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Autore: Khailea    23/05/2017    1 recensioni
Un'avventura action con trame avvincenti e personaggi unici e caratteristici!
Saghe appassionanti e ricche di colpi di scena, special divertenti e di ogni genere!
Unisciti alle stravaganti avventure degli studenti della Werewolf Shadow!
I personaggi di cui si parla in queste storie sono inventati da un gruppo di role chiamato Werewolf's Shadow 2.0.
Questo è il secondo progetto di fiction scolastica del gruppo fatto con l'approvazione dei suo componenti.
Non ci sono collegamenti con il precedente progetto e la trama é molto diversa.
Il logo del lupo appartiene al nostro gruppo esattamente come i personaggi e l'ambientazione.
Se volete unirvi a noi potete fare richiesta qui https://www.facebook.com/groups/660949357417726/members/
Genere: Azione, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi, Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Personaggi in questo capitolo:
Jack
Daimonas
Ailea
Khal
Lighneers
Zell
Astral
Lacie
Hope
Grace
Milton
Seraph
Alexander
Johanna
 
 
 
La figura si avvicinava a passo svelto, la ragazza non riusciva a metterla ben a fuoco inoltre c'era qualcosa che non le permetteva di pensare in maniera lucida, tutto attorno a lei era sempre più confuso.
Vedendo la figura di Khal la ragazza si rasserenò, nonostante lo conoscesse poco Ailea era non lo riteneva una particolare minaccia verso la sua persona, la sua tranquillità però presto scomparve.
Dapprima il viso del ragazzo iniziò a sciogliersi, mutando poi in una creatura mostruosa.
Ailea cercò di afferrare un pugnale per alzarsi ma il suo corpo non rispondeva più a nessun comando, e qualsiasi cosa si stesse avvicinando non era un suo compagno.
Certamente dovevano aver messo qualche droga nel cibo per ridurla così, e se lei aveva questi effetti certamente anche gli altri non dovevano star meglio.
Non poteva credere di non poter lottare, o di star per morire.
Una forte fitta alla testa la costrinse a chiudere gli occhi, che iniziarono a bruciarle, lentamente perse conoscenza restando in balia del nemico che si avvicinava...
 
Khal aveva camminato a lungo per l'isola, non trovando nulla di particolarmente interessante sul suo cammino. Dietro di sé era certo d'essersi lasciato solo un moscerino abbrustolito, che non meritava nemmeno la sua attenzione, il suo compagno di stanza aveva avuto ciò che meritava, bruciare tra le fiamme.
Se era stato così debole da non riuscire nemmeno a scappare dalla casa allora non meritava altro.
Muovendosi con calma notò che gli alberi stavano diminuendo, e che in lontananza si trovava una specie di edificio ormai distrutto, tuttavia aveva anche iniziato a sentirsi strano.
Ovviamente dovevano averlo drogato, mettendo qualcosa nel cibo, era una fortuna lui avesse una certa vicinanza con varie di quelle sostanze, la loro reazione era notevolmente minore al normale, ciò però non impediva loro di guastare la sua lucidità, e questo non andava affatto bene. Di tanto in tanto barcollava e la vista gli si offuscava, ma il suo obbiettivo principale era mantenersi calmo.
Arrivato ormai al limite degli alberi notò vari particolari che lo interessarono, prima di tutto una pila di meravigliosi cadaveri sistemati in una gigantesca fossa, poi uno degli studenti di quell'isola, ed infine Ailea.
La ragazza era distesa a terra, coperta di sangue, e quell'uomo era fin troppo vicino a lei.
Khal non aspettò nemmeno un istante, quel bastardo non doveva toccarla, non doveva permettersi di contaminarla con il suo sudiciume.
Arrivatogli alle spalle lo afferrò per la testa sbattendolo a terra, iniziando a colpirgli ad un ritmo sempre più veloce il viso, afferrando poi una grossa pietra ripetendo il procedimento.
