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Autore: Kim WinterNight    28/04/2017    7 recensioni
Ansirt: senza cuore in lingua armena.
Così Zhirayr definisce la sua razza, il suo branco, la sua compagna.
- SETTIMA CLASSIFICATA al contest "DIRE CIRCUMSTANCES - La spada di Damocle" indetto da Saga.S sul forum di EFP.
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Triangolo
- Questa storia fa parte della serie 'Gayler'
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ReggaeFamily

ANSIRT




Nanée si aggrappò con forza alle spalle larghe e muscolose di Hayk, stringendole e lasciando sulla sua pelle dei graffi profondi che non tardarono a rimarginarsi.

Gli occhi grigi di lui erano in quelli gialli di lei, mentre la teneva ferma e inchiodata sul selciato e si spingeva con impeto in lei, affondando le dita nella sua carne morbida e imbrattata di fango.

Si rotolarono per un istante, e Nanée fu sopra di lui. Hayk la afferrò per i capelli e se la tirò addosso, mentre dalle sue labbra fuoriusciva un grido spaventoso.

Per un attimo cadde un silenzio impenetrabile, poi un fruscio si levò dai cespugli che delimitavano la riva del lago. Una figura magra e slanciata emerse dall'ombra e si bloccò nell'osservare il groviglio di corpi e membra che giaceva col fiato corto sul terreno.

Zhirayr spalancò gli occhi neri come la notte e si portò le mani di fronte alla bocca, incredulo.

«Nanée» mormorò.


* * *


«Ripeti se hai il coraggio!»

Nanée sbuffò rumorosamente dal naso e lanciò un'occhiata verso la riva del lago.

«Nanée, ripeti!»

«Ancora?»

Zhirayr guardò la sua compagna con sguardo di fuoco, e non poté restare indifferente al suo fascino, nonostante fosse arrabbiato con lei: era completamente nuda e candida sotto la luna, le forme sinuose gli facevano venir voglia di raggiungerla, i capelli immersi nell'acqua formavano quasi una nuvola scura attorno a lei; il ragazzo rimase colpito per l'ennesima volta dagli occhi gialli e lampeggianti di lei, così distolse i suoi e strinse i pugni con rabbia.

«Ti ho detto di ripetere» mormorò.

«Ho fatto sesso con Hayk, ti ho tradito» disse infine Nanée, piegando la testa di lato e osservando Zhirayr con compassione. «Perché lo hai voluto sentire? Ci hai visto» gli fece notare poi.

Lui annuì appena, ricordando la scena a cui aveva appena assistito: la sua Nanée, la donna che amava e da cui non riusciva a separarsi, ne aveva combinato un'altra delle sue; l'aveva sorpresa avvinghiata al corpo muscoloso e tonico di Hayk, uno dei membri più forti e rispettati del loro branco.

Zhirayr aveva sempre creduto che lui e Nanée fossero fatti per stare insieme; l'aveva corteggiata per lungo tempo, ma lei era sempre stata troppo impegnata a giocare con i sentimenti altrui per badare a lui. Poi, un giorno, lo aveva sorpreso con un bacio e si erano ritrovati a fare l'amore per la prima volta, la prima volta per entrambi.

Da quel giorno Nanée non era più stata la stessa: si era trasformata in un essere lussurioso e senza scrupoli, collezionando in poco tempo una schiera di amanti quasi infinita. Era andata a caccia anche negli altri branchi, aveva seminato zizzania e scatenato l'ira di altri lupi, finché poi Zhirayr non era riuscito a convincerla a stare con lui. Le aveva promesso che non avrebbe più avuto necessità di cercare piacere altrove, le aveva giurato che sarebbe stato suo in qualunque momento, purché lei smettesse di farlo soffrire e gli permettesse di amarla come meritava.

Ma ora Nanée ci era ricascata, e aveva fatto sesso con Hayk, il fratello maggiore di Zhirayr.

