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Autore: Eeureka    19/05/2017    0 recensioni
– [[ нιdeĸane ]] [[ AU ; croѕѕover / parzιalмenтe ιѕpιraтa a deaтн noтe ]]
Ken è uno shinigami che si è stancato del suo lavoro. Non sopporta più l'apatia, il buio e la mancanza di emozioni che la sua routine comporta.
Istaurando un'amicizia proibita cerca di scoprire il mondo colorato degli umani, con l'intenzione di trovare un po' di sollievo sulla Terra. Il problema è che rimane intrappolato lì.
Genere: Fantasy, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Kaneki Ken, Nagachika Hideyoshi, Un po' tutti
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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note iniziali: la fanfiction che vi apprestate a leggere tratta dei personaggi di Tokyo ghoul in un universo creato per metà da me e per metà (ma anche di più) ispirato al famoso anime/manga Death note. Non so se sia effettivamente un crossover, ma l'ho segnato come avvertimento.
Per chi non conosce Death note mi sento in dovere di fare qualche appunto prima che proseguiate con la lettura: gli shinigami sono dei della morte. Sono loro i responsabili della morte delle persone e agiscono grazie a dei quaderni, chiamati death note, in cui scrivono il nome dell'individuo destinato a morire.
Non credo di avere altre precisazioni in merito, vi auguro buona lettura e ci si rivede nelle note di sotto. ♥








.:Chapter one;




Tutti quelli che aspirano all'infinito tendono a dimenticare le principali caratteristiche di esso: non ha un inizio né una fine.
La vita di Ken era un infinito, e, proprio per questo, non si sapeva quando fosse cominciata né quanto ancora sarebbe durata. La sua esistenza andava avanti da così tanto tempo che la sua limitata memoria eliminava i vecchi ricordi per far spazio a quelli nuovi. E così era accaduto che Ken aveva perso ogni cognizione del tempo: perché l'inizio di tutto era sfocato, la fine era troppo distante, irraggiungibile o inesistente.
Questa era dunque la prima caratteristica del suo essere uno shinigami: vivere per sempre. Con neanche un segno, una traccia, o qualsiasi altra cosa che potesse collocare quel che stava trascorrendo in un tempo preciso. Solamente il quaderno che Ken portava sempre con sé recava un piccolo indizio, perché la prima pagina recitava la frase "5^ generazione di umani". Il che rappresentava la sua prima certezza: la dea Terra era morta quattro volte e rinata cinque, facendo alternare sul suo pianeta ben cinque razze di esseri umani.
Terra era la madre di tutti gli uomini, era lei a far nascere ognuno di loro, era invece compito degli shinigami ucciderli.
Terra amava i suoi figli, ma loro non ricambiavano; lei si donava loro, loro la trattavano male, la sfruttavano, la distruggevano. E gli umani non ce l'avevano solo con lei, odiavano pure se stessi: erano tutti simili, quasi identici, ma quel che li accomunava più di qualsiasi altra cosa era il desiderio di primeggiare sugli altri. Era così che passavano la loro effimera vita: distruggendo, distruggendosi.
Ognuna delle generazioni che si era alternata seguiva sempre un filo cronologico ben preciso: Antichità, Medioevo, Età moderna, Età contemporanea, Età futuristica.
Per le quattro volte in cui ci si era arrivati l'età futuristica si era rivelata un fallimento: gli umani arrivavano a un punto in cui si facevano guerra per tutto, perdevano di vista qualsiasi morale e si interessavano solo a ottenere grandezza e potere. Il motivo per cui si erano alternate cinque generazioni era proprio questo: giungeva il momento in cui Terra di stancava, e annullava se stessa per porre fine a tutto quel caos. Moriva, e con lei morivano i suoi figli.
Ma Terra non imparava mai dai suoi sbagli, provava un amore sconfinato e anche un po' masochista per quella bizzarra specie, così dopo un arco di tempo più o meno lungo di inattività si rigenerava e dava la vita a una nuova razza umana. E così ricominciava quel ciclo infinito.
Ora come ora, con la quinta generazione in corso erano fermi al periodo dell'Antichità, pronti ad affacciarsi al Medioevo.
E già Ken riusciva a contare tre certezze sulla propria esistenza: 1) era infinita, 2) era strettamente collegata a Terra e ai suoi figli, 3) il suo compito, in quanto shinigami, era quello di porre fine alla vita degli umani, segnandoli sul proprio quaderno della morte, cosicché sul pianeta Terra potessero continuare a nascere nuovi umani che si alternassero di anno in anno, di periodo in periodo, senza creare sovraffollamento.
