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Autore: MaDeSt    25/04/2017    4 recensioni
Non è necessario leggere il prologo ma è caldamente consigliato.
Sei ragazzini provenienti da un villaggio sperduto, cresciuti in un piccolo paradiso, ignoranti dell'orrore che li circonda, si ritrovano ad avere tra le mani sei uova di drago, di cui poi diventeranno amici... e la loro leggenda ha così inizio.
Dovranno salvare il mondo, ecco ciò che ci si aspetta da loro. Ma ne saranno all'altezza? Riusciranno a capire chi è il loro vero nemico prima che questo li distrugga?
[Pubblicazione interrotta. Non aggiornerò più questa storia su EFP, non aggiornerò i capitoli all'ultima versione, pubblicherò solo in privato per chi realmente è interessato a seguire la storia a causa di plagi e ispirazioni non autorizzate non tutelati a discapito del regolamento apparentemente ferreo. Trattandosi della mia unica storia, a cui lavoro da anni e a cui sono affezionata, non vale la pena rischiare. Chi fosse interessato a capire come seguire la storia troverà tutte le informazioni nelle note all'inizio dell'ultimo capitolo pubblicato. Risponderò comunque alle recensioni qualora dovessi riceverne, ma potrei accorgermene con del ritardo.]
Genere: Avventura, Drammatico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Dargovas'
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Il colore del titolo del capitolo corrisponde al colore della regione in cui la storia al momento si svolge, tenete d'occhio la mappa per sapere dove ci troviamo!

ANGUISH AND EXCITEMENT

All’inizio della terza settimana l’entusiasmo era tutt’altro che svanito nonostante, come gli era già stato detto, sarebbero state molto poche le materie in cui avrebbero fatto pratica al rango di Novizi. Fin dal primo giorno gli studenti si erano ritrovati a doversi arrangiare nel trovare la strada per le loro aule e ricordarsi la materia che la loro classe teneva in quale giorno e in quale fascia oraria.
Loro non ebbero grandi problemi perché Cedric dimostrò di avere tutto sotto controllo, anche se non sapevano come facesse a ricordarsi tutte quelle informazioni senza sforzo, ma molti altri studenti - non solo della loro classe che ne contava più di quaranta - si persero fin da subito sbagliando materia o piano della relativa torre, e di conseguenza entrando in aule vuote o frequentate da altre classi.
Gli insegnanti da una parte fecero il possibile per mettere gli studenti a loro agio, dall’altra al contrario si dimostrarono severi e inflessibili riguardo le regole e gli orari da rispettare; se uno studente ritardava a lezione era possibile che gli sarebbe toccata una ramanzina di fronte a tutti, un compito improvvisato, o dei compiti in più da fare per la lezione della settimana seguente.
Perciò Deala, trascinandosi dietro Vill e Gaule, ogni tanto si unì ai sei Darvileni almeno per le prime settimane, giusto per essere sicura di non perdersi.
Esplorando solo la teoria delle materie era consuetudine che gli insegnanti, oltre a parlare per conto loro, facessero leggere libri di testo in classe talvolta facendo domande pescando studenti a caso dalle file di banchi e interrogandoli, per assicurarsi che stessero seguendo, e dopo ogni lezione davano da leggere altri libri per la settimana seguente, oppure da preparare un breve saggio orale da esporre - sempre la settimana seguente, in classe davanti a tutti - o ancora davano da fare dei compiti scritti che poi sarebbero stati corretti o privatamente o pubblicamente, a discrezione dell’insegnante stesso.
Naturalmente Cedric, come già discusso, dovette fare la stragrande maggioranza del lavoro essendo l’unico in grado di leggere un testo dall’inizio alla fine e di scrivere. Quindi gli toccò leggere, prendere appunti, fare riassunti scritti che poi faceva imparare agli altri e scrivere per tutti e sei variando la calligrafia quel tanto da far credere agli insegnanti che i compiti non fossero stati scritti dalla stessa mano.
Non se la sentì nemmeno di protestare più di tanto, conscio che se non l’avesse fatto lui non l’avrebbe fatto nessun altro e i cinque ragazzini sarebbero forse stati cacciati da scuola, ma non mancò di far notare a tutti loro che avrebbero almeno potuto provare a imparare a leggere e scrivere per venirgli incontro; in effetti tutta quella pressione sfiancante non mancò di fargli tornare le crisi di nervi e sbalzi di umore ancora più repentini, improvvisi e violenti.
