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Autore: MaDeSt    03/05/2017    4 recensioni
Non è necessario leggere il prologo ma è caldamente consigliato.
Sei ragazzini provenienti da un villaggio sperduto, cresciuti in un piccolo paradiso, ignoranti dell'orrore che li circonda, si ritrovano ad avere tra le mani sei uova di drago, di cui poi diventeranno amici... e la loro leggenda ha così inizio.
Dovranno salvare il mondo, ecco ciò che ci si aspetta da loro. Ma ne saranno all'altezza? Riusciranno a capire chi è il loro vero nemico prima che questo li distrugga?
[Pubblicazione interrotta. Non aggiornerò più questa storia su EFP, non aggiornerò i capitoli all'ultima versione, pubblicherò solo in privato per chi realmente è interessato a seguire la storia a causa di plagi e ispirazioni non autorizzate non tutelati a discapito del regolamento apparentemente ferreo. Trattandosi della mia unica storia, a cui lavoro da anni e a cui sono affezionata, non vale la pena rischiare. Chi fosse interessato a capire come seguire la storia troverà tutte le informazioni nelle note all'inizio dell'ultimo capitolo pubblicato. Risponderò comunque alle recensioni qualora dovessi riceverne, ma potrei accorgermene con del ritardo.]
Genere: Avventura, Drammatico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Dargovas'
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Il colore del titolo del capitolo corrisponde al colore della regione in cui la storia al momento si svolge, tenete d'occhio la mappa per sapere dove ci troviamo!

AIR

Emily, avvolta nel mantello per combattere il freddo vento invernale, stava vagando per il bosco a nord-ovest in cerca di una pianta in grado di alleviare il dolore delle ossa rotte: il suo fratellino giocando per le vie del villaggio con altri giovani era scivolato sulla neve ghiacciata, procurandosi una frattura al polso. Appena la trovò tagliò un paio di ramoscelli con un coltellino, lasciando alla pianta gli altri dieci, mise tutto in borsa e tornò verso casa con aria preoccupata stando attenta a dove metteva i piedi, ora che la neve poteva arrivare all’altezza del ginocchio.
Nelle settimane che avevano seguito la partenza di Layla e gli altri, il villaggio era caduto nel caos per la loro scomparsa e il ritorno della famiglia di Mike - i quali si erano fatti prendere dal panico non trovando il figlio a casa e a cui Gerida aveva raccontato tutto lasciandoli increduli e sconvolti quasi più di prima. Jorel era ancora tentato di scoprire dove fosse scappato Cedric per riprendere da dov’era stato interrotto, ma sapeva di non poter lasciare Lily da sola, né poteva affidarla a Ilion per un periodo di tempo indefinito. E i soldati scomparsi - perché nessuno se ne sarebbe andato lasciando lì tutte le proprie cose, né tantomeno lasciando i cavalli nella stalla del villaggio - avevano creato non poco scompiglio, dando solo un motivo in più a Jorel per credere che il drago verde e quel misterioso drago piumato che non aveva mai visto fossero bestie pericolose e fuori controllo.
Le cose di quei soldati erano state messe in ordine dentro i carri ormai vuoti. Moriel ne aveva approfittato per rimproverare il figlio più grande perché avrebbe voluto unirsi a loro, rimembrandogli la fine che, insieme a loro, avrebbe potuto fare se avesse incontrato quei banditi - tutti i genitori a conoscenza dei draghi, a parte Jorel, usarono questa scusa per giustificare la scomparsa dei ragazzi e del gruppo di militari, come concordato per proteggere i giovani e i draghi.
Verso la fine del mese di Zeigah, tuttavia, le cose cominciarono a peggiorare per il villaggio: altri di quei soldati arrivarono, oltre agli ufficiali di Eunev che si presentavano ormai mensilmente. Anche loro dissero di essere in cerca di uova di drago o draghi già nati, la loro precedente pattuglia non aveva fatto ritorno e sospettavano fosse perché li avevano trovati. Avevano intenzione di interrogare tutti i cittadini a riguardo, anche i bambini che avevano più di dieci anni.
Emily si fece quasi prendere dal panico, ritrovandosi a sperare che non usassero delle pozioni per costringere a dire il vero, o che per qualche motivo non sarebbero mai riusciti a interrogare il fabbro, altrimenti era certa che pur di far ammazzare Cedric e il suo drago avrebbe detto ai soldati tutto quello che sapeva. Anche se nessuno, al di fuori di lei, Moriel, e le famiglie di Mike, Jennifer, Susan e Layla, poteva sapere dove fossero andati. Nemmeno loro in realtà sapevano dove si trovassero in quel momento, però sapevano all’incirca dove avrebbero dovuto andare.