Il suo problema era... Da quanto tempo andava avanti così ormai? Più trascorreva il tempo più dimenticava il passato. Si ricordava a stento di come brutale fosse stata la fine della quarta generazione di umani, e di quanto tempo senza far nulla fosse passato prima che Terra si rigenerasse. Ora Ken poteva di nuovo adempire al suo lavoro assieme ai suoi colleghi, ma... Prima che esistessero gli umani lui dov'era, cosa faceva, di che lavoro si occupava? E che fine facevano gli umani che uccideva? Quando ancora neanche una generazione di umani era arrivata, lui esisteva? O gli shinigami e gli umani erano stati generati assieme all'inizio di tutto? Era Terra che comandava quel ciclo infinito e apparentemente immotivato? E lui non aveva alternativa per sfuggire a quell'eterno e indefinito limbo dalle estremità sfocate?
Altra certezza: noia. Ken non conosceva neanche del tutto il significato di questa parola, ma le sembrava perfetta per descrivesi. Ormai ne era certo: quei millenni passati a osservare gli umani, per quanto poco si ricordasse, lo avevano senza dubbio mutato. Dall'alto del suo piccolo e oscuro mondo, dove quelli come lui trascorrevano le giornate con un quaderno in mano a vedere cosa facevano gli uomini e a ucciderli quando ne avevano voglia, sentiva di esser diventato anche lui un po' come le sue vittime.
Prima il suo modo di agire era meccanico: sapeva di dover segnare un nome sul suo death note, lo faceva e aspettava che il malcapitato morisse. Ma ora non era più così. Con la 4^ generazione aveva scoperto l'esistenza dei libri: centinaia di pagine rilegate assieme che contenevo i pensieri e le fantasie umane. Così si era innamorato della specie umana e della loro libertà, dei loro pensieri, dei loro modi irrazionali di agire. Aveva cominciato a trascorrere più tempo sulla terra che sul suo pianeta, restando invisibile agli umani e osservandoli silenziosamente o prendendo forma di umano lui stesso e interagendo con loro per qualche sporadico minuto. All'inizio gli sembrava tutto nella norma, non era di certo il primo shinigami a cui piaceva girovagare per la Terra, ma poi i libri aveva cominciato a rubarli e a nasconderli a casa sua nel suo pianeta.
E già ecco il suo primo segreto reato: portare oggetti umani nel mondo degli shinigami. E non si era fermato lì, poi aveva iniziato anche a leggerli tutti quei libri e ad apprezzarli. Era da quel momento che tutti quei vorticosi pensieri avevano iniziato a girargli per la testa, anche se suonavano sbagliati e anormali per uno della sua specie. Non poteva di certo sapere se tra i suoi colleghi qualcuno si fosse posto domande simili, perché le conversazioni tra shinigami erano minime, gli scambi di pensieri inesistenti. Quindi la noia allagava il suo mondo: era una vita triste, monotona, grigia e orribilmente infinita.
Da quando era nata la quinta generazione non c'era ancora stata una volta in cui fosse sceso su quel pianeta per parecchi motivi. Gli altri shinigami non avevano perso tempo ad accorgersi dell'interesse bizzarro e fuori luogo che Ken provava per le persone. Veniva in particolar modo preso di mira perché era considerato il pupillo del re degli shinigami, Arima. E qualcuno di tanto rinomato veniva tenuto d'occhio. Per fortuna le voci che giravano su di lui si erano esaurite in fretta, e nessuno aveva mai ispezionato casa sua, con il rischio di far venire fuori la sua collezione proibita.
I libri erano il più grande e pericoloso tesoro di Ken, perché contenevano i sentimenti degli uomini. Ciononostante erano diventati l'unico motivo per cui riusciva ad andare avanti: sfogliava le pagine bianche, passava i polpastrelli sull'inchiostro nero e si sentiva parte, per quanto paradossale potesse essere per uno shinigami, della vita. Ormai era così influenzato dalle stupide congetture degli umani, dai loro bizzarri sentimenti, che si era trovato ad esitare al momento in cui ne doveva uccidere uno, o aveva selezionato e direzionato alla morte solo quelli considerabili malvagi.
Ed era da lì che si era accorto che c'era decisamente qualcosa di anomalo in lui, perché uno shinigami incapace di uccidere non può di certo considerarsi uno shinigami.
