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Autore: Tefnuth    27/04/2017    0 recensioni
Da quando è stato imprigionato nel mondo dello specchio, l'unico pensiero che occupa la mente di Hayden è il desiderio di vendetta contro Rei. Nulla può distrarlo del tutto da questo chiodo fisso, non gli svaghi che si è creato né la compagnia di una piccola ombra.
Rei, invece, sta assaporando ogni secondo della vita reale portando con sé un gran segreto.
Entrambi pensavano che non si sarebbero mai più rivisti, invece i loro destini torneranno ad intrecciarsi grazie all'intervento di un personaggio misterioso, che offre a Hayden la possibilità di vendicarsi.
Genere: Avventura, Fantasy, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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[Rei]

Erano passati otto anni, da quel giorno in cui si era liberato dallo specchio; otto meravigliosi anni in cui aveva assaporato la vera vita. Amici, viaggi durante le ferie, un lavoro che tutto sommato gli piaceva e che gli permetteva di abitare in un bell’appartamento in Kurfunstenstrasse, in una bella zona di Berlino. Dal giorno della sua liberazione, nessuno si era accorto dello scambio che aveva fatto con Hayden, il ragazzo di cui aveva preso le sembianze, nonostante avesse fatto un repentino cambio di look (e per questo aveva dovuto ringraziare la facilità con cui i ragazzi terrestri cambiavano le mode). Avrebbe mentito, se avesse detto che non provava alcun rimorso per quello che aveva, perché Hayden gli piaceva molto e gli era simpatico, ma probabilmente non avrebbe intrapreso un’altra strada se fosse tornato indietro. La risposta a tutto la teneva nascosta nel suo cuore.

Erano le otto e mezza del mattino quando iniziò a prepararsi per andare al lavoro, cambiando i pantaloni del pigiama con un paio di jeans grigi aderenti nei punti giusti, e la calda felpa nera con una canotta grigia e una giacca con i bottoni sopra. Una sistemata ai capelli, che di recente dopo aver passato qualche mese di tinta blu-notte erano stati riportati al biondo naturale (oltre ad essere stati tagliati corti), e la pesante ed elegante giacca di pelle. Finalmente era pronto per uscire e affrontare l’aria rinfrescata di Settembre.

Si riteneva fortunato ad aver trovato lavoro presso un’agenzia grafica, perché gli permetteva di esprimere la propria fantasia senza limiti; per non parlare di alcune sue colleghe che, nonostante fossero fidanzate, gli lanciavano sempre sguardi sensuali e provocatori. Di solito le giornate passavano così, lentamente o velocemente a seconda del lavoro che c’era da fare, e a volte il cellulare riceveva qualche messaggio da amici di vecchia data che gli chiedevano di uscire. Era bella la libertà.

[Hayden]

Erano passati otto anni ormai, da quel maledetto giorno in cui quello che poteva considerare il suo migliore amico lo aveva tradito e imprigionato in quel mondo di silenzio. Pensava che sarebbe morto, quando aveva visto Rei rompere la superficie dello specchio (quel maledetto specchio) che li aveva fatti incontrare, e invece si era ritrovato vivo e vegeto in quell’oscura dimensione.

Era prigioniero.

All’inizio si era lasciato prendere dalla disperazione, e aveva lasciato che molte lacrime gli solcassero il viso nel tentativo di scacciar via la paura. Quando anche quelle terminarono, dopo chissà quanto tempo, erano rimasti solo l’odio e il desiderio di vendetta (gli unici due sentimenti che gli avevano permesso di andare avanti). L’unica nota positiva era l’aver scoperto di aver preso il controllo di quel posto, e aveva cercato fin da subito di renderlo il più possibile somigliante alla sua vera casa: la sua camera, sua madre che ogni tanto gli dava il tormento, e la città fuori dall’appartamento sebbene le persone che vi camminavano si ripetevano insistentemente. Niente cambiava in quei volti che vedeva ogni giorno, poiché la sua mente non ricordava abbastanza da poter creare un numero di fantasmi sufficienti da evitare di farlo annoiare; anche sua madre non avrebbe mai potuto mostrare gli anni che in realtà avrebbe dovuto avere. Lui era l’unico ad essere cresciuto, nello stesso modo in cui si era visto nella visione che gli aveva mostrato Rei anni prima, ed era così che lui voleva perché, se solo lo avesse desiderato, avrebbe potuto restare adolescente e vivere in eterno. Una prospettiva che si preferisce evitare quando si è costretti a vivere in una condizione indesiderata, e allora si preferisce aspettare la morte. Le sue giornate non si diversificavano molto le une dalle altre: dopo essersi alzato dal ricordo del suo letto, si vestiva con gli abiti che faceva magicamente apparire dentro all’armadio e “usciva” in città portando a spasso il cane Seth (il suo animale, non l’orrenda bestia del fantasma).
Era uno dei piccoli accorgimenti che si era creato per non impazzire nella solitudine, come lo erano la palestra e la sala giochi, tuttavia l’opera che, secondo lui, gli era riuscita meglio era la piccola figura esile seduta su una panchina in ferro verniciata di rosso: Rei, o meglio la sua copia, che Hayden aveva deciso di chiamare Will.

“Ciao!” lo salutò il ragazzino con gli occhi che gli luccicavano. Sebbene fosse anch’egli una creazione di Hayden gli era stato permesso, dal suo stesso creatore, di avere una coscienza e di sviluppare una propria personalità.

“Ciao” rispose di rimando il ragazzo. Gli faceva sempre uno strano effetto parlare con la copia di chi lo aveva tradito, ma per come lo aveva creato sapeva che non avrebbe avuto problemi in futuro.

“Ancora quel muso lungo? Dai è una bellissima giornata, non c’è bisogno di essere tristi” gli disse Will sganciando un pugno leggero sul braccio di Hayden, come faceva ogni volta che lo vedeva triste.

“Sì, è una bella giornata. Vuoi fare una passeggiata con me?” domandò il biondo, certo di conoscere già la risposta
“CERTO!” esclamò Will facendo anche un piccolo saltello, e con i grandi occhi nocciola che gli brillavano per la felicità.
  
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