Anime & Manga > Haikyu!!
Ricorda la storia  |      
Autore: Tenue    29/04/2017    3 recensioni
[Storia partecipante al contest "Residui di ruggine nel diamante" indetto da Ayumu Okazaki sul forum di EFP”]
Dopo aver quasi rischiato la vita in un incidente, Tooru comincia a non riconoscere più la realtà che lo circonda, non sente più alcun bisogno fisico e presto s’insinua nella sua testa l’idea che il suo corpo si stia deteriorando. Ritrovandosi così a vagare tra posti che a lui appaiono irreali e chiedendosi cosa gli succederà a questo punto, arriva ad una sola e unica spiegazione.
In quell'incidente, lui deve essere morto.
[IwaOi]
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Hajime Iwaizumi, Tooru Oikawa
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 
Sotto questa pioggia
 
 
Sottilissime gocce d’acqua cominciano a cadere su tutto il suo corpo, facendosi sempre più fitte. Lui alza lo sguardo ma non trova altro che un’immagine sfocata e indistinguibile.
Pensa subito alla pioggia, eppure gli sembra così assurdo che anche dopo la morte lui sia in grado di percepire qualcosa di terreno come la pioggia.
“Tutto… sembra essere diverso ora.” Pensa “Ogni cosa… appare distorta.”
Non vede bene, eppure quella gli sembra proprio acqua.
In quel momento c’è solo quello per lui, il resto è buio.
Lui è morto, dunque non esiste più, almeno non nel mondo terreno e non riesce più a comprendere ciò che lo circonda; forse non ha nemmeno più un corpo, nonostante riesca a sentire l’acqua, su di lui, che quasi lo penetra.
E’ una sensazione piacevole.
Diventa calda e si accorge che, per qualche strana ragione, riesce a sentirne il calore a contatto con quella che sembra essere la sua pelle.
Dunque ha ancora un corpo dopo tutto. O forse quello è solo il ricordo che ne conserva. Sì, la sua anima deve essere rimasta attaccata al suo corpo da mortale, per qualche assurda ragione.
La sua testa si riempie di pensieri, le domande cominciano ad accavallarsi le une sulle altre selvaggiamente, tanto da fargli male. Infine si blocca non sapendo più su cosa concentrarsi. Cerca di calmarsi, di far dissipare l’ansia che, chissà come mai, riesce ancora a provare.
Improvvisamente però, sente qualcos’altro. Un tocco delicato, una carezza sulla sua pelle nuda, e improvvisamente la sua mente si svuota da tutto il resto.
Chiude gli occhi e si abbandona a quel tocco così gentile.
 
Non pensava che la morte sarebbe stata così complicata da comprendere.
 
 
-§-
 
 
Hajime prende un lungo respiro.
Il rumore dell’acqua della doccia che scorre viene reso ovattato, insieme ad ogni altro suono. I mille pensieri nella sua testa sono l’unica cosa che riesce a sentire, il resto è diventato un opprimente silenzio.
Chissà perché tutto quello sta succedendo proprio a lui.
Forse perché infondo è una persona fin troppo altruista, che si prende sempre cura degli altri. E alla fine, si è affezionato tanto da ritrovarsi in quella situazione.
Espira forte ancora. Come sempre si è fatto coinvolgere troppo.
L’acqua scivola via sul suo corpo e vorrebbe tanto che riuscisse a portarsi via anche tutte le sue preoccupazioni.
Ma tutto resta uguale; lui e il suo problema.
 
 
-§-
 
 
Tooru è morto da tre giorni.
Non gli serve mangiare, dormire o quant’altro. Non ne sente il bisogno.
Da tre giorni è rimasto fermo, sa di essere morto e questo lo spaventa. Per tutto questo tempo, guardandosi attorno avrebbe giurato che quella in cui era steso fosse proprio la sua stanza. Però, gli era apparso un po’ come nei suoi sogni.
Quel posto era reale? Non ne era certo. Stava steso inerme in quello che sembrava essere il suo letto, cercando di comprendere cosa sarebbe successo a quel punto e cosa avrebbe dovuto fare.
Lui era morto.
Ciò che lo circondava era irreale, come in un sogno.
Eppure ora quella pioggia gli sembra così vera, mentre tutto diventa sfocato quella resta lì, a ricordargli di non smettere di pensare, perché c’è ancora qualcosa.
Da tre giorni non tocca e non sente niente, anche se poco prima, crede di aver visto Hajime. Ci pensa un attimo e forse è solamente diventato un fantasma che vaga ancora per il mondo terreno, per questo deve averlo visto.
Sembrava fuori di sé, Hajime. Tooru non avrebbe mai pensato che la sua morte avrebbe potuto sconvolgerlo tanto.
Così, resta ad aspettare di venir portato da qualche parte, dall’altra parte. Oppure di sparire e basta.
Non credeva che la morte sarebbe stata così complicata.
Chissà se quella mano gentile, che ora scorre tra i suoi capelli, non sia di una qualche divinità che ora lo sta per portare via, Infondo, è meno spaventato di quello che avrebbe pensato. Quella mano lo tranquillizza.
 
