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Autore: MaDeSt    23/05/2017    4 recensioni
Non è necessario leggere il prologo ma è caldamente consigliato.
Sei ragazzini provenienti da un villaggio sperduto, cresciuti in un piccolo paradiso, ignoranti dell'orrore che li circonda, si ritrovano ad avere tra le mani sei uova di drago, di cui poi diventeranno amici... e la loro leggenda ha così inizio.
Dovranno salvare il mondo, ecco ciò che ci si aspetta da loro. Ma ne saranno all'altezza? Riusciranno a capire chi è il loro vero nemico prima che questo li distrugga?
[Pubblicazione interrotta. Non aggiornerò più questa storia su EFP, non aggiornerò i capitoli all'ultima versione, pubblicherò solo in privato per chi realmente è interessato a seguire la storia a causa di plagi e ispirazioni non autorizzate non tutelati a discapito del regolamento apparentemente ferreo. Trattandosi della mia unica storia, a cui lavoro da anni e a cui sono affezionata, non vale la pena rischiare. Chi fosse interessato a capire come seguire la storia troverà tutte le informazioni nelle note all'inizio dell'ultimo capitolo pubblicato. Risponderò comunque alle recensioni qualora dovessi riceverne, ma potrei accorgermene con del ritardo.]
Genere: Avventura, Drammatico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Dargovas'
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Il colore del titolo del capitolo corrisponde al colore della regione in cui la storia al momento si svolge, tenete d'occhio la mappa per sapere dove ci troviamo!

A COLOR TO EACH SOUL

Il mattino del settimo giorno lo passarono dunque a studiare Manipolazione tutti insieme nel loro piccolo spazio privato del seminterrato. Con loro c’era anche Deala e lessero - talvolta interrompendosi per farsi a vicenda delle domande a sorpresa - anche dopo pranzo, quasi fino alle due del pomeriggio, quando dovettero correre per frequentare Difesa tutti eccetto Cedric e Susan.
La lezione fu relativamente facile; Gawdi chiese chi di loro volesse provare a evocare una barriera mentre a turno gli altri studenti lanciavano all’aspirante mago alcune sfere di uno strano materiale, cave all’interno in modo che non facessero troppo male.
Questa volta tra loro si espose Layla, ed essendoci già lei come volontaria nessuno degli altri ragazzini di Darvil si fece avanti per essere fatto a pezzi. Ma lei non fu l’unica della classe a offrirsi, dunque si formarono diversi gruppi di lanciatori attorno a ogni volontario.
Oltre a Deala nel loro gruppo di lanciatori di sfere c’erano anche Leudren e Vill, che ridevano tra loro non volendo mettersi nei panni di Layla, la quale se ne stava in piedi guardandosi attorno spaesata e spaventata in attesa dell’inizio della lezione; la sua prima prova pratica di Difesa.
Chiuse gli occhi e si fece forza pensando: Devo solo portare le mani avanti e desiderarlo. È semplice! Posso farcela, non fallirò. Devo solo chiedere alla magia di proteggermi dalle sfere vaganti... è semplice!
Appena l’insegnante diede il via ci fu un coro di grida mentre gli studenti lanciavano le sfere entusiasti e divertiti, alcuni vollero provare a sollevarle e lanciarle usando la magia a loro volta, per fare pratica con l’elemento Aria.
Tutti i volontari vennero colpiti al primo giro di lancio, compresa Layla che, resasi rapidamente conto che la magia non le avrebbe obbedito tanto facilmente, si era riparata il viso con le braccia e si era accucciata a terra soffocando un grido, mentre le sfere di cristallo - o così sembrava dal momento che erano traslucide - la colpivano senza farle male; le avrebbero al massimo lasciato qualche livido.
Al secondo tentativo qualche studente riuscì a evocare delle piccole barriere che deviarono alcune delle sfere lasciandone passare altre, perché di diametro troppo piccole per proteggerli del tutto, o troppo sottili e quindi svanirono dopo il primo impatto.
Ma nessuno si diede per vinto e già al quarto tentativo una studentessa riuscì a bloccare tutte le sfere che le vennero indirizzate.
Layla faticava più del previsto, forse perché aveva troppa paura o al contrario non abbastanza, dal momento che le sfere potevano risultare pericolose solamente se la colpivano a un occhio.
