Anime & Manga > Yuri on Ice
Ricorda la storia  |      
Autore: Class Of 13    30/04/2017    2 recensioni
[Victuuri|| Short and fluffy|| Shachihoko mi ha ispirata (?]
Yuuri e Viktor osservano le stelle in una tiepida notte estiva.
«Le stelle?», chiede perplesso imitando l'altro nello stendersi su un fianco. Le tegole spingono fastidiosamente negli spazi tra le coste.
Viktor annuisce, il disappunto rimpiazzato da un'espressione raggiante. «Quelle stesse stelle che noi ammiriamo in questo momento e che sono un punto di riferimento per l'uomo sin dall'antichità, potrebbero anche non esistere più, nel momento in cui ipoteticamente potremmo raggiungerle. È tutto effimero, se ci pensi, quindi tanto vale concentrarci sulle cose che ci rendono felici, no?».
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Victor Nikiforov, Yuuri Katsuki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
«Credi che ci sia qualcuno, là fuori, oltre a noi?».

La volta celeste è puntellata di stelle e Yūri non può fare a meno di domandarsi quando sia stata l'ultima volta in cui si è concesso di prestare caso a cose apparentemente triviali.
Il sorriso che Viktor gli rivolge è perplesso, ma sente già gli angoli della sua bocca tirarsi su di rimando.
«Che vuoi dire?», è la risposta curiosa del russo, il quale non ha distolto lo sguardo dalla sua figura nemmeno per un attimo. «Fuori ci sono gli abitanti di Hasetsu, di sotto ci sono i tuoi genitori e Mari…».

Una risata leggera gli sgorga dal petto e il suo sguardo viene nuovamente attirato dal firmamento. «Intendevo là fuori», precisa puntando l'indice contro il cielo notturno con un sorriso.

«Chi può dirlo», risponde Viktor qualche attimo dopo. «L'universo è enorme e in continua espansione, perciò non è da escludere».

Per quanto le apparenze ingannino, ad un primo impatto, in realtà Viktor è un vero pozzo di scienza, ai suoi occhi. Il loro appartamento di San Pietroburgo pullula di libri di ogni tipo e trovare un argomento su cui Viktor non abbia qualche nozione è sorprendentemente difficile. Forse è uno dei tanti motivi per cui è finito con l'innamorarsi di lui.

La sua mano è calda nella sua e Yūri sorride come un ebete quando sente il pollice dell'altro carezzargli le nocche con dolcezza.
«Sai», riflette ad alta voce dopo un lungo istante di silenzio. «Mi rendo conto che dovrei soffermarmi a guardare il cielo più spesso».

«Come mai?», domanda Viktor con una nota di curioso divertimento nella sua voce.

«È che… Se penso a quanto siamo piccoli in confronto all'universo i miei problemi mi appaiono almeno temporaneamente irrilevanti. Forse dovrei guardare le stelle per tranquillizzarmi prima delle gare», ammette passandosi una mano tra i capelli mentre una risata gli sfugge involontariamente. «Ma sentimi. Adesso faccio discorsi insensati anche senza toccare alcolici».

Un fruscio sulle tegole di terracotta lo avverte di come Viktor si sia voltato su un fianco. La sua espressione lascia trasparire un leggero disappunto. «Non sminuirti in questa maniera, Yūri. Penso che il tuo sia un discorso piuttosto sensato, invece. Se pensiamo a quanto grandi e quanto effimere siano certe cose si finisce con il vedere notevolmente ridimensionati alcuni ostacoli della vita. Fai caso alle stelle», dice improvvisamente, rivolgendo un cenno al cielo con il capo.

«Le stelle?», chiede perplesso imitando l'altro nello stendersi su un fianco. Le tegole spingono fastidiosamente negli spazi tra le coste.
Viktor annuisce, il disappunto rimpiazzato da un'espressione raggiante. «Quelle stesse stelle che noi ammiriamo in questo momento e che sono un punto di riferimento per l'uomo sin dall'antichità, potrebbero anche non esistere più, nel momento in cui ipoteticamente potremmo raggiungerle. È tutto effimero, se ci pensi, quindi tanto vale concentrarci sulle cose che ci rendono felici, no?».

