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Autore: Sarandom    25/04/2017    3 recensioni
[SPOILER SEASON 11] (Destiel e Saileen)
Timeline: Amara ha ucciso Lucifero e con Chuck sono andati via. Dio torna da Dean, Sam e Cas, gli toglie il lavoro da cacciatori, ma qualcosa li ha seguiti. Mentre si apprestano a formare una vita normale, c'è chi dovrà fare i conti con il passato.
E tutte quelle lettere a Dio sono scommesse
E tutte quelle lacrime oggi sono promesse
Io sono un cazzo di soldato senza una guerra
Ed esito, barcollo ma non mi ci vedi a terra
E rido perché so che tornerò ad amare ancora
E urlo a chi vorrà ascoltare
Che “solo” è solo una parola
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Castiel, Claire Novak, Dean Winchester, Sam Winchester
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
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O.

Autori: Sarandom e Feathers

Pairing: Castiel x Dean, Sam x Eileen, nuova coppia
Genere: Introspettivo, drammatico, sentimentale
Rating: Arancione
Timeline: Amara ha ucciso Lucifero e con Chuck sono andati via. Dean, Sam e Castiel hanno continuato a cacciare, ma Dio torna e da qui un nuovo inizio.
Warnings: Slash, Het, Spoiler, What if, Lime


 

 

 

Che loro ci credessero oppure no, Chuck era tornato.

Loro non riuscivano a ricordare nessuna conversazione con lui, anche se, a quanto sembrava, aveva tolto loro un bel peso dalle spalle.

E sì, aveva ristabilito una sorta di pace nel mondo, dato fiducia e scopi agli angeli guidati da lui e gli arcangeli assemblati di nuovo.

I demoni furono lasciati in pace - impegnati con i loro contratti - ed avevano un ricordo lontano sull’aver dato referenze a Crowley per dirigere l’Inferno, definitivamente.

Era un nuovo, ordinario, mondo e una nuova, diversissima, pacifica realtà.

Una nuova vita alla quale anche loro, adesso, avrebbero dovuto abituarsi.

 

*

                

7 Ottobre 2020

Giorni dopo dal nuovo incontro con Chuck, i Winchester si ritrovarono senza un lavoro, senza più carte false, senza armi – a parte il vecchio pugnale di Ruby.

Chuck li aveva interrotti durante un caso, togliendo perfino il problema di mezzo. Il bagagliaio dell’Impala era completamente vuoto, se non per la ruota di scorta e le valigie, con il necessario per i loro spostamenti..

Provarono a tornare al Bunker, ma non riuscirono ad aprirlo: la chiave non funzionava più.

Chuck fece trovare loro alcuni oggetti personali - altri vestiti, le foto di famiglia, alcuni libri di Sam e i CD di Dean davanti alla porta del garage.

Erano riusciti a sistemarsi e anche quella casa era stata loro portata via. Non sapevano ancora come sentirsi esattamente, se non irrimediabilmente spaesati, privati di un punto di riferimento.

«Cas? Non è che puoi chiedere al tuo vecchio di mostrarci la strada per un posto dove andare a dormire? Si è per caso dimenticato di averci tolto tutto e  non solo la caccia?» gli domandò Dean una mattina, mentre stavano prendendo un caffè per colazione e un frullato per Sam,  il quale,  nel frattempo, faceva da contabile per le ultime risorse finanziarie che gli restavano.

Cas non rispose, notando il pungente sarcasmo.

«Con quello che ci rimane, possiamo alloggiare per almeno una decina di notti, un bel po’ di carburante e... purtroppo per te Dean, basta con pub e hamburger. Ti convertirai all’insalata.» disse Sam.

Dean roteò gli occhi. «Ricordami di ringraziarlo, ancora.» si rivolse di nuovo a Castiel.

«Diglielo tu, sai come si prega.» gli uscì male, così male che anche Sam lo osservò – diversamente da quelle volte in cui abbassava lo sguardo, sogghignando, durante una delle loro liti. L’angelo si alzò da tavola, lasciò il caffè lì e si avviò verso l’uscita.

