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Autore: AnimeChan97    17/05/2017    2 recensioni
SPOILER
Transformers Armada così come nella serie ma raccontato attraverso gli occhi di Jade Aaron, una persona molto speciale per un certo autobot. Specificamente lei è la figlia di Optimus Prime, una tecnoorganica che è stata inviata sulla Terra alla nascita dallo stesso padre per risparmiarle la guerra, ma comunque si tiene in contatto con lei molto spesso. quello che Jade non sa è che grazie alla scoperta di Rad, Optimus e i suoi Autobot, così come i Decepticons arriveranno sulla Terra. da quel momento vivrà insieme a Rad, Carlos, Alexis e più avanti Billy e Fred, tutte le avventure narrate nella serie animata. (Mi sono ispirata a una storia che avevo letto su fanfiction.net che era simile, ma la serie in questione era Transformers Prime)
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Autobot, Decepticon, Nuovo personaggio
Note: Otherverse | Avvertimenti: Spoiler!, Violenza | Contesto: Transformers Animated
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A/N oddio... quanto tempo è passato più o meno dall'ultima pubblicazione? Mi dispiace profondamente... maturità in arrivo (ora ormai sono all'università) e in più hanno cancellato il sito da cui prendevo lo streaming.... oggi ho scoperto che erano tutte su Daily motion ahaha.... di nuovo scusate per la lunghissima assenza ma ecco un nuovo capitolo

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--Sulla Luna...

Sul piccolo satellite, un certo leader ne approfittava della pace data dal silenzio dello spazio per riflettere. Si ergeva in piedi sull'emisfero lunare che si affacciava sulla Terra mentre passava davanti a quest'ultima, illuminata dal Sole.

"Dannati Minicon... -commentava Megatron ad alta voce- Vi state nascondendo, ma giuro che vi troverò."

Mentre fissava il vuoto, illuminato dalla luce riflessa della Terra, una sorta di scintillio attirò la sua attenzione. Lo vide con la coda del sensore ottico: proveniva da un cumulo di rocce lunari, probabilmente causato dalla scia di distruzione che si è portata dietro l'astronave dei Minicon, quando si è scontrata col suolo del satellite.

"Hm??" Megatron si voltò verso lo scintillio, avvicinandosi al cumulo di roccia.

--Sulla Terra, Jade's P.O.V.

Tutti noi guardammo i Minicon muoversi freneticamente, ci volle qualche secondo perché a qualcuno di noi venisse una risposta. Non riuscivo a capire cosa dicevano neanch'io, le frasi troppo scoordinate, non avevano senso. Rad fu il primo a parlare, fornendo un'ipotesi basata sul loro comportamento:

"Qualcosa di preoccupante! Sembrano molto agitati! Guardate!" Disse; nella sua voce un accento di ansia era evidente.

Il Minicon ceruleo girava la testa da un lato all'altro, in preda a quello che pareva terrore; un simile comportamento aveva l'altro che "graffiava" sul muro, come se volesse andarsene. Entrambi mi ricordavano degli animali che avevano il disperato bisogno di uscire, come se avvertissero un pericolo imminente.

"Non riesco a capire..." Disse Alexis, cercando di mascherare l'ansia che stava pervenendo anche a lei.

Continuammo a guardarli, senza sapere cosa fare, nè tanto meno come aiutarli! Nessuno fiatava, si sentivano solo una serie di suoni irrequieti finché il Minicon azzurro non si girò verso Rad, indicandolo con la mano, lentamente, senza smettere di emettere quei suoni che mettevano in luce quanto fosse agitato. Aspetta! Non stava indicando Rad, stava indicando dietro di lui!

Tutti ci girammo verso la direzione segnalata; l'altro Minicon, quello bianco e viola, mi prese la mano all'improvviso e mi trascinò verso quello che apparentemente sembrava un muro. Io cercai di fare resistenza all'inizio, insicura, ma decisi di arrendermi davanti alla sua insistenza. Una volta vicina alla parete capii che quella doveva essere una porta: era una parete rettangolare, "intagliata" nel muro metallico. Era divisa in quattro lastre; dal centro si dipartiva un rombo regolare i cui vertici si fermavano poco prima della metà di entrambi i semiassi, verticale e orizzontale. Questo rombo era poi ulteriormente diviso in parti disuguali: l'asse minore del rombo era occupato da una struttura esagonale regolare posta in verticale; gli spazi rimanenti avevano la forma di un diamante stereotipato, bidimensionale, tangenti ai due lati verticali dell'esagono.

