Fanfic su artisti musicali > Ellie Goulding
Ricorda la storia  |       
Autore: lmpaoli94    22/05/2017    0 recensioni
Quando la vidi la prima volta quel giorno, rimasi folgorato. Era entrata nel mio negozio per prendere un mazzo di rose per una sua cara amica. Aveva lo sguardo spensierato e non la smetteva di sorridere. Di sorridermi. Ed era il suo sorriso che mi fece innamorare. All’istante. Ma il problema era: l’avrei rivista?
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Vendere i fiori è sempre stata la mia più grande passione.
Una passione che mia madre e mio padre mi avevano trasmesso.
Il mio negozio si trovava in una delle città più caotiche del mondo: Manhattan.
Ero fiero del negozio che da solo avevo fatto nascere e che con il tempo era diventato uno dei migliori nei dintorni.
I clienti che entravano nel mio negozio erano felici ogni volta che vedevano le creature che facevo crescere e germogliare.
«E’ incredibile come lei riesca a far crescere tutte queste piante bellissime in una città inquinata come questa» mi disse un giorno una signora anziana che ultimamente veniva spesso nel mio negozio.
Io non seppi come risponderle, così sfoderai uno dei miei sorrisi brillanti per ringraziarla del complimento.
A chi mi chiedeva quale fosse il mio segreto nel far sbocciare i fiori, io rispondevo:
«I fiori sono come le persone: bisogna averne sempre cura. Nel bene e nel male.»
 
La mia vita si svolgeva tra il mio lavoro e l’appartamento in cui vivevo da solo.
Sì, purtroppo ero single e non avevo mai avuto tempo per le donne.
Annie, la mia fidata collega, mi diceva sempre che dovevo svagarmi un poco, lasciando il negozio nelle sue mani.
Io mi fidavo di Annie, sia chiaro, ma per me il lavoro di fiorista era tutto.
Certe volte mi prendeva in giro dicendomi che ero uno zitello.
Naturalmente io l’assecondavo, ma certe volte le avrei voluto far vedere che non ero quello che lei sosteneva.
Non avevo bisogno di distrazioni.
Non avevo bisogno di riposo.
Non avevo bisogno di nessuna donna.
Tutto quello di cui avevo bisogno ce l’avevo già.
Fino a quando non mi ricredetti. E tutta la mia vita cambiò in un istante…
 
«Buongiorno, mio caro zitello inacidito» mi disse Annie una mattina appena entrò nel negozio.
«Vedo che sei di buon umore, signorinella. Aiutami a spostare questi vasi.»
«Agli ordini capo.»
Annie era la migliore donna che io avessi mai conosciuto.
Dopo mia madre, ovviamente.

La incontrai una sera in un bar vicino casa mia, intenta ad affogarsi nell’alcool.
«Mi dia un whisky liscio, per favore» dissi al barista che mi servì in un batter d’occhio.
Oltre al mio lavoro, avevo un vizio che non riuscivo a smettere: il whisky.
Intendiamoci, non mi sono mai ubriacato in vita mia.
Ma da quando assaggiai per la prima volta quella bevanda alcolica, non ne potei più fare a meno.
Me ne stavo tutto solo al bancone a sorseggiare piano piano la mia bevuta, per poi tornare a casa e riposarmi, in attesa del giorno dopo.
Ma non quella sera…
«Uomini… accidenti a voi… ehi, barista! Dammene un altro!» disse una ragazza vicino a me alzando il bicchiere vuoto.
«Direi che basta per stasera. Ne hai già bevuti cinque»
«Osi discutere un mio preciso ordine?! Dammene un altro! Subito! Io ti pago e tu devi darmi un altro drink!»
«Non stasera. Mi dispiace»
«Ah sì? Ti faccio vedere io!»
La ragazza, con un equilibrio carente per colpa dell’alcool, montò sul bancone per aggredire il povero barista inerme, ma fortunatamente riuscii a fermarla.
«Che diavolo vuoi tu? Fatti gli affari tuoi!» mi disse cercando di divincolarsi dalla mia presa.
«Adesso calmati, ok? Se farai la brava te lo offrirò io un altro drink.»
Ma naturalmente non avevo nessuna intenzione di farlo.
«Ah sì? E chi mi dice che manterrai la promessa?»
“Nessuno. È questo il bello”, pensai.
«Non ti resta altro che fidarti di me» dissi invece.
«Fidarmi di te? Uno sconosciuto e per giunta un uomo? Ahahah ma non farmi ridere.»
«Cos’hai contro gli uomini?»
«Sono la rovina della società. Anzi, della mia vita.»
«Ho capito. Hai avuto una delusione amorosa.»
«Perspicace. Siete tutti così?»
«Non credo. Alcuni sono stupidi, altri sono invece molto intelligenti.»
«E tu dove ti vedi tra queste due categorie?»
«Mi vedo una persona stupida quando commetto una sciocchezza senza rendermene conto. Ma mi vedo una persona intelligente quando penso prima di agire.»
«Che cosa intendi dire? Non capisco.»
“Sinceramente, nemmeno io. È tutto un piano per distrarti dall’alcool.”
«Intendo dire che questo è il mio carattere.»
“Che grossa bugia ho detto. Io sono principalmente un uomo tranquillo. E non mi considero né un tipo stupido né un tipo intelligente.”
«Come il resto degli uomini. Soltanto che tutti vi definite intelligenti e credete di esseri bravi soltanto voi. In tutto.»
«Sì, questo è vero. È l’ego maschile.»
«Altro che ego. Avete il cervello bacato. Tutto qua.»
«Vuoi per caso parlarmi del perché ti sei ridotta così?»
«E perché dovrei farlo?»
«Per sfogarti. Vedrai che dopo ti sentirai meglio.»
Ma prima di rispondere, piombò a tutta velocità nel bagno delle donne.
Le andai dietro, per assicurarmi che andasse tutto bene.
«Ora sì che mi sento molto meglio.»
«Vedi che cosa provoca l’alcool?»
«E allora perché tu lo bevi?»
«Se lo bevi in piccole quantità, non succede nulla. Ma se ne abusi… succede quello che è successo a te»
«Ma tu hai sempre ragione?» mi domandò con tono di disapprovazione e di irritazione.
«Boh, non credo… se avessi sempre ragione su tutto non sarei qui.»
«E dove saresti, scusa?»
«Magari potrei essere diventato il nuovo presidente degli Stati Uniti. Chissà…»
«Ma falla finita.»
«Ahahah ok… comunque il mio nome è Alan. E tu come ti chiami?»
«Annette. Ma puoi chiamarmi Annie»
«Va bene. Annie mi piace di più.»
«Stai per caso cercando di flirtare con me?» mi domandò fissandomi con sguardo storto. Ma era evidente che fosse divertita.
«Certo che no! Perché dovrei farlo?»
«Perché tu sei un uomo e io una donna. E se non sei gay o transessuale, allora è molto probabile che tu ci provi con me.»
«Viva la convinzione. Ma ti do una brutta notizia: non sei il mio tipo.»
«Menomale. Visto che nemmeno tu sei il mio.»
«Però possiamo essere buoni amici.»
«Non sono proprio sicura che tu mi stia simpatico. Sei troppo saccente.»
«Ok. Allora piacere di averti conosciuto…» feci per andarmene, ma lei mi bloccò.
«Ma dove vai! Stavo scherzando. Amici va benissimo.»
«Perfetto. Che ne dici se ce ne andiamo a prendere una boccata d’aria e usciamo dal questo bagno che comincia a puzzare di vomito?»
«Non credi che prima dobbiamo dargli una pulita?»
«E tu non credi che sia compito di quelli che lavorano qui dentro ripulire tutto?»
«Sei orribile!» disse mentre scoppiavo a ridere.
«Ahahah lo so. Allora vieni?»
«Solo perché sto morendo dalla puzza.»
 