«Perché con mio fratello?» gridò all'improvviso il ragazzo.

Nanée alzò gli occhi al cielo e si immerse maggiormente nell'acqua torbida e disseminata di foglie, sentendo il corpo rinascere sotto l'energia della luna. «Non c'è un perché.»

«Tu menti! Menti sempre! Quando mi raccontavano di tutte le volte che mi hai tradito, fingevo di non crederci, anche se sapevo che avevano ragione. Ma stavolta ne ho le prove. Un perché ci deve essere» sbottò all'improvviso Zhirayr, facendo diversi passi avanti fino a ritrovarsi con le scarpe inzuppate d'acqua e imbrattate di melma.

Nanée lo scrutò per un po', sapendo che non l'avrebbe seguita all'interno del lago: quel dolce e caro ragazzo detestava l'acqua, sembrava quasi un gattino ammaestrato. Non si era mai sentita particolarmente attratta da lui, aveva soltanto approfittato del suo viscerale amore nei suoi confronti: era pallido, magro e allampanato; se ne andava in giro sempre vestito di nero, indossava spesso degli abiti singolari e pareva quasi sempre in procinto di suicidarsi. Era triste, forse soffriva di quella che gli umani chiamavano depressione, e soprattutto aveva una personalità scialba e quasi inesistente. Nanée faticava a sopportarlo, ma si compiaceva di poterlo usare come un giocattolino, poiché lui assecondava ogni suo desiderio, ogni sua voglia, ogni suo capriccio.

«Zhirayr, mi annoi con le tue parole» sbadigliò la ragazza, rovesciando la testa all'indietro e chiudendo gli occhi. Avvertì un formicolio percorrerle gli arti e desiderò ardentemente di trasformarsi in quella che era la sua naturale forma, correre lontano e dimenticarsi per sempre di quell'insignificante cagnolino da compagnia che la fissava inorridito.

«Sei tu ad aver sbagliato» singhiozzò Zhirayr.

Nanée sospirò pesantemente e tornò a guardarlo. «Ora non piagnucolare» disse in tono rassegnato. «Non ho voglia di sentire le tue lagne. È stato solo del sesso, che importanza ha? Siamo animali.»

«Non siamo del tutto animali, Nanée!» puntualizzò l'altro in tono angosciato.

«Io mi sento così, invece.» Lei sbuffò nuovamente dal naso e si tuffò, immergendosi completamente in acqua. Nuotò con rapidità verso la riva e riemerse a poca distanza dal suo interlocutore, producendo un'infinità di schizzi che lo bagnarono da capo a piedi.

Zhirayr imprecò tra i denti e fece un balzo indietro, cominciando a tremare di rabbia e di frustrazione. «Stai esagerando, Nanée» sibilò, mentre sentiva sentimenti oscuri crescere per la prima volta in lui. Non era solito arrabbiarsi, era sempre accondiscendente e preferiva evitare le liti; in quel caso, però, qualcosa si era mossa in lui, era scattata al suo interno come una molla, facendolo ribollire come un vulcano pronto a eruttare.

Lei rise di gusto e uscì dall'acqua, accovacciandosi sulla riva e guardandolo dal basso verso l'alto. «Tu, invece, non esageri mai» lo provocò in tono malizioso, carezzandosi lentamente un seno.

Zhirayr distolse lo sguardo e si concentrò sull'irrefrenabile rabbia che sentiva crescere dentro sé, senza che essa si arrestasse neanche per un istante. Non era abituato a sentirsi in quel modo, e non riusciva a capire se tutto fosse dipeso dalla consapevolezza di essere stato tradito per l'ennesima volta dalla sua compagna o dal modo che lei utilizzava per trattarlo.

«Io non sono una bestia come te. Pensavo che tu potessi provare dei sentimenti» sottolineò Zhirayr.

