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Autore: Death Lady    01/05/2017    2 recensioni
Ambientato dopo il primo episodio della quarta stagione.
Un pensiero venuto di getto subito dopo aver visto il secondo episodio e ritirato fuori adesso.
" Come ci si sente quando si perde tutto?
Quando la terra sotto i piedi c’è ma ciò che ti manca questa volte è il cielo. Un cielo che è sempre stato puntellato di stelle che formavano costellazioni spesso incomprensibili per te ma che, nel bene o nel male, anche quando pensavi che non avresti mai più potuto rivedere il sole, lui era lì a tenerti al caldo sotto un manto luminoso che sapeva di casa.
Come ci si sente quando pensi che tutti ti abbiano abbandonato? Quando non hai più nessuno ma senti l’impulso irrefrenabile di parlare con qualcuno, di sorridere a qualcuno. Qualcuno che c’è sempre stato. Che anche se non ne era consapevole perché tu, testardo di un detective, non gli hai mai permesso di capire, diventava sempre più indispensabile per te.
Come fai quando sai di volerlo raggiungere -quando è a pochi centimetri, metri, chilometri da te; quando seppur fisicamente distante, mentalmente è accanto a te- eppure non puoi?"
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Sherlock Holmes
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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ASSENZA
 
Come ci si sente quando si perde tutto? Quando la terra sotto i piedi c’è ma ciò che ti manca questa volta è il cielo. Un cielo che è sempre stato puntellato di stelle che formavano costellazioni spesso incomprensibili per te ma che, nel bene o nel male, anche quando pensavi che non avresti mai più potuto rivedere il Sole, lui era lì a tenerti al caldo sotto un manto luminoso che sapeva di casa. Come ci si sente se guardando verso l'alto non si vede nient'altro che il vuoto? Non una nuvola, non una stella, nemmeno una goccia di pioggia a bagnare il tuo viso giusto per farti capire che non ti ha lasciato nessuno, che il tuo cielo c'è ma sei tu che non riesci a vederlo. Invece questa volta l'hai perduto davvero, sei davvero immerso nell'oscurità più totale e non ti servirà a nulla strizzare gli occhi per cercare di vedere qualcosa, perché non c'è nulla davanti a te.

Come ci si sente quando pensi che tutti ti abbiano abbandonato? Quando non hai più nessuno ma senti l’impulso irrefrenabile di parlare con qualcuno, di sorridere a qualcuno. Eppure tu non hai mai avuto bisogno di niente, cosa ti sta succedendo? Hai davvero passato il confine che ti teneva separato dal resto dell'umanità, hai capito finalmente di essere un umano come tutti e non una macchina priva di emozioni e sentimenti? Forse è questo che ti fa male, forse è il fatto che stai sperimentando qualcosa di nuovo.
Eppure, sai che non è di questo che si tratta. Tu hai bisogno di qualcuno. Di quel qualcuno che c’è sempre stato, che anche se non ne era consapevole perché tu, testardo di un detective, non gli hai mai permesso di capire, diventava sempre più indispensabile per te.

Come fai quando sai di volerlo raggiungere -quando è a pochi centimetri, metri, chilometri da te; quando seppur fisicamente distante, mentalmente è accanto a te- eppure non puoi? Non puoi perché lui ti pensa, ne sei certo, ma non sei più sicuro che ti voglia accanto a sé.
Perché ti domandi? Mi stupisci, Sherlock: l’hai tradito. Non si prendono impegni che non si è sicuro di poter portare a termine, perché per quanto avvezzo ai miracoli, nemmeno il grande detective Sherlock Holmes può qualcosa dinanzi alla morte che, inaspettata, arriva per tutti a un certo punto. Eppure fai questo lavoro da tanto tempo: possibile che tu non abbia ancora imparato a non fare promesse?

Mycroft ti ha sempre detto che sei troppo passionale nelle cose. Da non credere, vero? Tu: passionale! Tu che cerchi di essere freddo e distaccato ma ti butti a capofitto nei casi più interessanti. La passione ti porterà guai, Sherlock. Te l’ha sempre detto tuo fratello ma tu, testardo, non l’hai mai ascoltato.

Tuttavia, ed è questo che non capisco di te, avevi già avuto l’opportunità di sperimentare questa sensazione di lontananza. Sai quanto possa fare male, quanto, per te, possa essere nocivo, peggio di un veleno. Eppure a quel tempo ti teneva intero la consapevolezza che lui non ti avesse dimenticato e che non aspettava altro che te per ricominciare a respirare.
Ma ora non è la stessa cosa, vero? Ora hai la consapevolezza, quasi l’assoluta sicurezza, che lui non voglia più aver nulla a che fare con te. Te l'ha fatto capire chiaramente. 

Come biasimarlo, dopotutto? L’hai uccisa.

È inutile scuotere la testa per cercare di allontanare questo pensiero, è inutile provare ad essere razionali.

Sai di non essere stato tu a fermare il suo cuore. Eppure… eppure è come se lo fossi.

Tu avevi promesso di proteggerla, di tenerla al sicuro. Sei stato tu a non mantenere la parola data! Lo so, non potevi immaginare che si sarebbe frapposta tra te e il proiettile anche se, conoscendoti, avresti potuto prevederlo. E lo sai.

Rovinava sempre tutto quella donna. Te l’aveva portato via una volta, da viva, e te lo porterà via adesso, da morta.

Aveva rovinato tutto eppure avevi imparato a volerle bene e, soprattutto, avevi accettato che lui volesse amarla, che volesse costruire una famiglia con lei.

Purtroppo avevi imparato a volerle bene ed eri sceso a compromessi con la tua parte irrazionale che ti chiedeva di toglierla di mezzo per riappropriarti di ciò che un tempo era tuo. Tutto questo semplicemente perché avevi imparato a rispettare quella donna che era riuscita a far breccia in quella corazza di ferro che il tuo ex coinquilino aveva costruito attorno al suo cuore.

Tuttavia, ormai è inutile pensare a lei: non puoi cambiare le cose, non puoi sistemare tutto come se niente fosse.

Nonostante tutto, però, pensi di meritarti un po’ tutto questo. Sei stato via per due anni, no? Quindi forse questa è semplicemente la vendetta del tempo, la vendetta di John. Anche se da una parte, forse, preferiresti essere stato al suo posto che al tuo.

Scuoti ancora la testa. Scompigli i capelli e nascondi la testa tra le ginocchia strette contro il tuo petto, rannicchiato sulla tua poltrona davanti al camino spento.

Cosa stai pensando? Ti ritrovi a chiederti.

È meglio così. È giusto così. Ti ripeti.
John è vivo. Ha una figlia a cui pensare adesso. Non ha sicuramente bisogno di te che gli incasini la vita. Ed è con quest'ultimo pensiero che, finalmente, metti a tacere il tuo cervello portanto la siringa al braccio, infilando l'ago nella carne e spingendo lo stantuffo.
Una lacrima solitaria a disegnare la curva spigolosa del tuo zigomo prima di cadere nell'oblio dell'incoscienza.



Grazie a tutti per essere arrivati fin qui.
Alla prossima,
DeathLady

 
   
 
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