A rendere ulteriormente peggiore il suo umore c’era Velia, la bella ragazza Enedarea che, non contenta di aver trovato il suo gruppetto di amici - Irea Tegro e Hranda, tutti piuttosto alti o robusti, come tre guardie del corpo - sfruttava ogni occasione possibile per cercare di reclutare anche lui.
Capitava che lo disturbasse anche tre volte al giorno, o dopo una lezione o prima di sedersi a un tavolo del refettorio, e nel mentre rideva degli altri cinque prendendoli in giro forte del sostegno degli altri tre che ridevano quasi a comando, come se non avessero avuto volontà propria o, come disse Cedric un giorno, come se non avessero avuto un cervello.
Colazione pranzo e cena divennero un piacere immancabile, ogni giorno si divertivano ad assaggiare qualcosa di nuovo, sebbene nessuno provò mai i granchi neri in salsa di alghe rosse per non fare la fine di Mike, e trovarono quasi emozionante scoprire le abitudini culinarie del resto di Dargovas. Si accorsero tuttavia con non poco sconforto che non sembravano esserci pietanze tipiche del loro lontano villaggio, piuttosto semplicemente ricette tipicamente nordiche. Era sì un dispiacere, ma dall’altra parte li aiutava a non provare più nostalgia di casa di quanta già ne avessero.
Jennifer doveva prestare particolare attenzione perché, come si vide costretta a spiegare dopo aver minuziosamente ispezionato ogni piatto, era allergica alla frutta a guscio. Anche se li rassicurò dicendo che si trattava di un’allergia lieve, al massimo avrebbe avuto mal di pancia, formicolio a bocca e viso e orticaria, ma nulla di letale.
Cedric non si sbilanciava mai, tanto che Jennifer, preoccupata per la sua salute, gli ricordò che non mangiava abbastanza da compensare la fatica che faceva a studiare e fare i compiti per sei persone e per questo aveva l’impressione di sentirsi costantemente stanco nonostante poi non dormisse molto.
La sera stessa l’accontentò mangiando più del solito sebbene non volesse, giusto per farla tacere, ma alla fine finì per peggiorare la situazione: stavano per entrare in stanza di Susan, come al solito per ripassare o fare qualche compito prima di dormire, quando il ragazzo senza preavviso scappò via senza dare spiegazioni e fece appena in tempo a raggiungere il bagno più vicino per vomitare. Persino lui ammise di essere stato fortunato a riuscire a trattenersi così a lungo, soprattutto correndo, e mentre tornava indietro verso le stanze vide tutti i più giovani in mezzo al corridoio che lo cercavano preoccupati.
Quando gli chiesero cosa gli fosse preso gli rivolse un sorriso tirato e disse semplicemente di aver avuto urgentemente bisogno del bagno, senza scomodarsi a scendere in dettagli. E aggiunse che avrebbe provato subito a dormire perché si sentiva stanco, dunque senza attendere una loro risposta si avviò verso camera propria, dove si chiuse e si mise a letto senza nemmeno cambiarsi o mettersi sotto le coperte.
Si premette il cuscino sulla testa per soffocare le sue grida di frustrazione, e appena ebbe terminato lo sfogo si costrinse a tornare a respirare fissando ora il soffitto della stanza illuminata da quel maledetto globo fluttuante. Si perse seguendone la traiettoria lenta e irregolare che dava vita alle ombre di ogni oggetto facendole danzare e nel frattempo domandandosi cosa ci fosse di sbagliato in lui, e come potesse fare per cambiare.
Nella stanza accanto gli altri ragazzi non sentirono nulla, un po’ perché lui aveva soffocato le grida e un po’ perché ogni stanza era molto ben isolata; da fuori era difficile che si sentisse qualcosa senza che la porta fosse aperta.
Privati della presenza di Cedric tuttavia non poterono fare molto, quindi più che studiare cose nuove a malincuore dovettero convincersi a discutere delle lezioni tenute il giorno stesso in base a ciò che ricordavano di quello che gli insegnanti avevano detto, finché furono stanchi e si diedero la buona notte per andare ognuno nella propria stanza a dormire.

Il mattino seguente come al solito si prepararono e si lavarono con calma, e prima delle otto erano tutti pronti per andare a fare colazione, ma Cedric ancora non si era visto. Pensando che stesse dormendo rimasero ad aspettarlo con pazienza nel corridoio, davanti alla sua stanza, mentre qualche altro studente andava e veniva tra camere e bagni o già si avviava verso il refettorio - la colazione cominciava a venire servita alle sette, ma volendo i Novizi, che avevano lezione solo dopo pranzo, potevano aspettare fino alle dieci.