Mentre spaccava la faccia dell'altro, rompendogli i denti, il naso, scorticandogli la pelle dal viso, sentì il suo corpo pervaso dall'estasi. Più sangue lo macchiava più lui ne era soddisfatto, si era messo in modo tale che Ailea potesse vederlo, che ammirasse ciò che stava facendo e gioisse assieme a lui.
Voleva che lo capisse.
Si fermò solamente quando anche la pietra si ruppe, aveva scavato a fondo nel cranio spaccandolo, spargendo sangue e cervella lungo il terreno.
Il suo respiro si era fatto affannoso, girandosi lentamente guardò gli occhi spenti di  Ailea, non era morta solo in parte priva di conoscenza.
Quel sangue, la morta che li circondava, l'omicidio appena compiuto, era tutto come un meraviglioso quadro, e qualcosa dentro di lui si mosse per la prima volta.
Senza controllare il proprio corpo si avvicinò alla ragazza, passandole una mano sotto la camicia stringendo il morbido seno nascosto sotto il reggipetto, con l'altra invece afferrò la coscia accarezzandola con il pollice, dopo essersi sistemato sopra di lei iniziò a morderle il collo, lasciandole dei profondi segni.
La voleva, voleva possederla.
Sentiva la sua eccitazione crescere sempre di più ma la parte ancora lucida di sé gli diceva che doveva fermarsi, per quanto fosse tutto stupendo non era perfetto.
Con grande sforzo riuscì ad allontanarsi almeno in minima parte, il suo obbiettivo nei confronti di lei era evidentemente cambiato, non voleva più sbarazzarsene ma farla completamente sua, non avrebbe permesso a nessun altro d'avvicinarsi a quel suo giocattolo, aveva deciso ormai e non avrebbe cambiato idea.
Quella ragazza poteva capirlo, poteva comprendere il suo essere ne era certo, l'avrebbe portata via al mondo intero rinchiudendola in un luogo accessibile solo a lui.
-Mh...-
Prima che riprendesse conoscenza Khal si spostò da sopra di lei, sollevandola e prendendola in braccio, in quel momento fortuito la vide aprire gli occhi, e fu una grande gioia per lui quando, dopo aver visto il corpo del nemico, lei sorrise.
-Sei stato tu?-
-Si.-
Lei non disse nulla, gli sorrise appoggiando la testa sul suo petto. In parte la ragazza aveva visto come lo aveva ucciso, non era solo un ragazzo di bell'aspetto ma era anche in grado di lottare e di uccidere, e questo le piaceva, certamente non sarebbe stato un peso in caso di scontro con più persone.
La irritava però d'aver bisogno dell'aiuto altrui, recuperate le forze si sarebbe vendicata.
 
 
-Alexander!-
Hope corse incontro al ragazzo che subito l'abbracciò stringendola a sé, era la prima volta dopo vari anni che lo faceva ma non si sentiva totalmente a disagio.
Zell era rimasto in disparte tenendo sempre la guardia alta, non si poteva mai sapere quale sarebbe stata la prossima allucinazione o un attacco.
-Che cosa ti è successo?-
Chiese Alexander guardando Zell con una punta d'astio, quel ragazzo era rimasto solo con Hope...si chiese cosa potesse averlo fatto, come se gli avesse letto nella mente l'altro alzò le spalle.
-Non c'è bisogno che mi guardi così, non l'ho toccata.-
Hope rimase stretta al petto del biondo, sorridendo ed asciugandosi le ultime lacrime.
-Siamo stati attaccati nella nostra capanna.-
-E tu stai bene?-
-Si.-
Alzando lo sguardo Hope notò finalmente l'amica che era rimasta distante temendo d'interrompere quel momento di dolcezza, appena la vide però la castana si sciolse dall'abbraccio e le corse incontro.
-Johanna!Oh come sono felice di vederti!Stai bene?Non ti è successo qualcosa vero?-
Sorridendo la bionda scosse la testa.
-No fortunatamente siamo riusciti a salvarci, anche noi siamo stati attaccati. Sono felice anche io d'averti ritrovata.-
-Ora manca solo Grace ed il nostro gruppetto sarà completo.-
Guardando Hope sorridere Johanna si sentì più tranquilla, finalmente aveva ritrovato un volto amico.