Mi fece porre la mano su un pannello alla sinistra della porta, il quale si illuminò: per prima cosa si aprì la struttura più interna, l'esagono e i due "diamanti" lasciandoci intravedere la stanza al suo interno. Successivamente si aprirono anche le lastre rimanenti che componevano il rettangolo esterno. Oltre questa porta, una volta sbloccata, c'erano due piastre Minicon, adagiate su degli incastri fatti apposta per mantenerle ancorate.

"Fortuna che dovevo far finta di non sapere nulla" pensai frustrata, tutto era partito da quando Megatron mi aveva rivolto la parola, avendomi riconosciuta. Poi mi sono inchiappettata da sola avendo letto le informazioni dal computer di bordo... sospirai... "tanto ormai... il gioco è fatto, non credo siano così stupidi da non capire che, in qualche modo, sono correlata a quei titani di "ferro" "

"C-come hai fatto, Jade!?" Chiese un Carlos alquanto sbigottito dal fatto che io, una comune terrestre, avessi aperto una porta di un'astronave.

"N-non lo so! -evidentemente speravo che fossero "stupidi", motivo per cui tentai ancora di tenere in piedi la sceneggiata- Ho solo fatto quello che il Minicon chiedeva! D'altro canto, Rad ha acceso il computer di bordo! Dovresti chiedere anche a lui come ha fatto!"

"Giusto! Rad come hai fatto??" chiese nuovamente il sudamericano, rivolgendosi all'amico questa volta.

"Carlos, smettila! Guarda..." Alexis attirò la loro attenzione avvicinandosi ai due piedistalli. Carlos era subito dopo di lei. La vide allungare una mano verso una delle due piastre, toccandola. Subito questa reagì al suo tocco, illuminandosi di un verde intenso. Lui la imitò ed ebbe la stessa reazione da parte del secondo Minicon dormiente.

Entrambi i ragazzi guardarono attoniti quello che stava succedendo, ovvero, il risveglio di altri due Minicon. Papà dovrebbe ringraziarci quando tutta questa faccenda sarebbe finita, gli abbiamo fatto guadagnare un notevole vantaggio di 4 a 0 in quanto a numero di Minicon... Anche Rad osservava come se fosse la prima volta che lo vedeva accadere.... e devo ammettere che anch'io stavo osservando con un certo interesse: era davvero uno scenario affascinante.

"Ne stanno per arrivare altri come loro..." affermò Rad, a dire la verità, non sono sicura se fosse stata un'affermazione o una domanda. Dalle piastre, di nuovo, sorse un fascio di luce variopinto che, partendo dal centro, si allargò prendendo poi tutta la superficie della piastra disponibile e dal nulla, apparvero due robottini: entrambi erano in una posizione simil-fetale, fluttuando nell'aria. Quello di sinistra era arancione principalmente ma presentava del bianco sugli arti; quello di destra invece, era blu oceano anche lui con gli arti bianchi.

Una volta che si furono posati lentamente sul suolo guardarono i due ragazzi che li avevano risvegliati e andarono da loro: quello blu andò da Carlos mentre il rimanente si diresse verso Alexis. Si muovevano in sincronia, come se fossero addestrati. Il Minicon che si era avvicinato a Carlos alzò un braccio e estese il dito indice verso di lui, in una sorta di remake del film di E.T.

Il ragazzo, sempre stupefatto, fece altrettanto e quando il suo dito e quello dell'essere meccanico entrarono in contatto si sviluppò una piccola luce rasente quella di una lucciola. Carlos sorrise sorpreso. Nel frattempo Alexis faceva amicizia con quello che si era avvicinato a lei.

"Ciao piccolino!" Disse lei dolcemente, come se stesse parlando a un bimbo; il Minicon le rispose con una serie di suoni alzando la testa verso di lei.

"Ehi! -esclamò sorpresa- Avete visto? Si è voltato verso di me! Ha capito ciò che gli ho detto!" Io e Rad continuammo a guardare lo scambio tra i quattro, in un attonito e positivo silenzio

"Ne sei sicura? -chiese Carlos, provando subito a smontare l'entusiasmo della ragazza- Questo invece -continuò- non sembra essere affatto reattivo: probabilmente ha le batterie scariche o magari un fusibile bruciato... chissà...

In effetti il Minicon non sembrava neanche essere "acceso".

"Aspettate! Ho un idea!" Riprese il sudamericano con nuovo entusiasmo, prendendo dallo zaino il suo fido skateboard

"Cosa vuoi fare?" Chiesi dubbiosa

"Non lo so... ma quello di Rad ha visto la sua bicicletta e si è trasformato in una elettrica! Magari questo farà l'upgrade del mio skateboard!"

