Serie TV > Squadra Speciale Cobra 11
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Autore: ChiaraBJ    20/05/2017    2 recensioni
Quando tutto sembra scorrere di nuovo sui binari della normalità la vita di Ben viene nuovamente sconvolta e di conseguenza anche quella del suo socio Semir. Una verità rimasta nascosta per troppo tempo, complotti, fughe, tradimenti sono alcuni ‘ingredienti’ di questa nuova avventura che vedrà i nostri ispettori indagare lontani dalla loro città.
Soli…o quasi.
Questa storia fa parte della serie ‘Legami speciali ed indissolubili’.
Consigliata, ma non indispensabile, la lettura delle storie precedenti.
Genere: Angst, Azione, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ben Jager, Nuovo personaggio, Semir Gerkan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Legami speciali ed indissolubili'
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L’ennesima maledizione
 
“Senti Milly pensi davvero che sia il caso di avvisarlo ora? Magari aspettiamo un po’, stiamo parlando di Livyana. Ben ha già perso la moglie, se dovesse perdere anche lei…” 
Semir mentre scendeva dalla sua BMW in compagnia della dottoressa Brenner aveva l’aria decisamente preoccupata.
“Purtroppo la collaborazione di Ben in questo caso mi sembra sia indispensabile, a meno che tu non voglia agire alle sue spalle, ma sai meglio di me che se venisse a saperlo…” Semir interruppe la patologa facendo scattare la chiusura a distanza dell’auto.
“Sarebbe peggio, hai ragione tu, meglio informarlo subito…speriamo che Livyana sia fuori con le amiche…la sua presenza sarebbe un problema”
“Semir pensi davvero che possa essere in pericolo?” chiese con tono preoccupato la donna.
“Potrebbero esserlo entrambi…ti ricordo che all’ospedale i servizi segreti volevano uccidere Livyana e Ben è vivo per miracolo…” ribadì Semir salendo la scalinata del palazzo dove abitava Ben.
“Ma è passato tanto tempo, se avessero voluto ucciderla l’avrebbero già fatto” confutò la patologa.
“Sì è vero, ma la tua teoria ha innescato in me un sacco di strampalate teorie e io purtroppo quando si tratta di Ben…divento peggio di una chioccia”
“Comunque resta il fatto che per quanto strampalata ti possa sembrare questa mia ipotesi, credo sia meglio togliere ogni dubbio e per farlo abbiamo bisogno dell’aiuto di Ben”
 
Era una fresca serata di fine estate Ben stava sorseggiando una birra, mangiando popcorn, in pace e tranquillità guardando la televisione che trasmetteva un’amichevole di calcio tra il Bayern Monaco e il Colonia. Era seduto sul divano del soggiorno in posizione decisamente scomposta con i piedi sopra ad un tavolino.
La sua squadra stava perdendo uno a zero, tra l’altro con un gol in evidente fuorigioco.
“Arbitro venduto!!! Tra il difensore e l’attaccante ci passava un treno…” inveì Ben “Se ci fosse stata qui Livyana…l’avrebbe visto anche lei che di calcio non capisce quasi niente” sbottò alla fine.
La ragazzina quella sera non era in casa, ma in uscita con gli scout, gruppo a cui si era unita dopo aver conosciuto un ragazzo di nome Demis.
Entrambi frequentavano la stessa scuola e si erano conosciuti alla fermata dell’autobus che prendevano ogni giorno.
Demis Schön aveva un paio d’anni in più rispetto alla ragazzina e si era trasferito da poco a Colonia con la madre rimasta vedova da alcuni mesi. In città abitavano i genitori della donna prezioso aiuto per una madre che spesso era fuori città per lavoro.
All’inizio Livyana era stata indecisa se frequentare o no gli scout, il solo pensiero di essere costretta a dormire all’aperto, sotto una tenda o dentro un sacco a pelo le metteva paura. Spesso era andata in campeggio, le piaceva molto, ma era sempre stata in compagnia di Ben per lei un’ottima assicurazione contro attacchi di panico, belve o altro.
Con gli scout invece sarebbe stato decisamente diverso, ma dopo vari tentennamenti Livyana accettò l’invito di Demis e Ben assecondò questo suo desiderio. Conoscere nuovi amici, andare un po’ fuori dal suo seminato le avrebbe fatto sicuramente bene. In fondo era un altro buon motivo per dimenticare i tristi avvenimenti che stavano costellando la sua giovanissima vita.
Ben però era sicuro che la ragazzina avesse accettato l’invito del ragazzo perché con il passare delle settimane Livyana aveva preso la classica ‘cotta’, e un indizio per lui quasi schiacciante era che non sentiva più di tanto nominare Tom Beck.
Un’altra prova a questa sua teoria la ebbe quando passando davanti alla porta della sua cameretta l’aveva vista seduta alla scrivania mentre scriveva sul diario il nome Demis circondato da una miriade di cuoricini.

