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Autore: melianar    06/05/2017    9 recensioni
Thuringwethil è la signora della notte, e sotto il suo sguardo nessuno può fuggire.
Un piccolo scorcio dei suoi pensieri, mentre solca i cieli del Beleriand
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Thuringwethil
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I Figli del Crepuscolo camminano leggeri, sicuri che ogni cosa gli appartenga. Scivolano tra gli alberi come ombre, o almeno così credono.
Ingenui, illusi.
I loro passi non fanno rumore, non un fruscio tra le foglie. Ma è così facile sorprenderli, per lei.
Calare loro addosso con le ali spalancate, affondare i denti in quelle gole palpitanti di vita e di terrore.
Non gridano mai, i Figli del Crepuscolo. Non lottano. Non ne hanno il tempo.
Con loro è tutto così veloce e lieve. Quasi noioso, a volte.
Ma il sangue, sì, quello ripaga.
Sangue che brucia, soffoca e annebbia i sensi. Sangue che sa di stelle, di luce antica e odiosa.
Eppure è così dolce, insopportabilmente dolce e lei ne vuole, ne vuole sempre più.
I Figli della Pietra, poi, sono ancora meno scaltri. Così furtivi, e terribilmente lenti.
Si illudono che il buio li protegga. Come se lei potesse temere le viscere della montagna.
Sono prede facili, troppo terrorizzati e goffi. Cacciarli non è divertente, e non appaga.
Il loro è sangue corposo, il sangue delle caverne in cui costruiscono le loro tane. Ma può andar bene, ogni tanto, per placare la sete.
Qualche volta dà la caccia perfino ai servi del Signore, ed è piacevole vederli tremare e squittire come topi spaventati, strisciare come i miseri vermi che sono.
Sentire l’odore della loro paura.
Pungente, nauseante. Inebriante.
E poco importa se il loro sangue è nero e amaro e la fa volare in alto indignata e furiosa.
Lei è la più potente. E loro non possono capire.
Non conoscono il piacere di sorvolare la preda lentamente, sentire il panico che la invade e che si fa terrore, diviene paralisi.
Né immaginano la gioia indescrivibile che dà essere la messaggera del Signore, attraversare i cieli nel suo nome, divenire i suoi occhi, le sue orecchie.
Questo, sì, questo è il vero potere. Che esalta e stordisce, perfino più del sangue.
Ma lei sa esserne degna padrona. Ha imparato a dominarlo, a non lasciarsi sopraffare dall’ebbrezza di un istante.
E non basteranno i Figli della Luce, a portarglielo via.
Non loro che marciano instancabili sotto la maledetta Fiamma che li guida.
Così sicuri, e così stupidi. Come se non sapessero che il buio cala anche per loro.
Quando la Luce crudele li abbandona fuggendo a occidente, allora si scoprono per ciò che sono veramente: pulcini vulnerabili, che rannicchiati uno sull’altro credono di proteggersi dalla Tenebra che li avvolge.
Quanta ingenuità, quanta idiozia!
Ma è questo che li rende divertenti.
E’ così bello osservarli in silenzio, avvertire l’inquietudine che serpeggia tra loro e a cui non sanno dare un nome.
Oh, come tremano.
E gli incauti non mancano mai. Le basta che lascino il branco un istante.
Allora sì che può lacerare quelle carni soffici e indifese, finalmente. E godere, dopo, delle grida di chi resta.
Meravigliosamente impotenti, senza la loro Luce assassina.
E il loro è il sangue più dolce di tutti, il sangue strappato alla Fiamma dell’Ovest.

 

 

Note

 

Ebbene sì, sono viva! Troppe cose si sono accavallate e mi hanno tenuta lontana dalla scrittura in questi mesi (dovrei dire anni, mi sa XD) ma comunque, sono di nuovo qui e questo conta!
Allora, questa storiella è abbastanza tremenda e la sola idea di averla postata mi fa venire un disperato bisogno di sprofondare nelle viscere della terra, ma dovevo pur ricominciare da qualcosa, no? E quindi, ecco qua Thuringwethil. Cattiva e femmina, potevo forse farmela sfuggire? :P
Venendo alle cose serie, per questa storia mi sono basata unicamente sulla versione del Silmarillion edito, in cui Thuringwethil è la messaggera di Sauron dalle sembianze di vampiro (inteso come pipistrello, ovviamente).
Insomma, ho ignorato bellamente le note al canto XIII del Lay of Leithian, in cui Thuringwethil è semplicemente il nome di Luthien in veste di pipistrella.
Quanto alla natura di Thuringwethil: io la immagino come una Maia che nel corpo di un gigantesco pipistrello ha trovato il modo a lei più congeniale per servire la Tenebra. Dato che anche Sauron stesso aveva l’abitudine di gironzolare in forma di vampiro, mi sembra un’ipotesi plausibile.
Quanto al linguaggio “particolare” che Thuringwethil utilizza in questa storia, io immagino che, nonostante la sua natura di Maia, fosse parecchio selvaggia e primordiale, proprio in virtù della forma scelta, e da qui la decisione di farle utilizzare nomi tutti suoi per i popoli di Arda e per Sauron stesso (è lui il “Signore”, naturalmente, e non Melkor… Dopo mille incertezze ho pensato fosse l’unico nome possibile, tra Signore di Tutto e Signore e basta c’è la sua bella differenza, direi XD)
I tre “figli” che compaiono nel racconto sono rispettivamente Elfi, Nani e Uomini, e ringrazio Kan perché se non ci fossimo messe a chiacchierare amabilmente di Thuringwethil su whatsapp questa definizione non sarebbe mai arrivata e il racconto avrebbe preso tutt’altra piega.

Detto questo, ringrazio infinitamente Tyelemmaiwe per essere la mia beta sempre e comunque, nella buona e nella cattiva sorte, nonostante i miei scleri spaventosi e tutto il resto. Decisamente non è cosa scontata, e ti adoro per questo.
Un altro enorme grazie va a Kanako91 per avere una fiducia in me che non sento di meritare e che mi commuove oltre ogni misura. Non credo di saper esprimere a parole tutto quello che vorrei dirti, ma grazie davvero, Kan, per tutto. Anche per la sinossi che mi hai fornito deltutto casualmente XD.
Infine grazie a Ghevurah, per il supporto e il confronto costante.

Spero di tornare presto con qualcos’altro, intanto grazie per aver letto!

 

Melianar

  
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