Vedendo che tuttavia non sembrava volersi alzare dal letto, Susan si avvicinò alla porta della camera e bussando forte disse a voce alta, per essere sicura che la sentisse: «Cedric, dobbiamo andare a fare colazione, ti stiamo aspettando! Non voglio andare là che è quasi finita!»
Tuttavia non ebbe risposta, si guardò alle spalle e ottenendo un cenno d’assenso di Layla si decise ad aprire la porta, scoprendo così che il ragazzo non si trovava in stanza. Ne rimase a dir poco sorpresa, poi subentrò il fastidio di aver aspettato in mezzo al corridoio forse mezza ora, e richiuse la porta sbattendola con stizza dando agli altri la brutta notizia.
Si avviarono verso il refettorio e lo trovarono lì infatti, già vestito e seduto al loro tavolo con un libro aperto davanti; i vassoi della colazione erano già stati portati, le bevande tenute al caldo nei recipienti di metallo o ceramica, ma lui ancora non aveva preso nulla. Evidentemente li stava aspettando a sua volta.
«Avresti potuto avvertirci che saresti venuto qui insieme ai galli.» lo rimbeccò Andrew mentre tutti e cinque prendevano posto.
Cedric alzò la testa per guardarlo e scosse le spalle per scusarsi, poi tornò ad appoggiarsi al pugno chiuso per sostenersi la testa e ricominciò a leggere.
«Perché sei venuto qui così presto? Che stai leggendo?» gli domandò allora Layla servendosi una tazza di tè.
«Mi sono svegliato e non ho ripreso sonno, così ho deciso di studiare un po’ come riassumervi la scorsa lezione di Storia.» rispose lui mestamente.
«Gentile.» commentò Layla con un sorriso tirato, poi si prese dal vassoio tutto ciò che le serviva per prepararsi una fetta di pane con marmellata di mirtilli.
«Hai già mangiato o ci stavi aspettando come noi aspettavamo te?» lo interrogò Jennifer.
«Oh, no, vi aspettavo. Non volevo svegliarvi all’alba, perciò non vi ho fatto sapere nulla.» disse Cedric, che vedendosi costretto a fare colazione insieme a loro si prese soltanto del tè senza neanche guardare cosa faceva per tenersi concentrato sulla lettura.
Non rovesciò nulla fuori dalla tazza se non altro, e i ragazzini sebbene perplessi non commentarono, concentrandosi invece sul loro pasto e cominciando a discutere animatamente di quanto la giornata si prospettasse noiosa con Telepatia e Difesa - durante le quali difficilmente avrebbero fatto qualcosa più di ascoltare gli insegnanti parlare.
Velia sfilò accanto al loro tavolo poco prima che tutti finissero di fare colazione e salutò allegramente Cedric posandogli una mano su una spalla mentre gli passava dietro, ma il ragazzo non diede alcuna impressione di essersene accorto, non reagì affatto, nemmeno si mosse. La castana non si fermò, ma Susan poté notare la sua aria irritata e fu il suo turno di ridacchiare per prenderla in giro.
Sperarono che fosse perché semplicemente Cedric non ne poteva più dei suoi tentativi di apparire splendida ai suoi occhi e invitarlo a unirsi al suo gruppo, invece era realmente alienato, immerso nella lettura, tanto da non accorgersi che lo stavano ripetutamente chiamando per tornare alle loro camere e studiare lì.
Quando finalmente lui alzò lo sguardo come se niente fosse Mike e Andrew scoppiarono a ridere, Jennifer invece gli ripeté che avevano intenzione di tornare alle stanze e infine si alzarono dal tavolo.
Cedric passò il resto della mattina in silenzio, scrivendo passivamente quello che uno alla volta i ragazzini gli dettavano per il compito di Difesa del pomeriggio, ma di nuovo non commentarono il suo umore pensoso nemmeno quando a pranzo mangiò meno del solito, finché non fu arrivato il momento di andare a lezione.
Salirono le scale della torre viola discutendo tra loro senza badare a dove si trovassero, come al solito contando sul più grande, che tuttavia li condusse in un’aula vuota. Quando aprirono la porta si zittirono all’unisono trovandosi davanti una stanza piena di banchi non occupati e sulle prime credettero di essere arrivati in anticipo, ma poi sentirono il campanile suonare un rintocco dando inizio alle lezioni. Persino Cedric per la prima volta quella giornata tornò coi piedi per terra stupito.
