Serie TV > Once Upon a Time
Ricorda la storia  |      
Autore: fiamma di anor    25/05/2017    3 recensioni
Swanqueen nel mondo del Signore degli Anelli.
Regina, principessa di Imladris, è segretamente innamorata di Emma, cavaliere addetto alla sua sicurezza. Riuscirà a confessare ad Emma il suo amore o sarà tutto inutile?
(spoiler:sì)
Angolo autrice:
Storia elaborata in una notte insonne in seguito a visione ripetuta della sesta stagione di OUaT e derivata dalla mia fissazione per la Swanqueen e il mondo del Signore degli Anelli in generale.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Emma Swan, Regina Mills
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Il Cavaliere e la Principessa

Regina guardò per l’ultima volta l’arena, dove un cavaliere stava tenendo testa, egregiamente, pensò la Principessa, a dieci soldati della Guardi Reale. Anche se la ragazza non era appassionata dalle arti militari, non si poteva fare a meno di rimanere incantati davanti all’eccezionale abilità del cavaliere, che in un attimo era già sgusciato fuori dalla portata dei suoi avversari e si preparava a colpire il più vicino, il figlio di Lord Elfling, se il grifone sullo scudo non ingannava la Principessa. Ormai era quasi diventata un’abitudine per Regina, che giorno dopo giorno, pomeriggio dopo pomeriggio si ritrovava ad assistere a quella danza sacra a Tulkas, anche se, come mormoravano le voci del castello, la ragazza non andava là solo per vedere gli allenamenti.

I suoi pensieri furono interrotti da un clangore, causato dalla caduta della spada dell’ultimo sfidante a terra: dall’arena ormai non si sentiva più il canto dell’acciaio ma solo le risa dei cavalieri, che si complimentavano con il vincitore. Questo deve essere uno dei pochi luoghi su Arda, si disse Regina, dove può accadere una cosa simile; aveva visitato Lórien eppure anche lì questo sarebbe stato impossibile. Il cavaliere infatti si era nel frattempo tolto l’elmo per rivelare una chioma bionda e lucente come il sole e un volto che ben difficilmente avrebbe tradito la sua origine umana: gli occhi verde acqua, che tradivano una forza non comune, brillavano in un volto che da molti poeti e cantori era stato definito somigliante a quello di una dea: l’unica cosa che tradiva la sua origine era il colore chiarissimo della pelle e soprattutto le cicatrici che lo segnavano, cosa mai vista a Imladris fino a dieci anni prima, quando Emma aveva fatto per la prima volta ingresso alla corte di Elrond. La donna, che da ragazza si era costruita una fama di temibile guerriera grazie al suo impegno nelle guerre per difendere il suo popolo dagli Hesterling, dopo i trent’anni aveva assunto il titolo di generale e ambasciatore del suo popolo presso gli Elfi per chiedere loro aiuto contro i potenti e bellicosi vicini. Elrond, accortosi dei vantaggi che un simile accordo poteva procurare, aveva acconsentito, a patto che lei restasse a corte a fianco di sua figlia Regina, allora solo una bambina. Così dunque per dieci anni Emma era rimasta accanto alla ragazza, diventando col tempo la sua confidente più stretta e la sua migliore amica, anche se da qualche anno la giovane Principessa aveva iniziato a provare qualcosa per la donna che non si poteva definire semplice amicizia. Certo, nonostante la legge che stabiliva la libertà di scelta del proprio compagno, Regina era sicura che Emma non provasse la stessa cosa: una donna che aveva girato tutta Arda e che aveva avuto probabilmente centinaia di amanti non poteva certamente innamorarsi di una ragazzina inesperta e che…

