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Autore: Xandalphon    06/05/2017    1 recensioni
Una donna lacerata da dubbi e travolta dagli eventi che, suo malgrado, si trova sulle spalle il peso del destino di un popolo, sebbene ne voglia fuggire. Come quella stessa donna abbia deciso di rinnegare quasi la propria umanità per salvare la propria famiglia, sebbene ciò non le abbia portato né amore né gioia, alla fine. Eppure ha lottato, non si è arresa. Mai. Sino alla morte.
Genere: Drammatico, Guerra, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Itachi, Nuovo Personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Prima dell'inizio
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Blood is thicker than water


Tsubaki Uchiha schiacciò con il suo tallone il cranio del cadavere del capo clan degli Ookamikoga. Lo sfregio che le aveva arrecato in quella feroce battaglia gli era costato molto caro.

Gettò lo sguardo sul campo, cosparso di cadaveri, per poi osservare le sue mani, letteralmente grondanti sangue. Il clangore delle lame ed il rumore sordo dei ninjutsu che venivano scagliati dall'una o dall'altra parte, avevano ceduto il passo ai lamenti dei feriti, agli ansimi dei sopravvissuti, agli ultimi spasimi degli agonizzanti.

Il tributo di vite richiesto da quello scontro era stato altissimo, ma avevano vinto. Avevano vinto!

Quello era l'importante. Ora, dopo tanto incessante peregrinare, avevano una terra da poter chiamare casa. Inspirò a pieni polmoni l'aria della sera, che ancora il leggero vento dell'ovest non aveva purificato dall'inconfondibile odore metallico della morte e da quel mefitico puzzo di cane bagnato che sembrava contraddistinguere gli avversari.

Sì, inspirò a lungo. Poi urlò:

WAAAAAAAAAAAAAH! QUESTA. TERRA. E'. NOSTRAAAA!”

Al suo grido, il boato dei guerrieri Uchiha si propagò per la radura, sovrastando per un istante persino il monotono scrosciare delle acque della cascata più a valle.

Certo, non c'era da illudersi, ci sarebbe stato ancora da combattere, e per molto tempo, per affermare il loro dominio.

Gli Inuzuka, il clan cadetto degli Ookamikoga, presidiava ancora le foreste a nord. Avevano tradito i loro padroni, rimanendo neutrali. Ma si sa, chi tradisce una volta, può tradire due volte...

Lungo il corso del fiume, a sud, si era formata la 'grande alleanza Hanafuda', tra i clan Nara, Yamanaka e Akimichi. Tsubaki aveva fatto di tutto per impedire che ciò si verificasse, ma invano. Si chiedeva ancora come avesse fatto quella vecchia volpe di Gendo Akimichi a portare dalla propria parte quegli stupidi, irruenti e violenti animali dei Nara...

Anche a oriente non mancavano onde di tempesta, in grado potenzialmente di abbattersi su di loro. Gli Ootsutsuki, un tempo la potenza dominante della zona, si stavano disgregando rapidamente in lotte interne, ma aveva udito voci, dai suoi corvi, di un'oscura famiglia che poteva vantare discendenza diretta dal grande Hagoromo, specializzata in arti marziali... Stavano eliminando una ad una le case rivali con ferocia e decisione. L'unica che sembrava loro resistere erano i Daruma. Per quanto Tsubaki odiasse quel furetto diabolico di Ajisai Daruma, si sa... Meglio il cattivo conosciuto che il buono da conoscere. Non bene, no.

A ovest, la scia di devastazione che avevano lasciato al loro passaggio aveva creato un vuoto di potere che sperava rimanesse il più a lungo possibile. Per il momento i clan Shimura, Utatane e Kano erano sufficientemente piccoli da trovare vantaggioso essere in rapporti amichevoli o, quantomeno, pacifici con loro... Ma il vento dell'ovest si divertiva sadicamente a portare sempre nuovi protagonisti nella valle. A questo giro di danze erano stati loro i nuovi venuti, al prossimo, chissà.