Il Minicon blu osservò l'oggetto per poi alzare la testa, fissando il vuoto e cominciando, un attimo dopo, a farla roteare vorticosamente per qualche secondo.

"Beh? -chiese Alexis, impaziente- che succede?"

"Hey, -la ignorò Carlos- a quanto pare, gli è tornata la corrente!" Esclamò ridacchiando.

Il Minicon finalmente si fermò e sul suo visore comparvero gli schemi tratti dalla scansione del suo skateboard e subito si trasformò. Alla vista del quale, Carlos e Alexis spalancarono gli occhi, stupefatti.

"Grande!" Commentò Carlos con un sorriso a trentadue denti stampato sul volto

"È diventato uno Skateboard!" Esclamò Alexis e subito si allontanò dalla scena per prendere il suo monopattino e tornare dal "suo" Minicon, il quale la seguì con lo sguardo, piegando la testa di lato, curioso. "Puoi farlo anche tu?" Chiese Alexis una volta mostratogli il suo mezzo più usato, sorridendo.

In risposta, il robot imitò il comportamento del primo, facendo vorticare anche lui la testa per alcuni secondi. Nei suoi sensori ottici comparvero gli schemi secondo cui doveva trasformarsi. Sotto lo sguardo attonito di tutti, specialmente il mio e di Rad, non si trasformò in un monopattino; bensì in un motorino! Heh, fortunata... ma di che mi lamento, ho un jetpack!

Alexis rimase a fissarlo per qualche secondo con le labbra che formavano una "O" afona per lo stupore; il Minicon arancione piegò il manubrio di lato, imitando lo stesso gesto fatto in precedenza, emettendo dei suoni che parevano interrogativi

"Questi piccoli robot sono formidabili!" Esclamò infine lei.

"Già -le rispose Carlos- e ho la netta sensazione che ci saranno molto utili.

"Facciamogli fare una prova su strada!" Propose Rad

"Bella idea! Voglio tornare a volare -dissi per poi guardare il "mio" Minicon- e godermelo questa volta!"

--Sulla Luna

"Cos'hai da dire a tua discolpa?!" Tuonò Megatron

"S-sono senza parole, signore!" Balbettò miseramente Cyclonus, prostrato ai piedi del suo dittat-- ehm... leader.

--FLASHBACK--

Avvicinatosi alla fonte da cui proveniva lo scintillio, Megatron riuscì ad osservare meglio l'oggetto che lo aveva emesso: lo raccolse e lo ispezionò. Sembrava uno scudo verde, minuscolo nella sua mano, con una grossa M azzurra incisa nel centro contornata da un rombo di un verde leggermente più scuro.

"Questo cos'è?" Domandò a voce alta, guardandolo intensamente, tenendolo tra le dita indice e pollice "Hm... Ne ho trovato uno! Ho avuto un Minicon sotto il naso per tutto questo tempo!" Nonostante pronunciasse queste parole con una certa serietà, si vedeva da lontano un chilometro che voleva "festeggiare".

Dalle "antenne" ai lati della sua testa sorse un raggio di luce violacea che inondò il Minicon dormiente poi attese, in silenzio. Passarono alcuni secondi prima che questo si risvegliasse, motivo per cui, quando effettivamente accadde, Megatron si tirò indietro, preso alla sprovvista, lasciando la presa del Minicon. Fortunatamente, invece di cadere, il Minicon restò sospeso, grazie alla ridotta gravità lunare. Dalla piastra scaturì una sfera variopinta che aveva al suo interno un Minicon.

"Oh, eccellente! -esclamò soddisfatto- Si tratta del mio vecchio amico, Leader One!" Si mise a ridere di gusto, poi riprese con già in mente intenzioni malevole: "Quale immenso piacere rivederti! Sapessi quante cose ho in servo per te!" Concluse, ridendo autocompiaciuto.

--FINE DEL FLASHBACK--

"... Non sei riuscito a localizzare questo Minicon che era a un passo da te! E non hai neanche un STRACCIO DI SCUSA!!" Tuonò nuovamente il leader dei Decepticons, riferendosi al Minicon che, attualmente, era seduto sul suo ginocchio sinistro. Quest'ultimo emise una specie di trillo, allargando le braccia, come a confermare ciò che Megatron stava dicendo.

Cyclonus si inchinò, rimanendo prostrato "Saranno i miei circuiti... -provó a scusarsi- ultimamente sono sovraccarichi..."