Fin quando infine, al sesto giro, riuscì a evocare una barriera tutt’attorno a lei, non solo davanti, che la chiuse in una semisfera protettiva. Sembrava fatta d’acqua, ma era tanto solida che si poteva toccare come fosse solida e aveva una sfumatura di un viola acceso; tutto ciò che stava dall’altro lato appariva distorto, proprio come se si trovasse sott’acqua.
Si guardò intorno a bocca aperta: la sua era stata fino ad allora l’unica barriera così spessa e vasta, tanto da proteggerla da ogni direzione, e non sembrava accennare a dissolversi, nemmeno se lei era lievemente distratta. A malapena sentì il calo di energie dovuto al fatto che la barriera aveva assorbito l’urto delle piccole sfere di cristallo a lei indirizzate dai compagni.
Dal momento che la sua era stata l’unica barriera evocata completamente, Gawdi le disse che se voleva poteva andare a riposarsi seduta al banco, ma la ragazza rifiutò; voleva vedere per quanto sarebbe riuscita a resistere agli assalti degli altri sei.
Leudren si complimentò con lei ammirandone il coraggio, dopodiché fu il primo a riprendersi in mano una sfera e scagliarla con tutte le sue forze. Ma la sfera rimbalzò sulla barriera e venne deviata e rispedita indietro colpendo invece la povera Deala lì vicino. Il ragazzo di Eunev si piegò in due dalle risate, mentre la giovane di Melonas fu tentata di saltargli addosso e prenderlo a pugni, ma ci pensò Mike al posto suo lanciandogli una sfera addosso.
Sebbene la loro lite fu amichevole, Gawdi decise di intervenire rimembrandogli che la ragazza da colpire era Layla, e la situazione ritornò sotto controllo.
Inaspettatamente, Layla riuscì a tenere viva la barriera per tutto il resto della lezione; ansimava alle sei del pomeriggio, mentre tutti si avviavano verso la propria stanza, il seminterrato o il bagno, ma era decisamente soddisfatta e seguita dalle ovazioni di molti compagni, o da qualche indesiderata pacca sulla spalla.

Cedric e Susan spesero diverso tempo seduti al medesimo tavolo del seminterrato a guardarsi o al contrario guardando qualsiasi cosa si muovesse eccetto gli occhi dell’altro, finché lui si alzò per tornare in stanza e lei lo seguì.
Sulla strada incontrarono Noumea, che con un timido sorriso e la voce flebile parlò chiedendo a Cedric se volesse unirsi a lei per ripassare un po’ di Astronomia. L’avevano sentita parlare così poche volte che rimasero entrambi sorpresi, e il ragazzo si disse che lui stesso doveva aver suscitato quella reazione negli interlocutori più di una volta; l’esempio che gli venne in mente fu Deala, che l’aveva creduto muto.
Comunque lui accettò l’offerta e Noumea sorrise ancora più ampiamente stringendosi la borsa al petto mentre facevano marcia indietro verso il seminterrato.
Susan rimase impalata in mezzo a un vialetto del cortile a guardarli allontanarsi mentre attorno a lei la neve cadeva lenta, sentendosi esclusa, gelosa e perché no, anche un po’ umiliata: il fatto che non sapesse leggere e di dover dipendere completamente da Cedric per poter studiare anche le proprie materie la imbarazzava. Ma Noumea non le sembrava il genere di persona che rideva delle incapacità altrui.
Tanto più che dopo qualche passo si fermò e si girò verso Susan dicendole gentilmente: «Se ti va puoi unirti a noi. È una materia complessa ma è molto bella.»
Susan si morse il labbro inferiore riflettendo, probabilmente non avrebbe capito nulla di quella materia fatta in gran parte di complicati calcoli, ma se non altro avrebbe passato il tempo al chiuso e non da sola. E alla fine si disse che non le avrebbe fatto male arricchirsi con un po’ di conoscenza del firmamento, quindi sorrise a sua volta e annuì, unendosi a loro saltellando allegramente verso il seminterrato.

La mattina successiva ricominciò il loro ciclo settimanale e finalmente riuscirono a finire la lettura per Manipolazione; decisero d’interrogarsi a vicenda per essere certi di poter rispondere ad eventuali domande poste da Kir, e prima che potessero dirsi soddisfatti dovettero lasciare il seminterrato per pranzare.