“Piaciuto lo spettacolo, Principessa?” Una voce interruppe i suoi pensieri e con sorpresa si accorse che apparteneva alla stessa Emma, ancora con l’armatura, che si era avvicinata silenziosamente alla ragazza. “Ormai sta iniziando a diventare noioso, ogni giorno vinci sempre… Non c’è più competizione per quei poveri ragazzi. Potresti anche farli vincere qualche volta, sono sicura che potresti trovare scuse abbastanza convincenti da giustificarti”. “Se è un ordine troverò un modo, ma sono sicura che preferisci vedermi vincere ogni volta. In fondo sono al tuo servizio e...” “Ti ho detto mille volte che non sei più al mio servizio. Ancora non riesco a capire come mai ti ostini a non accettarlo e non abbracci la libertà. Anche solo il pensiero di essere al servizio di qualcuno mi fa stare male, e non so come tu faccia ad accettarlo.” “Semplice, ma chère, se non fossi più al tuo servizio dovrei tornare nel mio paese, e allora non potrei vederti più. Preferirei essere in una prigione da dove poterti vedere che essere una regina senza di te.” Era in questi momenti che Regina non sapeva più cosa fare, questi attimi in cui l’unico istinto era di spingersi più in avanti e baciarla ma la ragione si ostinava a controllarla. L’unico risultato di questa lotta interiore era un furioso rossore che spuntava non appena la donna le rivolgeva la parola. L’unico pensiero di Regina al momento era di svincolarsi dalla situazione imbarazzante e rifugiarsi nella quiete della sua camera, ma Emma sembrava non volerla lasciare andare così facilmente. “Ti faccio forse paura, Regina?” Il tono di Emma adesso non era più giocoso, ma terribilmente serio. “Pensi che non mi sia accorta di come mi guardi, quando pensi che nessuno ti veda? Anche tu padre se ne è accorto, eppure tu non mi dici niente. Temi che ti dica che...” La donna non riuscì a finire la frase perché Regina si era alzata di scatto ed era corsa piangendo verso il palazzo, arrivando solo pochi minuti dopo nella sua stanza e chiudendosi a chiave. L’unica cosa che riusciva a fare era piangere, con il volto nascosto nel cuscino, e ogni volta che l’immagine di Arwen le appariva nella mente i singhiozzi si facevano ancora più forti.

Dopo poco tempo si udì qualcuno che bussava alla porta e una voce femminile che la implorava di farla entrare. “Regina, apri la porta, ti prego. Mi hai frainteso, non intendevo affatto offenderti. Voglio solo parlarti, ti prego. Regina, fammi entrare.” Pochi minuti dopo, Regina udì con sgomento una chiave che girava nella toppa e la porta che si apriva, seguita da un rumore di passi che si avvicinava al letto. “Sai, fin da quando eri piccola, hai sempre avuto un unico difetto: non ascoltavi mai. Ogni volta che ti dicevo di non fare qualcosa, si poteva star certi che in poco tempo l’avresti fatta. Se non fossi scappata così di fretta e mi avessi lasciato finire..” “Come se non sapessi già cosa volevi dirmi!” urlò la Principessa tra le lacrime “Che sei troppo vecchia per me, che non sei un’elfa, e sicuramente avresti trovato altre mille ragioni per dirmi che quello che voglio è impossibile e che non potresti mai amarmi. Pensi che non ci abbia pensato anche io a queste cose? Pensi che non abbia passato notti intere a piangere e a giurare che ti avrei congedato per non rivederti mai più? Eppure ogni volta non appena sentivo la tua voce tutti i miei buoni propositi cadevano come castelli di carte al vento ed ero tua prigioniera ancora una volta.” Detto questo Regina si accasciò sul letto, senza forze e squassata dai singhiozzi.