Loro erano un clan piccolo. Piccolo e pacifico, fino a poco tempo prima. Ma in quel mondo ebbro di violenza, la guerra giunge anche alle porte di chi non desidera potere, gloria, fama. Era giunto anche presso le loro dimore, presso le radici delle montagne. Fu quel giorno che scoprirono di essere stati maledetti dal fato.

Non può esserci pace tra gli Uchiha ed il resto del mondo, Aveva detto un guerriero straniero, in quell'occasione. Loro, che più di tutti amavano la quiete e che rifuggivano il dolore, portavano nel loro sangue un dono maledetto. Lento a risvegliarsi, una volta destato era una forza distruttiva che poteva alterare ogni equilibrio.

Ah, la paura... Ogni volta che l'uomo si trova di fronte qualcosa che fatica a comprendere, ecco che, prima di capirlo, lo vuole cancellare dalla vista, annullarlo, per timore che il suolo del suo piccolo e curato giardino di sicurezze venga inesorabilmente smosso...

Ebbene, volevano annientarli? Volevano che la loro stirpe non fosse mai esistita? Facessero come desideravano. Che si ricordassero però, prima, che anche gli Uchiha erano uomini. Ed è tipico dell'uomo usare ogni mezzo a sua disposizione, anche i più meschini e infidi, per sopravvivere.

Tsubaki si era presa questo incarico, aveva fatto a se stessa questa promessa. Loro sarebbero sopravvissuti. E avrebbe fatto di tutto per mantenerla. Avrebbe portato nel cuore atroci e neri peccati, si sarebbe immersa fin oltre i suoi neri e lunghi capelli nel sangue di ogni essere vivente del continente, se ciò si fosse rivelato necessario.

Quel che rimaneva del suo clan , no, meglio, della sua famiglia doveva vivere. A qualsiasi prezzo.

E così io, Tsubaki Uchiha, sorella degli amati e compianti Nikkou Uchiha, Yuusha Uchiha e Yorokobi Uchiha, portatrice dell'occhio maledetto, detto dal mondo Sharingan, uccisi di mia mano i capi dei clan Ookamikoga, Sumire e Takeyushi, strappandone il cuore dal petto, così vendicandomi della morte dei miei cari. Ottenemmo qui una nuova dimora.

Ottenemmo la felicità che speravamo? No.

Ottenni la pace nel cuore a cui anelavo? No.

Vennero nuovi e potenti clan, come i Sarutobi, gli Hyuuga, gli Uzumaki... Da ultimi i Senju, più di tutti sanguinari e traditori.

Nuovi lutti e nuove tragedie, in un ciclo senza fine, sino a tarda età. Ma non abbandonai la promessa e non abbandonai il mio destino. Oh tu, mio erede che leggi questo lamento di una povera vecchia, non pensare di trovare letizia una volta per tutte, nel tuo vivere. Continua però a cercarla, come io ho fatto, e non rinnegare mai la tua famiglia, anche se ti crea dolori e affanni.

...”

Itachi Uchiha chiuse il rotolo, concedendosi solo un lieve sospiro, poi sparì nell'oscurità. Sarebbe stata una lunga notte.

Angolino dell'autore

Buonasera, signori e signore, come state? Questa fic è emersa dalle nebbie della mia mente ed è uscita di getto dalle mie dita che battevano veloci la tastiera del mio scassone di portatile. Ho voluto dipingere un passato lontano (la tentazione di scriverne una long mi ha sfiorato, ma sono sicuro che ora come ora non avrei il tempo e le energie materiali per portare a termine il compito, sebbene di idee non me ne manchino), molto più lontano dell'usuale e vedere che effetto faceva, con solo un lieve accenno alla timeline più recente. Ripetendo ciò che ho scritto nella intro, Ho descritto una donna lacerata da dubbi e travolta dagli eventi che, suo malgrado, si trova sulle spalle il peso del destino di un popolo, sebbene ne voglia fuggire. Ho descritto come quella stessa donna abbia deciso di rinnegare quasi la propria umanità per salvare la propria famiglia, sebbene ciò non le abbia portato né amore né gioia, alla fine. Eppure ha lottato, non si è arresa. Mai. Sino alla morte.

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