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Autore: Marianna 73    28/04/2017    3 recensioni
Un viaggio inaspettato porta il cuore di Claire ad affacciarsi su ricordi mai dimenticati.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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PARIGI 
 
Il sole la accoglie, tiepido, quando esce dalla porta girevole dell'hotel e l'aria frizzante le parla subito un'altra vita, lontana ma mai dimenticata. Oggi non potrà sfuggire ai suoi ricordi, ne è certa.
È andato tutto come lei ha fatto in modo che andasse, fino ad ora.
Ma adesso mentre si incammina, i passi guidati da una volontà prepotente e misteriosa che sa di non poter più contrastare, comprende che gli spettri racchiusi nel profondo della sua anima avranno la meglio.

Era stata sul punto di rinunciare a quel viaggio almeno un milione di volte.
Certo, l'argomento di quella conferenza la interessava parecchio, e con Bree ormai lontana al college, l'idea di sfuggire anche per pochi giorni soltanto alla solitudine delle mute serate con Frank la allettava davvero tanto. Ma, Parigi…

Parigi la spaventava moltissimo.

C’era una parte del suo passato, quello meraviglioso e terribile, così lontano che a volte le sembrava parte della vita di un'altra persona, ad attenderla, a Parigi.
Il ricordo di un amore che si era sforzata di triturare nel frantoio dell'oblio giorno dopo giorno, in quei diciotto anni.
Ed il ricordo di un sogno che aveva tramutato quell’amore in palpiti piccoli e muti, lievi come  ali di farfalla.
Un sogno dolcissimo e caldo, che si era trasformato in tragedia lasciando il suo cuore a vagare in un vuoto stridente e doloroso…. Lo aveva seppellito nel profondo della sua anima quel ricordo, insieme a tutti altri, per poter vivere quella nuova vita che Jamie aveva così caparbiamente voluto per lei e per la loro creatura, ma qui a Parigi ogni sensazione legata a quella perdita sembrava amplificarsi a dismisura.
Anche il ricordo di lui, di Jamie.
Dio, Jamie…
Era lui, la sua vita, l'ultima volta che era stata a Parigi… quel pensiero le aveva fatto tremare le gambe mentre scendeva dalla passerella dell’aereo e, per un attimo, l’aria greve di fumo del cielo sopra l'aeroporto si era saturata del profumo di un porto antico, candido di vele e di gabbiani in volo.
Poi il richiamo del passeggero dietro di lei a cui ostruiva il passo l'aveva salvata dalla vertigine e la forza di volontà aveva fatto il resto.
Aveva accantonato ogni ricordo per concentrarsi sul presente, attenta e partecipe ad ogni seminario, le ore volutamente colme di impegni per impedirsi di tornare a pensare, per non permettere al cuore di riaffacciarsi su quell’abisso di speranze e dolore che era stata la sua ultima permanenza a Parigi... fino ad ora.

Il ritmo dei suoi passi si arresta all'improvviso.
Il nome della via è ancora lo stesso, Rue de Tresmoulin, e la facciata di arenaria color burro è identica, solo un poco annerita dai gas di scarico che nell'ultimo secolo l'hanno assalita impietosi.
Anche il respiro rallenta, sin quasi a rimanere imprigionato tra le labbra, mentre alza gli occhi sul palazzo immutato anch’esso.
Deve combattere con tutte le sue forze per impedire alle sue dita di stringersi sul grande battente in ferro brunito, le narici invase dal profumo delle verbene che, ora come allora, ornano ciascuno dei ballatoi e dei terrazzi, per cercare in quel cortile l'eco di suoni divenuti polvere.
I passi solerti di Magnus, la risata argentina di Fergus, la voce aspra di Murtagh.
Il profumo giovane e sano del corpo accaldato di Jamie e la carezza lieve con cui salutava il suo grembo rigonfio ogni vita...

Riprende a camminare, i passi veloci guidati dai ricordi, il percorso stampato a pietre di fuoco nel suo cuore.

Una svolta, poi un'altra…poi un'altra ancora.

Eccoli infine.
La facciata severa dell’Hopital des Anges stagliata bianchissima nell'azzurro del cielo e, seminascosto da un'edicola, il cancellino arrugginito che conduce al piccolo cimitero dietro al convento.
Cammina piano ora, il cuore un rombare impetuoso nelle orecchie mentre lo sguardo si spinge in un angolo ombroso, ricoperto di erba e fiori di campo, dimenticato dagli uomini e dal tempo.
La piccola pietra grigia è ancora lì, le lettere che ricordano il nome di una bimba mai vissuta divenute quasi impalpabili, inglobate dalla pietra e dai secoli che sono trascorsi.
 
FAITH FRASER
 
Il dolore è lì a devastarla, mentre cade in ginocchio davanti a quell’effige, uguale all'istante in cui la voce pietosa di Madre Hildegard l'aveva informata di quanto fosse successo alla sua creatura e, di colpo, si rende  conto che nulla in quegli anni o in quei secoli, è servito a smorzarlo.
Non la nascita di Bree ed il suo florido vigore, non la vita in un altro tempo, non la determinazione a rendere quel passato ancor più lontano di quanto già fosse.
Le lacrime sgorgano impetuose e non riesce a trattenerle mentre lo strazio per quegli amori perduti per sempre la avvolge in una vertigine che la fa vacillare. Sarebbe così facile lasciarsi andare…stendersi su quell'erba profumata e pregare Dio di portarla con sé, di ricongiungerla finalmente a quella parte della sua anima cui le pietre l'hanno strappata…
Glielo impedisce una mano, caldissima e lieve sulla sua spalla: “Non farlo Claire…Non lasciarti andare, ti prego. Non dopo tutto quel che hai fatto per lui e per Brianna, in questi anni…”
Anche se è stato poco più di un sussurro, la voce di Joe le è risuonata dentro come un rombo di cannone.
Un suono dirompente  che l’ha riportata al clangore spaventoso del cerchio di pietre ed alla voce calda di Jamie che le domandava di vivere e di far vivere l’ultima parte di lui, quella al sicuro nel suo grembo.

Deve onorare quella promessa. Deve permettere a quel sogno di continuare.

È  facile ora alzarsi, e passare una mano sulle pieghe della gonna per scalzare i fili d’erba rimasti attaccati, quasi a voler allontanare una volta di più quel dolore devastante che troppe volte ha rischiato di fermarle il cuore.
È facile anche trovare con lo sguardo la fascetta di metallo brunito che orna il suo anulare, l’unico simbolo che ha conservato a ricordo dell’amore infinito che l’ha legata e ancora disperatamente la lega al padre delle sue due figlie.Le sue figlie...una divenuta terra scura ed erba soffice, ad un passo da lei. L’altra viva, concreta e vitale, così simile Jamie e così disperatamente  bisognosa di lei, ancora.

Ed è facile voltarsi e trovare gli occhi scuri e buoni di Joe, illuminati da un raggio di sole e da un’amicizia sulla quale sa di poter contare, sempre, e rassicurarlo che sì, ce la farà, sarà forte, ancora una volta.

Infila il braccio sotto al suo, una lacrima muta ed un tremito appena percettibile agli angoli della bocca quando gli risponde “ Hai ragione, non posso lasciarmi andare… non ancora…” 
Non si oppone quando il braccio solerte di lui la invita a voltarsi per guadagnare l’uscita da quel luogo di pace ed oblio.

Solo, un istante prima di varcare la soglia, una forza arcana e potente la spinge a voltarsi un’ ultima volta per mormorare un saluto, certa, certissima che non è un addio quello che ha appena rivolto a quella piccola pietra grigia.
   
 
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