Libri > Black Friars
Ricorda la storia  |       
Autore: Kia_1981    27/04/2017    1 recensioni
Possibile che, alla fine, Julian sia riuscito ad ottenere quello che desiderava da tanto tempo? La risposta potrebbe sembrare scontata...
Una notte, due punti di vista.
Dal testo (cap. 1):
"Dov'eri finito? Ti ho aspettato fin troppo."
Adorava sentire quella sfumatura di rimprovero nella sua voce, soprattutto perché sapeva che non sarebbe durata a lungo.
Dal testo (cap. 2):
Qualcuno lanciò un urlo colmo di frustrazione. I passi e le voci si fermarono davanti alla sua porta e Megan si rese conto di essere stata lei a gridare.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Jordan Vandemberg, Julian Lord, Megan Linnet
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
- Questa storia fa parte della serie 'We're Simply Meant To Be'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Sbadigliando, Julian si girò su un fianco. Era andato a letto tardi, la notte precedente, ma l’abitudine di svegliarsi presto aveva interrotto il suo sonno prima dell’alba. Aprì svogliatamente un occhio: dalla finestra filtrava, attraverso le pesanti tende socchiuse, una luce ancora pallida, segno che il sole si stava ancora preparando ad iniziare  il suo viaggio nel cielo.
Sorridendo strinse a sé la donna distesa al suo fianco. Chiuse di nuovo gli occhi mentre le sfiorava con un bacio leggero la pelle morbida e profumata, ancora calda di sonno.
“Dov’eri finito? Ti ho aspettato fin troppo”
Adorava sentire quella sfumatura di rimprovero nella sua voce, soprattutto perché sapeva benissimo che non sarebbe durata a lungo. Quando era rientrato l’aveva trovata addormentata: era stata tradita dal sonno mentre leggeva e lui le aveva sfilato con delicatezza gli occhiali e il libro, li aveva riposti sul comodino e si era infilato sotto le coperte senza svegliarla.
“Dormivi così bene che non ho voluto disturbarti”, sussurrò mentre percorreva il suo collo con una scia di baci delicati. La sentì sospirare e fu sicuro che gli avesse già perdonato tutto.
Le sorrise quando si girò verso di lui, scrutandolo con quello sguardo che lo aveva stregato fin dalla prima volta.
“Buon giorno, mia signora”, mormorò attirandola ancora più vicino e cercando le sue labbra.
Lei lo bloccò prima che potesse baciarla.
“Lord, cosa ti fa credere che io non sia profondamente offesa per il tuo comportamento? Non avresti dovuto farmi aspettare tanto” affermò la donna in tono provocatorio.
“Come posso farmi perdonare?” le domandò lanciandole uno sguardo malizioso mentre le accarezzava lentamente la schiena.
“Forse ci devo ancora riflettere. Non credo di essere sicura di volerti perdonare”, gli rispose sorridendo.
Julian decise di cambiare discorso.
“Cosa stavi leggendo ieri sera? Il tuo sonno è diventato piuttosto agitato, ad un certo punto”
La domanda sembrò disorientarla e le ci volle un momento per ricordare.
“Era solo uno stupido libro di storie di fantasmi”, ammise mentre si stiracchiava pigramente ancora stretta tra le braccia di Julian. Il giovane sospirò pieno di desiderio.
“Non mi stupisce che ti abbia procurato degli incubi, viste le tue passate esperienze con gli spiriti. Lo sai che mi hai colpito alla schiena?”
Lei scoppiò a ridere.
“Davvero? E come?”
“Non ne ho idea. Forse con una gomitata…”, rispose lui sogghignando. “Ora dovrai controllare di non aver fatto troppi danni, dottoressa.”
“Spiacente, oggi è il mio giorno libero. Sono sicura che alla Misericordia troverai Eldrige che sarà più che felice di darti un’occhiata.”
Julian si esibì in un sospiro teatrale.
“E va bene, amore mio. Adesso dimmi cosa posso fare per farmi perdonare. Hai deciso?”
Senza rispondergli lo baciò. Un lungo e profondo bacio che lo risvegliò completamente.
“Sono stata abbastanza esauriente o devo spiegarti meglio in che modo puoi farti perdonare?”, gli chiese in un sussurro mentre la sua mano gli percorreva il petto in una lentissima carezza che scendeva verso il basso.
“Sei stata chiarissima, mea domina”, fu la replica soffocata.