«I sentimenti sono per gli umani, dovresti saperlo.» Nanée schioccò le dita e si mise in piedi, senza preoccuparsi di essere completamente nuda e bagnata. «Ho capito qual è la differenza tra te e Hayk, anzi, tra te e qualunque altro essere con cui sono stata: tu sei un cagnolino ammaestrato in confronto, non prendi uno straccio d'iniziativa, non sai agire e non sai reagire. Sei noioso, Zhirayr» concluse con un sorriso colmo di cattiveria mista a compassione.

Il giovane lupo, colpito da quelle parole come se fosse stato pugnalato e lasciato in fin di vita, scattò improvvisamente in avanti e afferrò Nanée per i capelli, strattonandola con una forza che non sapeva di possedere. La vide sgranare gli occhi, sorpresa, e dischiudere le labbra per provare a dire qualcosa. Gli occhi gialli parvero sbiadire sotto lo sguardo infuocato del suo compagno.

«Mi hai stancato» ringhiò Zhirayr senza neanche accorgersene.

Nanée provò ancora a parlare, ma fu scaraventata sulla riva del lago con violenza, senza ritegno, in un modo che il giovane lupo che ora la sovrastava non aveva mai utilizzato prima; se lo ritrovò addosso in un attimo, le sue mani a imprigionarle i polsi e sollevarli sopra la testa.

Lo sguardo nero di Zhirayr le mise quasi paura, non lo aveva mai scorto prima di allora; era difficile decifrarlo, capire cosa stesse provando in quel momento, ma a Nanée furono chiari soltanto la rabbia e il risentimento che a stento riusciva a nascondere.

«Sei solo un'opportunista, un corpo senza cuore, una macchina per l'accoppiamento» la accusò con stizza, digrignando i denti.

«Zhirayr, cosa ti prende? Spostati!» si ribellò la giovane lupa, agitandosi sotto il corpo improvvisamente pesante del compagno.

«Stavolta starai a sentire» proseguì Zhirayr, ignorando le sue proteste. «Stavolta farai come ti dico io.»

«No! Mi fai male, Zhir...»

Ma lui non la ascoltava, pareva accecato da una furia che non aveva udito né conosceva altre emozioni. Zhirayr era stanco di sentirsi trattare con sufficienza, di venir umiliato da quella creatura spregevole, di amarla senza ricevere niente in cambio, se non il suo sporco corpo imbrattato da un'infinità di artigli, di unghie, di sangue, di seme, di sporchi accoppiamenti.

«Io ti ho sempre dato tutto, Nanée, ti ho dato tutto il mio cuore, la mia anima, il mio corpo... sono diventato il tuo servo sotto tutti i punti di vista, il tuo giocattolo, il tuo passatempo quando non avevi nessun altro da sbatterti come una cagna in calore!» gridò, stringendo ancora più forte i polsi di lei.

Gli occhi di Nanée si inumidirono e si riempirono di terrore, ma ormai il giovane lupo non badava più a come lei potesse sentirsi; era concentrato a sbraitare, era intento a sputare tutto ciò che aveva trattenuto per un tempo incalcolabile, a sfogarsi per la prima volta.

«Zhirayr... ti prego...» bisbigliò la ragazza con un filo di voce.

«E tu? Tu cos'hai fatto? Hai sedotto mio fratello! Non posso crederci, non voglio crederci!»

«Ti prego!» strillò all'improvviso lei, scuotendolo finalmente da se stessa e facendo sì che portasse nuovamente la sua attenzione sul suo viso.

«Non sei nella posizione giusta per avanzare delle pretese» ruggì Zhirayr in tono risentito.

Ma gli occhi di Nanée erano stranamente lucidi e presentavano un'espressione intensa. «Ti prego, Zhirayr...»

Lui non capiva, non aveva idea del motivo per cui lo stesse implorando, perciò si limitò a dedicarle uno sguardo interrogativo.

«La tua rabbia è così... eccitante...» Nanée si inarcò contro di lui nel tentativo di fargli sentire quanto lo desiderasse. Si sentiva per la prima volta di voler stare con lui, in maniera selvaggia, senza pudore né ritegno. Era strano, era una sensazione nuova, tremendamente travolgente e destabilizzante.

