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Autore: PeterPan_Sherlocked    27/04/2017    2 recensioni
"Sussultò come un bambino spaventato quando sentì le labbra di Light sulle sue, sussultò con gli occhi spalancati e la bocca serrata."
Fermo immagine su un momento, su un istante di freddo e di caldo.
"A guy like you should wear a warning,
it's dangerous, I'm falling"
Genere: Romantico, Song-fic, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: L, Light/Raito | Coppie: L/Light
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Sinner and saint'
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A guy like you should wear a warning
It's dangerous
I'm falling.

 

L rimase immobile quando Light Yagami si avvicinò a lui così tanto che poteva contare i suoi respiri. C'era qualcosa nel suo petto, qualcosa che stava per essere dilaniato, mentre i suoi occhi mantenevano il contatto con quelli del ragazzo di fronte a lui. Si costrinse a rimanere fermo, trattenendo involontariamente il respiro, come teso verso qualcosa, come in attesa, un'attesa di quelle snervanti, odiose, improvvise. Eppure non ci riuscì, il suo corpo non rispose alla sua mente quando Light gli sfiorò l'incavo della guancia con il dito: quando sentì quel tocco leggero, timido, quasi spaventato, un brivido gli corse per tutta la schiena, facendolo tremare. Non era paura, oh, lui la paura la conosceva bene, era altro, era qualcosa di cui, lo capì subito, non avrebbe mai potuto più fare a meno. Era freddo eppure bruciava come in preda alla febbre, era immobile, ma dentro di lui tutto ribolliva, era silenzioso nonostante il respiro fosse affannoso.

Cosa voleva fare Light? Tutta quella situazione era surreale. A ogni movimento poteva sentire la catena che li univa tintinnare rumorosamente: quelle manette, quel legame che era nato come bisogno di controllo, ora stava acquistando tutto un altro significato, lì nella penombra, mentre lui era accucciato sul bracciolo del divano.
Come fuori di sé si avvicinò di scatto a Light, inspirando profondamente, quasi volesse vivere dell'aria di quel ragazzo. Quella vicinanza lo stava uccidendo, quei pensieri, quell'immagine che si era stampato in testa nello stesso istante in cui Yagami lo aveva sfiorato, oh, quella era la caduta. Era fuoco dentro e fuori, le pupille dilatate, i nervi tesi, la mano corse alle labbra, in quel gesto così usuale che in quel momento diventava un invito e una difesa.
Sussultò come un bambino spaventato quando sentì le labbra di Light sulle sue, sussultò con gli occhi spalancati e la bocca serrata.
Quando il ragazzo gli forzò il bacio, costringendolo ad allentare i nervi e facendogli sentire il calore del suo respiro, labbra su labbra, per L fu come ricevere una scossa elettrica, fu come la più dolce delle torture: fu coraggio forse, ma sicuramente fu istinto quello che lo portò a mordergli con forza, quasi con violenza il labbro inferiore, spostandosi verso di lui, mentre Light sussultava sorpreso e rispondeva a quell'iniziativa andando a stringere con forza la sua vecchia maglia bianca sgualcita, tirandola come se avesse bisogno di strapparla per sentire la pelle di L.
Durò un secondo: un secondo di eternità. Sapevano tutti e due che l'avrebbero potuto rifare mille e mille volte senza mai averne abbastanza, senza mai saziarsi: bastava provare una sola volta la droga più dolce e velenosa del mondo, per non poterci più rinunciare.
Light gli passò le dita sopra le labbra già arrossate, sensibili,  mai abituate ad essere baciate, godendosi i respiri brevi e veloci di L che chiedevano di essere si nuovo bollenti, che imploravano come un tossico davanti alla propria dose.
Gli occhi rimanevano avvinghiati tra loro con la stessa intensità di come si erano avvicinati i loro corpi pochi secondi prima. Questa volta fu proprio L ad avvicinarsi, le labbra leggermente schiuse e tremanti, così dolci, come lo zucchero che quel ragazzo si ostinava a mangiare ininterrottamente, così invitanti. Eppure tentennava, quasi avesse paura di sbagliare. Fu Light a tirare la catena per trascinarlo verso di sé in un bacio al quale anche il piccolo genio, finalmente, si abbandonò.
E poi non ci fu tempo per i pensieri, non più spazio per le parole, furono solo gesti con i quali dirsi ciò che mai avrebbero avuto il coraggio di ammettere a voce. Furono mani tremanti e graffi sul collo, furono baci arrabbiati e ferite mai rimarginate, fu quella catena che fredda faceva tremare la pelle, e respiri confusi, e sangue bollente.

With a kiss, I die.

 

With a taste of a poison paradise
I'm addicted to you
Don't you know that you're toxic?

   
 
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