Nel tempo che precedette la lezione di Elementi Cedric decise di cominciare a leggere Evocando l’Aria che Mike si portava in borsa ormai da giorni in attesa di essere aperto. Perciò si riunirono nel seminterrato insieme a Deala, che come spesso accadeva si ritrovava a camminare o a studiare insieme a loro.
Appena si furono seduti e Mike ebbe tirato fuori il libro, la giovane di Melonas esclamò a bocca aperta: «Dove l’hai trovato? Io l’ho cercato in quattro librerie diverse!»
Mike sfoderò un sorriso ammiccante e fingendo di sistemarsi un cappello sul capo disse: «Magia!» facendo ridere tutti tranne Cedric.
Alla lezione pomeridiana questa volta parteciparono tutti gli studenti, e ancora il tema era cercare di dominare l’Aria. La metà non riuscì, ma i ragazzi di Darvil non erano tra quelli: tutti e sei riuscirono a sollevare la propria borsa di pelle con la magia e posarla sul banco ripetutamente, per quasi tutta la durata della lezione - alla fine Jennifer tremava per lo sforzo e Andrew ansimava un poco.
Susan si accorse delle occhiatacce di Velia che al contrario di lei faticava parecchio a controllare la traiettoria della borsa, o la quantità di aria necessaria a muoverla, e non poté fare a meno di sorridere soddisfatta fingendo sfacciatamente di ignorarla; ne era stata certa fin da subito che quando fosse venuto il momento di passare alla pratica la smorfiosa castana non avrebbe potuto eguagliare le sue abilità, essendo Susan legata a Sulphane.
Più o meno a metà lezione Mike colse l’occasione per porre la domanda che Cedric non aveva voluto esporre la settimana prima: «Allia? Mi chiedevo perché l’Aria cambia colore per ognuno di noi. Sembra che la magia in generale abbia per ognuno un colore diverso, ma sempre lo stesso anche se facciamo magie diverse.»
L’insegnante sorrise e si mise una mano sotto al mento quando rispose: «Una domanda interessante. Non si è mai riuscito a capire perché, ma c’è una valida ipotesi a riguardo che ogni mago tiene per buona; semplicemente il colore che la magia assume è quello che meglio rispecchia la nostra anima. Non è legato al potere, alle capacità, o alla quantità di energie e magia che un mago manipola. Come hai giustamente notato, ogni persona ha il proprio colore, un’impronta unica tanto quanto la forma del lobo di un orecchio; quel colore è la tua identità magica. Non saprei spiegarlo meglio, e sinceramente mi piace pensare che questa teoria sia quella più simile alla realtà.»
«In effetti potrebbe avere senso.» disse il ragazzino più a se stesso che a lei, pensando a quanto il suo colore fosse simile a quello delle scaglie di Zaffir; evidentemente la sua identità magica coincideva con quella della creatura grazie alla quale ora poteva usare la magia. E così doveva essere anche per gli altri cinque.
Ma a quel punto si domandò con quale criterio per le persone normali la magia acquisisse un colore piuttosto che un altro, come facesse a decidere da sé quale colore rispecchiasse al meglio l’anima di una persona, sempre che la teoria di Allia fosse giusta. Forse era Aendail stessa a deciderlo, come decideva chi fosse portato all’uso della magia fin dalla nascita e chi invece doveva studiare sodo e impegnarsi.
E poi ci siamo noi, che probabilmente senza i draghi non saremmo mai stati degni di usare la magia per Aendail, eppure siamo qui pensò sconfortato, sostenendosi pigramente la testa con un braccio mentre guardava la propria borsa a tracolla venire sollevata e abbassata dalla nuvola d’aria blu brillante.

La mattina seguente a lezione di Guarigione, approfittando del fatto che Houl volesse correggere i compiti scritti chiamando gli studenti uno alla volta alla cattedra, Jennifer e Mike si proposero di rimettere in sesto Layla che ancora aveva vistosi lividi a causa della lezione di Difesa. In due riuscirono a riportare la sua pelle perfettamente sana e rosea com’era sempre stata; persino il dolore scomparve e la più grande li ringraziò perché aveva già provato da sola ma non aveva ottenuto alcun risultato.