Zhirayr rimase completamente spiazzato e allentò la presa sui polsi della ragazza, fissandola allibito.

Nanée afferrò una delle sue mani, dopo essersi divincolata dalla morsa delle sue dita, e se la portò tra le cosce, facendogli sentire quanto attendesse di averlo dentro di sé in quel momento.

«Mi fai ribrezzo» le disse con rabbia, allontanandosi di scatto da lei e sfregando le dita sporche sul terreno accanto a sé.

«Zhirayr, ti prego...»

Lui la guardò con compassione e sbuffò. «Sei proprio una bambina capricciosa, nient'altro che questo. Ma ora non mi va di giocare.» Si alzò e la osservò un'ultima volta, per poi allontanarsi in fretta dal lago.

La lasciò lì, distesa e tremante, sentendosi per la prima volta forte e imbattibile contro di lei.


* * *


Hayk si sentiva soddisfatto di sé; aveva conquistato un'altra preda, una delle tante. Ora, in forma di lupo, stava appostato dietro un cespuglio e cercava di capire quando sarebbe giunto il momento giusto per attaccare quello stupido cervo. Aveva fame, il sesso gli faceva sempre quell'effetto.

Non avrebbe mai immaginato che Nanée fosse veramente così focosa, anche se ne aveva sentito parlare bene in più di un'occasione. Forse si sarebbe dovuto sentire in colpa nei confronti del suo fratellino, ma ormai era arrivato il momento che Zhirayr crescesse un po' e smettesse di credere che anche loro fossero come dei semplici esseri umani.

Si distrasse per un attimo, e proprio in quel momento accaddero due fatti: la sua preda si dileguò velocemente, e lui si sentì schiacciare dal peso di un altro corpo simile al suo, ma più esile e piccolo.

Venne scaraventato in mezzo ai rovi e si rotolò su se stesso, accorgendosi solo in quel momento che ad attaccarlo era stato proprio suo fratello Zhirayr in forma di lupo; riconobbe gli occhi neri come la pece infiammati d'odio, il manto grigio chiaro e il suo odore muschiato e inconfondibile. Ma stavolta Hayk sentì che c'era qualcosa di diverso in lui, qualcosa di più forte, di più rabbioso, intenso. Non sapeva neanche lui come classificare quella sensazione.

«Zhirayr, cosa ti succede?»

«Sei uno stronzo, sei stato con Nanée. Vi ho visto.»

«Non so che dirti. È successo e basta.»

«Siete tutti senza cuore. Mi vergogno di appartenere a questa razza.»

«Non siamo esseri umani. Il cuore ci serve solo per sopravvivere. Pompa sangue, tutto qui.»

I due fratelli comunicavano mentalmente e si rotolavano tra i cespugli spinosi, ululando e mugolando per ogni attacco che si infliggevano vicendevolmente.

Zhirayr si sentiva ferito da tutto ciò che Nanée e Hayk gli avevano inferto, mentre il fratello maggiore non riusciva a capire la sua posizione e lasciava che il minore sfogasse la sua rabbia insensata.

Quando la lotta finì, i due si allontanarono e rimasero a riprendere fiato a metri e metri di distanza, rivolgendosi appena delle occhiate furenti.

«Bastardo. Perché non vai dalla tua cagna?»

«Zhir, non farne un dramma!»

«Lei ti aspetta, l'ho lasciata sulla riva del lago. Non voglio rivedervi mai più.»

«Te ne vai?»

Hayk formulò quel pensiero con ironia, ma Zhirayr prese seriamente in considerazione quell'eventualità. Rispose dopo molto tempo.

«Sì, me ne vado.»

«Non puoi farlo.»

«Questo lo dici tu.»

«No, non puoi rinunciare alla tua natura per una cosa del genere. Sei pazzo.»