«Che succede?» domandò Andrew guardandosi intorno spaesato.
«A che piano siamo?» chiese invece Layla con aria severa.
«Ehm...» sussurrò il più grande sentendosi in difficoltà «Non lo so, non ci ho fatto caso.»
«E la lezione dove sarebbe?» domandò Mike, già pensando a cosa sarebbe successo una volta arrivati, perché erano in ritardo.
«Quarto.» rispose Cedric guardandosi intorno in cerca di qualcosa che gl’indicasse a che piano si trovassero.
«Sei sicuro?» fece Andrew dubbioso guardandolo di sbieco.
Fu allora che Susan si mise le mani sui fianchi e lo affrontò con aria scontrosa: «Si può sapere che hai? È tutta la mattina che sei...»
«Strano? Credevo di esserlo sempre.» la interruppe lui allontanandosi per scendere le scale a passo svelto.
La ragazzina era rimasta spiazzata dall’interruzione, ma si affrettò a balbettargli dietro a voce alta: «Beh lo sei più del solito!»
Come si aspettavano tuttavia lui non rispose e si affrettarono a seguirlo lungo le scale a spirale di corsa, fino a che giunsero al piano inferiore che era quello giusto ed entrarono in aula senza fare complimenti.
Avendo interrotto la lezione tutti li guardarono facendo piombare la stanza in un silenzio irreale, sentendosi più di quaranta paia di occhi addosso Susan e Andrew cercarono di nascondersi dietro agli altri, in imbarazzo e col cuore che pompava a mille.
«Ah, ecco i Darvileni. Cominciavo a chiedermi dove foste.» esordì Meidrea con un sopracciglio sollevato e un’aria al contempo severa e indisposta.
Qualcuno ridacchiò, e tra quelli c’era anche Velia. Non sapevano come rispondere a quell’accusa e sperarono che l’insegnante non avesse intenzione di punirli solo per qualche minuto di ritardo, rimanendo istintivamente fermi sul posto in attesa di un suo cenno per avanzare verso i loro banchi.
Inaspettatamente dopo alcuni attimi d’indecisione fu proprio Cedric a rompere il silenzio prendendosi tutta la responsabilità temendo che la donna avrebbe potuto tenere anche gli altri dopo lezione a scrivere qualcosa, e loro non sapevano farlo: «È colpa mia, li ho convinti a salire al quinto piano pensando che la lezione fosse lì.» buttò giù la prima cosa che gli venne in mente con voce flebile.
Al che gli altri cinque gli rivolsero un’occhiata palesemente incredula senza pensarci. Ma non furono gli unici, anche alcuni studenti e la stessa Meidrea lo fissarono allo stesso modo.
La donna strinse le labbra e si vide costretta a dire severamente: «Molto bene, ora chiudete la porta e sedetevi.»
«Sei impazzito? Potrebbe farti scontare una punizione adesso!» sussurrò Jennifer agitata mentre lui richiudeva la porta e gli altri si avviavano verso i propri posti; Meidrea si era già dimostrata molto severa e intransigente.
«Beh almeno io so scrivere, meglio me di voi.» ribatté lui senza ammettere obiezioni.
La lezione proseguì indisturbata per il resto delle tre ore - come si aspettavano non ci fu alcuna pratica - e alla fine Meidrea disse a Cedric di restare seduto, mentre gli altri studenti si avviavano verso l’uscita e Susan gli augurò buona fortuna, alla quale lui rispose con un sorriso poco convinto. Come prima qualche studente ridacchiò di loro e tra quelli ci fu Velia, la quale si guadagnò un’occhiataccia dalla ragazzina bionda ma non se ne curò, e Layla dovette tenere Susan ferma per le spalle perché temeva le sarebbe saltata addosso.
Nell’ora di pausa andarono a recuperare ognuno i propri compiti di Difesa e poi attesero in cortile il tempo di andare nella loro aula della torre gialla sperando che Cedric li avrebbe raggiunti, perché non ricordavano a quale piano fosse; lui avrebbe potuto distrarsi e sbagliare aula, ma se non altro se lo ricordava.
Ma alla fine dato che mancava poco all’inizio della lezione e lui non era ancora arrivato decisero di unirsi a Vill e Deala, non volendo incorrere in una punizione anche loro nonostante fossero preoccupati dal suo ritardo.