Tuttavia, questo patetico tentativo di trovare una scusa non trovò fondo nelle simpatie di Megatron; anzi, servì solo a farlo irritare ulteriormente:

"CHIUDI LA BOCCA, INUTILE PEZZO DI LATTA!! SEI FORTUNATO, DOVREI FARTI FONDERE -E TI ASSICURO, NE HO UNA GRAN VOGLIA- MA PURTROPPO HO ANCORA BISOGNO DI TE PER RINTRACCIARE I MINICON!"

Tutto quello che accolse la sfuriata di Megatron fu silenzio, rotto dopo alcuni secondi dallo stesso Cyclonus che si inchinò di nuovo:

"P-prometto che non ti deluderò di nuovo..."

"No... -controbattè in tono minaccioso Megatron- o morirai..."

Si sentì un risolino, proveniente dal suo luogotenente che aveva sperato non si fosse sentito.

"Che c'è di divertente, Starscream?!" Richiamò Megatron, irritato nuovamente. Al che il sottoposto smise subito di ridacchiare, irrigidendo la schiena e ritornando composto.

"Ops... io..." provò a giustificarsi il comandante in seconda dei Decepticons, ma non trovando nessuna ragione intelligente, decise di inchinarsi, domandando perdono.

"Osservate il potere di questo Minicon: -riprese serio Megatron- dovrebbe ispirarvi a lavorare più seriamente. Procedi." Ordinò infine, rivolgendosi al Minicon conosciuto col nome di Leader One

Lui trillò guardando Megatron per poi tornare a guardare gli altri soldati mentre apriva una sezione posta nel centro del suo petto nel quale iniziò ad accumularsi della luce finché, una volta carico, non fece fuoco, per poco mancando Cyclonus, colpendo la parete opposta alla sala del trono, causando non pochi danni. Si sentì Cyclonus emettere un gridolino preoccupato; Starscream prese riparo dietro una rientranza della parete della nave che costituisce la loro base, mentre Leader One sparò un secondo, poi un terzo, poi un quarto raggio di luce; tutto mentre Megatron gongolava compiaciuto.

"Adesso avete compreso?" Chiese quest'ultimo dopo la dimostrazione di potere continuando a ridere malevolo.

"Megatron?!" Arrivò il grido preoccupato di Demolisher, non presente allo "show", che fissava attonito i crateri sulla parete di metallo "Ehm... signore. -si ricompose- ma cosa... cosa è successo qui?"

"Demolisher!" Lo chiamò Megatron e subito l'interpellato si mise sull'attenti "Che notizie porti?"

Come richiedeva la sua etichetta militare, nel rivolgersi al suo comandante si portò la mano destra sulla fronte in saluto militare e rispose:

"Buone, signore. Altri due Minicon si sono svegliati sulla Terra. Credo di averli localizzati."

"Hm... -rispose pensieroso Megatron- Altri due... Cyclonus! -Ordinò infine- Tu condurrai la squadra di ricerca."

"Ehm... Agli ordini!" Rispose, rialzandosi.

Megatron poi si alzò dal trono e si diresse verso il computer di bordo dove mostrò uno schema rappresentante un carro armato. Starscream immediatamente chiese:

"Signore, che cos'è quello?"

Gli rispose Demolisher: "È uno schema... però mi è del tutto nuovo..."

"Ho modificato le vostre configurazioni nella fase veicolo: -iniziò a spiegare Megatron, facendo scorrere sullo schermo altri schemi: prima di un elicottero, poi di un jet da guerra poi di un altro carro armato dotato di 4 mitragliatrici- quando disporrete dei Minicon, diventerete ancora più potenti." Concluse lui, ghignando.

--Sulla Terra, Jade's P.O.V

Non ci volle che una ventina di minuti per uscire dalla grotta nella quale pensavamo di essere rimasti intrappolati. Subito i quattro Minicon si trasformarono accanto a ognuno di noi, appena fummo colpiti dalla luce pomeridiana: Rad montò in sella alla sua "nuova" bici; io indossai il "mio" zaino jet; Carlos salì sul "suo" skateboard motorizzato e Alexis sul suo "nuovo" motorino. Fu proprio lei che partì per prima, a tutta velocità.

"Fantastico! Si!!" Gridava quest'ultima, divertendosi a saltare tra un dislivello roccioso e l'altro, come se avesse una moto da cross.

La seguivano i due ragazzi; io per ultima godendomi il fatto che stavo volando

"Non camminerò mai più ragazzi! Non dopo aver scoperto questa figata!" Gridai, sfrecciando successivamente davanti a tutti.