“Da quando in qua Tom Beck lo chiami Demis? E’ l’acronimo di qualcosa?” la stuzzicò Ben con sguardo malandrino.
“Perché non sto scrivendo Tom Beck, ma Demis è basta spione!” rispose lei diventando rossa in volto e coprendo con una mano la scritta.
“A parte che lo stai scrivendo a lettere cubitali… solo un cieco non noterebbe la scritta…” la incalzò, ma fu interrotto dalla ragazzina.
“Dai Ben smettila, per favore” e con un gesto brusco chiuse il diario.
“Ah adesso mi ricordo…è la Giovane Marmotta” rimarcò lui.
“Ben per favore la pianti?” lo supplicò diventando sempre più rossa in viso.
“Dai era solo per scherzare, ma dimmi questo Demis è bello e affascinante come me? Sai potrei esserne geloso…e poi è gentile, premuroso? Ti ricordo che io ho il porto d’armi” scherzò ancora Ben sedendole accanto.
“Con lui non servirebbe il porto d’armi perché è…” sospirò Livyana lasciando il discorso in sospeso.
“E’ cosa?” chiese il giovane ispettore.
“Beh ecco…” Livyana aveva una voglia matta di parlare con qualcuno di Demis, ma Ben avrebbe capito le classiche frasi che si fanno tra ‘donne’?
“Di solito certe cose si dicono tra ‘femmine’” replicò seria Livyana.
“Potresti fare un’eccezione per me?” replicò Ben sbattendo le palpebre in maniera decisamente civettuola.
“Vabbè visto che me lo chiedi”
La ragazzina trasse un profondo respiro.
“Dunque Demis mi ha fatto la stessa impressione, anzi mi ha fatto battere il cuore nello stesso modo in cui vidi per la prima volta Tom Beck, e anche te” cominciò a raccontare con aria sognante.
“Wow” esclamò Ben, tenendosi per sé le frasi ‘Cominciamo bene’ e ‘sei cotta a puntino’.
“E com’è?” incalzò Ben sempre più curioso.
“Mi stai facendo un interrogatorio ‘Ispettore capo Jager’?” Livyana lo guardò con aria di sfida.
“No, è che sono interessato, voglio sapere chi frequenti, in fondo sono il tuo tutore”
“Vuoi sapere anche se ha la fedina penale immacolata? Come sia chiama suo padre o sua madre?” si accigliò la ragazzina “Che poi anche se non te lo dicessi so già che appena saresti lontano da occhi indiscreti, cioè i miei, andresti subito a vedere se esiste un fascicolo a suo carico” replicò secca aggrottando la fronte.
“Certamente, cara la mia saputella, questo è lo scotto per esserti ‘accasata’ con uno sbirro” replicò Ben sfoderando un magnifico sorriso “Dai Livy, sotterriamo l’ascia di guerra che dici?”
Livyana sospirò ancora.
 “Va bene, dunque” continuò sempre con aria sognante “E’ più alto di me, ha 17 anni, capelli scuri e con due smeraldi al posto degl’occhi, sono verdi come i laghi delle montagne. Bellissimo con un fisico da urlo”
“Fisico da urlo?” sogghignò il poliziotto “Come il mio?”
“Ben sei impossibile!” ribatté la ragazzina “Comunque sì, come il tuo tra noi ragazze si dice così… e con il classico aspetto da ragazzo educatamente dannato
Educatamente dannato?” chiese Ben cercando di restare serio “E che vuol dire?”
“Licenza poetica!” rispose lei.
“Certo che uno che ha un appellativo del genere…” Ben aveva lo sguardo perplesso.
“Okay, ma nel mio gergo uno così è…come te. Bello da togliere il fiato, come il vampiro di Twilight, ecco sì direi che un po’ assomiglia ad Edward Cullen” poi si accigliò e a Ben la cosa non sfuggì.
“C’è altro?” Ben divenne serio.
“Suo padre è morto alcuni mesi fa si chiamava John, che è anche il suo secondo nome, mentre la madre si chiama Sarah, caso mai ti interessasse…sai per risalire al suo DNA, fedina penale…” rimarcò con fare saccente la ragazzina.
“Mi manca il cognome, ma non preoccuparti mi fido di te e se vorrai dirmelo bene, altrimenti me ne farò una ragione” Ben alzò la mano destra mettendo l’altra sul cuore “Non preoccuparti non indagherò su di lui, promesso”
“Grazie, ti prometto che se tra me e Demis” il viso di Livyana divenne nuovamente rosso “Sì insomma sai che voglio dire”
Ben annuì con la testa.
“Sarai il primo a saperlo” continuò Livyana “Niente segreti, ovviamente la cosa riguarda anche te”
“Certamente” rispose Ben.
Livyana grazie anche a questa nuova amicizia stava uscendo piano piano dall’incubo in cui era ‘caduto’ anche Ben alcuni mesi prima. Si era sposato con la donna più fantastica e bella che avesse potuto desiderare, ma quel sogno, il suo matrimonio era durato solo una manciata d’ore. Un proiettile aveva messo la parola fine a quell’idillio.

