma chiedeva di te. Dovresti andare. Ha bisogno che tu le stia vicino."


Una settimana dopo

Non era certo di aver mai provato una tale ansia e paura come quelle che provava in quel momento.
Il dottore li aveva fatti accomodare sopra il lettino per l'ecografia interna ed era uscito lasciandoli da soli per qualche minuto.
Sif gli strinse più forte la mano che non aveva mai lasciato da quando si era alzata dal letto.
"Loki, ho paura."
Avrebbe voluto dire qualcosa per farla stare meglio, ma la verità era che controllava a malapena la tensione che provava.
"Anche io." La guardò negli occhi cercando di abbozzare un sorriso.
Rientrò la ginecologa. Preparò il tutto in un silenzio carico di nervosismo.
Posizionò il sondino e attesero per un tempo che parve infinito.
Non si sentì nulla.


Pov Sif

Furono settimane difficili quelle immediatamente successive al raschiamento.
Amavamo quel piccolo esserino, e lo volevamo, anche se era inaspettato.
Perdere il nostro bambino fu un vero e proprio lutto, ed impiegammo un po' per elaborare la cosa.
Loki mi fu vicino, e credo che sarei impazzita senza di lui. Ci facemmo forza a vicenda.
Di fondo c’era il dolore e, a secondo dei giorni e dei momenti, si avvicendavano la tristezza, l’agitazione, la collera, il senso di colpa.
A volte c'erano lunghe notti che passavo a piangere abbracciata a lui.
 Se fossi stata più attenta, se avessi ritardato, se fossi rimasta a casa...
Tutto quei se che non facevano altro che alimentare il dolore, ed erano solo i forti abbracci e le dolci parole di Loki che mi riportavano alla realtà.

Con il trascorrere del tempo, la situazione migliorò. Piano piano il disagio e le emozioni negative divennero sempre meno frequenti e più gestibili.

Giorno dopo giorno il dolore si trasformò fino a diventare qualcos’altro: non più struggimento e disperazione, ma ricordo, nostalgia, accettazione.

Non avevo dimenticato il mio bambino quando un giorno, quasi con paura, mi ritrovai a vomitare con Loki che mi teneva i capelli. Non lo avevo dimenticato nemmeno quando ci ritrovammo davanti la farmacia, mano nella mano, per ricomprare quel test.
Un bambino perso, non è perso per la sua mamma. Lei lo custodisce per sempre, al sicuro, nel suo cuore.

Ma adesso c'era qualcun altro che reclamava la mia attenzione.






Loki cercò di non urlare dal dolore quando all'ennesima contrazione Sif gli stritolò la mano così forte che era certo sarebbe diventata nera. Quando finì riprese fiato e allentò la presa. Le massaggiò dolcemente la zona lombare in modo meccanico, come gli aveva detto di fare l'ostetrica da quando erano entrati cioè circa due ore fa.
Non aveva detto granché, Sif voleva il silenzio assoluto, e anche volendo, per tutto ciò che stava vedendo, ed era certo che non l'avrebbe mai più dimenticato, non era certo di riuscire a parlare e stare in piedi contemporaneamente. E dire che si era sempre fatto fregio del suo sangue freddo e della sua lingua d'argento.
Sif era lì tutta sudata e ansante che seguiva precisa i comandi dell'ostetrica, concentrata al massimo nell'impresa che da millenni non finiva mai di sorprendere e meravigliare.
La nascita.
Passarono interminabili minuti quando finalmente l'ostetrica disse che si vedeva la testa.
Loki affacciò un attimo ma subito si ritirò nel suo angolo di visuale sicura.
Poi fu tutto un momento sfocato.
Uscì la testa fra le urla di Sif e dopo un minuto la sua bambina era poggiata al petto della madre.
Non riuscì nemmeno in quel momento a dire nulla.
Le urla della sua piccolina gli riempirono le orecchie e il cuore.
Iniziò a piangere senza che riuscisse a registrare che lo stava davvero facendo.
Sif l'aveva presa e messa vicina, baciandole la testolina, e anche se era viola e appiccicosa, fu sicuro di non aver mai visto niente di più bello in tutta la sua vita.
Forse tutta la sua vita, ogni suo respiro, era servito solo per arrivare a lei.
La sua creatura, che aveva una testolina fitta di capelli neri e gli assomigliava così tanto che ne ebbe quasi paura. Abbracciò Sif, baciandole la fronte, il viso, le labbra, guardandola come una dea, per la meraviglia che aveva appena compiuto.
"Grazie. Ti amo. Vi amo con tutto me stesso."

Forse fu in quel preciso momento della sua vita che capì davvero il significato della parola amore.
 
 
 
 
 
Angolo dell'autrice (che sono io!)
Capitolo davvero difficile per me, non sapevo fino all'ultimo come sarebbero andate le cose e ho lasciato semplicemente che la storia si scrivesse da sola. Però, dai, alla fine spero che tutti siano rimasti contenti! Spero che vi sia piaciuta, e vi prego, anche voi lettori silenziosi, lasciate un pensiero. Questa 'storia' all'interno della storia è stata davvero qualcosa di molto importante per me, è stato inatteso quanto voluto.
Inoltre per quanto riguarda i pensieri di Sif ringrazio il forum di una psicologa che tratta questo tema, purtroppo ho vissuto indirettamente una cosa del genere e so che non importa quanto piccolo possa essere, l'amore c'era e rimane.
Grazie ancora a tutti, e spero di risentirci presto con la continuazione di questa raccolta.
Un HiddlestonHug a tutti!
  
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