-Non vorrei interrompere questo momento, ma siamo ancora in pericolo, ora che siamo in gruppo dobbiamo stare ancora più attenti, potremmo attirare facilmente l'attenzione.-
Disse Zell incrociando le braccia, anche se solitamente lottava da solo non avrebbe mai abbandonato due ragazze in una situazione simile, per quanto riguardava l'altro ragazzo non pensava gli servisse una particolare protezione.
-Ha ragione, dobbiamo cercare gli altri ed andarcene da qui.-
Disse Johanna tenendo la mano di Hope, questa era più incerta sulla situazione.
-Sperando che anche gli altri lo vogliano.-
-Perché dovrebbero voler restare qui?-
-Non lo so...ma qualsiasi cosa accada dobbiamo difenderci l'un l'altro.-
-Intanto che proseguiamo potremmo anche cercare un riparo. In questo modo voi potrete riposare.-
Propose Zell incamminandosi, seguito dagli altri che come lui cercarono di non fare troppo rumore.
-Non è una cattiva idea, un posto adatto ci sarà. Ma vorrei evitare di dividerci.-
Disse Alexander camminando accanto ad Hope, sperava di non dover lottare in sua presenza, ora che non lo guardava più in quella maniera diffidente non voleva accadesse nuovamente...
 
Il tronco dentro cui Astral e Milton si trovavano si schiantò contro delle rocce ai piedi di una cascata, i due vennero sbalzati fuori e fu un miracolo se entrambi caddero nell'acqua, quella era gelida ma non particolarmente profonda.
Subito Astral riemerse cercando la ragazza, i babbuini sembravano essersi allontanati prima dello scontro, un problema in meno a cui pensare, non avrebbe dovuto sprecare altri colpi.
Milton si trovava intanto ancora sott'acqua, cercava di tornare a galla ma non era semplice visto che era ancora intorpidita, aveva paura di cos'altro potesse arrivare e sperava con tutto il cuore che una volta uscita dall'acqua avrebbero potuto stare al sicuro almeno per un po'.
Individuandola Astral l'aiutò a tenersi a galla prendendola con un braccio.
-Tutto ok?Non sei ferita vero?-
-N-no...tu?-
-Nulla di rotto, non sarà certo qualche scimmietta a mettermi fuori gioco.-
Arrivato alla riva cercò subito dei rami secchi e delle pietre adatte per accendere un fuoco, nei tempi in cui avevano vagato in cerca di una casa lui e sua sorella avevano imparato a cavarsela perciò accedere un fuoco era per lui molto facile.
Si tolse la camicia appoggiandola accanto alla legna.
-Resta il più vicino possibile, non voglio rischiare di farti ammalare.-
Prendersi un raffreddore era il minimo che potesse capitarle ma Astral si era preso la responsabilità di proteggerla, quindi la sua salute contava molto, Milton fu felice di quella gentilezza.
-TI ringrazio.-
Passandosi una mano tra i capelli si assicurò ci fosse ancora la rosa, non poteva assolutamente perderla era l'unica cosa che poteva mantenerla costantemente legata a Daimonas.
Astral intanto si guardava intorno, accendere un fuoco poteva attirare molti nemici visto che avrebbero potuto notare il fumo, ma che altre possibilità aveva?
Lasciarla congelare?
Nemmeno per sogno.
Alzando lo sguardo sulla cascata di fronte a loro notò di sfuggita qualcuno, in un primo momento prese entrambe le pistole tra le mani preparandosi a lottare, ma quando il corpo fu abbastanza vicino all'acqua riuscì a capire di chi si trattava.
-Seraph!-
Il perché lei si trovasse lì era un mistero, forse era stata attaccata ed era caduta nel fiume, venendo poi trascinata dalla corrente.
Se le cose stavano così doveva subito correre ad aiutarla, sarebbe potuta affogare.
