Fanfic su artisti musicali > Alice Nine
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Autore: Hiroponchi    26/05/2017    0 recensioni
Lo sapete che Hiroto e Alice Liddel sono nati lo stesso giorno? Di secoli diversi, ovviamente...
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Hiroto Ogata, Kazamasa Kohara, Naoyuki Murai, Shinji Amano, Takashi Sakamoto
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Nota autrice: Ciao a tutti. Mi annoiavo molto e così ho deciso di scrivere questa storiella per mischiare due delle mie passioni: Carroll e gli A9. Dopo aver scoperto che Alice Liddel nacque il 4 di maggio, proprio come Hiroto, ho pensato che mi toccava. Spero che vi farà sorridere almeno un po’. Un abbraccio,
Hiroponchi

  1. Il Bianconao

 
C’era una volta Hiroto.
No.
La fiaba di Alice non inizia così.
E va bene.
Hiroto se ne stava seduto sotto un albero in una calda giornata estiva. Ecco tutto. Non è un grande inizio, soprattutto perché si annoiava da matti. Aveva già letto, sonnecchiato, masticato un filo d’erba ma non c’era davvero nient’altro da fare. All’improvviso udì uno zampettare e vide un coniglio. No, era Nao. Ma quelle lunghe e morbidose orecchie?
Nao indossava occhialini sul naso, un panciotto con un orologio da taschino e, si, proprio un paio di orecchie da coniglio.
<< Sono in ritardo, povero me >> stava dicendo.
<< Nao! Che cazzo stai facendo? >> lo chiamò Hiroto a gran voce m il Bianconao non sentì affatto. Si tuffò in un grosso buco e Hiroto lo seguì. Era una tana un po’ stretta ma per fortuna era sempre stato piccolo e mingherlino. Precipitò giù, sempre più giù ma era come volare.
Ebbe tempo di riflettere e, pensate, anche di annoiarsi. Eppure intorno a lui c’era ogni sorta di oggetto: orologi a pendolo, tazze, tavolini, credenze, bambole di pezza e chitarre. Ne afferrò una classica, incrociò le gambe all’indiana, e si mise a strimpellare. Ricordate: stava ancora cadendo!
Quando atterrò morbidamente al centro della sala illuminata a torce, vide a malapena il Bianconao che s’intrufolava in una porticina. Hiroto era troppo grande per passarci. Come cazzo aveva fatto Nao? Si guardò intorno nel salottino e vide che a parte le torce appese sulle pareti, era vuoto. C’era solo un tavolino di vetro al centro e sul ripiano c’erano una fetta di kasutera, la sua torta preferita, e un boccale di birra. Sulla prima un bigliettino diceva ‘mangiami’ e sulla seconda ‘bevimi’.
Certo che in una situazione così strana una birra era quella che ci voleva. La mandò giù tutto di un fiato e scoprì che sapeva di frutta. Era la birra più buona che avesse mai bevuto. Ma solo una volta diventato alto circa 40 cm si rese conto che la porticina era chiusa e che la chiave si trovava proprio accanto alla kasutera, ora irragiungibile. Era sempre stato permaloso sulla sua altezza ma essere addirittura 40 cm !
Si mise a piangere e formò un lago di lacrime. Ma non voleva essere stupido come Alice e così si arrampicò lungo il gambo del tavolino e si tuffò tutto intero nella kasutera. Ma ahimè, diventò ora così alto che si pentì di aver sempre desiderato crescere in altezza. Continuò a piangere e quando finalmente rivide il Bianconao, si rivolse  a lui.
<< Senti, Nao, mi sono rotto. Che diamine sta succedendo? >>
Il Bianconao si arrampicò sull’enorme gamba di Hiroto senza nemmeno rendersene conto. Gli si sedette su una caviglia, tutto intento a leggere l’ora sul suo grosso orologio. E intanto strillava << Il re! Il re mi ucciderà >>
Poi guardò su, vide il testone di Hiroto e si spaventò a morte. Prima di scappare via perse ventaglio e guanti. Fu proprio il ventaglio che permise al nostro protagonista di rimpiccioline. Ma stavolta non fu impreparato: afferrò la chiave sul tavolino e lasciò andare il ventaglio solo una volta essere diventato giusta altezza per oltrepassare la porticina.
Ma prima di poterlo fare, scivolò nell’acqua salata delle sue lacrime e si ritrovò a nuotare. Fece in tempo a legarsi la chiave al collo prima di perderla tra le onda. In men che non si dica la sala allagata si affollò delle più strane creature tra cui Mogu che era alto almeno sei metri e sovrastava tutti.
<< E’ colpa tua se siamo tutti bagnati. Che padrone screanzato >> ringhiò l’enorme cucciolotto.
<< Ma che cazz…? Mogu, torna nella tua cuccia >>
<< No che non ci torno! Prima devi farci asciugare. Vero, Tsuyoshi? >>
Hiroto sapeva che Tsuyoshi, il porcospino di Nao, era purtroppo morto. Allora perché lì? E perché era alto sei metri? I suoi aculei sembravano davvero spaventosi adesso. Uno di essi avrebbe potuto infilzare Hiroto tutto intero.
<< Si, Mogu. Il tuo stupido padrone ci ha bagnati tutti con le sue lacrime. Ora ci deve asciugare o me lo papperò tutto >> rispose Tsuyoshi con voce sonnecchiosa.
<< No! Lo papperò io >>
Mogu iniziò a leccare Hiroto con la sua lunghissima lingua bavosa e il poveretto finì sott’acqua. Nuotò senza mai riemergere e riuscì a raggiungere la riva all’altra parte del salone. Si scrollò l’acqua dai jeans ed ecco il Bianconao di ritornò. Stavolta era la volta buona che lo picchiava!
<< Stupido >> gridò quello prima che Hiroto potesse aprire bocca. << Vammi a prendere ventaglio e guanti. Oh, povero me! Il re mi ucciderà >>.
Dopo la nuotata fu impossibile ritrovare gli oggetti. Era persino sparita la stanza! Ora si trovavano in un giardino verdissimo e il cielo era azzurro intenso. Una volta Hiroto aveva letto la storia di Alice e sapeva cosa sarebbe successo adesso. Ma ora lui era bagnato, incazzato e seccato. Diede un calcio in culo a Nao e si allontanò di corsa. Al diavolo ventaglio e guanti!

  
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