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Autore: Niky_94    25/05/2017    0 recensioni
[Piccoli Brividi]
"L'incubo di Slappy" si conclude lasciandoci con una domanda: che cosa sarà successo a Slappy, dopo che Jimmy O'James ha scagliato su di lui la terribile maledizione del mago?
Sarà riuscito a compiere tre buone azioni e a salvarsi, o si sarà addormentato per sempre?
Questo è il racconto che fa per voi, se vi siete sempre chiesti che cosa sia successo dopo l'ultima macchia nera...
Genere: Avventura, Dark, Horror | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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– Nooo! Non è possibile! È tutto un incubo, uno spaventoso incubo! – urlò Slappy, portandosi i pugni di legno al viso.

Jimmy O'James lo fissò. Un'espressione fredda e distante si formò sul suo volto mentre osservava il pupazzo, in silenzio.

– No, Slappy. Non è affatto un incubo. – disse. – Sei troppo malvagio, e hai fatto del male a troppe persone. Compreso me. Ora sarai costretto a rimediare, se vuoi continuare a vivere.

Certo che voglio vivere! – strillò Slappy, con la sua voce acuta.

Il ventriloquo abbassò lo sguardo sui fogli ingialliti che teneva in mano.

– Hai una settimana di tempo per compiere tre buone azioni. Se ci riuscirai, continuerai a vivere. Ma se fallirai, ti addormenterai. E non ti sveglierai mai più.

Il pupazzo si lasciò cadere sul pavimento.

– Non riesco a crederci. – gemette. – Come puoi farmi una cosa simile?

Jimmy scosse la testa, senza dire una parola.

Slappy aprì nuovamente la bocca laccata di rosso.

– Cosa pensi di fare, senza di me? Non hai niente, Jimmy. – disse. Si alzò in piedi, e fissò il ventriloquo socchiudendo gli occhi. – Non hai niente, Jimmy. Ammettilo. Tu hai bisogno di me!

Jimmy scrollò le spalle.

– Tutto quello di cui ho bisogno è un pupazzo. E guarda caso, ne ho uno proprio qui. – dichiarò, lanciando un'occhiata alla cassa di legno che il fattorino gli aveva appena consegnato.

La cassa conteneva un pupazzo da ventriloquo. Aveva i capelli castani, dipinti sulla testa di legno. Le labbra erano rosse, e curvate in un ghigno decisamente poco rassicurante. I suoi occhi erano azzurri, e freddi come il ghiaccio.

Era identico a Slappy: un gemello.

– Nessuno noterà la differenza. – disse Jimmy.

Slappy sussultò.

– Non puoi usare quel pezzo di immondizia nel tuo spettacolo, Jimmy – protestò. – Il pubblico ama me, non Wally!

– Wally? – ripeté il ventriloquo, inarcando un sopracciglio.

Il pupazzo annuì ed indicò il suo gemello con un gesto nervoso.

– E' il suo nome. O almeno, lo era nel mio sogno…

Jimmy si grattò la testa, perplesso.

– Grazie per il chiarimento. – disse. – Ora so come chiamare la mia nuova spalla.

Dopo queste parole, si avvicinò a Slappy, protendendo le mani verso di lui.

– CHE COSA VUOI FARE? – gracchiò il pupazzo. Fece un balzo all'indietro, e si allontanò dal ventriloquo.

Jimmy scosse la testa.

– Non posso più tenerti con me, Slappy. – disse freddamente. Aveva deciso di dare al pupazzo una possibilità di redimersi e continuare a vivere, offrendogli una scappatoia anziché usare un incantesimo per metterlo a tacere per sempre. Ma non avrebbe trascorso un istante in più in compagnia di Slappy e della sua malvagità.

– Stai cercando di sbarazzarti di me? – domandò Slappy, sconvolto.

Il ventriloquo annuì.

– Credo sia ora di dirsi addio, Slappy. – disse, avvicinandosi ancora. – Addio.

Come nel suo sogno, Slappy sentì una rabbia feroce bruciargli nel petto, come una fiamma. Un fuoco che non poteva essere controllato.

Con uno scatto, il pupazzo si tuffò verso la cassa abbandonata sul pavimento dall'altra parte della stanza e vi sferrò un violento calcio con uno dei pesanti scarponi di legno.

All'interno della cassa, Wally sobbalzò come se stesse cercando di saltare fuori. Le sue braccia magre e disarticolate subirono il contraccolpo e sbatacchiarono avanti e indietro. La cassa di legno scivolò sul pavimento, schiantandosi contro la parete verde e piena di crepe del camerino.

Spinto da una rabbia cieca, Slappy corse al tavolino per il trucco e fece scivolare le braccia per tutta la sua lunghezza, facendo cadere tutti gli oggetti che vi erano riposti. I contenitori del cerone piombarono a terra, aprendosi. La polvere bianca si sparse in ogni direzione, ricoprendo il pavimento. Le bottiglie di vetro si schiantarono a suolo, spezzandosi.

Con un ruggito, il pupazzo sferrò un pugno allo specchio, mandandolo in mille pezzi. Le schegge acuminate piovvero sul pavimento con un tintinnio sinistro.

Jimmy gridò, sopraffatto dall'orrore.

– Slappy – FERMATI! – gridò, e corse verso il pupazzo tendendo le braccia, pronto ad afferrarlo.

Slappy si voltò verso di lui. I suoi occhi azzurri si spalancarono, e la sua bocca si aprì in un altro grido furioso.

Poi sollevò il pugno di legno… e colpì con forza il ventriloquo nello stomaco.

 


 

   
 
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