Dal canto suo Cedric non osò far notare a Meidrea che avrebbe rischiato di arrivare tardi alla prossima lezione, e lasciò l’aula soltanto quando lei glielo permise. Uscì a passo svelto ma senza correre per non sembrarle impanicato, eppure appena la porta della classe si fu richiusa alle sue spalle si precipitò giù per quattro piani di scale e attraversò tutto il cortile senza mai fermarsi, per andare a prendere gli appunti e i compiti di Difesa nella sua stanza. Poi corse di nuovo fino alla torre gialla sentendosi debole e stanco e salì di corsa le scale fino al terzo piano, dove entrò in aula ormai col fiatone e le gambe molli. Ma almeno era riuscito ad arrivare in tempo.
Andrew lo applaudì mentre qualche studente li osservava incuriosito e Layla gli chiese cosa gli avesse fatto fare Meidrea, ma lui non volle parlarne dicendo che ad ogni modo non era importante; nulla di nuovo, niente che non avesse già spiegato le lezioni scorse, soltanto parecchio da scrivere.
Se non altro Gawdi gli diede un po’ di respiro perché scelse di correggere i compiti individualmente chiamando i Novizi alla cattedra, dunque passarono tre ore sostanzialmente a bisbigliare e, quando furono chiamati, a correggere il compito dov’era sbagliato rispondendo alle domande poste dall’uomo sul momento.

Già dal giorno dopo le cose cominciarono a tornare alla normalità sebbene dedussero che Cedric si trovasse in un baratro di frustrazione mista a depressione e non parlava o non mangiava quasi per nulla, ma non venne meno ai suoi impegni nei loro riguardi e fu attento a non sbagliare più aula.
Velia, la ragazza di Enedar, continuava a dare parecchie rogne ai sei Darvileni, in particolare a Cedric perché non riusciva a capire come mai uno di Eunev volesse stare con dei ragazzini provenienti da un villaggio insignificante che sfruttavano la sua capacità di saper leggere e scrivere fino a esaurirlo.
Naturalmente nessuno di loro si era curato di spiegarle che in realtà avevano tutti abitato a Darvil e si erano conosciuti lì, ma la ragazza continuava imperterrita a chiedere al più grande di abbandonare i ragazzini e unirsi invece al suo gruppo. Dopo che lui ebbe rifiutato l’offerta per l’ennesima volta, stufa di essere presa in giro, Velia per ripicca cominciò a spargere la voce che lui fosse appunto un Amico del Corvo, col risultato che di lì in avanti alcuni studenti riservarono occhiate sinistre a Cedric, o che non si avvicinarono, o che lo tennero d’occhio scoprendo che effettivamente era davvero mancino.
Di contro anche gli altri cinque ricevettero sguardi diffidenti, perché nonostante la pessima nomea continuavano a frequentarlo, e questo lo aiutò a non lasciarsi abbattere dai trattamenti che riceveva. Se non altro gli insulti si limitavano a bisbigli alle sue spalle e niente che influisse pesantemente sul suo umore, al massimo rendendolo ancora più malinconico e taciturno del solito.
Per metterla sul ridere Andrew si autodefinì Amico dell’Amico del Corvo, al che Cedric gli rivolse un sorriso mezzo grato e mezzo addolorato, mentre Deala gli riservò un’occhiata preoccupata, ma lei continuava a non lasciarsi influenzare dai pregiudizi nonostante si facesse vedere insieme a loro meno frequentemente del solito.
Avendo fatto i compiti in settimana durante le ore di pausa, gli ultimi due giorni riuscirono a ritagliarsi qualche ora per andare a trovare i draghetti fuori Eunev nel pomeriggio, scusandosi per non essere riusciti a passare anche la settimana precedente.
Ma le creature stavano bene, sentivano la loro mancanza pur riuscendo a vivere tranquillamente nel bosco e crescevano ancora molto rapidamente. L’unico problema che riscontravano data la prolungata assenza dei ragazzi era che non progredivano con la loro conoscenza della lingua umana, ma a quello, si dissero, avrebbero potuto facilmente rimediare una volta finita la scuola; i draghi non avevano problemi d’apprendimento con l’avanzare dell’età, e se anche li avessero avuti si sarebbero presentati in non prima di trecento anni.
Gli dispiacque molto non potersi fermare più di tre ore entrambi i giorni, ma i cuccioli sembrarono comprendere la loro necessità di non dover sparire per troppo tempo dalla struttura e soprattutto di sfruttare ogni attimo libero per studiare, cercando invece di incoraggiarli come meglio potevano e starli ad ascoltare ripetere le lezioni piuttosto che giocare a rincorrerli.