"Infatti! -mi rispose Alexis- non sono una vera forza questi Minicon??" Chiese retorica, superandomi a velocità folle. Rallentando il mio volo mi avvicinai ai ragazzi.

"Però... -Commentò sornione Carlos- vi giuro che non avrei mai immaginato che Alexis fosse così spericolata!" Commento che suscitò una risata da parte mia

"Già! Ma ora guardate come le faccio mangiare la polvere!" Rispose Rad, sfindandoci.

Per tutta risposta gli volai davanti "Se vuoi far mangiare la polvere a qualcuno, devi imparare a mangiarla tu stesso!" Dissi ridendo, andando poi a raggiungere Alexis

Il deserto roccioso continuava vasto davanti a noi, chi a velocità più alta (io e Alexis), chi più ragionevole (Rad e Carlos) ci stavamo divertendo tutti. Andammo avanti, non so per quanto tempo, a giocare a chi superava chi sulla strada interminabile. In lontananza si iniziava a intravedere del verde, non che la cosa ci interessasse molto.

"Avanti, lumache!!" Gridò Alexis, schernendoci mentre ci addentrammo nel verde che pochi secondi fa si intravedeva solamente (giusto per farvi capire a che velocità folle stavamo andando).

"Stai attenta Alexis, ti accorgerai che ti ho superato solo quando ormai sarò irraggiungibile!" Le gridai di rimando, accelerando. La foresta era molto fitta: grazie a Primus, non eravamo noi "a guidare", per cui la preoccupazione dell'andare a sbattere, neanche sfiorava le nostre giovani menti. Rad sembrava essere quello che si stava divertendo di più, lanciando gridi estasiati mentre i rami e le foglie ci frusciavano sul volto, senza tuttavia darci fastidio. Saltammo uno dopo l'altro oltre un tronco di un albero caduto... certo nel mio caso non era proprio "saltare": direi piuttosto un "alzarsi leggermente di quota per evitare di sfiorarlo".

Il bosco finiva direttamente sull'oceano e non ci accorgemmo di star sfrecciando a pelo dell'acqua finché effettivamente non stavamo sfrecciando a pelo dell'acqua, a dispetto di qualsiasi legge fisica, beh una legge fisica la si rispetta, riguarda la velocità con cui si-- meglio non dilungarsi, è una cosa complicata. Abbassai il braccio per immergere la mano nell'acqua cristallina che ci circondava.

L'oceano finì in un fiordo: Carlos, Rad e Alexis rischiavano di scontrarsi contro la parete rocciosa: per me non era un problema visto che bastava che volassi verso l'alto ma loro com-- oh giusto... ecco che i Minicon li fanno viaggiare ad una velocità talmente folle da farli salire su una roccia al 100% di pendenza.... leggi fisiche? Dove siete finite? Mi sento a disagio qui.

Risalimmo completamente lo strapiombo, ma una brutta sorpresa ci attendeva in cima e io fui la prima a scoprirla:

"MEGATRON!" Gridai allarmata, il mio Minicon subito mi fece cambiare traiettoria, così come fecero gli altri, tra le nostre grida terrorizzate.

I ragazzi atterrarono malamente, senza tuttavia perdere l'equilibrio; io mi voltai appena in tempo per sentire "TRASFORMAZIONE: FASE VEICOLO!" E Megatron che subito ci seguì a ruota. Appena pochi secondi dopo si sentì il grido di Alexis:

"Attenta Jade!!" Mi voltai appena in tempo per vedere gli altri 3 Decepticons: Starscream al centro, Demolisher alla sua destra e Cyclonus alla sua sinistra, che ci fissavano. Non ci volle molto perché tutti e tre annunciassero la trasformazione e partissero ognuno verso una direzione cardinale.

"SIAMO CIRCONDATI!" Constatò Rad seriamente preoccupato. La situazione non era una delle migliori: Megatron ci stava praticamente attaccato al culo (scusate il francesismo); Demolisher ci aveva appena tagliato la strada, posizionandosi davanti a noi. Provai ad alzarmi di quota se non fosse che Starscream, alla nostra destra e Cyclonus, alla nostra sinistra ci stavano tagliando ogni via di fuga, a me particolarmente, essendo circondata dall'ala sinistra del primo e le pale del secondo, per non parlare del cannone di Megatron direttamente dietro di me. Eravamo spacciati!

Ci stavano stringendo, sempre di più: per poco i nostri "veicoli" non si toccavano.

"RAGAZZI È FINITA!!" Ci annunciò Rad gridando. Pensavamo così tutti finché non udimmo un paio di colpi di clacson.

   
 
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