Tuffandosi in acqua il ragazzo cercò di nuotare il più velocemente possibile per raggiungerla, arrivatole vicino non fu semplice trasportarla nuovamente sulla riva.
La ragazza aveva gli occhi chiusi ed aveva un taglio sulla fronte che sanguinava, Milton preoccupata per la ragazza si avvicinò.
-E' ancora viva?-
-Si, ma sta respirando a fatica.-
Guardando la ragazza in quello stato gli tornò in mente quando l'aveva vista nell'allucinazione, ripensandoci si sentiva molto a disagio in quel momento ma non poteva certo evitare d'aiutarla per questo.
-Sia chiaro...non ho secondi fini.-
Dando le spalle a Milton si tolse la maschera dal viso, togliendo con non poca fatica anche quella dell'altra ed avvicinando le labbra a quelle di Seraph le praticò la respirazione bocca a bocca, in parte avrebbe preferito che non si svegliasse, chi l'avrebbe sentita se si fosse accorta della situazione.
Non appena la vide tossire si affrettò a staccarsi da lei risistemandosi la maschera.
Seraph si alzò con uno scatto sputando una grossa quantità d'acqua che le era entrata nei polmoni, l'aria gelida quasi le faceva male ma era viva.
Continuando a tossire ricordò la figura del nonno che le sorrideva, e di come lei senza nemmeno pensarci si era gettata in acqua.
-Sta meglio?-
Chiese Milton avvicinandosi, Astral annuì facendo spazio all'altra avvicinandosi al fuoco, smettendo di tossire Seraph guardò i due.
-Perché la mia maschera non è al suo posto?-
-Astral ti ha...-
-Pescata come un pesce dall'acqua e riportata alla riva, è naturale la tua maschera si sia staccata.-
Rispose velocemente il ragazzo dando ad entrambe le spalle, Seraph alzandosi lentamente si sistemò, accertandosi d'avere almeno la fidata spada al proprio posto, quella fortunatamente non l'aveva abbandonata.
Guardando Astral con sospetto si avvicinò al fuoco.
-Anche tu sei stata attaccata?-
-Si.-
Milton sentì l'atmosfera farsi sempre più pesante, non ne capì però il motivo.
-Siamo stati tutti drogati.-
Disse il ragazzo rivolgendosi alla bionda.
-Ne sono consapevole.-
Era un offesa al suo orgoglio, aveva lasciato che la situazione le sfuggisse dalle mani ed ora qualcuno doveva pagarla. Non poteva però agire da sola...
 
 
Grace aveva camminato a lungo, non trovando nessuno sul proprio cammino aveva deciso di fermarsi per riflettere.
Non poteva muoversi a vuoto ma non poteva nemmeno restare ferma, sembrava non esserci soluzione a quel problema.
Ogni minuto che passava sentiva crescere la preoccupazione per le sue amiche, ed il desiderio di andarsene da quell'isola. Ma i problemi sembravano aumentare ad un ritmo costante mentre le soluzioni erano sempre più distanti.
Mentre era ferma a riflettere non si accorse che due occhi rossi la guardavano tra le foglie.
Come lei anche Lacie non aveva smesso di muoversi ed aveva finalmente trovato una traccia, anche se debole.
Scendendo dall'albero in cui si trovava la ragazza le si avvicinò, i suoi occhi avevano ancora quella sfumatura rossa ed il viso una volta dolce era ora una seria maschera sporca di sangue.
Grace rimase ferma dove si trovava, sorpresa dal quell'aspetto così selvaggio ed incerta se fosse diventata o meno una minaccia.
-Seguimi nya.-
-Che cosa ti è successo?-
Chiese la rossa titubante, Lacie la guardò freddamente.
-Nya non abbiamo tempo per queste cose, dobbiamo trovare Astral e gli altri nya.-
E doveva tornare anche da Ailea, ora che aveva trovato almeno quella ragazza poteva tornare da lei ed assicurarsi stesse bene, poteva anche trovare gli altri da sola.