A questo punto spero siano dagli Elfi; quei soldati non oserebbero invadere le città di un popolo così schivo e leggendario, mentre potrebbero trovare strada libera a Eunev... pensò Emily preoccupata, guardando storto un soldato di quelli prendere da parte un anziano con poca delicatezza.
Decise d’intervenire in sua difesa quando l’uomo armato cominciò a strattonare il braccio del vecchio, si fece valere anche davanti alla minaccia della mano del soldato sull’elsa della spada, pronto a sguainarla. Ma lì i presenti insorsero tutti insieme, e il soldato si vide costretto a rinfoderare l’arma e andarsene senza le sue risposte.
Il vecchio la ringraziò, ma la ragazza fece solo un cenno distrattamente con la testa, presa da altri pensieri. Era preoccupata per Layla, sapeva che prima o poi i soldati avrebbero ottenuto quanto gli sarebbe bastato a mettersi sulle loro tracce, e sperava che quel giorno sarebbe arrivato il più tardi possibile, quando i draghetti sarebbero stati abbastanza grandi da intimorire chiunque si avvicinasse senza permesso.

La mattina, prima che la colazione fosse servita l’arcimago di Alchimia chiese il silenzio e finalmente gli venne detto cosa fare nei prossimi due giorni: avrebbero dovuto portare le loro casacche completamente nere dai sarti e lasciare loro detto quali materie avevano scelto di continuare a studiare, così che i simboli delle relative discipline potessero essere aggiunti. Da quel giorno in avanti le casacche andavano indossate sopra gli altri abiti, e servivano ad assicurarsi che gli studenti avessero o meno accesso alla seconda metà delle torri. Per quanto riguardava gli orari delle lezioni tenute nelle torri avrebbero trovato entro sera una pergamena con scritti i diversi orari per ogni materia divisi per giorni, aule e fasce orarie.
Così i sei ragazzi finito di mangiare andarono nelle proprie stanze a recuperare la casacca che fino ad allora non avevano mai indossato, e insieme a un fiume di gente si recarono negli alloggi della servitù. Rimasero sempre in gruppo e attesero uno alla volta il proprio turno mentre con la magia i sarti facevano apparire sette differenti simboli incastrati tra loro e ognuno di un colore diverso che rappresentavano le materie scelte da ogni studente. Andrew fu il primo a consegnarla e riceverla, e subito la indossò guardando con orgoglio i simboli delle sette materie che aveva deciso di proseguire sfavillare dall’altezza del petto in giù.
Prima che tutti ebbero la loro veste fece in tempo ad arrivare l’ora di pranzo, non perché i sarti fossero lenti, anzi il processo non richiedeva più di qualche minuto, ma i futuri Ammessi erano decisamente tanti.
Il pomeriggio lo passarono insieme ai draghi passeggiando nel bosco ormai imbiancato da una spruzzata di neve - niente di simile a ciò a cui erano abituati. Il vento soffiava piuttosto forte e freddo, ma gli alberi aiutavano a smorzarlo.
Sulphane tra loro era la più alta e superava le anche di Susan, che tra i ragazzini era la più bassa; Smeryld e Umbreon erano più o meno alti uguali, il primo aveva il collo più lungo e il secondo le zampe, ma entrambi erano più bassi di Sulphane solo di un palmo; Rubia era la quarta in ordine d’altezza e subito dopo veniva Ametyst, le lunghe zampe della prima compensavano il collo corto e al contrario il lungo collo della draghetta viola sovrastava le corte zampette; infine veniva Zaffir, le cui lunghe zampe posteriori non consentivano comunque di tenere la testa alta, perché doveva aiutarsi a stare in piedi usando le ali e il collo piuttosto corto gl’impediva di innalzarsi al di sopra delle teste dei fratelli - a meno che non fosse fermo, allora poteva distendere le braccia delle ali e risultare più alto di Sulphane.
