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Autore: missjendy99    16/05/2017    1 recensioni
Ecco la storia di due ragazzi con un passato difficile da dimenticare e un presente impossibile da affrontare.
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Lei, ragazza dal passato pieno di lividi e sangue.
Lui, ragazzo con cui deve vivere.
Lei, zero voglia di vivere
Lui, impassibile a ogni cosa o forse no.
Lei, la vittima.
Lui, il suo carnefice.
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Rosy. Il suo nome.
L'ho odiata dal primo momento in cui l'ho vista. Arrogante e sprezzante di tutto ciò che la circonda.
Niente la tocca, niente distrugge il suo equilibrio perfetto.
Genere: Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Incest, Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago
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Il mattino dopo mi svegliai mezz ora prima della sveglia. Così la disattivai e scesi dal letto per preparare la colazione. Mi sentivo stanchissima, troppe novità in troppo poco tempo e quel giorno avrei avuto sia il turno di giorno che di notte al nuovo lavoro e dovevo trovare un modo per convincere John a tenere Luke. Non mi fidavo di Eliah, per nulla. Una passeggiata insomma.

Quella mattina preparai i plumcake salati e dopo averli infornati andai a svegliare Luke. In corridoio incontrai Eliah vestito di tutto punto con un abito grigio metallizzato "Buongiorno" mi disse a disagio.

"Buongiorno. Ti fermi a fare colazione con noi?Ho appena infornato i plumcake" lo informai. Guardai l'ora mancavano pochi minuti alle 8 e io dovevo svegliare Luke, la parte migliore della giornata.

"Certo" disse lui grattandosi il collo. Era palese il suo disagio.

"Se devi scappare te ne lascio qualcuno per domani" dissi indifferente.

"No, no va bene. Ho qualche minuto prima di andare al lavoro" disse passandomi accanto e dirigendosi in cucina.

Io andai in camera, mi vestì e svegliai Luke. Lui si impuntò per vestirsi da solo e lo lasciai fare. Dopo essermi spruzzata qualche goccia di profumo mi recai in cucina con Luke per fare colazione.

La scena che mi si parò davanti mi fece scoppiare a ridere: Eliah si era messo il mio grembiule rosa sopra l'abito elegante e con movimenti impacciati e senza scottarsi cercava di tirare fuori dagli stampi i plumcake.

Lui mi guardò imbarazzato e finì di togliere il plumcake scottandosi. Io mi avvicinai e gli presi la mano posandola sotto l'acqua.

Quella che all'inizio sembrava essere una situazione normale divenne imbarazzante: io ero davanti a lui che gli tenevo la mano protesa verso il rubinetto e lui era appiccicato alla mia schiena.


Subito dopo lui avvolse l'altro braccio intorno alla mia vita e mi attirò a se. Mi annusò i capelli e mi strinse più forte. Io incazzata mollaì bruscamente il suo braccio e lo spinsi via guardandolo con rabbia "non provarci più" gli intimai.

Lui abbassò lo sguardo e poi si levò il grembiule. Prese la valigetta, che non avevo notato avesse pochi istanti prima, prese le chiavi e se ne andò.

Spostai lo sguardo verso Luke che mi guardava incuriosito e gli feci un sorriso "facciamo colazione?" gli chiesi.

Lui sorrise e annuì. Mangiammo in tranquillità e poi lo accompagnai alla scuola materna per poi recarmi al ristorante.

La mattinata passò velocemente, e prima delle 14 avevo raccolto alcune mance consistenti.

Finito il turno andai a prendere Luke a scuola e lo portai a casa . Non si sentiva alcun rumore, segno che Eliah doveva essere sicuramente ancora al lavoro.

Avrei avuto qualche minuto per rinfrescarmi e per chiamare papà. Lui e mamma stavano ancora insieme ma io e lei non ci vedevamo da anni. Non accettò mai che avessi deciso di tenere Luke e quindi all'epoca decisi di troncare i rapporti. Non avevo bisogno di qualcuno che mi stressasse.


Lasciai il bimbo giocare in salotto e io andai a farmi una doccia veloce. Mi cambiai e chiamai John.

Ma non mi risopse lui bensì Eliah "Pronto Rose è tutto ok?" disse in apprensione.

"Ciao.. si è tutto ok. C'è papà?" chiesi .

"Ehm.. si. Aspetta, te lo passo" mi fece attendere qualche minuto e poi mi passò John.

"Tesoro è successo qualcosa?"

"No papà. Volevo chiederti se potevi tenere Luke sta sera. Ho il primo turno al nuovo lavoro" dissi mordicchiandomi un pollice. Fa che accetti, ti prego.

"Tesoro non posso tenere Luke sta sera, ho una cena di lavoro" disse dispiaciuto. Cavoli!

"Passamela" sentì Eliah in sottofondo "posso tenerlo io Luke" disse deciso.


"Non mi sembra il caso.." dissi dubbiosa. Perchè vorrebbe stare con lui? Non avrà mica scoperto che è suo figlio?

"Sarei comunque a casa. Per che ora dovresti tornare?"