Con sua shock trova che il discorso di Viktor e, di conseguenza, il suo, abbiano effettivamente una loro logica, una logica che ha qualcosa di affascinante nella sua semplicità. Concentrarsi sulle cose che ci rendono felici. Suona bene.

«Il pattinaggio mi rende felice», constata quasi sorpreso.
Viktor gli sorride di uno di quei sorrisi sinceri che fanno fare capriole al suo stomaco e Yūri capisce.

«Tu mi rendi felice», aggiunge poi come se fosse la cosa più naturale del mondo, ma non ha tempo di imbarazzarsi, perché la successiva domanda del russo lo spiazza completamente.

«Quella cosa che hai detto prima dello spettacolo… La pensi davvero?», chiede mortalmente serio, così serio da lasciarlo senza parole. «Voglio dire, davvero pensi che al mondo non ci sia qualcuno migliore di me?».

Uno stupido gioco alcolico e un fraintendimento linguistico avevano portato Viktor a diventare geloso di misteriosi - e inesistenti - amanti passati, eppure Yūri aveva trovato terribilmente dolce - e imbarazzante - il pensiero dell'altro, nudo sul tetto dell'edificio più alto della propria città natale, che proclamava a gran voce di essere il suo presente.
Viktor è fatto così, ma proprio per questo è unico, almeno nella sua opinione. E proprio per questo motivo vorrebbe che non cambiasse mai.

«Sì», gracchia per poi schiarirsi la voce. «Sì, ero serio».

Non ne è certo, ma gli è parso di sentire Viktor tirare un sospiro di sollievo mentre tornava a giacere sulla schiena. Nel cielo il bagliore delle stelle è una serenata per loro.

«Fino a non molto tempo fa credevo che, oltre al pattinaggio, essere "Viktor Nikiforov, la Leggenda Vivente di Russia" mi rendesse felice. Per me sorprendere il pubblico è sempre stato tutto ciò che contava e, finché ho potuto, mi sono beato del suo amore. Quando però l'ispirazione ha cominciato a morire e il mio amore per il pattinaggio ha vacillato, mi sono reso conto che senza il mio "titolo" non sarebbe rimasto nessuno ad amarmi, perché nessuno mi conosceva oltre l'immagine pubblica che avevo creato di me».

Yūri ascolta in silenzio e osserva affascinato la fragilità del cuore di Viktor, lo stesso Viktor che è terribile a gestire le sue lacrime e che, dopo aver fatto in pezzi il suo cuore, lo ha riparato versando oro nelle sue crepe.

«Incontrarti e ballare con te al banchetto di Sochi mi ha ridato ispirazione, è vero, ma, conoscendoti e lasciandomi conoscere da te, hai non solo ridato colore al mio mondo, ma lo hai riempito di nuove sfumature. Yūri, tu mi rendi felice, perciò stammi vicino e continua ad essere il mio presente, con la speranza che questo si trasformi anche in futuro».

Quando Viktor lo bacia è come se ogni stella nel cielo esplodesse in un vortice di musica e colori.

Ah… Questa è la felicità.
 
~Welcome To The Madness
Se per caso vi steste domandando cosa è "shachihoko" date un'occhiata su Wikipedia. Tecnicamente questa storiella nasce come seguito al Drama CD che è stato fatto ascoltare all'evento Yuri!!!On STAGE tenutosi oggi in Giappone (dove hanno annunciato il film di YoI #blessed). Viktor da ubriaco prende fischi per fiaschi (o è troppo impegnato a flirtare con Yuuri per fare attenzione a ciò che dice) e pensa che "Chihoko" sia un amante passato di Yuuri, ma in realtà è un grosso fraintendimento e il nostro Yuuri smooth ass quale è, salva la giornata con la frase citata da Viktor nella storia.
Se invece vi steste chiedendo da dove escono quei discorsi filosofici... Beh, Yuuri Katsuki non è l'unico in grado di dire/fare cose mirabolanti sotto effetto della magia dell'alcol e di un cielo stellato.
Ja ne~
   
 
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Yuri on Ice / Vai alla pagina dell'autore: Class Of 13