« Ken » l'interpellato si bloccò di colpo, rendendosi conto che, assuefatto dai pensieri, stava camminando avanti e indietro da un bel po'. Incrociò lo sguardo di Touka, shinigami con la quale aveva un rapporto che gli umani avrebbero potuto definire amicizia. Sembrava che a tratti ci tenesse a lui, e Ken si domandava spesso se fra due shinigami qualcosa del genere fosse possibile. Passavano molto spesso tempo assieme a parlare (non erano chiacchierate vivaci come quelle che potevano avere due persone, ma era pur sempre un inizio) quindi a lui non dispiaceva pensarla così.
« Ciao Touka, » abbozzò un sorriso sorpreso « come va? »
La shinigami inarcò un sopracciglio mantenendo un'espressione piuttosto fredda. Incrociò le braccia al petto e sbuffò.
« Non sei ancora sceso sulla terra, come mai? » chiese diretta, con tono vacuo e distaccato, ignorando la domanda del compagno.
Ken deglutì.
« È strano da parte tua, ho sempre creduto che ti piacesse stare a contatto con... » Fece qualche attimo di silenzio come se stesse ponderando le parole, « la morte » concluse.
Ken abbassò lo sguardo. Era da un po' che non si vedevano e quindi non era proprio quella la prima domanda che si aspettava di ricevere. Inoltre era raro che fosse lei a cercare lui, in genere era sempre il contrario. Per essere lì a chiedergli di cose del genere, Touka doveva aver sentito dei guai in cui si era cacciato.
« Touka, » iniziò, consapevole dei rischi che correva « lo sai bene che non è la morte a piacermi, ma le persone »
Lo schiaffò che gli arrivò sulla guancia fu così repentino che Ken si rese conto di cos'era accaduto solo grazie al sonoro rumore. Si passò i polpastrelli sulla guancia dolorante e incrociò lo sguardo furioso di Touka. Era forse un'emozione quella che le leggeva in viso? Un'emozione rivolta a lui?
« Non dire stupidaggini! » irruppe, « sai bene che parere hanno gli altri su di te, come puoi permetterti di scherzare in questo modo?! »
« Non stavo scher- » questa volta Touka gli sferro un pugno, ma Ken riuscì a evitarlo. Touka restò ferma a guardarlo con gli occhi infuocati dalla rabbia, ansimando. Con le sopracciglia corrugate e i fili di capelli sul viso, gli occhi rossi dalla sclera nera, Ken la considerò assurdamente bella e si chiese come fosse possibile che si trattasse di una dea della morte.
Possibile che stesse reagendo così perché ci teneva a lui?
« Scusa, hai ragione, stavo scherzando; ho sbagliato. »
Touka lo guardò in cagnesco. « Non ci tieni affatto alla tua esistenza, eh, Ken? » domandò.
Rifletté per qualche secondo con occhi vuoti. Quella di Touka era una domanda retorica, Ken non aveva nulla da perdere da un'esistenza come la sua.
« Io... »
« Non rispondere » lo bloccò, « non voglio saperlo... » Abbassò lo sguardo, rilassò le spalle e i pugni. Lanciò un ultimo sguardo al ragazzo dopodiché di allontanò senza voltarsi.
Ken rimase solo.
« Mi dispiace Touka » sussurrò. Si accorse della desolazione che lo circondava di nuovo.
Non era colpa sua, non poteva mentire. Anche se ogni giorno rischiava di ottenere le occhiatacce dei suoi colleghi e di finire in guai più seri non poteva nascondere all'infinito l'intolleranza che provava per un'esistenza così vuota come la sua. Poteva a stento fingere per non ferire Touka, o per non deludere Arima. Ma fingere per sempre, per quante altre generazioni ancora? Impossibile.
Ken sospirò. Voleva solo una via d'uscita.




note: buonsalve fandom di Tokyo ghoul! questo è il primo capitolo di una long che credo arriverà più o meno sui dieci capitoli. La principale coppia sarà l'hidekane, ma voglio dare spazio anche a Touka: primo, perché la TouKen è pure cosa bella e sono felice *spoileeer*[ dei risvolti che ha preso il manga; ]e secondo, perché sì.
Spero che questo inizio sia piaciuto a qualcuno, e che vi abbia incuriosito sui futuri dettagli che si veranno a scoprire andando avanti. Questo capitolo era solo una sorta di introduzione per un universo su cui ho ancora tanto da dire. Le critiche o i commenti di qualsiasi genere sono ben accette.
Saluti,
Eeureka.

  
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