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Autore: Annika Mitchell    26/04/2017    2 recensioni
«Non fumo», si ritrovò a pensare Jenna, senza trovare il coraggio e la voce per dirlo.
Genere: Malinconico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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With a taste of a poison paradise
I'm addicted to you
Don't you know that you're toxic?




 
Toxic
 
«La verità è che mi stai simpatica», sorrise Clementine, con una strana intenzione nello sguardo, mentre della cenere cadeva sgraziatamente dalla sigaretta che teneva tra le labbra. Finì sulle sue gambe scoperte, ma non vi badò. Era seduta per terra, scomposta, a fissare i fiori appassiti posti qua e là sul terrazzo di casa. Non era casa sua, ma si comportava come se lo fosse.

Jenna abbassò la testa mestamente, sorrise imbarazzata – composta – con le spalle incassate, come a sentirsi colpevole per aver commesso un qualche crimine. Non aveva mai trasgredito nessuna regola, in vita sua, ma il solo desiderio di stare vicino a Clementine le dava quel brivido del proibito, che riusciva ad associare solo all’odore pungente del tabacco ed al tremolio delle sue labbra, quando pronunciavano una bugia.

La risata fragorosa di Clementine la fece sobbalzare.
«Che fai lì in piedi? Siediti vicino a me, te ne prego.»

Jenna obbedì, con quel sorriso accennato, in parte turbato da qualche pensiero lontano che nemmeno sapeva spiegarsi bene. Nel sedersi, mise le mani a protezione della gonna, di modo che il movimento non le scoprisse l’intimo. Clementine ne rise: la trovò buffa.

«Fuma con me».
«Non fumo», si ritrovò a pensare Jenna, senza trovare il coraggio e la voce per dirlo.

Clementine le pose una sigaretta tra le dita affusolate, che avevano lo smalto rovinato dal mare e le nocche seccate dal sole.
Studiò l’oggetto curiosa e attenta, frastornata ed elettrizzata, con lo sguardo ad esprimere disagio e confusione: come avrebbe dovuto tenerla? Tra il pollice e l’indice, come faceva Clem? O tra l’indice e il medio, come facevano nei film Western?

«Faccio io, aspetta», disse Clementine, accendendogliela, senza mai distogliere lo sguardo da lei: senza mai spegnervi la malizia.
«Eccoti», le consegnò nuovamente l’oggetto, questa volta poggiandolo direttamente sulle labbra carnose, per non lasciarle modo di pensarci troppo.

Jenna era, per Clementine, un fiore di gelsomino: bianco e puro, profumato e aggraziato; glielo diceva sempre. O forse non glielo aveva mai detto, più probabilmente.

Clementine si compiaceva, stando ai suoi racconti, quando riusciva a fare appassire i fiori con il solo gesto di sfiorarli, semplicemente.

Le labbra di Jenna sbocciarono attorno alla nuvola di fumo che espirò, avvelenandole.

Le labbra di Clementine s’incurvarono, raggianti, velenose.

«Baciami, stupida» rise divertita, sentendosi invincibile, dietro alle sue parole dal potere ammaliatore.

Con un gesto spontaneo, leggero ma deciso, le sfilò la sigaretta dalla bocca.

Con quello stesso sorriso, che celava in sé una strana luce – la stessa smania di chi si compiace a torturare le lucertole – le sfiorò le labbra dischiuse e le corruppe; il candore della sua pelle diafana s’irrorò di rosso: Jenna appassì.










 
Note a piè pagina:

Il punto è, se si possono davvero mettere i punti in queste dannate situazioni: perché nella vita ci ostiniamo a volere sempre di più, sempre oltre, al fine di condannarsi a distruggere tutte le cose belle che si hanno? Oppure, pur di non distruggere nulla, distruggiamo la nostra salute mentale. Alla fine non so proprio cosa convenga fare.
Vorrei solo fosse chiaro che la questione della purezza appassita non riguarda il fatto che le protagoniste siano due donne (che non vi venga in mente malauguratamente che io sia omofoba o similia). Intendo dire, non so in quale lingua, esattamente, che alcune persone fanno male, sono tossiche, ma ne siamo irrimediabilmente attratte, corriamo il rischio anche a costo di sfiorire e marcire.
Scrivo questo principalmente per non correre nessun rischio.
La vita è una stronza ironica. L'amore una cazzata colossale. Gli ormoni una fregatura totale.

Con esaurimento,
Ann.

 
   
 
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