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Autore: hapworth    24/04/2017    0 recensioni
«Ehi, mammoletta... Tu cosa vuoi fare da grande?» gli aveva poi chiesto sprezzante, mentre Mel si avvicinava a Adrien e gli tirava la manica, probabilmente dicendogli di non considerarlo ulteriormente.
[Jake/Adrien] ~ Storia scritta postuma per il contest “Christmas Game – Puzzle Time” a cura di Fanwriter.it!
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: AU, Kidfic | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Rubami l'anima'
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Ovviamente questa cosa doveva essere scritta in tempi brevi e, invece, dopo mille ripensamenti circa chi-cosa-perché-come scrivere... Eccola. La shot è l'ultima delle nove che dovevano essere scritte per un'iniziativa natalizia, quindi niente. Sono lenta come poche insomma, ma si sapeva.
Non ho niente da dire, dato che è una AU per stessa scelta del prompt e quindi, sebbene sia Jake che Adrien sono bambini che presumibilmente diventeranno ciò che sono nel loro universo, la storia è comunque ambientata in un altro contesto, seppure sempre uguale a livello temporale. Per mio stesso volere la loro differenza d'età non è così ampia - seppure non mi sia soffermata sull'età di Adrien che, presumibilmente, ha sei anni. E niente, vi auguro una buona lettura!

By
athenachan


Storia scritta postuma per il contest "Christmas Game - Puzzle Time" a cura di Fanwriter.it!
Puzzle Fluff. Nono pezzo: "Children!AU"