Dean lo guardò, fece per dire qualcosa, ma si passò una mano sulla bocca.

«Che aspetti?» fece Sam dopo qualche secondo, in tono di rimprovero.

«Era una battuta, ormai è diventato bravo a capirle.» tentò di giustificarsi il maggiore.

L'altro finì il suo frullato e si diede una leggera manata in fronte, sbuffando. «Sei…sei giorni, che non fai altro che lamentarti di questo. Frecciatine continue, cosa c’entra lui con le scelte di… Dio?»

Dean alzò le mani in segno di resa, annuendo col capo. «Va bene...va bene» Si alzò dalla panca, e seguì l'angelo fuori, mentre Sam si dirigeva alla cassa, sospirando.

«Salve, due caffè e un frullato.» Sorrise alla giovane cassiera.

«Mi scusi?» Si sentì chiamare alle spalle. Si girò e mise a fuoco un elegante uomo sulla quarantina dalla barba brizzolata, che gli porgeva un biglietto: «Le è caduto.»

Sam guardò il signore e poi il biglietto. Non lo aveva mai visto prima. «No, non è mio.» Sorrise.

L'altro si strinse nelle spalle.

«Beh, ho visto che le cadeva proprio adesso dalla tasca.»

Sam lo fissò in allerta, diede urgentemente un'occhiata attorno. C’erano solo clienti occupati a mangiare nei tavoli della sala interna.

«Grazie, allora» lo liquidò, mostrandogli un altro sorriso abbagliante ed analizzando il foglietto bianco.

Prese lo scontrino ed uscì.

 

*

 

Intanto, Dean aveva raggiunto Cas alla sua auto; il moro si era appoggiato alla portiera del conducente e stava sorridendo al telefono, che teneva in mano.

Quando sentì la presenza di Dean, Castiel tornò serio: «Cas... perché te la prendi così tanto? Sono... battute idiote, sai come sono fatto.» disse Dean, a fatica.

Castiel sospirò.

«Chi era?» Accennò al cellulare.

Cas non riuscì a controllare il piccolo sorriso sghembo che gli increspò il viso. «Claire.»

Dean alzò un sopracciglio «Oh... va meglio?»

«Le ho... raccontato il motivo per cui non ci siamo visti l’ultima volta. Ha chiesto a Jody e, se vogliamo, qualche giorno possono ospitarci.»

Dean schiuse le labbra, frullando le ciglia. «Aspetta, le hai… le hai detto di Lucifero?»

Cas si voltò a guardarlo, appena allarmato. «Non potevo?»

Dean si accigliò: «No… certo che-in effetti sono passati anni…» si fermò e sospirò «Mi fa piacere saperlo... perché non cel’hai detto?»

Cas tornò a fingere di concentrarsi sullo schermo. «Volevo farlo da solo.» rispose.

Dean annuì, e rimasero in silenzio per molto tempo, uno a fianco all'altro.

«Prometto di non fare più battute irritanti... okay?»

Cas lo guardò e condivisero uno di quei loro soliti sguardi intensi che li fece rilassare e rientrare in sintonia, fino a quando Sam non li raggiunse.

«Hey, tutto apposto?»

«Sì.» rispose Castiel, mettendo via il telefono.

«Riconoscete per caso... questo?» Sollevò il biglietto da visita, e tutti e due lo osservarono, gli occhi a fessura.

Era rettangolare, con una scritta oro centrale, che recitava: “Freedom, New Hampshire”,  non c'era nessuna scritta sul retro.

«Non ne ho idea, a dir la verità...» ammise Dean, girandosi verso Cas che scosse il capo a sua volta.

«Neanche io.»

Sam cercò sul portatile la località sul biglietto e venne a sapere che distava due ore e mezza da dove si trovavano loro - Albany St, Boston.

«Non so perché» mormorò Castiel. «Ma ho l'impressione che sia importante...»

I Winchester si consultarono con uno sguardo veloce. «Beh, se lo dice lui... assecondiamolo.» disse Dean.