La sera dopo cena, rientrando in stanza, trovarono una pergamena appesa alla porta di ognuno di loro; a tutti gli studenti era stata consegnata una copia di tutti gli orari di lezione tenuti in ogni singola torre, era anche indicato l’insegnante che teneva la lezione e l’aula o il piano della torre. Una delle tabelle era divisa in materie incolonnate e giorni - divisi nelle fasce orarie mattina, pomeriggio e notte - su una riga. Ogni fascia oraria era segnata con una lettera maiuscola e una minuscola. Immaginarono che la lettera minuscola stesse a indicare la fascia oraria, ma non avevano idea di cosa stesse a significare la lettera maiuscola; probabilmente il giorno della settimana, ma non pensavano che ogni giorno avesse un nome.
Decisero di parlarne l’indomani, e infatti invece di andare dai draghi si riunirono in camera di Jennifer per riuscire a incastrare tutte le loro lezioni senza separarsi nel caso in cui la materia fosse comune a più di uno di loro. Ogni materia era insegnata o alla mattina o nel pomeriggio in quattro giorni della settimana, ma a ogni lezione potevano accedere solo una volta: quindi, avendo scelto sette materie, ognuno di loro aveva sette lezioni da quattro ore ciascuna alla settimana.
Incastrarle non fu troppo difficile, scelsero di frequentare Elementi - che tutti avevano scelto di approfondire - nel pomeriggio del primo giorno della settimana; Guarigione, un’altra materia scelta da tutti, avrebbe occupato il mattino del secondo giorno; Storia, cui attendevano solo Cedric Jennifer e Layla, avrebbe occupato il pomeriggio del secondo giorno mentre gli altri avrebbero avuto del tempo libero; la mattina del terzo giorno Andrew Mike e Susan avrebbero frequentato Evocazione; la mattina del quarto giorno era libera per tutti, mentre Manipolazione avrebbe avuto luogo nel pomeriggio; la notte invece Cedric e Mike sarebbero andati a seguire la lezione di Astronomia; il mattino del quinto giorno era occupato da Alchimia, abbandonata solo da Mike; la lezione successiva si teneva nel pomeriggio del sesto giorno ed era Biologia, frequentata da Jennifer Mike e Susan; nel pomeriggio Andrew Cedric Layla e Susan avrebbero seguito la lezione di Telepatia; e infine nel pomeriggio del settimo e ultimo giorno di lezione, Andrew Jennifer Layla e Mike avrebbero studiato Difesa.
Cedric storse il naso quando si rese conto di dover frequentare lezioni nel pomeriggio del quarto giorno, la notte stessa e la mattina subito dopo, ma non riuscirono a trovare altre soluzioni più agevoli senza doversi separare o senza rinunciare alle lezioni tenute dagli insegnanti che già conoscevano; senza contare che comunque Astronomia era sempre tenuta di notte, quindi in un modo o nell’altro si sarebbe ritrovato ad avere una lezione subito prima o subito dopo.
«Non ci avevo pensato.» si lamentò Mike riguardo gli orari di Astronomia «Credevo sarebbe stata anche lei come tutte le altre magari nel pomeriggio! È un buon motivo per abbandonarla dopo questi due mesi...»

La prima lezione nei panni di Ammessi dunque la tennero il pomeriggio del primo giorno della settimana, nella torre scarlatta al quinto piano, insieme ad Allia. Notarono che molti degli studenti presenti erano stati insieme a loro come Novizi, compresa Velia, più o meno metà della vecchia classe aveva scartato la materia o più probabilmente scelto un altro orario, mentre diversi volti erano nuovi. La materia doveva essere tra le più seguite perché a studiarla non era solo chi fosse davvero interessato agli elementi in sé, ma anche chi voleva proseguire gli studi di Evocazione e Manipolazione.
La donna disse loro di aver già speso abbastanza tempo nell’ultimo mese nell’introdurli alla materia, quindi di lì in avanti avrebbero lentamente fatto pratica. Avrebbero cominciato dall’Aria, l’elemento per ovvie ragioni più comune e quindi più facile da controllare, e per questa prima lezione disse di avere bisogno di un volontario che volesse toccare con mano per la prima volta cosa voleva dire avere il controllo su un elemento.
Si fece avanti Seam, il ragazzo di Elseir dai corti capelli color del miele e la pelle olivastra. Allia gli fece gentilmente cenno di avanzare verso il centro dell’aula e unirsi a lei, quindi spiegò a lui ma anche al resto della classe cosa sarebbe successo di lì a poco.
«Userò l’aria per costringerti a rimanere immobile, voglio che tu provi a muoverti per capire esattamente cosa sto facendo. Non preoccuparti, non ti farò male.» lo rassicurò subito, e il ragazzo annuì deglutendo poco convinto.