Nel pomeriggio Mike Susan e Andrew si unirono a Deala per riprendere a interrogarsi sulla materia Manipolazione, mentre Cedric Jennifer e Layla andarono a lezione di Storia.
Questa volta Erbil parlò di come, una volta che gli Umani si erano ripresi dalla guerra che gli aveva assicurato il controllo su gran parte del territorio di Dargovas, vennero fondate le città, e soprattutto di come alcune di esse si fossero arricchite a discapito di altre, fino ad arrivare alle lotte e gli scontri che avevano visto Eunev uscirne vincitrice, e quindi essere definita capitale del Regno umano.
Di nuovo fece solo un accenno alla recente guerra scatenata da Vonemmen per la propria indipendenza da Eunev, ma ormai sembrava chiaro che prima o poi ne avrebbero discusso sebbene si trattasse di storia contemporanea; molti studenti parevano incuriositi tuttavia senza il coraggio di porre domande.
Cedric Jennifer e Layla sarebbero stati liberi fino alla lezione di Manipolazione, ovvero il pomeriggio del quarto giorno. Decisero quindi di cominciare a leggere uno dei libri consigliati dall’insegnante di Storia riguardo il periodo buio che aveva visto la nascita dell’impero di Eunev mentre gli altri avrebbero seguito la lezione di Evocazione.
Nella spaziosa aula arancione furono chiamati tutti uno alla volta al centro per evocare una creatura seguendo i limiti imposti dall’insegnante: poteva avere qualsiasi forma ma doveva essere composta d’Aria, essere delle dimensioni di un cane da guardia, e dovevano controllarla in modo che fluttuasse al massimo a un piede d’altezza da terra.
Un ragazzo, giusto per divertirsi, volle dare alla propria creatura la forma di un rastrello per vedere cosa sarebbe successo, e il risultato fu che per una buona parte della lezione alcuni studenti rimasero troppo presi dalle risate per concentrarsi a sufficienza ed evocare.
Il pomeriggio decisero di andare dai draghetti e dormire con loro, rimanendo fuori da Eunev fino al mezzogiorno successivo, prima di andare a lezione di Manipolazione.
Parlarono molto ed entusiasticamente, ma anche giocarono e si sincerarono delle loro condizioni sperando che il freddo non li turbasse troppo. Provarono a trasmettergli le loro conoscenze sulla magia e si divertirono a guardare le piccole creature che provavano a manipolare l’ambiente intorno a loro, in particolare l’aria, che in diversi punti si tinse di colori luminosi.
Su proposta di Jennifer poi andarono in giro per il bosco alla ricerca di funghi, per allenarsi a capire quali fossero velenosi e come riuscire a distinguerli da quelli commestibili. La ragazzina si maledisse per aver lasciato i propri schizzi nella sua stanza a scuola, ma fortunatamente anche Mike e Susan avevano prestato attenzione alla lezione e riuscirono a riassumerla egregiamente, in tre.
A Jennifer venne spontaneo chiedere a Cedric se potesse aiutarli a leggere qualche libro di approfondimento su piante o specie animali di Dargovas, che dopotutto avrebbe giovato a tutti - soprattutto a chi di loro studiava anche Alchimia - e il ragazzo si trovò costretto ad annuire, questa volta non troppo infastidito.
Rubia si guardò bene dal raccontare ai ragazzi cosa fosse successo la settimana prima nella radura, come non lo aveva detto agli altri draghi, e per tutto il tempo rimase silenziosa e schiva, seguendo Jennifer ovunque andasse solo passivamente. Non aveva il coraggio di dire che probabilmente li aveva cacciati nei guai.
Per la notte si costruirono un riparo vicino alle vecchie tane di volpe usando diverse fronde di abete e mangiarono un po’ di pane che avevano preso dal tavolo da pranzo e nascosto nelle borse; dormirono tutti vicini per tenersi più al caldo, e la mattina dopo si svegliarono pieni d’imbarazzo.
Sulphane fu rapida a scacciare quelle sensazioni correndo in un cerchio attorno a loro, al che Susan si stiracchiò e si alzò per rincorrerla, ormai senza molte possibilità di raggiungerla.
Decisero di tornare a Eunev prima del previsto, per lavarsi dopo aver passato una notte all’aperto, cambiarsi le vesti e mettere le altre a lavare, e quindi ne approfittarono anche per fare un pranzo sostanzioso nel refettorio comune.
