Ardeva proprio come un fuoco impossibile da domare.
Il suo corpo, così minuto, non avrebbe retto ancora per molto;
non avrebbe retto qualunque altro suo respiro.
Ed eccola lì, che accasciata tra vecchi ricordi provava a rompere quell'ingombrante silenzio con le lacrime.
Una
Due
Infinite
Scendevano come cascate e le rigavano quel suo volto da bambina, adesso cresciuta troppo in fretta.
E poi – d'improvviso – il vuoto.
Cadeva, inerme, in quel che pareva un oscuro vortice pronto a risucchiarle quel poco di anima a lei rimasta.
Cadeva, sempre più giù.
Ma una voce risuonò – quasi per miracolo – fra quelle oscure mura di infinito.
“Margherita, Margherita svegliati! Sono qui!”
Di colpo tutto tornò esattamente com'era sempre stato.
La luce penetrava timidamente dalle finestre e arrivava al letto, pallida e ancora fredda per paura di svegliar chiunque si trovasse lì.
Un incubo terribile aveva annebbiato la notte – e la mente – di Margherita.
Ansimante e ancora spaventata, prese per mano quel buffo ragazzo (dai neri capelli arruffati) che le stava accanto.
“Marghe, è stato solo un brutto sogno.”
“Alex tu non c'eri, non c'eri più. Mi avevi lasciata sprofondare nel mio dolore e...”
“Queste insicurezze fanno più male a te che a me. Marghe, io rimarrò sempre qui se lo vorrai.”
“Oh, Alex...”
Una lacrima, stavolta reale, le accarezzò dolcemente il viso.
I due scomparirono in un abbraccio, uno di quelli imperfetti ma che sanno di casa.
Era lo scudo ideale per contrastare ogni sorta di incubo e incertezza.
- Agnese Naselli