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Autore: Senza_Volto    28/04/2017    1 recensioni
Mirai e la sua famiglia ha comiciato a riprendersi dalla perdita di Yuki durante il devastante terremoto che ha colpito la capitale. Due mesi dopo, durante un normalissimo giorno scolastico, l'insegnante entra con un ragazzo apparentemente indifferente a tutto che dice di chiamarsi Jirou. Mirai si incuriosisce di questo strano e misterioso ragazzo, ma come mai sembra non provare emozioni? Che cosa avrá passato questo ragazzo?
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Il lunedí seguente mi svegliai stranamente stanca. Avevo dormito davvero tanto, ma mi sentivo cadere a pezzi. Mi vestii, mi feci un paninetto che mi sarei mangiata mentre avrei aspettato alla stazione del bus e salutai mamma, papá e la foto Yuki appesa sul muro.

Quando arrivai a scuola vidi che Jirou, dopo piú di due settimane di assenza era tornato. Stranamente nessuno degli insegnanti gli chiese perché non fosse venuto a scuola e cosa avesse fatto tutto questo tempo. Non ci scambiammo neanche durante tutta la mattinata. All’ora di pranzo, peró, prima di andare a sedersi lontano da qualche altra parte mi disse che avrei potuto incontrarlo al cortile posteriore della scuola. Io annuii con la testa e continuai a mangiare, finché Mayu mi raggiunse e si uní a me. Ci salutammo e cominciammo a parlare dello scorso pomeriggio.

  • Per caso sai perché oggi Yuka non é arrivata? - le chiesi io.

  • Ieri sera mi ha mandato un messaggio dove diceva che stava male e che non credeva di poter venire a scuola oggi.

  • Ah, ok. Ti va di andare a farle una visita dopo la scuola?

  • Mh? Va bene. Devo solo avvisare i miei.

  • Va bene allora ci vediamo… alle due e un quarto di fronte alla scuola va bene?

  • Due e un quarto? Ma oggi finiamo alle due.

  • Si lo so, ma prima devo fare una cosa. - dissi, pensando a ció che mi aveva detto Jirou.

Alle ore due scesi le scale di corsa e aggirai la scuola per recarmi al cortile posteriore.

Non mi sembró una grande sorpresa il fatto che lui era lí prima di me perché era uscito dalla classe in anticipo con la scusa di dover andare in bagno.

  • Scusa. - mi disse, di mio grande stupore. Non mi aveva mai detto niente del genere. Prima che ebbi il tempo di chiedergli perché lui continuó.

  • Gli insegnanti mi raccontarono di tuo fratello, Yuki. Mi dispiace. Ti starai sicuramente chiedendo perché lo stia dicendo proprio a te. Il fatto é che…

ho perso la mia sorella maggiore, durante il terremoto. Il suo nome era Yuki*.

Non riuscivo ancora a comprendere come mai mi raccontava cosí tante cose in una sola volta. Cercai comunque di rispondergli nel modo piú garbato e calmo possibile.

  • Il fatto che tu avevi perso un fratello o una sorella lo capii quando tu rimasti in silenzio dopo che avevo tradotto il significato del tuo nome, ovvero “secondo genito”. Tuttavia non era di mia conoscenza il fatto che fosse una sorella e che… ecco… si chiamasse come mio fratello.

Ci fu un breve silenzio, che fu interrotto da lui.

  • Ti ringrazio davvero tanto per la tua comprensione, Mirai.

Io arrossii quando venni complimentata dopo aver fatto cosí poco. Per alleggerire la tensione chinai leggermente la testa e gli allungai la mano in segno di pace. La sua espressione non era piú la stessa dei giorni scorsi, era molto piú triste e dispiaciuta. Non so per quale strano motivo ma lui non mi prese la mano. Mi chiese invece scusa. Io non capivo il significato dei suoi gesti, lui continuó:

  • Mirai… devo confessarti una cosa.

In quel momento mi sentii rabbrividire. Non capivo proprio perché. Cercai di ricordarmi da dove veniva quel ricordo, sí, ricordo, perché sentivo che questa scena era giá successa un’altra volta. Quando me la ricordai rimasi pietrificata. Erano le stesse parole di Yuki quando mi chiese come io avrei reagito se lui fosse morto e quando mi riveló che lui era giá morto in precendenza.

  • Non dirmi che tu…

  • Sí, Mirai, non ti stai sbagliando. Io sono morto. Ero in bagno durante l’ultima lezione quando cominciai a sentirmi male. Andai in bagno e mi chiusi a chiave; poco dopo mi venne un infarto cardiaco. Probabilmente il mio corpo privo di vita giace ancora lí dentro senza essere ancora stato trovato. Mirai, mi dispiace di nuovo per averti causato cosí tanti problemi.

  • Tu… no… non puó essere…

  • Il motivo per cui ti ho portato in un posto deserto come questo é perché gli altri non mi possono vedere e quindi sembrerá che tu stia parlando con te stessa.

Mi sentivo confusa. Non capivo perché solo io potevo vederlo e parlargli, anche se non era la prima volta (era giá successa la stessa cosa con Yuki). Forse era un sogno? Era solo frutto della mia immaginazione? Era solo un’illusione?