 

*

 

I tre decisero di andare a dare un’occhiata: il giorno seguente si alzarono all’alba e si allontanarono ognuno con la propria auto, mentre Castiel li seguiva.

Trovarono una strada tranquilla, era uno dei giorni in mezzo alla settimana e non era neanche ora di pranzo.

Verso le undici esatte, notarono il cartello bianco con una grande scritta dorata: “WELCOME TO FREEDOM” e a Dean scappò uno sbuffo divertito: «Non si può negare abbiano umorismo.» disse.

«Ricorda di andarci cauto, potrebbe avermelo passato chiunque.» lo avvertì il fratello, riguardando il biglietto con aria sospetta.

Dean fece manovra non appena vide un grande parcheggio laterale ed indicò a Cas di fare lo stesso dallo specchietto retrovisore.

Scesero e fecero per avvicinarsi ad una piazza circondata da alberi alti e frondosi. Stavano per fermarsi in un bar per prendere un caffè, ma qualcuno sbarrò loro la strada.

«Salve, ragazzi» una donna di mezza età li apostrofò con una voce squillante; aveva l'aria di conoscerli già. Indossava una divisa da cameriera rosa e il grembiule bianco. «Come è andato il viaggio?»

Sam e Dean si guardarono e Castiel la squadrò, incuriosito.

«Ci conosciamo?»

Lei fece un sorrisetto divertito sul viso roseo e grinzoso. «Non ci siamo mai visti, ma so chi siete»

«Certo.» rise Dean e fece per continuare a camminare, ma la donna lo fermò con una gentile stretta sul braccio, «Vi stavo aspettando, sono un messaggio da Chuck.»

Dean si immobilizzò, gli occhi verdi spalancati, e Sam fece un passo avanti: «Conosce Chuck?»

«Non sono l’unica!» rispose pronta, stringendosi allegramente nelle spalle.

Ci furono un paio di secondi di silenzio, gli uccellini cinguettavano dai rami degli alberi rendendo l'atmosfera degna di quel nome.

«Si può sapere che diavolo di posto è questo?» chiese Dean, guardandosi intorno sospettoso.

«Un posto per ricominciare.»

Detto questo, la donna girò i tacchi e si allontanò, ma poi si fermò e si voltò. «Allora?»

Dean, Sam e Castiel optarono per seguirla.

La signora li ospitò nella locanda dove lavorava ed offrì loro qualcosa da bere e da mangiare, poi si sedette accanto a Castiel e di fronte ai fratelli.

«Ho ricevuto una lettera dove mi si chiedeva di aspettarvi al parcheggio ad un’esatta ora... ed eccovi qui.»

Dean era sempre più scettico, come suo solito e Sam iniziò a fare le sue solite domande tranquille.

«Come mai ci troviamo qui?»

«Perché Dio ha voluto così.» rispose semplicemente la signora, la fede scintillante negli occhi scuri.

Dean rise e bevve un sorso del suo caffè.

«Non ci credi?» chiese lei.

«Penso solo… che sia assurdo.»

«Dopo tutte le cose che avete passato, come farebbe questo ad essere più difficile da credere?»

«Ha ragione. E’ uno dei suoi modi» disse Castiel, gli occhi fissi sulle proprie mani incrociate sul tavolo.

Dean si girò verso di lui, piccato, ma Cas non osò sollevare il capo scuro.

Il maggiore dei Winchester preferì cambiare discorso. «Quindi... adesso cosa dovremmo fare? Trasferirci qui. Senza un lavoro, senza una casa... e tutto andrà bene?»

«Non so quanto andrà bene, ma potrete trovarvi un impiego e un posto dove vivere. E’ una città molto aperta... Freedom.» fece una pausa e sorrise al suo thè fumante. Rimase per qualche secondo così, e poi i suoi piccoli occhi curiosi percorsero i visi dei tre. «Accogliamo chi ha bisogno di una seconda chance... qui.»

 

*

 

La maggioranza del paesaggio di Freedom era dominata da alberi che rendevano l'aria profumata e piena di foglie svolazzanti dai diversi colori gialli e rossicci dell’autunno inoltrato.