“Bene” continuò lei con un sorriso seducente mentre si metteva a cavalcioni sopra di lui.
Julian sorrideva beato pregustando quello che stava per succedere.
“Ma farai meglio a sbrigarti…”, proseguì mentre gli appoggiava una mano fredda sulla spalla e si chinava per sussurrargli all’orecchio. “ Oppure farai tardi alla funzione.”
Il giovane sobbalzò incredulo.
“Cosa è successo alla tua voce?”
Lei lo scosse di nuovo per la spalla.
“Mi senti, Jules? Ho detto che farai tardi!”
“Megan?” gemette lui incredulo sbarrando gli occhi.
Lei gettò indietro la testa scoppiando in una risata che aveva ben poco di femminile.
 
Julian balzò a sedere sul letto sentendosi molto confuso. Aveva il battito accelerato e il respiro corto. Imprecando fulminò Jordan con lo sguardo: il suo amico si stava sganasciando dalle risate al punto da avere le lacrime agli occhi.
“Oddio, Jules! Di nuovo quel sogno in cui stai per baciare Megan?” Jordan annaspava per il troppo ridere.
“Fortuna che non mi sono avvicinato troppo!”, sghignazzò.
Julian si lasciò ricadere nel letto e, coprendosi la faccia con il cuscino che aveva stretto nel sonno convinto di avere Megan fra le braccia, inanellò una lunga serie di invettive soffocate.
“Stavolta era anche meglio del solito”, confessò mogio mentre gettava indietro le coperte.
“Ah. Davvero?”, si interessò l’altro, suscitando un sospiro trasognato nell’amico.
“Altroché! Il bacio c’è stato… e che bacio!”
Julian prese la mira e scagliò il cuscino con forza addosso a Jordan.
“E se non fosse stato per la tua intromissione, ci sarebbe stato anche qualcosa di meglio!”
Il colpo era andato a segno centrando il bersaglio alle spalle. Jordan riprese il cuscino e, con un altro lancio ben calcolato, lo restituì al legittimo proprietario colpendolo in faccia.
Julian non fece niente per evitarlo.
Finalmente si decise ad alzarsi.
“Davvero, Jordie, sei il mio migliore amico, ma in questo momento potrei anche odiarti profondamente per esserti messo tra me e la mia adorata dottoressa”, ribadì ironico.
“Jules, succede solo nei tuoi sogni, lo sai”, sogghignò il biondo principe. “Se pensassi di avere qualche speranza con lei, non passeresti tanto tempo con le cortigiane!”
“Cosa hai detto?”
Julian, che si stava abbottonando una camicia fresca di bucato, era sbiancato bloccandosi di colpo. Come aveva fatto Jordan a scoprirlo? Lanciò un’occhiata alla sacca in cui conservava il materiale per le lezioni di disegno che gli dava Tarya.
“Sei diventato un bacchettone?”, osservò l’amico notando il suo improvviso pallore.
“Non saresti l’unico a cercare la compagnia di una cortigiana, sai?”
Julian comprese che il suo segreto era ancora al sicuro e si rilassò.
“Non sono stato con una cortigiana” ribadì con un sorriso enigmatico che provocò un sospiro esasperato da parte di Jordan.
“Hai addosso lo stesso profumo che mi capita di sentire addosso a mio fratello, in certe occasioni…”
Julian non rispose ma il suo sorriso si allargò.
“Datti una mossa, Jules. Non voglio arrivare tardi!”
L’esasperazione di Jordan era tangibile.
“E mettiti il cuore in pace: certe cose puoi sperare che ti accadano solo nei sogni!”
Julian scrollò le spalle.
“Finché c’è vita c’è speranza, amico mio!”, pontificò il ragazzo, dando prova del suo inesauribile ottimismo.
“In questo caso se vuoi continuare a vivere e sperare faresti meglio a sbrigarti: ti concedo ancora un minuto, poi me ne vado con la carrozza, visto che vorrei arrivare puntuale alla funzione.”
Julian si passò le mani fra i capelli, tentando di sistemarli alla meno peggio. Lanciò un’occhiata allo specchio per controllare di essere in ordine e, scorgendo dietro di sé il riflesso del letto disfatto si concesse un ultimo sospiro sognante.
Infine agguantò il mantello e se lo gettò sulle spalle mentre raggiungeva Jordan che stava già uscendo dalla stanza.           
         
   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Black Friars / Vai alla pagina dell'autore: Kia_1981