Libri > I segreti di Nicholas Flamel
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Autore: JKEdogawa    24/04/2017    0 recensioni
"Io non dovrei esistere.
Dovrei essere morto e sepolto dal 1608 e invece sono qui, che cammino sulla terra come tutti gli homines di questo misero mondo.
E ora ho anche il Codice di Abramo!
Dopo secoli finalmente è in mano mia, pronto a scatenare il suo immenso potere e far ritornare gli Antichi Signori... se non fosse per quel dannatissimo moccioso!
Flamel ha giocato bene le sue carte: ha trovato i possibili gemelli leggendari e uno di loro ha avuto l'ardire di rubare le ultime due pagine del prezioso Libro. Ma me la pagheranno, oh, se me la pagheranno.
Per fortuna non tutto è andato male. Ho catturato Perenelle e l'accompagnerò personalmente ad Alcatraz, imprigionata insieme alle peggiori creature della Nuova Generazione e guardata a vista dalla Sfinge. Aiutato dalle Morrigan e da Bastet non avranno alcuno scampo, se solo anche Jeanne mi desse una mano. Ma quell'impiastro di mia figlia vuole prendere il Codice per distruggerlo e uccidermi. Uno s'impegna tanto a crescere prole non sua e il risultato è un erede degenere. Per toglierla di mezzo assieme al suo nuovo amichetto devo chiedere più aiuto del previsto, ma ho alcune Oscure conoscenze da risvegliare...
John Dee"
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, John Dee, Nuovo personaggio, Sorpresa, Un po' tutti
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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John Dee non rimase particolarmente sorpreso quando la ragazza si bloccò a pochi centimetri dal suo naso.
La conosceva abbastanza da poter dire di aver fatto le scelte giuste, prima tra tutte quella di crescerla come sua figlia prima che come sua allieva. Certo, non aveva valutato subito la possibilità che Jeanne ricordasse, ma era pur sempre una donna giovane, e come tutte donne giovani aveva la tendenza a seguire il cuore prima che il cervello, finendo per mandare in confusione entrambi con buona pace del dottore.
Le abbassò il braccio delicatamente e l'abbracciò mentre, come ogni volta che aveva tentato di ucciderlo, scoppiava a piangere non sapeva nemmeno lui bene per cosa. Si pentiva del gesto? Si malediceva per non essere arrivata alla conclusione?
Non aveva ancora trovato una risposta, sapeva solo che erano quelli i momenti migliori per trattarla da membro della famiglia e non da nemica. Gli attimi più adatti per attirarla nuovamente dalla sua parte.
« Su su.» disse pattandole delicatamente la testa« Non è nulla, non è nulla. Mi hai dato prova un'altra volta delle tue straordinarie capacità.» trattenne un “Che quello stafilococco di Nicholas stava per distruggere e non ha saputo sfruttare”« E sono straordinariamente orgoglioso di ciò. Ora torniamo a casa e dimentichiamo tutto, coraggio.».
« No.» rispose la ragazza asciugandosi gli occhi e allontanandolo con straordinaria delicatezza« Io non verrò con te, mai più.».
Fece partire un rampino e schizzò verso l'uscita più veloce e al contempo più insicura delle altre volte.
« Tornerai.» disse l'uomo, anche se non sicurissimo che Jeanne fosse riuscita a sentirlo« In fondo mi vuoi uccidere.» e scoppiò a ridere.
*******
« Assolutamente!» rispose con fierezza prima di girarsi verso l'improvviso rumore di motore che si sentì partire dal molo« Pazza incosciente!» urlò Jack capendo che si trattava della giovane “scienziata”, come amava definirsi a Jeanne, poi pensò “Non posso inseguirla e lasciare il Libro a Dee... che faccio!?” i dubbi lo attanagliavano e questo era puro divertimento per la sfinge, che lo avvertiva, anche se non sembrava avere intenzioni bellicose nei suoi confronti.
« Potresti sempre prendere le pagine che ti servono. Senza di esse il Libro sarebbe inutile e Dee non potrebbe farci nulla, dico bene?» il mostro si alzò a sedere e si grattò dietro l'orecchio come un gatto qualunque, poi si leccò la zampa ed iniziò a passarla sulla testa per lavarsi« E dato che sei stato così gentile e fiducioso potrei anche accompagnarti sulla terra ferma.».
« Ti ringrazio, ma non voglio che tu indispettisca Dee, fai il tuo lavoro.» sorrise e prese due pagine dal libro, poi dopo aver accarezzato amorevolmente la sfinge si fiondò verso il motoscafo.
Arrivò dunque sulla costa di San Francisco. Una idea gli passò per la mente. Era saggio portare con se le pagine del codice di Abramo? No decisamente no. Decise quindi di nasconderle e un edificio lo colpì.