Entro la fine del mese le uniche materie di cui fecero pratica oltre ad Alchimia furono Biologia, durante la quale prelevarono con fatica alcune energie dalle piante sull’ampio giardino; Guarigione, nella quale Houl propose agli studenti di scambiarsi le energie giusto per capire il funzionamento della magia; Difesa, in cui provarono a evocare piccole barriere senza che ci fosse qualcosa da cui dovettero difendersi; e Telepatia, in cui qualche volontario provò a contattare la mente dell’insegnante senza successo - i ragazzi di Darvil vedendo che nessuno era riuscito non s’impegnarono, immaginando che il loro immediato successo avrebbe destato sospetti.
Nell’ultima settimana non gli vennero dati compiti, ma solo da leggere, dunque poterono andare a trovare i draghetti tutte le mattine e parlare con loro o ascoltare insieme alle creature Cedric che leggeva di una delle dieci materie.
Mike, ora che aveva la testa più libera e che l’entusiasmo dell’inizio si era lievemente mitigato, ebbe modo di tornare a occupare i suoi pensieri con la figura di Layla; appena lei non guardava il ragazzino la fissava insistentemente, come volendosi imprimere la sua immagine a fuoco nei pensieri, e gli altri non tardarono ad accorgersene ma per evitare di scatenare liti inutili non lo fecero notare alla più grande.
Ascoltò passivamente Cedric che leggeva il processo di evocare una barriera magica nel dettaglio, mentre con la testa vagava altrove: ripensò alla prima volta che la vista di Layla gli aveva effettivamente provocato qualcosa d’inspiegabile, quando l’aveva vista praticamente svestita dagli Elfi.
Appena si accorse di cosa stesse pensando scosse la testa, dicendosi che non aveva diritto di pensare di lei in quel modo, e farlo a sua insaputa e mentre gli voltava le spalle era ancora più meschino. Ma si rese conto che da allora aveva faticato a non pensare a quell’immagine di lei quasi ogni volta che l’aveva guardata, che ne fosse cosciente o meno.
Ma che mi sta succedendo? si domandò indignato, e non si accorse di Susan che osservava la sua faccia stranita.
Qualcosa non va? gli domandò la voce del piccolo Zaffir.
Voltandosi a guardarlo scoprì che lo stava fissando coi suoi grandi occhi argentati e si costrinse a sorridergli grattandogli le scaglie della testa: Non ne sono sicuro. Indubbiamente qualcosa non va, ma non saprei dire cosa.
Sei confuso osservò il draghetto sorpreso, dato che di norma fino ad allora tutti i ragazzini erano stati in grado di dargli risposte il più delle volte, ma questa volta Mike sembrava davvero non averne una.
E infatti sospirò: Sì, parecchio. Ma anche se non lo fossi non credo vorrei spiegartelo ancora, è una faccenda complicata.
Come vuoi commentò il cucciolo, e Mike fu sollevato di constatare che non sembrava essersi offeso.
Discussero poi coi draghi delle materie animatamente, scambiandosi le proprie opinioni riguardo cosa fosse meglio continuare a studiare e cosa no non solo per interessi personali ma anche per tutto il gruppo; l’intenzione era quella di coprire il maggior numero di materie in modo che condividendo le conoscenze di tutti potessero cavarsela in ognuna e imparare pressoché tutto.
Andrew chiese persino il parere di Umbreon su che materie scegliere di portare avanti, e dopo avergli spiegato brevemente cosa studiasse ognuna di esse il cucciolo espresse la sua preferenza per Evocazione o Difesa.
E Andrew fu anche il primo a decidere quali sarebbero state le materie da scartare: Storia, Astronomia e Biologia.
Jennifer scelse di abbandonare Evocazione, Astronomia e Telepatia; Mike Storia, Alchimia e Telepatia; Cedric Evocazione, Biologia e Difesa; Layla Evocazione, Astronomia e Biologia; infine Susan decise di scartare Storia, Astronomia e Difesa.
Tornarono a Eunev con l’ansia del futuro che colmava i loro animi, domandandosi se qualcuno li avrebbe guidati nelle aule, perché non gli era stato spiegato da nessuno cosa sarebbe successo. E si addormentarono col medesimo pensiero, con la sola consolazione che anche tutti gli altri Novizi sembravano nella stessa situazione di smarrimento.

  
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