Indagini precoci

«Voglio diventare un poliziotto!» la voce squillante del piccolo Jake era risuonata per tutta la mensa: aveva ancora una voce infantile, malgrado avesse già sette anni e i suoi capelli biondissimi cominciassero a sembrare più castano chiaro, che non biondo nordico.
«Meglio fare l'astronauta!» il piccolo Mel lo guardava con disprezzo, e Jake sapeva che era perché il suo papà era un uomo cattivo, della peggior specie, una persona dallo sguardo torvo e il linguaggio colorito, che sua madre non apprezzava per niente, tanto che spesso era stato rimproverato, visto che lo considerava un amico all'asilo.
«L'astronauta lo vogliono fare tutti, persino quella mammoletta!» indicò un bambino che se ne stava in disparte, dagli occhi grandi e blu e i capelli neri. Sembrava una femmina e Jake, per i primi giorni di scuola, lo aveva considerato tale, almeno fino a quando Paul non gli aveva fatto notare che i vestiti che indossava non erano per niente carini.
Era da quel momento che aveva preso a trattarlo male; lo aveva fatto perché orgogliosamente non voleva accettare di aver scambiato un bambino per una bambina. Adrien non diceva nulla, si limitava a subire i suoi insulti, probabilmente perché non lo reputava abbastanza intelligente per rispondergli o prestargli particolare attenzione e questo lo faceva arrabbiare ancora di più.
«Ehi, mammoletta... Tu cosa vuoi fare da grande?» gli aveva poi chiesto sprezzante, mentre Mel si avvicinava a Adrien e gli tirava la manica, probabilmente dicendogli di non considerarlo ulteriormente.
Adrien sollevò i suoi grandi occhi chiari, osservandolo appena, prima di rivolgere la sua attenzione a Mel e abbozzare un timido sorriso, scuotendo la testolina.
«Lo scrittore.» rispose e, sebbene fosse piccolino di statura e avesse il fisico gracile di una bambina, la sua voce risultò molto più forte e determinata di quella di Jake, mentre incurvava appena le labbra in un sorriso orgoglioso e fiero.
Jake si ritrovò a corto di parole e si imbronciò, mentre Adrien seguiva Mel verso la stanza dei giochi, dove potevano andare una volta finito di mangiare il pranzo, in attesa che riprendessero le lezioni.
Guardò indeciso il suo piatto vuoto per qualche secondo, prima di scendere dalla sedia e andare verso la stanza dei giochi anche lui; una volta sulla soglia cercò di individuare i due bambini e li trovò alle prese con le costruzioni.
Adrien stava costruendo qualcosa di alto - probabilmente una torre - mentre Mel doveva essersi messo a costruire un castello, dato il perimetro ampio che aveva cominciato a preparare.
Inghiottì a vuoto, dicendosi che non aveva paura di affrontarlo, né si sentiva inferiore a quella mammoletta di Adrien, ma mentre si avvicinava – e lo sguardo rissoso di Mel si sollevava su di lui – sentì quasi venir meno le sue intenzioni; ma durò un attimo. L'attimo che impiegò il bambino dagli occhi azzurri per sollevare il suo, di sguardo, confuso e un po' intimidito. Stringeva le dita intorno alla sua costruzione, come per proteggerla da eventuali rappresarglie – non sarebbe di certo stata la prima volta che Jake distruggeva qualcosa di suo – ma per quella volta il bambino dai capelli chiari non sembrava avere cattive intenzioni.
Si sedette di fronte a Adrien, allungandogli un pezzo di costruzione.
Il bambino dagli occhi chiari lo fissò in silenzio, mentre Mel strabuzzava gli occhi.
«Vattene via!» aveva detto Mel poi, schiaffeggiandogli la mano con il pezzo di costruzione – che era caduta contro le ginocchia di Adrien, mentre Jake ritirava la mano offesa. «Mi hai fatto male.» Ringhiò, pronto alla lotta. «Te lo meriti!» Aveva risposto prontamente Mel, anche lui pronto a saltargli addosso per fargli male.
Fu allora che Adrien si mosse, scavalcando la sua costruzione e avvicinandosi a Jake, prendendogli la mano arrossata sul dorso dallo schiaffo ricevuto poco prima. «Ti fa male?» domandò. Jake arrossì appena, sorpreso e intimidito da quella vicinanza improvvisa – era la prima volta che lo toccava. Aveva le mani piccole e la carnagione chiara, gli occhi azzurri enormi.
Scosse velocemente la testa. Adrien sorrise sollevato, tendogli tuttavia ancora la mano nella propria; era tiepida contro la sua. «Adiren cosa fai! Ci tratta sempre male.» Aveva detto Mel, cercando di attirare l'attenzione del bambino, che tuttavia volse appena lo sguardo a lui, scuotendo piano la testa. «Ma è buono.» mormorò, facendo indispettire Mel, che si alzò calciando via le loro costruzioni e correndo dall'altro lato della stanza, arrabbiato. «Come vuoi! Non ti voglio più bene!»
Adrien abbassò lo sguardo, colpito da quelle parole e Jake avrebbe giurato di vederli lucidi, ma non stava piangendo. «Tu sei buono. Solo che io non ti piaccio.» annunciò Adrien, come se fosse un dato di fatto.
Jake si sentì in colpa, come quando la mamma gli dava uno schiaffo perché le aveva risposto male. «Vuoi... Diventare mio amico?» domandò, sorprendendo per primo se stesso.
Ed era proprio quello, il problema: non aveva mai avuto il coraggio di avvicinarsi per chiedergli una cosa così semplice, impaurito dal fatto che... Gli piacesse tanto, quel bambino. Molto più di tutti gli altri e gli faceva paura quella cosa, tanta paura. Ma Adrien aveva un sorriso dolcissimo sul viso e gli occhi azzurri grandi e le mani tiepide. «Penso che voler fare il poliziotto sia davvero un sogno fico.» sussurrò Adrien, stringendo la sua mano. Jake arrossì. «Anche lo scrittore è un sogno fico. Potresti scrivere delle mie indagini, eh? Quando saremo grandi.»
L'abbraccio stretto che Adrien gli regalò, gli scaldò il cuore più di qualsiasi cosa bella gli fosse mai successa prima. Ed era davvero fantastico, sentirsi così per la prima volta.


Fine
   
 
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