"Non so se lasciarlo con te sta sera. Forse chiamerò una baby sitter". Non mi fido di lui.

"Non serve davvero. Dammi un po' di fiducia, non gli succederà nulla. Te lo prometto."

"Ok... Tornerò per mezzanotte circa. Tu per che ore arriverai a c.. qui?" non volevo chiamare casa quest appartamento. Non se c'era anche lui.

"Per le 18 sarò a casa. A dopo"

"Ciao" mormorai chiudendo la chiamata.


Passai il resto del tempo a giocare con Luke e poi aspettai l'arrivo di Eliah.

Prima di uscire di casa dissi a Luke di chiamarmi in caso di necessità e diedi il bacio della buonanotte a Luke "ti voglio bene" gli sussurrai sui capelli.

"Anche io mamma" disse lui sorridendo.

Lo abbracciai e poi mi avvicinai alla porta. Eliah mi seguì fino all'uscio. Gli feci le ultime raccomandazioni e poi uscì di casa.


Il mio nuovo lavoro era quello di cassiera in un negozio aperto 24/7. Era piccolo ma davvero accogliente e mi permetteva di avere un salario in più almeno fino a quando non avrei potuto ottenere un lavoro in ufficio, con un salario più alto. Ma fino ad allora avrei dovuto arrangiarmi, mi mancava poco alla laurea in economia. Dovevo dare solo l'ultimo esame e poi avrei potuto inviare un po' di curriculum in giro.


Finito il turno mi cambiai e salutai Jeremy, un omone grande e grosso che era il capo della security.

Uscì nel parcheggio e presi la macchina, il quartiere era tranquillo quindi non c'erano grossi pericoli di cui preoccuparsi.

Tornata a casa vidi le luci del salotto accese. Possibile che sia rimasto in piedi ad aspettarmi? Quella notte non mi aveva chiamata nemmeno una volta quindi dedussi che fosse tutto ok. Ma non ero lo stesso tranquilla.


Aprì la porta d' ingresso e mi levai il giubbotto e le scarpe per poi fiondarmi in camera. Volevo solo farmi una doccia e sprofondare nel mio letto. Luke non riusciva ancora a dormire nel suo; diceva che aveva paura del mostro sotto il letto e che con me si sentiva al sicuro.

Quindi quando vidi che Luke non era a letto mi prese un colpo. Corsi in salotto

"Dov'è mio figlio?" chiesi in preda al panico.

"Sta dormendo" mi guardò confuso.

"No, non è nella mia stanza. Dov'è?" chiesi rabbiosa.

"Non è nella tua stanza perchè è nel suo letto. Vieni a vedere" si alzò dal divano su cui si era seduto e mi precedette nel corridoio. Arrivati davanti alla porta socchiusa della camera di Luke lo vidi a letto.

Rilasciai un sospiro di sollievo e poi chiusi la porta.


Mi lasciai cadere a terra. L'adrenalina stava scemando. "Mio Dio" dissi mettendomi le mani tra i capelli.

Lui era ancora in piedi. Mi tese un braccio "dai, alzati" disse.

Io mi rannicchiai di più "Un secondo" gli dissi.

Lui si sedette vicino a me "sei troppo apprensiva. Finirai per sentirti male di questo passo"

Scossi la testa "come hai fatto?" gli chiesi. Nemmeno John era riuscito a farlo dormire nel suo letto.

"A fare cosa?" chiese curioso.

"È la prima volta che dorme nel suo letto" dico guardandolo negli occhi.

"Ah, la faccenda del mostro.. si l'ho aiutato a scacciarlo. Anche io da piccolo avevo paura del mostro sotto il letto. Quindi l'ho aiutato a mandare via la paura"

"Si ma come?" chesi.

"Segreto" disse sorridendo.

"Ok.. io mi vado a fare una doccia" dissi alzandomi e lui con me"buonanotte".

"Aspetta" disse lui avvicinandosi a me "Possiamo parlare?".

"Senti..sono stanca. Non ne possiamo parlare domani?" chiesi stropicciandomi gli occhi.

Lui sbuffò passandosi una mano sul viso "non so se riuscirò ad averne il coraggio domattina".

Poco dopo mi attirò a se e mi abbracciò "Mi dispiace molto per quella notte".

Io mi immobilizzai, avevo la nausea. Non mi doveva toccare. Cercai di divincolarmi e pochi secondi dopo lui mi lasciò andare.

Avevo le lacrime agli occhi, non ero ancora riuscita a superare quel giorno, a lasciarmelo alle spalle. Essere toccata da un uomo che non fosse John mi faceva sentire sporca.

Feci un passo indietro e scappai in camera. Lui mi inseguì ma io riuscì a chiudere la porta alle spalle prima che lui potesse fermarmi.


Dopo aver avuto Luke per me fu difficile rapportarmi con l'altro sesso. Gli uomini mi spaventavano, avevo paura che mi potesse succedere la stessa cosa che era successa con Eliah.

"Ti prego aprimi. Mi dispiace così tanto Rosy. Non sono più quel ragazzo. Voglio solo spiegarti perchè è successo e chiederti scusa"

Le lacrime scendevano copiose, il mio cuore batteva velocemente. Avevo paura.