Gli studenti ai banchi invece si fecero più attenti, molti si sporsero in avanti poggiando parte del loro peso sul tavolo reclinato, qualcuno si preparò a scrivere su un foglio.
L’insegnante attese che Seam le facesse cenno di essere pronto prima di tendere le mani in avanti; l’aria attorno al ragazzo s’illuminò di una luce bianca e a tratti rossiccia, esattamente come i palmi delle mani della donna, i cui occhi s’illuminarono come brillando di luce propria, e poi andò a compattarsi attorno al corpo di Seam. Allia gli fece cenno di provare a muoversi e il giovane obbedì, rendendosi presto conto di essere realmente paralizzato, come se attorno a lui avessero costruito un muro quasi invisibile. Dopodiché l’insegnante, per essere certa che tutti capissero cosa stesse succedendo, ordinò all’Aria di sollevare il corpo del ragazzo da terra, il quale ritrovandosi a fluttuare nel vuoto cacciò un grido allarmato guardandosi i piedi che ora penzolavano a pochi palmi dal pavimento.
Dopo alcuni secondi Allia lo riportò delicatamente a terra e fece mollare all’Aria la presa sul suo corpo, quindi il bagliore bianco e rosso sparì mentre Seam barcollò instabile, ora dovendo sostenere il proprio peso da solo. Era decisamente scosso e tremava mentre tornava a sedersi al proprio posto seguito da molti sguardi a cui era del tutto noncurante.
Dopo un breve silenzio la donna parlò di nuovo: «Questo era solo un semplice esempio di ciò che il controllo sull’elemento Aria permette di fare. Naturalmente avrei potuto farle creare una pressione tale attorno al suo corpo da rompergli le ossa, o bloccargli il respiro, o persino fare in modo che l’aria non raggiungesse i suoi polmoni. Utilizzando l’Aria si può sollevare qualsiasi cosa da terra e farla arrivare a voi, o scagliarla lontano, ma è bene che teniate a mente che più l’oggetto è grande e distante, maggiori saranno le energie necessarie a spostarlo. Andando avanti acquisirete sempre maggiore controllo e consapevolezza, e se vorrete potrete rendere invisibile l’aria, che invece normalmente brillerebbe come avete appena visto.»
Gli Ammessi stavano scrivendo gran parte di quelle annotazioni, alcuni erano pallidi e scossi quasi quanto il povero Seam.
Allia alzò un dito ora con fare severo: «Voglio che nessuno di voi, e ripeto nessuno, usi queste caratteristiche degli elementi per fare del male ad altri studenti. Se dovesse succedere mi assicurerò personalmente che il colpevole sia espulso per non essere più riammesso e, se adulto, arrestato e processato secondo le leggi di Eunev. Si faranno delle lezioni pratiche in cui vi dovrete sfidare per mettervi alla prova a vicenda, ma lo farete solo e soltanto sotto la mia supervisione. Non voglio duelli nelle camere, nei corridoi o in cortile. Solo in aule con insegnanti qualificati presenti. Sono stata chiara?»
Tutti gli studenti annuirono all’unisono con convinzione e lei sembrò soddisfatta.
Riprese la sua aria sorridente e rassicurante e continuò: «Molto bene, ora qualcuno vuole provare a mettersi in contatto con l’elemento?»
Ci fu un lungo silenzio teso e imbarazzato, ma alla fine si alzò una ragazza in carne dalla pelle chiara, i capelli biondi e mossi le coprivano quasi tutta la schiena. Allia la invitò a raggiungerla al centro dell’aula e Jeah si sfilò i guanti lasciandoli sul banco, obbedendo e cercando di darsi un’aria sicura. Quando l’ebbe raggiunta l’insegnante le spiegò come fare per riuscire a contattare la magia, le disse di chiudere gli occhi e percepire con la mente e con gli altri sensi la presenza dell’aria tutt’attorno a lei; essendo ovunque non sarebbe stato difficile entrare in contatto con l’elemento.
Ci vollero parecchi minuti, ma alla fine la ragazza si lasciò sfuggire un sospiro di sorpresa e sorrise, sicura di aver percepito l’Aria, quindi Allia le disse di concentrarsi e provare a immaginare di darle un ordine. E quando quel pensiero fosse diventato abbastanza coerente e reale le disse di provare a metterlo in pratica.