A riportarlo alla realtà fu il suono del campanello, istintivamente Ben guardò l’orologio: erano le nove e fuori era già buio.
“Chi sarà a quest’ora?”
Il giovane si alzò dal divano, andò alla porta e attraverso il videocitofono vide due volti familiari, aprì e quando il socio e la patologa si presentarono sulla soglia andò ad accoglierli.
“Dottoressa Brenner, Semir che sorpresa prego accomodatevi” li salutò Ben facendo gli onori di casa e facendo strada verso il divano della sala “A cosa devo la vostra visita? E’ accaduto qualcosa di grave?”
A Ben le domande vennero spontanee, l’ora, Semir e la presenza della patologa contribuirono a preoccuparlo.
 “Ben siamo qui perché…Livyana è in casa?” chiese Semir guardandosi attorno e parlando quasi sottovoce.
“No è in uscita con gli scout, ma perché questa domanda?” Ben era al contempo perplesso e preoccupato. Dal tavolino prese il telecomando della televisore spegnendola.
“Ecco Ben” esordì la dottoressa Brenner “Ieri a cena…ecco io non avevo mai visto la ragazzina, ho fatto però l’autopsia sui corpi dei suoi genitori…ricordi?”
Semir apprezzò molto la delicatezza di Milly, aveva usato il termine corpi non cadaveri.
“Lo so che ti potrà sembrare strano, ma sono molto fisionomista, insomma nel mio campo mi considero un’esperta” continuò la donna.
Mentre la dottoressa parlava Ben si chiese cosa stava tentando di dirgli la patologa, poi dopo quest’ultima frase la sua attenzione e soprattutto il suo sguardo cambiò dalla modalità molto interessato a seriamente preoccupato.
“Cosa sta cercando di dirmi di preciso dottoressa?” chiese quasi spazientito “Senta per favore non vorrei mancarle di rispetto, ma arrivi al punto, non ci giri intorno…”
“Ecco ritengo che Livyana non fosse la figlia naturale dei coniugi Karpov” replicò quasi in apnea la donna.
“Come scusi?” rispose Ben strabuzzando gli occhi e lasciandosi cadere sul divano.
“Ecco per essere sicuri al cento per cento ci vorrebbe un riscontro del DNA, ma fisicamente, i tratti del viso, insomma converrai con me nel dire che la piccola non assomigliava minimamente ai genitori” concluse la dottoressa.
“Ben se ti chiedessimo di darci qualcosa che…” l’anticipò Semir.
“Mi stai chiedendo un capello? Lo spazzolino da denti? La spazzola?” chiese con voce dura Ben rivolgendosi al socio, poi rendendosi conto del tono usato “Scusa Semir, non volevo essere sgarbato, però sarai d’accordo con me la notizia è qualcosa di terrificante”
“Sì” rispose comprensivo il socio.