Grace intanto non era convinta che seguirla sarebbe stata la cosa migliore, ma se avesse rifiutato Lacie avrebbe potuto attaccarla ed era evidente che con i suoi artigli avrebbe avuto un discreto vantaggio.
-Va bene, ma almeno dimmi se hai un piano.-
-Usando il mio fiuto ho trovato te, troverò anche gli altri nya.-
Rispose lei freddamente, aveva iniziato a camminare velocemente aspettando che l'altra la seguisse.
-Tutto qui?E' un intera isola e se mi hai trovata è stata per fortuna, non puoi girare alla cieca.-
-Troverò anche gli altri nya. Nel frattempo andremo dove si trova Ailea.-
Almeno erano già in quattro, sempre che la gatta ricordasse la strada.
-Io però verrò con te, se sei così brava a fiutare allora aiutami a trovare le mie amiche.-
-Prima il fratellone nya.-
-Non mi importa, devo trovarle a tutti i costi.-
Muovendosi velocemente e seguendo le tracce che Lacie lasciava le due trovarono subito la strada per tornare alla capanna di lei e Ailea, tuttavia della bruna non c'era traccia se non alcune chiazze di sangue.
-A-Ailea!Nya Ailea dove sei!-
L'avevano forse catturata?Se era così doveva assolutamente salvarla ed annientare quelli che l'avevano rapita. La furia crebbe nella ragazza che cominciò a ringhiare, Grace notandola arretrò.
-Magari si è allontanata da sola...-
Guardandola con gli occhi ridotti a fessure Lacie si mosse nella sua direzione.
-Lo credi veramente nya?-
-Si...-
Guardandosi intorno Lacie iniziò a cercare altre tracce, il sangue si trovava in vari punti ed effettivamente c'erano anche dei solchi nel terreno, quindi poteva veramente essersi allontanata.
Recuperata in parte la calma prese per mano Grace iniziando a correre, facendosi guidare dal proprio istinto. Se fosse stata sola avrebbe potuto correre ancora più rapidamente mettendosi a quattro zampe ma non se la sentiva di lasciare anche Grace da sola, dovevano stare unite o tutti i suoi sforzi non sarebbero serviti.
Non poteva abbandonare la sua compagna ferita, e recuperata sarebbe corsa dal suo fratellone.
 
Mentre tornava indietro Jack non potè non chiedersi se quel ragazzo dagli occhi di ghiaccio fosse morto.
C'era certamente qualcosa di strano in lui, l'aveva capito dalla sua reazione quando aveva iniziato a sanguinare.
Non era riuscito ad uccidere nè lui nè il biondo, che da quanto aveva potuto vedere era scappato lasciando il compagno a bruciare vivo.
Se anche gli altri erano così non sarebbe stato difficile sconfiggerli uno ad uno, dopo tutto è sempre più facile lottare con un singolo che contro una squadra ben organizzata.
Tuttavia lui non aveva alcun interesse a combatterli, era solo un ordine che purtroppo aveva dovuto seguire.
Il pensiero di essere un cagnolino nelle mani del preside lo rendeva furioso, se solo fosse arrivata l'occasione adatta...
Mentre ci pensava raggiunse la scuola, l'enorme cancello in ferro si aprì dandogli modo di entrare nel perimetro circondato da alte mura in pietra, sparsi per il "giardino" interno c'erano vari studenti che, seduti in un angolo, si limitavano a grugnire e sbavare.
Sapeva il perchè e lo trovava uno spreco di tempo, usato solo da persone deboli che non vogliono nemmeno provare a farsi valere.
Passando per gli stretti corridoi raggiunse velocemente "l'ufficio"del "preside".
Nulla in quel podto poteva essere definito scuola, e nomi come preside, professori o studenti erano una sciocchezza, quasi una presa in giro.
In tanti anni che era lì non aveva avuto modo di imparare nulla da loro, solo di rado quando trovava i libri adatti. Non voleva essere allo stesso piano di quei selvaggi.
Aprendo la porta vide l'uomo seduto su una grande sedia di legno, davanti a sè sulla scrivania c'era una piccola scatola nera.
Quel dannato...
