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Autore: Harmony394    26/04/2017    0 recensioni
[SPOILER MASS EFFECT 3] [Finale: Distruzione]
Una porta rossa. L’HMWP è stretta tra le sue dita, pronta a far fuoco. Ha paura. Ricorda cosa si prova a morire e la sola idea la terrorizza. "Non pensare, fallo e basta!", ma le sue dita restano ferme sul grilletto, senza premerlo.
Si trova nell’occhio del ciclone. Il tempo sta finendo. Sente la mente svuotarsi. Deve farlo. È l’unico modo per dare un senso a tutto quello che ha fatto, tutte le vite che non ha potuto salvare. Guarda in alto. Un sorriso le incurva le labbra. Morirà tra le stelle. Quanti possono dire lo stesso?
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Comandante Shepard Donna, Garrus Vakarian
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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 HURRICANE
In the eye of a hurricane
There is quiet
For just a moment
A yellow sky

 


Anderson glielo aveva detto, una volta.

«Non avrai mai alcun controllo sugli eventi dell’Universo, Shepard. Affronterai le sfide che ti si porranno davanti senza sapere quali saranno le scelte giuste o sbagliate, chi perderai lungo la strada e chi rimarrà al tuo fianco. Alla fine della giornata, ciò che conta è addormentarsi consapevoli di aver fatto tutto ciò che è nelle proprie possibilità per sistemare le cose. Vai avanti sapendo che la storia ha gli occhi su di te, bambina».

E Shepard lo aveva fatto. Aveva combattuto ogni giorno per ciò che credeva fosse giusto, con rabbia e determinazione come se non dovesse vedere il domani, come se non avesse più tempo. Anderson era sempre stato lì, fermo e sicuro, la sua roccia e il padre che non aveva mai avuto. E adesso anche lui era morto.
Sono orgoglioso di te, aveva detto prima di chiudere gli occhi. Un sussurro appena percettibile nella quiete della sala, ma forte come un urlo alle sue orecchie. Shepard non aveva fatto in tempo a dirgli grazie.

Il Catalizzatore aveva assunto la forma del bambino che non era riuscita a salvare durante l’attacco alla Terra. Nei suoi occhi spettrali, Shepard poteva vedere i volti di tutti coloro che aveva amato, aiutato e visto morire. Gli occhi dell’Umanità.

Ordine e Caos. Senza l’uno, non può esistere l’altro, le dice. 

Vita.
Gli occhi azzurri di Garrus. Il suo tocco delicato sulla sua pelle. Una risata soffocata per una battuta troppo sciocca. Il suo sorriso. Non esiste Shepard senza Vakarian.
Morte.
Ashley che le urla di non voltarsi indietro, che è troppo tardi per salvarla; Mordin che affronta la morte. Dovevo essere io; la preghiera di Thane. Guidala, Kalahira; il sacrificio di Legion. Mi… dispiace. 

Entrambe facce della stessa medaglia. 

«Il tuo tempo sta finendo. Devi scegliere».

Ma Shepard non vuole farlo.
Non sceglierò nulla di tutto questo!, urla, ma le sue labbra restano serrate. Capisce che qualsiasi cosa sceglierà, questa storia – la sua storia – non avrà un finale felice. Forse questo sarebbe un ottimo motivo per piangere, ma non ci riesce. È troppo stanca.

Controllo. Sintesi. Distruzione.

Come preferiresti morire, Shepard?

Un passo. Un altro. Un altro ancora. Ha immaginato la morte così tante volte che ormai sembra quasi un ricordo. Non c’è battito, nessuna melodia. Avanza con la consapevolezza che stavolta nessuno la riporterà indietro.

Una porta rossa. L’HMWP è stretta tra le sue dita, pronta a far fuoco. Ha paura. Ricorda cosa si prova a morire e la sola idea la terrorizza. Non pensare, fallo e basta!, ma le sue dita restano ferme sul grilletto, senza premerlo.
Si trova nell’occhio del ciclone. Il tempo sta finendo. Sente la mente svuotarsi. Deve farlo. È l’unico modo per dare un senso a tutto quello che ha fatto, tutte le vite che non ha potuto salvare. Guarda in alto. Un sorriso le incurva le labbra. Morirà tra le stelle. Quanti possono dire lo stesso?    

La storia ha gli occhi su di te, bambina.

«Il mio compito era di distruggere i Razziatori, non scendere a patti con loro», le sue dita tremano, ma la presa sul grilletto è decisa. Sicura. Un sospiro lascia le sue labbra. Garrus, amore mio, prenditi il tuo tempo. Ci rincontreremo al bar. «Sono il comandante Shepard. E abbandono la trasmissione».

E il grilletto scatta.

Tutto brucia. Brucia, brucia, brucia. Come il tocco di Garrus sulla pelle, come il calore nel petto quando la stringeva al sé, come l’aria nei polmoni dopo una notte di passione. E poi è tutto rosso. Come le stelle, il fuoco, il sangue e la vita. Rosso, il colore più umano di tutti.
Chiude gli occhi. La pistola diventa un bicchiere di vino, la Cittadella si trasforma nella Normandy, le fiamme assumono i contorni di visi conosciuti, familiari: Mordin, Ashley, Legion, Thane… sono tutti lì, insieme al resto della squadra, a festeggiare la disfatta dei Razziatori, la riconquista della libertà.

Shepard alza il bicchiere. Sorride.

«Un brindisi alla libertà!».
 

 

 
Note dell’Autrice:

Da qualche giorno ho terminato il terzo gioco di Mass Effect e sono rimasta devastata come mai prima d’ora. Ho passato letteralmente tre giorni della mia vita a frignare come un cane bastonato e con la tentazione di spaccare il computer per poi buttarlo dalla finestra, ma alla fine ho deciso di fare come ogni volta che qualcosa mi colpisce scrivendoci su roba particolarmente drammatica.  
Inoltre tutta la one-shot è un tributo al musical di Hamilton – che pare costruito proprio sulla vita di Shepard –, dato che è grazie alle sue canzoni che mi è venuta l’idea per questa breve storia. In particolare, Hurricane – da qui il titolo. Se non avete ancora avuto il piacere di ascoltarlo, fatelo prima possibile!
Torno a frignare nel mio angolino e maledire la BioWare perché da quando ho iniziato a giocare ai suoi giochi la mia vita è letteralmente andata a rotoli. Sigh.

Quindi… err… I should go. (get it? ;))) )

A presto! 
 

 
 
 

 
   
 
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