Jeah riaprì gli occhi e tese le mani davanti a sé, guardò Allia come per chiederle una conferma e la donna la incoraggiò annuendo, dunque la ragazza tornò a concentrarsi e una nuvola bianca e azzurrina avvolse la borsa di Ivniraz, che era in prima fila.
Il ragazzo dalla pelle scura e i ricci capelli neri quasi cadde dalla sedia per lo spavento mentre la sua borsa si sollevava sopra il suo banco spinta da quella nuvola colorata, e un coro di esclamazioni si diffuse in tutta l’aula, seguito poi dagli applausi.
Distratta dalle ovazioni Jeah interruppe involontariamente l’incantesimo e la borsa ricadde sul banco con un tonfo che a malapena si sentì. Anche Allia stava applaudendo, e successivamente le chiese se se la sentisse di riprovare o se preferisse lasciare il posto a qualcun altro.
Jeah decise che sarebbe stato più educato lasciare che altri provassero, dato che avevano solo quelle quattro ore per tutta la settimana, e tornò al suo posto ancora seguita da qualche applauso e sguardi ammirati.
Il suo successo aveva rianimato la classe, e in molti alzarono le mani per essere i successivi scelti per provare. Alla fine l’insegnante decise che avrebbe chiamato i volontari in ordine alfabetico per essere imparziale, e Biad fu la prima.
Si alzò in fretta e raggiunse il centro dell’aula di corsa, poi chiuse gli occhi preparandosi a seguire le istruzioni di Allia per riuscire a contattare l’elemento. Questa volta la donna le portò un oggetto da sollevare e lo posò a terra, ai suoi piedi, mentre la giovane si sforzava di percepire l’Aria.
Riaprì gli occhi quando fu sicura di esserci riuscita e si trovò davanti a un catino di metallo; tese le mani verso esso e gli ordinò di sollevarsi. Qualcuno rise. Decise di cambiare tattica e ordinò invece all’Aria di sollevarlo, e dopo qualche tentativo fallito il catino fu avvolto da una nuvola bianca e arancione. Sorridendo soddisfatta Biad sollevò piano le mani come guidando l’aria, e la nuvola rada la seguì.
Ci furono altri applausi mentre la ragazza riportava il catino a terra per poi correre via al proprio posto e lasciare che il prossimo studente provasse da sé; era ora il turno di Caoru, un ragazzo robusto dalla pelle scura. Anche lui ebbe successo e tornò al proprio banco lasciando spazio a Elestrea, una ragazza dai capelli rossi e mossi piuttosto simile a Jennifer, se non per il fisico più slanciato e sviluppato.
Furono diversi gli studenti a provare la loro prima esperienza di controllo su un elemento, e tra loro ci fu anche Mike, il quale grazie alle lezioni di Ouin non ebbe alcuna difficoltà a contattare la magia ma finse di aver avuto degli intoppi per non insospettire nessuno; l’aria davanti ai palmi delle sue mani divenne di un blu sorprendentemente acceso mentre il catino cominciava a volteggiare nel vuoto come senza peso.
Soltanto due dei ragazzi volontari non riuscirono a controllare l’aria quel giorno, ma erano entrambi così elettrizzati dalla novità e dal fatto di averci provato per provare tristezza o delusione, sicuri che la volta dopo sarebbe andata meglio.
Mike invece si pavoneggiò con gli altri ragazzi di Darvil per tutto il resto della giornata, fin da quando Allia annunciò insieme al campanile che le ore di lezione erano finite; mancava un’ora alla cena e si riunirono tutti in una stanza per poter parlare e chiedere al ragazzino cos’avesse provato.
«Non vedo l’ora di dirlo a Zaffir! È stato meraviglioso!» concluse lui ancora fremente d’emozione «Riuscivo a sentire l’aria che muoveva il catino proprio come se lo stessi muovendo io! Come se le mie braccia si fossero allungate! Avreste dovuto provare!»
Mentre parlava, Andrew cominciò ad agitare le braccia come se fossero tentacoli impazziti facendo il verso all’amico.
«Secondo voi perché l’aria diventa colorata quando qualcuno la usa?» domandò Susan pensierosa, poi si rivolse a Mike: «E sarà solo un caso che quando l’hai usata tu è diventata blu come Zaffir?»
«Quando l’ho usata io è diventata verde...» sussurrò Cedric, ma si pentì subito di avere come al solito pensato ad alta voce; gli altri non avevano assistito.