«Non mi sento così lupo come te, fratello.»

«Non potrai scappare per sempre.»

«A te che importa? Prenditi pure cura di Nanée e dei suoi capricci. Ti saluto. Per sempre.»

Zhirayr scappò via, amareggiato, godendosi quella che sarebbe stata la sua ultima corsa tra quei boschi.


* * *


Hayk trovò Nanée che tremava, nuda e immobile, sulla riva del lago. Era tornato ad assumere la sua forma umana e aveva indossato qualche vecchio vestito che teneva nella sua capanna. Stringeva in mano una coperta, e fu grato a se stesso di averla portata, poiché comprese che doveva usarla per coprire la ragazza e portarla via da lì.

«Hayk...» farfugliò lei.

«Cosa è successo?»

«Mi ha lasciato qui dopo... non ha voluto... Zhirayr è... cambiato...» balbettò, stringendosi nella coperta e crogiolandosi tra le forti braccia di Hayk.

Lui sospirò. «Se n'è andato.»

«Non è vero... non lo farebbe mai» replicò lei con scetticismo.

«Stavolta mi sa che ti sbagli.»

Mentre Hayk camminava verso la sua capanna con Nanée tra le braccia, i due rimasero immersi ognuno nei propri pensieri.

Una volta giunti a destinazione, si stesero nell'oscurità, sopra una branda mezzo sfondata che il ragazzo era riuscito a procurarsi, e rimasero in silenzio.

Per la prima volta Nanée sentì crescere in lei qualcosa di simile alla tristezza, alla malinconia, tutti sentimenti di cui Zhirayr le aveva sempre parlato e che lei non aveva mai capito.

Si raggomitolò su se stessa e serrò gli occhi. Poco dopo si sentì stringere in un abbraccio caldo e rassicurante e comprese che Hayk le era vicino, la capiva, condivideva le sue stesse, strane, bizzarre sensazioni.

«Ci mancherà» mormorò lui.

«Ci mancherà» ripeté lei.

E nessuno dei due rivide mai né quel ragazzo scialbo, triste e magro, né il lupo grigio perla dagli occhi neri come la notte.



♦ ♦ ♦ ♦ ♦


Carissimi lettori, sono qui con una storia dal genere insolito per me.

Questa è nata grazie al contest organizzato delle ragazze Sagas – le mitiche Sky ed Emme – che mi hanno subito ispirato per una storia sui licantropi *-*

Come accennato nell'introduzione, il titolo della storia è in lingua armena traslata in caratteri occidentali (così come i nomi dei personaggi), e significa senza cuore; non so perché, ma le due ragazze organizzatrici del contest usano sempre dei nomi particolarissimi nelle loro storie, così ho pensato che potesse essere carino inserire un titolo diverso, così come usare dei nomi insoliti per i miei personaggi ^^ spero che anche a Sky ed Emme siano piaciuti! *-*

Inoltre, mi sono ispirata alle immagini che vi elenco qui sotto per creare i miei personaggi, immagini scelte dalla lista che le giudici hanno messo nel bando del contest.

Zhirayr: https://s-media-cache-ak0.pinimg.com/564x/91/ac/4c/91ac4cf54bc2c3da71e0b548e96f5f5c.jpg

Nanée: https://s-media-cache-ak0.pinimg.com/564x/27/00/76/270076b1729543d513faa0ede65b2d6e.jpg

Hayk: https://s-media-cache-ak0.pinimg.com/564x/cb/9f/35/cb9f35c4c843779a5fa277cc7aa50623.jpg

Mi auguro di non aver fatto un cattivo lavoro, non ho mai scritto sui licantropi e voi sapete che non sono brava con storie fantasy e sovrannaturali, perciò abbiate un po' di pietà, ma nel caso recensiate, siate sinceri con me, vi prego! Ditemi se quest'esperimento può andare oppure no :3

Grazie anche solo per aver letto, a presto ♥

  
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