Cadevano a terra colorando l’asfalto o la terra delle numerose aree verdi.

Tutto era calmo, anche fin troppo calmo per Dean, il quale si guardava attorno, smarrito.

Per una volta, Sam dovette riconoscere che gli atteggiamenti di suo fratello erano praticamente identici a quelli di Cas, normalmente, in quel momento.

Quanto a quest'ultimo, camminava accanto al suo protetto a passo di lumaca, fermandosi di tanto in tanto per osservare bene i negozi, le strade e la gente di quel posto in cui avrebbe dovuto prendere dimora. Non sembrò dispiacergli, anzi, un’aria quasi felice lo attraversava mentre passava davanti a vetrine particolarmente colorate di chioschi di dolci, di animali - dove toccò con il dito il vetro di una cuccia di un cane.

Dean non sembrava per niente affascinato, si fermava quando lo facevano il fratello e l’amico, senza dare particolare attenzione a cosa stessero guardando, finché non trovò articoli da pesca in una bottega ad angolo, accanto ad un negozio di abbigliamento. Quest'ultimo era molto boschivo, infatti la vetrina era piena di camicie a quadri, maglioni con disegni e giacconi pesanti per l’arrivo dell’inverno.

Dean restò solo a sbirciare da fuori, poi Sam e Cas lo notarono e si scambiarono un’occhiata, per poi affiancarlo ed entrare.

Dean si imbarazzò girandosi verso la strada, ma Sam gli chiese qualcosa.

«Hey Dean! Non hai più la tua canna, te ne prendo una nuova, vieni a sceglierla.»

Così il maggiore fu costretto ad entrare, e ne uscì mezz’ora dopo con un intero set pronto per pescare che sistemarono in auto.

Si era fatta ora di pranzo così decisero di tornare alla locanda per chiedere informazioni a Margareth sulle abitazioni.

«Caspita, quanto appetito hai... è da anni che non mangi?» disse la donna, rivolta a Dean, dopo che il biondo divorò in un solo boccone metà panino e una manciata di patatine.

Lui la guardò come sorpreso sul fatto e fece un mezzo sorriso, continuando poi a mangiare ed evitando di strozzarsi mentre beveva la birra.

«Volevamo chiederti dove possiamo cercare…casa» le domandò Sam bonariamente, dopo aver condito il suo pollo alla piastra.

Castiel aveva una piadina nel piatto, che mangiucchiava mentre parlavano.

«Oh certo, ragazzi. Allora, questa parte è molto commerciale, quindi non vi conviene se non siete abituati agli schiamazzi. Nella centrale, prendendo il bivio a sinistra, troverete le scuole e locali notturni, dall’altra parte più verde e più silenzio. Solo d’estate arriva il circo e allestiscono un piccolo parco giochi. Ci sono asili, elementari, medie e superiori nella centrale e d’estate è sempre pieno di studenti, ma non disturbano.»

«Direi di andare lì a controllare» disse Sam, rivolto a Dean e Castiel, i quali annuirono.

 

*

 

Dopo una decina di chilometri passati ad ammirare, veramente, solo campi colorati ed alberi enormi sovrastarli, iniziarono a vedere in lontananza delle case. Parcheggiarono accanto all’entrata di un parco, dove sentirono l’acqua scrosciante di un ruscello poco distante e notarono la grandezza delle case. Tutte su due piani, con la mansarda, box e cantina anti-tornado, molte di esse provviste di giardino anteriore e posteriore.

Videro famiglie e coppie camminare ai lati della strada o giocare nel giardino adibito con scivoli e altalene.

Ad un certo punto, notarono una casa proprio davanti a loro: il tetto spiovente rossiccio la faceva sembrare imponente, le mura erano biancastre e l'albero accanto al casolare sfiorava la finestra con un ramo. Sembrava abitata da poco o per niente, a differenza delle altre che avevano il giardino ben custodito, questo era più simile ad una sterpaglia, ed alcuni scatoloni facevano la loro comparsa sulle scale ed accanto alla porta della cantina.

«Dici che è abbandonata?» domandò Sam.