 -§-
 
 
Hajime rimpiange un po’ il fatto di non essersi tolto i vestiti prima di entrare in doccia. Ma dopotutto, non è il suo corpo che deve lavare, anche se alla fine l’acqua colpisce anche lui.
Prova a dire ancora il suo nome, quasi nel tentativo di svegliarlo.
-Oikawa.-
Ma lui continua a tenere lo sguardo fisso avanti a sé, non parla, non reagisce.
Hajime delicatamente gli inclina la testa all’indietro facendo si che l’acqua faccia scorrere via il sapone dai suoi capelli.
-Oikawa.- ripete ancora, quasi in una supplica, cercando di riportarlo alla realtà. Ma il ragazzo che resta in piedi di fronte a lui è totalmente assente.
Un cadavere che cammina. Hajime aveva già sentito parlare della sindrome di Cotard, le persone che ne soffrono sono portate a credere di essere morte, il loro senso della realtà comincia a vacillare, hanno la sensazione che il loro corpo cominci a deteriorarsi e l’unica spiegazione che riescono a dare è che ormai non sono più in vita. Può immaginare perché Tooru abbia cominciato a soffrirne. Tre giorni prima aveva effettivamente rischiato di perdere la vita in un incidente d’auto. Lui e Hajime stavano tornando a casa quando un uomo, presumibilmente ubriaco, era finito fuori strada con l’auto e si era schiantato contro il muro di un palazzo, a pochi centimetri da dove i due ragazzi stavano camminando. Tooru, preso alla sprovvista era scattato indietro e inciampando aveva sbattuto la testa.
Tecnicamente, Tooru era illeso. L’unica spiegazione che Hajime è in grado di dare è che il colpo alla testa subito gli avesse completamente sconvolto la memoria, portandolo a credere di essere stato vittima di quell’incidente. 
Da quel momento Tooru ha smesso di mangiare, di dormire e di prendersi cura di se stesso.
E’ come morto, però si muove e Hajime ha deciso che finché si muoverà lui continuerà a chiamare il suo nome, nel tentativo di farlo tornare alla realtà.
Lentamente, porta fuori dalla doccia il corpo di Tooru, che per fortuna sembra aver conservato un minimo di equilibro, tuttavia Hajime fa molta attenzione a qualsiasi piccolo movimento. Non è abituato a badare così attentamente a Tooru, in genere è lui quello che si preoccupa sempre, che gli si appiccica addosso e si assicura che stia bene; al contrario Hajime non è mai stato granché bravo a dimostrare affetto, specie nei suoi confronti, un po’ perché lo mette in imbarazzo.
Non è abituato ad essere lui quello che si prende cura dell’altro.
Avvolge Tooru nell’accappatoio, lo fa sedere e comincia a tamponargli i capelli con un asciugamano.
Poi, in un sospiro, Tooru dice qualcosa. Hajime spalanca gli occhi e gli si avvicina di più.
-Oikawa…-
Tooru dopo un istante alza lo sguardo e punta gli occhi nei suoi.
-Iwa-chan…- mormora –tu… riesci a vedermi?-
Incapace di muoversi, Hajime continua a fissare il ragazzo davanti a lui. Quasi non riesce a credere che abbia finalmente detto qualcosa. Teme che possa essere solo la sua immaginazione, ma gli occhi di Tooru, fissi nei suoi, dimostrano il contrario.
Come appena risvegliatosi da un lungo sonno, Tooru continua parlare.
-Iwa-chan… mi vedi davvero? Anche se sono morto?- Chiede con la stessa innocenza di un bambino.
Hajime s’inginocchia di fronte a lui -Ti vedo Oikawa.- dice piano, stringendolo in un abbraccio. –Credevo non tornassi più-
-Io sono morto Iwa-chan. Ho perso tutto il mio sangue.- Fa una piccola pausa –La morte è strana sai? Non la capisco bene, prima tutto sembra irreale e poi però torna come normale. Nulla è chiaro, non si capisce cosa io sia diventato e cosa mi aspetti ora. Fa paura. Puoi restare con me?- chiede, sorridendo lievemente -Sono così contento di riuscire a sentirti ancora, allora ti prego non andare…-
Hajime annuisce, incapace di parlare. E’ strana quella situazione, ma infondo Tooru è ancora lì da qualche parte. La persona che ama c’è ancora e non gli resta altro che stargli accanto. 
Non è morto, ma crede di esserlo. Certe cose non sono razionali, s’insinuano nel cervello di una persona e la staccano completamente dalla ragione. Chi non la vive difficilmente può comprendere, ma Hajime ha già avuto a che fare con le fobie del tutto irrazionali di Tooru. Gli starà accanto anche questa volta.
-Tooru. Anche se sei morto, ci sono io con te. Non ti lascio.- mormora, mentre fa sprofondare il viso nella stoffa del suo accappatoio. Non andrà via, non vuole farlo. Tooru non è mai stata proprio la persona più facile con cui avere a che fare, ma Hajime non intende abbandonare la persona che più gli è cara. Nonostante tutto, sarà sempre accanto a lui.
                              
-Grazie Iwa-chan.-
 
 
 
 
 
 
  
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Haikyu!! / Vai alla pagina dell'autore: Tenue