La lezione di Manipolazione andò bene, Kir interrogò solo alcuni ragazzi, e dal momento che quelli risposero correttamente a tutte le domande non ci fu bisogno di interpellarne altri; Susan trasse un sospiro di sollievo, dicendosi che benché avesse studiato insieme agli altri e fosse sicura di ricordare bene ogni cosa, una volta alla cattedra il panico avrebbe sicuramente avuto la meglio su di lei facendole dimenticare tutto. Tanto meglio se Kir non l’aveva interrogata.
La notte Mike e Cedric parteciparono alla lezione di Astronomia insieme a Noumea e Vill, dove studiarono un’altra costellazione, ma il primo e l’ultimo parlarono tra loro per gran parte del tempo, non mostrandosi particolarmente interessati a ciò che l’insegnante stava dicendo, al contrario degli altri; Noumea più di una volta gli rivolse uno sguardo di rimprovero, ma non espresse mai il proprio sdegno a voce continuando piuttosto a prendere appunti in silenzio.

La mattina dopo ad Alchimia studiarono uno degli svariati modi di produrre una pozione per respirare temporaneamente sott’acqua; tutte le versioni avevano come ingrediente comune il fiore dell’onda, una pianta così chiamata perché cresceva solo in acqua salata ed era interamente blu dallo stelo ai petali.
Il solo fatto di poter respirare in acqua in sé lasciò molti degli studenti attoniti e sinceramente interessati alla preparazione di una pozione simile, che poteva tornare molto utile. Ancora non avevano ben compreso realmente le potenzialità che dava la padronanza dell’alchimia, ma dopo una lezione del genere molti studenti s’interessarono ad approfondirla al rango seguente, curiosi di sapere in quale altro modo il produrre pozioni avrebbe potuto alterare la realtà andando contro gli stessi principi della natura.

A lezione di Biologia della mattina seguente una ragazza domandò a Dalca se gli fosse possibile approfondire come trarre le energie vitali dalle piante intorno a loro senza ucciderle, quindi l’insegnante modificò il programma per spendere alcune ore su quell’argomento: non era tanto diverso dal prelevare le energie a una persona, spiegò, con la differenza che una pianta non dava molti segni ammonitori per far capire quante energie le rimanessero; naturalmente non essendo un essere senziente non poteva dar loro segnali espliciti, piuttosto solo energetici, o variazioni del proprio aspetto, e Dalca cercò di dare loro alcune linee guida.
Disse di guardare principalmente la secchezza dei petali se ce n’erano, o in alternativa delle foglie, e solo successivamente notare se la pianta avesse o meno problemi a reggersi eretta. Comunque, il mago aveva sempre modo di mettersi in contatto più profondo con le sue energie, in modo da poter percepire quante quella pianta fosse ancora in grado di donarne senza poi rischiare di appassire, incapace di sostenere le proprie funzioni vitali così differenti dalle loro e allo stesso tempo simili.
A fine lezione, mentre scendevano le scale per andare a pranzare, Jennifer espresse la sua opinione dicendo che non trovava bello prelevare energie da un essere vivente che non aveva modo di opporsi, mentre Mike ribatté che, se c’era la possibilità di morire, lui non avrebbe esitato a uccidere una pianta per salvare se stesso.
La lezione di Telepatia del pomeriggio gli diede modo di discutere ampiamente dell’argomento, dato che loro due erano gli unici a non partecipare, mentre gli altri continuarono la lezione della settimana precedente con la differenza che questa volta Meidrea pretese che comunicassero solo scambiandosi emozioni.
La mattina del settimo giorno lessero qualcosa di Biologia come Jennifer aveva proposto nel bosco, e il pomeriggio tutti eccetto Cedric e Susan si presentarono per studiare Difesa: i due andarono di nuovo a leggere di Astronomia insieme a Noumea, mentre gli altri ripetevano la lezione della settimana prima, tenendo gli stessi gruppi di lanciatori di sfere, ma questa volta fecero a turni per evocare la barriera difensiva e Layla si ritrovò ad ammettere che bersagliare il malcapitato con quelle piccole sfere di cristallo traslucido fosse assai divertente.

  
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