-Mio caro studente...-
Jack non rispose, l'uomo indispettito strinse la scatola con la grossa mano. Il ragazzo sentì una forte fitta.
-Preside...-
-Così va meglio. Come è andata la tua verifica?-
Un grasso e vecchio pazzo, ecco cosa era. Parlava come se tutto ciò che li circondasse fosse normale.
-La capanna è distrutta, gli ospiti dispersi e feriti.-
-Mh...una quasi sufficienza non ti basterà per essere promosso, devi impegnarti di più.-
Nuovamente strinse la scatola sorridendo candidamente.
-Si...-
-Si cosa?-
Bastardo, un giorno si sarebbe vendicato.
-Si preside...-
-Puoi tornare a lezione Jack.-
Annuendo il ragazzo uscì dalla stanza, portandosi una mano al petto.
Odiava quella situazione ed ancor di più il non poter fare nulla se non obbedire a quegli ordini.
Si affrettò ad andarsene da quel luogo, più vi restava più faticava a trattenersi.
Nella sua mente cercava di ideare costantemente un buon piano ma ciascuno finiva in modo disastroso.
Serviva il momento perfetto



Fame, non riusciva a pensare ad altro.
Daimonas camminava lentamente cercando di tenere vivi i suoi pensieri per non perdede il controllo.
"Smettila di fare l'idiota. Trova il modo per nutrirti, non ho intenzione di sparire assieme a te."
Le parole di Mostro risuonavano nella testa, c'erano troppe cose da trattenere.
L'occhio sinistro era già diventato completamente rosso, le corna sotto al cappello si erano ingrossate ed era quasi impossibile nasconderle, come le zanne e gli artigli ormai neri.
-N-no...-
Con uno scatto della mano tranciò buona parte del tronco di un albero, emettendo bassi grugniti.
Lo stomaco era stretto sempre di più in quella morsa di dolore e sempre più spesso non era in grado di trattenere la propria rabbia.
"Ti rendi conto che a causa tua moriranno tutti vero?So che sei abituato a portare morte attorno a te ma preferirei non distruggessi il corpo in cui sfortunatamente sono bloccato."
-Bas...ta...-
Urla, sentiva qualcuno urlare in lontanaza.
Fece per andarsene ma qualcosa lo bloccò.
"Non sei in grado di controllarti completamente, sei inutile e non vuoi nemmeno fare l'unica cosa utile che potrebbe evitarti tutto questo."
Aumentando la velocità Daimonas iniziò a raggiungere quelle urla, erano due studenti, una ragazzo alto e muscoloso ed una ragazza robusta con vari tatuaggi sul corpo. Entrambi erano armati con dei semplici forconi. "Sai potresti quantomeno sfruttare questa situazione...nessuno rimpiangerà questi scarti."
'Non...voglio...voglio uccide...-
Non era più certo di cosa voleva e cosa no.
Sentiva il bisogno di dstruggere, di macchiare quel luogo di sangue, ma allo stesso tempo non voleva.
Se solo non fosse mai esistito...
"Uccidili, che cosa stai aspettando?"
La risposta a quella domanda arrivò poco dopo.
Con grande velocità Daimonas si portò in mezzo ai due, la fame gli faceva provare un dolore costante che non accennava ad affievolirsi, come invece stava facendo la sua coscenza.
Colpì in ragazzo al fianco con i propri artigli, portandogli via una grossa porzione di pelle, girandosi fece la stessa cosa alla gamba della ragazza, tranciandogliela come aveva fatto con il tronco dell'albero. Questa era rimasta attaccata al corpo solo con una piccola porzione di pelle.
Il ragazzo tentò di colpirlo con il forcone ma a causa del dolore lo mancò, Daimonas subito si girò piantandogli le unghie negli occho scavando a fondo, spingendo poi verso il basso creando due profondi tagli fino a metà delle guance.
