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Autore: chaorie    10/05/2017    1 recensioni
Will ama le piante. Casa sua ne è piena così come la sua camera.
Nico ama guardare le persone, ama studiarle.
Nico e Will si piacciono ma non lo sanno ancora.
Genere: Romantico, Slice of life, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Nico di Angelo, Nico/Will, Will Solace
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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A Kiss and Plants


Will era seduto sul freddo parquet, circondato dalla sua arte.
Era una stanza accogliente, la sua. Era viva. I tulipani lungo il davanzale, i bonsai sulle mensole, i libri che continuavano ad accumularsi lungo le pareti. Li divorava, non si stancava mai ed io ero sicuro che quella curiosità, prima o poi, l’avrebbe ucciso. A guardarlo mi ricordava Odisseo che, caparbio, era giunto fino alle colonne d’Ercole spinto dalla sua curiosità. Per nulla al mondo volevo che Will mi venisse sottratto. Lo capii solo in quel momento. 

La luce soffusa del tramonto gli illuminava i riccioli biondi e metteva in risalto le sue efelidi, che in alcuni punti sembravano formare delle piccole costellazioni. Continuavo a guardarlo, i suoi occhi, quasi plumbei, mi avevano rapito, nonostante la montatura. Anzi, quelle lenti circolari rendevano il suo viso ancora più bello. Qualsiasi cosa quel ragazzo indossasse aveva la capacità — se possibile — di farlo risplendere di più. Credo si fosse accorto del mio sguardo perché ad un tratto, senza accorgermene, mi ritrovai le sue iridi puntate nelle mie. Provai un imbarazzo indescrivibile, come se mi fossi appena ritrovato nudo in una piazza gremita di persone, e le mie guance cominciarono ad accaldarsi. Ma Will non ci fece caso o forse non lo disse, troppo impegnato ad intersecare le sue dita nei miei capelli, una massa di nodi, per poi premere le sue labbra sulla mia gote. Non capivo più niente. Non mi rendevo conto di quello che stava succedendo. Sgranai gli occhi nel sentire le sue labbra contro le mie. Ero sorpreso. Ma Will aveva interpretato male la mia reazione. Si scansò subito, la bocca ancora dischiusa, un “non odiarmi, per favore” a malapena udibile. Tremava. Probabilmente stavo tremando anch’io. 

“Non so cosa mi sia preso, davvero, Nico io non vol—“ non gli permisi di finire quella frase. Mi aggrappai a lui come se fosse l’unica cosa in grado di tenermi ancorato a questo mondo. E lo era davvero. Premetti le labbra contro le sue. Sapevano di miele. Lo baciai a lungo, ignorando il bisogno del mio corpo di avere dell’ossigeno, finché non mi ritrovai a piangere. 

  
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