Ben si alzò dal divano si mise davanti all’enorme porta finestra che dava sulla terrazza, davanti a lui la città illuminata da centinaia di luci.
“Che coincidenze” cominciò il ragazzo sempre guardando fuori “Giorni fa io e Livy siamo andati a Norimberga, lì si trova una fontana con una cancellata attorno, appeso ad essa un grosso anello color oro. E’ tradizione farlo girare e al contempo si esprime un desiderio. Lei non volle farlo, mi confidò che il suo desiderio più grande era quello di poter rivedere i genitori, ma perché si avverasse quel sogno lei sarebbe dovuta morire e quindi…” Ben fece un profondo respiro “Se penso che i suoi genitori potrebbero essere ancora vivi, magari se non proprio loro potrebbe avere dei parenti”
“Ben, sai che se fosse così…” disse quasi sottovoce Semir guardando furtivamente anche la patologa.
“Dovremmo separarci, certo. Per lei…chissà come reagirebbe, conoscendola sarebbe felice e triste contemporaneamente” rispose Ben con un filo di voce.
“E tu?” chiese Semir.
“Io?” Ben non rispose, si girò dando le spalle ad entrambi spostando il suo sguardo sull’imponente sagoma del duomo di Colonia che si ergeva all’orizzonte.
“Per me sarebbe come la fine del mondo” pensò tra sé e sé “L’ennesima maledizione”

Il giorno dopo Ben e Semir erano di pattuglia per le autostrade limitrofe alla città. L’ispettore più giovane era decisamente muto quella mattina, al solito bar dove si fermava con il socio non aveva nemmeno fatto colazione  limitandosi a prendere solo un caffè.
Semir aveva capito al volo che le ipotesi formulate dalla dottoressa Brenner avevano sicuramente tenuto Ben sveglio tutta la notte.
“Ben ti va di parlare?” chiese comprensivo.
“Del fatto che sono destinato a rimanere solo?” fu la laconica risposta del ragazzo.
“Livyana non ti lascerà se è quello che stai cercando di dirmi, sei importante per lei” cercò di rincuorarlo.
“Sai Semir spero solo che se scoprissimo che i suoi genitori sono vivi…insomma mi auguro che siano da queste parti, oltre a me perderebbe anche Demis, il suo nuovo amico…quello educatamente dannato”
Educatamente dannato? E cosa vuol dire?” chiese Semir cercando di stemperare un po’ l’aria e riportare un po’ di serenità nell’abitacolo.
“Livyana mi ha risposto ‘licenza poetica’” e sul volto di Ben apparve un leggero sorriso.
“Ho capito, ma il senso?” insistette Semir, anche per portare il ragazzo verso un argomento un po’ più leggero.
“E che ne so, so solo che quando me lo ha detto aveva le pupille a forma di cuore” replicò il ragazzo, ma il suo volto era tornato serio, Ben guardava un punto indefinito fuori dal finestrino.
“Le è che?” ribatté il socio che alla guida della sua BMW stava effettuando un sorpasso.
“Lascia stare Semir, era così tanto per dire…”
“Comunque io e la Brenner faremo dei controlli, faremo una sorta di indagine” continuò Semir, ma fu interrotto da Ben.
“Ti servirà una mano io…” propose il giovane ispettore.
“No Ben è meglio che tu ne stia fuori, sei troppo coinvolto  e poi la ragazzina ormai ha 15 anni, non riusciresti a nasconderle la verità, quindi meno sai meglio è. Appena avremo qualcosa di concreto in mano ti aggiorneremo, promesso”
Ben non osò replicare, era troppo deluso per farlo.
Il destino era veramente ingiusto con lui quando si relazionava con il gentil sesso. La madre morta quando era piccolo, le fidanzate uccise, la moglie Elise ed ora avrebbe potuto perdere anche Livyana colei che ormai considerava sua figlia.

Angolino musicale…eccomi di nuovo a tormentare i sogni e sonni già abbastanza tormentati dei miei ispettori. Colonna sonora forse un po’ inusuale, ma quella mi è balenata per la testa, sarà il periodo mah…
Fedez e Francesca Michelin ‘Magnifico’
Per ascoltarla: https://www.youtube.com/watch?v=RELQXv8m_cc
E gli anni passano e non ci cambiano Davvero trovi che sia diverso? Guardami in faccia I miei occhi parlano E tu dovresti ascoltarli un po' più spesso Anche se poi tutto è magnifico Non lo prenderò come un rimprovero E' possibile abbia sogni sbagliati, un po' illusi al momento Mi appartengono Ognuno coi suoi pensieri e I suoi segreti Lo so siamo divisi dallo spazio senza essere pianeti Anche se poi tutto è realistico Non lo prenderò come un rammarico E' possibile abbia sogni sbagliati, un po' illusi al momento Mi appartengono…
  
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