«Potremmo chiedere.» rispose Dean, continuando a mostrare disinteresse guardando il vicinato.

All'improvviso, la porta d’ingresso si aprì e il viso di Sam fu attraversato da un cruccio, ma solo fino a quando,  poi, non riconobbe la persona che ne uscì.

La vide scendere giù per le scale, lenta e leggera, gli occhi scuri e vivaci controllavano negli scatoloni.

Il minore dei Winchester fu proprio il primo ad essere riconosciuto dalla ragazza.

Sam mosse qualche incerto passo nella sua direzione, ritrovandosi esattamente ad un metro di distanza da lei, con Dean e Castiel che lo seguirono poco dopo.

Dean sbirciò il fratello per un secondo, poi di nuovo. «Sam,  ma... la conosciamo, vero?» Schioccò impercettibilmente le dita accanto a lui, e l'altro si riscosse.

«È Eileen...» disse con un sorrisetto, senza però staccare gli occhi da lei.

Eileen guardò finalmente nella loro direzione, mentre stava evidentemente pensando a qualcosa e si immobilizzò, sorpresa.

Scese le scale e li raggiunse «Guarda chi si rivede...» disse la ragazza con una voce strana, i lineamenti dolcemente familiari si trasformarono in un sorriso.

Sam si avvicinò con titubanza e la abbracciò per qualche secondo.

«Quanto tempo.» mormorò.

Un’altra signora uscì dopo di lei «Oh! Chi siete?» fece, ma si ammutolì quasi subito, gli occhi luminosi, alla vista di Dean. «Oh, cielo!» Cominciò a scendere vivacemente le scale. «Voi qui? Ma come facevate a sapere… ci siamo appena stabilite!»

Il maggiore dei Winchester assunse un'aria imbarazzata, ma sorrise comunque al dolce ricordo di Mildred.

Cas alzò un sopracciglio quando la vecchina abbracciò Dean, stringendolo un po' troppo.

«S-sto, sto soffocando.»

Ma lei non ci badò, e continuò a ridere ed a subissarli di domande. Fu solo quando chiese: «Che ci siamo perse in tutto questo tempo?» che i due cacciatori non seppero più cosa rispondere.

«Un'enorme varietà di cose, si fidi» disse Sam, una mano che sfiorava delicatamente il braccio di Eileen, ripensando confusamente alle peripezie degli ultimi mesi.

Era così. Ogni volta che non vedevano un amico o un'amica da molto tempo avrebbero avuto centinaia di cose di cui parlare, ma la verità era che tutti quei casi, quei problemi e quei piccoli e grandi disastri si mescolavano nelle loro menti, assumendo l'aspetto confuso di una massa di avvenimenti traumatici - impossibili da raccontare.

«Sono felice di avervi incontrati di nuovo.» disse Eileen, e poi fece dei gesti in aria, sorridendo misteriosamente agli occhi confusi di Sam.

«Che... che significa?» chiese il cacciatore più giovane.

La ragazza rise, ricordando il loro primo incontro e incantando Sam senza volerlo.

Suo fratello gli diede una gomitata leggera sul fianco, come per svegliarlo da quel 'penoso' stato di trance, ma Cas fece segno a Dean di lasciarlo stare, toccandogli il dorso della mano, il che fece girare Dean verso di lui scambiando un’occhiata e il biondo roteò gli occhi.

Mildred intervenne: «Ha chiesto» mormorò lentamente «'Mi trovate diversa?'»

Sam allora si rivolse ad Eileen, la quale era in attesa di una risposta. «Ti... troviamo in splendida forma.» disse e Mildred sottolineò il concetto con un paio di gesti, facendo arrossire Eileen.

La ragazza abbassò il capo e poi decise di spostare lo sguardo altrove, notando l'evidente imbarazzo di Dean e una persona che non riconobbe, sollevò le mani in aria e fece un’altra domanda alla quale Mildred diede voce «Vero, e quest’altro bel ragazzo chi è?»

Cas sollevò le sopracciglia e Dean si voltò verso di lui per presentarlo.