Già si immaginava i passi dell’amata allontanarsi per sempre, ma invece sentì una mano che le accarezzava dolcemente i capelli e una voce che le diceva: “In realtà volevo dirti che ho parlato con tuo padre e che ha acconsentito, se anche tu lo vuoi, a dichiarare ufficiale il fidanzamento. Se le tue uniche obiezioni sono le due precedenti, per la seconda posso dirti che intende fare appello ai Valar per concedermi quell’immortalità che mi era stata negata per nascita; quanto alla prima, temo che non ci sia rimedio.” Elencare tutte le emozioni passate sul volto della ragazza sarebbe impossibile, ma ora era presente solo quell’incertezza che si prova quando tutto ti sembra troppo bello per essere reale. “Ti prendi gioco di me? Perché non me l’hai detto prima se ti eri già accorta di tutto? Ti divertivi a farmi soffrire?” “Dovevo essere sicura, ma chère. Non potevo rischiare di agire troppo presto né potevo dirti tutto questo senza un’assoluta certezza dei tuoi sentimenti. E poi tu sembri dare per scontato tutto il coraggio che ho dovuto racimolare per farmi avanti.” “Più parli più mi convinco che questo non sia altro che un sogno… tante volte mi sono immaginata questa scena e sempre mi sono svegliata ansante e con il cuore che batteva furiosamente. È inutile che mi rallegri, tra poco aprirò gli occhi e dovrò continuare ad amarti da lontano, senza una parola…” Quasi con terrore Regina vide la donna avvicinarsi sempre di più fino a sfiorarle il volto e: “Farei forse questo in un sogno?” E quando le sue labbra incontrarono quelle della ragazza la stanza cessò di esistere, insieme al resto del mondo e di tutti i suoi abitanti: c’era solo Emma, le sue mani che le accarezzavano i capelli la schiena e le sue labbra che premevano sulle sue. E fu in quel momento che Regina si rese conto che non poteva essere un sogno, perché mai, nemmeno nelle sue più sfrenate fantasie, si sarebbe potuta immaginare qualcosa di così paradisiaco. Dopo un attimo, o forse un secolo, Regina non avrebbe saputo dirlo, Emma si tirò indietro e la guardò, quasi come per sfidarla a prendere l’iniziativa. E stavolta la ragazza raccolse la sfida e, incurante di tutti gli scrupoli che l’avevano trattenuta fino a quel momento, la baciò di nuovo, assaporando quel profumo che aveva tormentato le sue notti insonni, quel misto di cuoio e spezie che non sapeva classificare, ma che era semplicemente Emma.

Quando quella sera al banchetto arrivarono mano nella mano, i pettegolezzi si moltiplicarono esponenzialmente e le due innamorate non facevano niente per metterli a tacere: erano sempre insieme, mai separate per più di pochi minuti, e Regina era continuamente al braccio di Emma. Quando poi, un mese dopo, fu annunciato il fidanzamento, ci fu una festa in tutta Imladris e nessuno osò, come era solito, disturbare la festa.

Quella notte Regina, stretta nell’abbraccio dell’amata, non riusciva a dormire. Infatti, non appena chiudeva gli occhi, era subito assalita dai ricordi delle ore precedenti: la sua paura per la prima volta, Emma, che non aveva mai visto così gentile, e poi… tutto quello a cui riusciva a pensare erano le mani della donna su di lei, e l’abisso di piacere nel quale era caduta. E, dopo aver insistito per ricambiare (Non importa, aveva detto Emma, stasera è per te, non per me), quei gemiti mormorati, quasi silenziosi, che erano diventato il suo suono preferito dopo poco, il modo in cui l’amata aveva pronunciato il suo nome al culmine del piacere… “Non riesci a dormire? Eppure pensavo di averti stancato abbastanza…” Regina non poté fare a meno di arrossire, mentre nascondeva il volto nell’incavo del collo di Emma. “Stavo pensando… A meno che tu non voglia tornare prima dalla tua gente, mio padre aveva deciso di far vela verso Valinor tra poco e mi ha chiesto di andare con lui. Verresti?” “Ma chère, ti ho detto tante volte che non vivrei senza di te, e certamente non voglio mettere alla prova la mia teoria ora. Ovunque tu andrai, io sarò sempre un passo dietro di te. A meno che tu non mi voglia un passo sopra…” Arrossendo furiosamente Regina, non trovando parole per risponderle cercò alla cieca le labbra della donna nell’oscurità della stanza, catturandole in un bacio che tradiva ancora la sua inesperienza ma che voleva trasmettere tutto l’amore di cui era capace.

Pochi mesi dopo una nave dalle vele grigie arrivava sulla sponda di Aman e Regina ed Emma scendevano dal pontile, pronte ad affrontare un’eternità insieme.


Angolo Autrice: Sono una Swen convintissima e amo il Signore degli Anelli con tutto il mio cuore. Detto questo, ho avuto questa idea mentre guardavo il finale della sesta stagione di OUaT e da allora non mi ha più dato pace fino a quando non mi sono decisa a scrivere qualcosa. Essendo questa la mia prima femslash chiedo a tutti quelli che saranno così pazienti da arrivare fino in fondo di recensire, SOPRATTUTTO facendomi notare i miei errori e le cose eventualmente da modificare.
Elen síla lumenn omentielvo ar anar caluva tielyanna.
  
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Once Upon a Time / Vai alla pagina dell'autore: fiamma di anor