La ragazza alle sue spalle lo colpì alla schiena con il forcone, non riuscì però a perforare la carne abbastanza rapidamente da raggiungere gli organi che il ragazzo, girandosi, le distrusse l'arma, conficcandole gli artigli nello stomaco ed afferrando le budella le tirò fuori dal corpo con forza.
Quando lei si inginocchiò usò l'altra mano per perforarle il cranio, spaccandolo come se fosse un cocomero.
Alle sue spalle il ragazzo urlò spaventato chiedendo aiuto, ma non durò molto perché Daimonas lo zittì spaccandogli con un pugno il naso ed i denti, afferrandogli poi il collo strinse sempre più forte fino a quando questo non si sbriciolò tra le sue mani.
Forse per la frenesia o per la fame che lo attanagliava il ragazzo non si rese subito contro che oltre ai due era arrivato anche qualcun'altro a seguito dell'urlo del ragazzo.
 
Lighneers camminava a passo sicuro tra gli alberi, aveva recuperato le forze dopo una breve pausa e l'effetto della sostanze era ormai diminuito notevolmente, nella mano destra teneva un lungo rampo appuntito mentre nella sinistra cinque liane che fungevano da collare per i cinque cani che lo avevano attaccato. Dopo averli tramortiti era stato semplice legarli, erano stati addestrati ad uccidere ma non a seguire un unico padrone, si potevano rivelare molto utili.
-Molto bene, che ne dite di trovare una bella traccia?-
Qualsiasi fosse stato il posto dove lo avrebbero portato sarebbe stato almeno un inizio, quei cani potevano portarlo alla loro base oppure trovare altri nemici da poter annientare, ovviamente lui mirava al capo, i pesci piccoli erano inutili.
Non appena i cani iniziarono ad abbaiare lui ghignò divertito.
-Avete trovato qualcosa eh?Ottimo.-
Lasciandosi guidare dai cinque il ragazzo iniziò a correre nel bosco, attendendo di scoprire cosa avessero trovato, tuttavia quando ci riuscì fu quasi una delusione per lui.
Tra gli alberi in lontananza si trovavano due figure, un ragazzo dai capelli biondi che teneva in braccio una ragazza sporca di sangue.
Sentendo i cani il ragazzo spostò lo sguardo verso il rumore e vedendo Lighneers assottigliò lo sguardo, non doveva essere felice dell'incontro.
-Sono entusiasta anche io di avervi trovati.-
Con uno strattone il ragazzo zittì i cani, che abbassarono i capi continuando a ringhiare.
-Cosa è successo a Ailea?-
-Non sono affari tuoi.-
-Gli affari mi riguardano sempre.-
E di sicuro Khal gliene poteva fruttare parecchi.
-Non sarai stato tu a farle questo vero?-
-Lighneers Khal non centra...-
Ailea aveva parlato con voce bassa tenendosi lo stomaco.
-Io e Lacie siamo state attaccate...-
-Quei bastardi la pagheranno.-
Lighneers strinse i pugni furioso, una donna non si toccava nemmeno con un fiore. Khal per quanto non lo apprezzasse fu d'accordo con lui.
-Ragazzi non possiamo separarci, siamo in inferiorità numerica e dobbiamo preparare un buon piano.-
-Devo guarirti prima.-
-Khal non c'è tempo...-
-Prima ti guarirò, poi andrò ad uccidere chi ti ha fatto questo.-
La ragazza sentì una strana sensazione, quelle parole le fecero piacere ma non aveva tempo di pensarci.
-Mentre tu fai il cavaliere con la donzella ferita sarà meglio muoverci, con questi miei amici dovremmo muoverci con più sicurezza.-
Dover stare in compagnia di quel ragazzo era l'ultimo desiderio di Khal, era perfettamente capace di proteggere lei ed uccidere chiunque si avvicinasse, ma a quanto pare ne Ailea ne il verde avrebbero fatto altrimenti.
Lighneers la pensava quasi allo stesso modo, Khal non era il massimo della compagnia, ma Ailea era ferita e lui aiutava volentieri una ragazza ferita, soprattutto se avevano condiviso una cena.
-Andiamo, vi faccio strada.-


   
 
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