Nel mentre accompagnavo Annie a casa, mi raccontò di come lei e il suo ragazzo si erano lasciati.
Praticamente l’aveva trovato a letto con un’altra e per di più questo tizio le aveva rinfacciato che a letto non era per niente brava e che gli aveva rovinato gli ultimi mesi della sua vita rimanendo legato a lei.
«Devo dire che il tuo ex è la gentilezza in persona.»
«Smettila di fare il sarcastico, o ti sgancio un sonoro schiaffo come ho fatto in precedenza con lui.»
«Ci manca che tu mi metta le mani addosso e la mia serata è praticamente completa.»
«A proposito, mi dispiace avertela rovinata. Di sicuro avevi di meglio da fare invece che badare ad una come me.»
«Ma scherzi! Certo che no! Avrei solo finito il mio whisky e me ne sarei tornato nel mio appartamento dove la solitudine mi attende.»
«Quindi abiti da solo?»
«Sì. Con il mio lavoro non ho mai un momento libero.»
«Che lavoro fai?»
«Ho un negozio di fiori qui in centro. E tu che lavoro fai?»
«L’assicuratrice. Fino a oggi pomeriggio, purtroppo. Mi hanno licenziata per taglio del personale. Ma lo so io quale è la verità. Dovevo stare antipatica anche al mio capo.»
«Ma non può licenziarti solo per antipatia. Ci deve essere un motivo serio sotto.»
«Tranquillo, purtroppo c’è. Ed è proprio mancanza di lavoro. Oltre a me sono state licenziate una ventina di persone.»
«Mi dispiace tanto.»
«Anche a me… Però in fondo in fondo sono contenta di essere stata licenziata. Non sopportavo più le persone con cui ero a stretto contatto. Domani andrò al centro per l’impiego e farò domanda per un nuovo posto di lavoro.»
Fu in quel momento che mi balenò un’idea.
«Se per te non è un grosso problema cambiare radicalmente lavoro, ti andrebbe di venire ad aiutarmi nel mio negozio di fiori? Solo fino a quando non avrai trovato un nuovo lavoro da assicuratrice.»
«Davvero?! Faresti questo per me?»
«Certo. Mi ispiri molta fiducia, Annie. E sono sicuro che tu mi ripagherai lavorando faticosamente e con totale devozione.»
«Grazie mille. Grazie. Grazie. Grazie» gridò piena di commozione e saltandomi addosso per abbracciarmi. «Vedrai che non ti deluderò!»
«Lo spero.»
«E poi, se scopro che il lavoro mi piace, non servirà che io trovi un nuovo posto come assicuratrice.»
«Bene, allora sono convinto che ti troverai bene.»

E infatti fu proprio così visto che io e Annie lavoravamo insieme da quasi cinque anni.
«Qui va bene?» mi domandò appena spostò il vaso che gli avevo detto.
«Perfetto. Ora aiutami con quelle rose.»
Ma prima che mi potesse aiutare, qualcuno entrò in negozio.
Era una giovane donna dallo sguardo pieno di passione e felicità, che mi fece rimanere fulminato all’istante.
   
 
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Ellie Goulding / Vai alla pagina dell'autore: lmpaoli94