Fort Mason Center per l'arte e la cultura sembrava fare al caso suo. Entrò guardingo evitando le guardie e poi quatto quatto riuscì a trovare una piccola nicchia dietro la statua di un personaggio storico che in quel momento non riconosceva. Sgraffignò dunque una busta di plastica dove vi erano le indicazioni per l'edificio per mettere le pagine del codice dentro ad essa, poi le nascose dietro ai mattoni rimettendoli infine al loro posto per non destare sospetti. Uscì dunque tranquillo e il più impassibile che poteva dileguandosi nel buio della notte.
*******
Si fermò ansimando solo una volta sicura di essere molto lontana. Aveva preso la barca di Dee, in una sorta di sfida personale, e aveva raggiunto la terra ferma fondendone il motore a causa della troppa energia rilasciata all'interno, poi si era nascosta in una cupa stradina nella periferia di San Francisco cercando di riprendere il controllo.
Teneva mani e piedi ancorati a terra rilasciando elettricità a causa dello stress accumulato. Tensione, rabbia, autocommiserazione per non essere riuscita nel suo intento.
In nessuno dei suoi intenti.
« Lo sai? Anche un bambino al primo mese di addestramento ti troverebbe ora, ritieniti fortunata che Dee ha altro a cui pensare.» si avvicinò alla ragazza« Ora vuoi restare lì in eterno a compiangerti o cerchi di reagire “Thundergirl”?» ridacchiò pronunciando quel soprannome.
Per tutta risposta Jeanne alzò la mano e gli sparò un fulmine contro senza controllare che lo avesse colpito o meno.
« Non rompere.» ringhiò senza alzare lo sguardo« Non sono in vena di scherzi al momento.».
« Sei proprio matta direi.» era incolume dato che, aspettandoselo, aveva già preventivamente caricato l'energia dell'elemento Terra creando una sorta di scudo usando il manto della strada« Punto primo non serve che te la prendi con me, punto secondo non sottovalutarmi, mi hai visto usare il fuoco, di cui sono maestro, ma conosco anche le altre tre magie elementali... ah già ma per te non è magia... dai alzati.» allungò la mano girandosi però dall'altra parte.
« Ti concentri sulle molecole della strada che sembrano muoversi, ma semplicemente le spingi alla moltiplicazione, portandole a proteggerti con la forza del pensiero.» rispose senza muoversi« Per prima scusa, è stato un gesto istintivo.».
« A me non va di parlare di scienza, e comunque se reagisci così d'istinto con tutti allora non avrai nessun amico... ma forse nemmeno ti interessa. Senti qui siamo ancora esposti, ma so dove andare se vuoi seguirmi. Dopotutto trovare qualcuno pronto ad affrontare John Dee non è cosa da tutti i giorni.» sorrise sincero.
« Le persone a cui mi affeziono muoiono.» si alzò asciugandosi gli occhi nella maglia e soffiandosi il naso in un fazzoletto che buttò nel cassonetto lì accanto« Ma dato che per il momento non mi stai particolarmente simpatico posso anche azzardarmi a seguirti.».
« Peccato, tu invece mi sei simpatica. Non ho mai visto una pazza scagliarsi allo sbaraglio contro uno come Dee.» scoppio a ridere« Su seguimi, dobbiamo prendere la metro.» si incamminò a passo sostenuto.
Lo seguì guardinga:« Vivendo con lui si scoprono tante cose, ad esempio che la scienza serve solo a distrarlo, ma la cosa migliore sono gli attacchi fisici.».
« Molto interessante.» sorrise sedendosi sui sedili della metro. In quel momento il vagone era completamente vuoto, fatta eccezione per una vecchietta che, appisolata, teneva la testa vicina al finestrino« Ah quando arriveremo a destinazione ecco... non spaventarti ma... il mio maestro è una persona, come dire... allegra, eccentrica.» rise piano piano fissando la giovane donna« Sai che per essere la figlia di Dee sei troppo carina? Ah già, ma non lo sei di sangue...»
A tale complimento arrossì, poi si fece più seria e tenne lo sguardo basso:« Ci sono diverse cose che mi associano a lui, per mia fortuna il sangue non è tra queste.» scosse la testa a scacciare pensieri nefasti« Comunque, stavi parlando del tuo maestro? Che tipo è?».
« Che tipo è? Beh schietto, burbero, brontolone, insomma un vero rompipalle. Però è uno dei migliori sulla piazza... a parte il carattere. Beh il resto è inutile dirtelo, non renderei comunque l'idea, solo non spaventarti quando lo vedrai, è un po'... grosso, ecco!» sorrise in modo strano, quasi sapesse che la visione dell'uomo avrebbe spaventato Jeanne.