"Ok, non importa. Non devi per forza aprirmi. Mi metterò qui, in ginocchio e ti spiegherò perchè ti ho fatto tutto quello" fece una breve pausa e poi riprese con voce roca " all'epoca io ti amavo profondamente e ti odiavo allo stesso tempo. Tu eri così bella e pura e.. non potevi essere mia. Eri e sei la mia sorellastra e il non poterti avere mi faceva uscire fuori di testa. All'inizio speravo che i nostri genitori si lasciassero così che potessi dirti quello che provavo ma quando si sono sposati volevo solo distruggerti. Poi ho saputo che tu ti eri fatta uno dei miei migliori amici e così mi sono ubriacato e quando ti ho visto io ho dato di matto. Non riuscivo ad accettarlo, volevo averti e così ho fatto. Mi dispiace così tanto, ero depresso e autolesionista all'epoca. Soffrivo e volevo che soffrissi anche tu. Ma ora mi sento così in colpa e vorrei cancellare tutto quello che ti ho fatto" poi mormorò qualcos altro e infine si appoggiò alla porta.


"Lui è tuo figlio" dissi appoggiando il viso alla porta ancora chiusa.

Poi la aprì, lui era in ginocchio, gli occhi spalancati.

"Davvero?" chiese ancora in ginocchio. Annuì. Mi strinsi nelle spalle e distolsi lo sguardo.

"Non..non sei costretto a stare con noi. Noi" tirai su con il naso e mi asciugai gli occhi "noi ci troveremo un'altra casa. Io ho due lavori, ce la possiamo permettere e tu potrai vivere la tua vita in pace".

Poi lo guardai, era sconvolto. Era ancora in ginocchio e mi guardava. Poi sorrise "o mio Dio. Dimmi che non stai scherzando" poi si alzò e cercò di avvicinarsi a me per abbracciarmi ma io stesi un braccio davanti a me "non sopporto di essere toccata" lui si fermò, un po' deluso " e comunque no, non sto scherzando. È tuo figlio".


"È un bambino bellissimo" disse "ed è nostro figlio" il suo viso si illuminò.

"Grazie" poi disse "grazie per averlo tenuto" i suoi occhi divennero lucidi.

"Non avrei mai abortito" sussurrai "era mio figlio, una creatura innocente. E non se lo meritava" sospirai " Senti...non sei costretto a fare da padre a Luke. Noi ce la siamo cavata fino ad ora. Lui non sa chi è suo padre quindi.."

"Io voglio esserci" mi interruppe.

"Cosa? Sul serio?" ero incredula. Davvero avrebbe voluto far parte della vita di Luke?

"Si voglio far parte della vostra vita e non voglio più perdermi nessun momento della vita di Luke e.. voglio passare con te e con Luke ogni istante. Io non ho mai smesso di amarti Rosaly. Probabilmente tu mi odi e non ti biasimo per questo. Ma vorrei stare con te e con nostro figlio".


"Vuoi dire che.. che vuoi formare una famiglia con me e Luke?" dissi allibita.

"Si" disse lui convinto.

"Ma...io non ti voglio. Luke non ha bisogno di te" dissi arrabbiata "noi non abbiamo bisogno di te, non ne abbiamo mai avuto bisogno".

"Rose, per favore. Ragiona, lui ha bisogno di un padre. Non lasciarti accecare dal tuo odio per me. Sicuramente non mi rivuoi nella tua vita ma non privare Luke di suo padre" mi implorò.

Io lo guardai arrabbiata. Come poteva chiedermelo? Luke però aveva bisogno di un padre quindi alla fine mi arresi.

"Noi non saremo mai una famiglia" dissi gelida "ma hai ragione non posso precludere a Luke la possibilità di conoscere suo padre quindi puoi fare parte della sua vita"

"Oh..ok, ok"

" Ora scusa ma sono distrutta, ne riparleremo in un altro momento"

Lui concordò e se ne andò a letto.

Quella notte la passai a sognare, più che sogni erano incubi spaventosi su Eliah che tornava a drogarsi e a bere e picchiava Luke.


Mi svegliai di soprassalto verso le 4 e solo verso le 5 decisi di alzarmi dal letto.

Mi recai nella stanza di Luke e controllai che stesse bene.

Tirai un sospiro di sollievo quando lo sentì russare un pochino. Doveva essere proprio stanco.

Così andai in cucina e lì vi trovai Eliah, vestito come il giorno precedente. Era pallido e provato e sembrava non esser riuscito a dormire come me.

"Ehi" mi disse vedendomi

"Buongiorno, non riesci a dormire?" gli chiesi.

"Sono stato sveglio tutta la notte. Stavo pensando a come potessimo dire a Luke che sono suo padre" si passo una mano sul viso e poi mi guardò "E tu? Problemi d'insonnia?"

"Già.."

La conversazione finì lì e io ritornai a letto. Avremmo dovuto trovare un modo per dirlo a Luke e non sarebbe stato semplice.

  
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