  • Ecco, Mirai, non mi rimane molto tempo. Devo andare.

  • Andare? Dove? - gli chiesi.

  • Devo andare dalla mia sorellona. Ti saluteró tuo fratello da parte tua.

  • Eh? Aspetta, no, non mi hai ancora spiegato…

  • Grazie. - concluse lui, con un sorriso sincero, mentre stata svanendo alla stessa maniera in cui scomparí Yuki due mesi prima.

 

Ero piú’confusa che mai. Rimasi a pensare su cosa avrei dovuto fare a quel punto, e decisi che sarei tornata a casa, riposato un po’ e riflettuto su cosa era successo. Per quanto riguardava Yuka le avrei mandato un messaggio piú tardi. Mi recai nel punto d’incontro in cui avrei dovuto incontrarmi con Mayu.

  • Ah eccoti, Mirai! Dove eri finita? Sei in ritardo.

  • Scusami, Mayu, dovevo fare una cosa prima…

  • Non si tratterá mica del tuo nuovo fidanzato? - disse lei, in modo scherzoso. Non volevo coinvolgerla in tutto ció che stava succedendo, per cui cercai di comportarmi nel modo piú normale possibile.

  • Eh? Fidanzato? Macché! Comunque Mayu ho chiamato i miei genitori e hanno detto che non posso andare.

  • Anche i miei hanno detto lo stesso. Allora, ci vediamo domani!

  • Sí! A domani!

Ero abbastanza sollevata dal fatto che non le avrei rovinato un’uscita e che sarebbe comunque stata a casa. Mi recai alla stazione del bus. Salii nell’ultra affollato bus e cominciai il lento e palloso viaggio di ritorno per casa. Ad un certo punto sentii il rumore di un forte clacson, come quello di un camion. Delle voci che urlarono. La luce di dei fari che mi abbagliarono, nonostante erano le tre di pomeriggio di un giorno soleggiato. Il silenzio.

 
  • Mirai! - sentii. Riconoscevo quella voce. Era senza dubbio quella di Yuki. Mi alzai. Mi sentivo incredibilmente leggera.

  • Yuki! Sei davvero tu!

  • Sí, sorellona, non ti ricordi che ti avevo promesso che ci saremmo reincontrati?

  • Come potrei dimenticarmelo? Yuki, sono cosí felice che tu sia finalmente tornato!

  • Eh… ecco, sorellona…

  • Yuki, mi diresti dove ci troviamo?

  • A nord - ovest della stazione Sangen Jaya.

  • Davvero? Allora non siamo affatto lontano da casa. Dai, torniamo a casa, mamma e papá saranno sicuramente preoccupati. Andiamo a chiedere informazioni a quella signora.

  • No! Mirai, aspetta!

Mi recai da una signora di una certa etá seduta su una panchina per chiederle informazioni riguardanti su dove fosse il nostro quartiere.

  • Scusi, signora, saprebbe dirmi dove si trovi il quartiere di...

Mi fermai perché notai che la signora mi stava ignorando. Inizialmente credevo che la signora non avesse sentito ció che avevo detto, quindi ripetei le stesse cose con un tono un pó piú alto. Stavolta ero certa che lei mi avesse sentito, ma ancora nessuna risposta. Non alzó nemmeno lo sguardo.

  • Mirai! Ti avevo chiesto di fermarti. - esclamó Yuki. Non capivo perché avrei dovuto fermarmi. La signora si alzó e cominció a camminare. Non si fermó a camminare anche se c’ero io davanti a lei. Mi oltrepasso come se fossi un fantasma. Lei non riusciva a vedermi o percepirmi. Io… non esistevo. Rimasi pietrificata (di nuovo). Poco dopo ripresi a parlare. Yuki era ancora di fianco a me.

  • Ma… Yuki… e questo cosa significa?! Tu… eri tornato, no?

Lui rimase in silenzio.

  • Yuki! Rispondi!

  • Ecco… sorellona… non sono stato io a tornare da te. Sei stata te a tornare da me. a

A quel punto riaffiorarono alla mia mente i ricordi del clacson del camion, le urla e i fari. E capii tutto. Ero morta in una collisione tra un bus e un camion. Caddi a terra e mi misi a piangere.

  • E adesso che ne sará di mamma e papá quando verranno a saperlo? La mia vita é stata completamente inutile… - dissi.

  • Questo non é vero. - rispose Yuki, deciso.

  • E invece sí! Non sono stata di aiuto a nessuno!

  • E invece si che lo sei stata. - Ribatté Yuki. - Non ti ricordi quando hai salvato la vita a Kento? E quando siamo andati insieme e abbiamo trovato la piccola Hina e la mamma di Mari quando Mari si era ormai arresa? La tua di vita era piú che utilissima. Senza di té un sacco di persone starebbero male o sarebbero morte.

Dopo di che venne da me e mi strinse in un abbraccio.

  • Mirai - disse - sai, possiamo ancora andare a visitare la mamma e il papá. Loro ogni tanto potranno anche vederci. Mirai, vogliamo andare?

Mi asciugai le lacrime e mi alzai.

  • Va bene, Yuki. Andiamo.







*Yuki é un nome molto diffuso in giappone sia per maschi che per femmine.
   
 
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