« Ci siamo!» scesero alla decima fermata, ormai lontani dal centro di San Francisco.
« Seguimi» disse Jack incamminandosi per un viale dove, in fondo, si poteva scorgere una casetta in stile coloniale piccola e graziosa« Maestro! Sono io, Jack, abbiamo ospiti!» cominciò a urlare avvicinandosi alla casa. Di lì a breve sull'uscio della porta si presentò un uomo mastodontico. Sembrava un giocatore di rugby, alto minimo due metri e venti per un quintale e mezzo di peso distribuiti tutti nei possenti muscoli che brillavano nella luce delle torce elettriche del pergolato. I capelli rossi rame come gli occhi che sembravano tizzoni ardenti.
« Dannazione Phoenix! Quante volte ho detto di non chiamarmi maestro! Sono Prometeo!» tuonò burbero il gigante.
Jeanne non sembrò particolarmente sorpresa dalla visione. Alzò leggermente gli occhiali e disse con fare serio e deciso:« Lei è come Ecate, giusto?».
Sbigottito da tale reazione, Jack rimase a bocca aperta come un pesce lesso a boccheggiare incredulo, cosa che le fece particolarmente piacere.
« Uhm... attenta la ragazzina, ebbene sì sono come Ecate, un Antico Signore, nonché creatore dei Primi Homines. Ma questa è una storia troppo lunga. Che ci fai tu qui con il mio allievo? E poi questa puzza... John Dee!» fisso Jeanne con gli occhi di fuoco, quasi la volesse incenerire all'istante.
« Ammetto di aver vissuto con Dee un po' di tempo.» spiegò la ragazza senza scomporsi. Avendo già avuto a che fare con Antichi Signori sapeva bene che era meglio non mentire« Ma allo stato attuale è mio nemico come lo è di voi. Almeno a detta della torcia umana qui accanto.» indicò Jack con un rapido gesto del pollice.
« Ma io non ho...» iniziò il giovane, ma Prometeo lo zittì con la mano.
« Uhm, mi piaci sei sincera, ma ancora non capisco che ci fai qui...» disse l'uomo.
Jack s'inchinò:« Mae... Sommo Prometeo l'ho portata io qui, vedesse come ha affrontato Dee! Con che caparbietà e capacità! Se davvero ne è nemica... beh i nemici dei miei nemici sono miei amici... o quantomeno alleati... questo ho pensato.» sì grattò la testa imbarazzato mentre il dio soppesava le parole pinzandosi il pizzetto che copriva il mentone squadrato.
« Toglieremo il disturbo non appena avremo ideato una strategia d'attacco e riposato un po', se ce lo concedete. Promesso.» disse Jeanne rimanendo eretta. Gli occhi non si scostarono dall'uomo, resi ancora più vivi dalla nuova rabbia che si era accesa dentro di lei nei confronti del patrigno e dal rispetto che sentiva per Prometeo. L'Antica Razza aveva personaggi che l'avevano aiutata in diverse occasioni come tanti che l'avevano solo usata. Il gigante le dava l'impressione di appartenere alla prima categoria.
« Capisco... sì te lo concedo.» nonostante l'aspetto burbero il sorriso che fece Prometeo fu dolce e caloroso« Jack mostrale le stanze...».
« Subito!» rispose il mago che si fece seguire dalla giovane donna scortandola fino a una cameretta piccola ma ben arredata con un fine mobilio in legno bianco in stile coloniale e il letto matrimoniale a baldacchino« Prego... ah ti avviso dovremo condividere il letto, il mio è stato portato via ieri per essere sostituito.» in realtà stava bluffando ma voleva vedere la reazione di Jeanne, nascondendo con estrema bravura le risate che gli salivano per l'eventuale imbarazzo provocato nella ragazza, anche se era poco sicuro che ciò accadesse visto il suo comportamento fino ad allora.
« Nessun problema, ho già dormito con altri uomini prima di adesso.» rispose la ragazza senza tradire imbarazzo« Dipende tutto se per te non è un problema.».
Come volevasi dimostrare” sospirò Jack tra se e se, poi disse:« No, nessun problema, ci mancherebbe, però sei una bellissima donna, spero di resistere alle tentazioni.» scoppio in una risata cristallina« Scherzo, scherzo, ho visto quanto sei forte con la tua... “scienza” non mi permetterei mai di allungare le mani e poi non solo per paura di ritorsioni, prima di tutto per rispetto.» sorrise dolcemente« Allora i pigiami sono in quel cassetto, ce ne sono per entrambi i sessi, me ne passi uno per cortesia? Taglia L.» rimase in attesa dopo averle indicato un comò.
« Certo...» aprì il cassetto tranquilla, ma fece un balzo indietro finendo in braccio al ragazzo e stringendolo spaventata.
   
 
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