Andrew gli chiese: «Hai usato l’Aria?»
E lui prontamente rispose: «No, però quando ho curato Jorel... c’era una luce strana, verde e rosa.»
Layla gli lanciò un’occhiata furtiva che lui colse, poi sospirò pesantemente capendo che aveva mentito per coprire l’aggressione da lei subita, dove lui aveva effettivamente fatto uso dell’Aria per uccidere uno di quegli uomini, come aveva mentito al tavolo di Iven per la stessa ragione.
«Potremmo chiederlo ad Allia la prossima volta!» esclamò Jennifer «Sarebbe interessante sapere perché ognuno ha un colore diverso!»
«Beh, domani mattina abbiamo Guarigione, potresti raccontare a Houl della tua esperienza e chiedergli perché la magia cambia colore a seconda di chi la usa.» disse Mike a Cedric, il quale annuì distrattamente non del tutto convinto di volersi esporre davanti a diverse decine di persone.

E infatti la mattina del giorno dopo, a lezione di Guarigione, sebbene Cedric ebbe ben quattro ore per convincersi a porre la domanda non lo fece. Preferì non disturbare la lezione durante la quale dei volontari si scambiarono le energie a vicenda, soprattutto perché anche dopo tutti quei giorni la gente ancora lo guardava malamente, e questa volta parteciparono anche Layla e Jennifer in coppia, riuscendo con un po’ di fatica.
Le due ragazze ebbero modo di riprendersi dalle repentine perdite di energie vitali durante la pausa pranzo, per poi dirigersi alle tre del pomeriggio nell’aula di Storia insieme a Cedric, mentre gli altri tre avrebbero avuto il resto della giornata libera.
L’ultima volta si erano lasciati con un approfondimento su come fossero state suddivise le regioni della parte umana di Dargovas con una successione di guerre tutt’ora non del tutto concluse, come disse accennando di Vonemmen che ancora voleva l’indipendenza e diventare capitale delle regioni dell’est. Ma non si soffermarono su quello, piuttosto sulla nascita del culto dei Dodici che aveva lentamente preso piede schiacciando i diversi culti che vigevano di regione in regione. Gli consigliò una lettura intitolata appunto Il Culto dei Dodici come approfondimento a fine lezione, poi li lasciò liberi di andare.
«Studiare la storia è molto più interessante di quanto pensassi.» stava dicendo Layla mentre attraversavano il cortile per tornare alle proprie stanze e lasciare lì le borse prima di andare a cenare.
Molti studenti appena diventati Ammessi avevano deciso di trasferirsi nelle camere all’interno di una delle torri delle materie scelte. Loro invece avevano deciso di rimanere negli alloggi comuni per dormire tutti vicini.
Jennifer fece una smorfia: «Sì, ma c’è troppo da leggere e memorizzare.»
«A proposito, dove potremmo trovare quel libro? Non penso ci saranno abbastanza copie per tutti!» continuò l’altra pensierosa.
«Ci sono diverse librerie, e avendo accesso all’intera torre di Storia penso che cercando con attenzione una copia la troveremo.» le rispose Cedric.
«Sì, ma saranno centinaia di libri!» protestò Jennifer.
«Abbiamo una settimana per trovarlo.»
«E leggerlo.» puntualizzò Layla «E se dovessimo continuare a leggere anche per altre materie?»
«Intendi dire se io dovessi leggere, forse.» ribatté lui infastidito «Mi toccherà comunque studiare tutte e dieci le materie invece di sette.»
«Smetti di lamentarti, tutti quanti studieremo tutte le materie alla fine.» disse Jennifer, infastidita a sua volta.
Cedric scosse la testa e cambiò discorso: «Ad ogni modo, se sono tutti libri riguardanti un unico argomento non possono essere troppo impegnativi.»
«Speriamo di no.» sospirò Layla.
I corridoi erano praticamente vuoti, dal momento che in pochi avevano scelto come loro di rimanere nelle stanze comuni, ma Mike Susan e Andrew non si trovavano lì, e gli altri tre si ritrovarono a sperare che non fossero andati a trovare i draghi per quelle poche ore rischiando di rimanere chiusi fuori città tutta la notte.
Alla fine per fortuna li trovarono già seduti a un tavolo nella sala da pranzo ad aspettare l’ora di cena insieme a qualcun altro che aveva fatto parte della loro classe da Novizi nel mese precedente.

  
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