«Castiel, un… nostro amico.» terminò la frase diretta a Mildred, che notò l’esitazione e la stretta alla spalla sul trench dell’amico, allentata verso la fine.

Ricordava bene come aveva lasciato Dean dopo il loro primo incontro, pensando che avrebbe avuto una ragione in più di divertimento lì,  nel capire le risposte che quel Winchester teneva nascoste...al contrario del fratello.

Nelle pupille di Dean c'era una luce diversa dalla scorsa volta, e Mildred era certa che fosse la presenza di Castiel a provocarla.

«Un altro cacciatore?» domandò ancora, impertinente.

«Lo è diventato.» rispose Sam.

«Sono un angelo.» rispose infine Castiel, guardando a terra.

Mildred ed Eileen, la quale aveva osservavo il labiale, restarono a bocca aperta.

«Un vero angelo? Hai le ali e rispondi alle preghiere?»

«Le avevo e …sì.»

Dean, accanto a lui, sorrise e questo non sfuggì a Mildred.

La donna osservò Dean, sforzandosi di incontrare il suo sguardo, e non appena gli occhi verdi del cacciatore si posarono sui suoi, la donna gli rivolse una domanda muta, alzando le sopracciglia e indicando l'angelo col mento.

Il maggiore dei Winchester rimase interdetto, o almeno, fece finta di non capire e si girò verso Cas, il quale arrossì lievemente e lo mise ancor più a disagio.

«Da quanto tempo siete qui? Resterete a Freedom?» domandò Eileen.

«Beh... è probabile... abbiamo un biglietto da visita. Dio vuole che-» rispose Cas.

«Sì, Castiel» lo interruppe Dean. «Bla bla bla. Comunque, stiamo cercando una casa. Ormai non abbiamo altro posto dove andare e ci hanno attirati qui.» aggiunse, gli occhi al cielo.

Mildred sogghignò: «Ooh, beh... chi ha bisogno di seconde possibilità o di fortuna... quando si ha un viso come il tuo?» disse, sbattendo le ciglia in maniera leziosa.

Dean nascose le labbra, evidentemente in imbarazzo. Emise un risolino, mentre Cas fissava la signora con aria un po' irritata.

Fortunatamente, il cacciatore non se ne avvide: «Non credo abbia capito di che possibilità parlo...» sussurrò nella direzione dell’angelo, a denti stretti.

La signora Mildred prese la mano grande e forte di Dean fra le sue: «Se avete bisogno di qualcosa, qualsiasi cosa... » mormorò allegra, « potete chiedere a noi. Possiamo indicarvi qualche casa graziosa ed economica allo stesso tempo, spiegarvi dove sono i posti migliori in cui mangiare un hamburger - so che tu li adori, Dean - o aiutarvi a trovare un lavoro stabile.» Poi, dopo una breve pausa, aggiunse con tono fiero: «Beh, in ogni caso, vi auguriamo buona fortuna e... benvenuti a Freedom!»

 

 

 

Angolo di Sarandom & Feathers:

Salve a tutti e grazie per essere arrivati fin qui; speriamo di avervi invogliati per continuare questa nuova avventura.

Non scrivo long da tanto dopo Many Returns, e soprattutto non nel mondo di Supernatural. Io e Flavia, dopo aver aspettato la fantasia grazie alla nuova stagione; siamo state spinte anche da un mio vecchio sogno a scrivere questa ff.

Bando alle ciance, questo è il capitolo più corto, doveva solo introdurre i nostri personaggi nella loro nuova vita, nei prossimi si stabiliranno e prenderà forma questo piccolo angolo da dedicare a loro stessi.

Abbiamo cercato di renderli il più IC possibili, speriamo di esserci riuscite!

 

Warnings: Amara non ha mai fatto apparire Mary, avremmo dovuto scrivere troppi personaggi; e per il modo in cui è stata scritta, personalmente, non sarei riuscita a fare un buon lavoro.(Sarandom)

Arriverà il problema della “stagione”, ma non subito XD

Fateci sapere cosa ne pensate! 

 

 

   
 
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